La dedica del piccolo genere Amsonia (famiglia Apocynaceae) è un vero rebus. Chi era il misterioso Mr. Amson al quale fu dedicato da uno dei primi raccoglitori e studiosi della flora della Virginia, John Clayton? Qual era il suo nome completo? Già se lo chiedeva Solander e da allora, anziché chiarirsi, da un botanico all'altro, da un'enciclopedia a un dizionario etimologico, il mistero non ha fatto che aggrovigliarsi sempre più, come nel gioco del telefono senza fili. Viaggiatore, ammiraglio, medico? Amsonia tabernaemontana è una graziosa perenne dai fiori azzurri a stella piuttosto diffusa nel sottobosco delle foreste degli Stati Uniti sud-orientali, dove è nota come Eastern bluestar, "stella azzurra orientale". Il primo botanico a raccoglierla e descriverla fu probabilmente John Clayton che nel 1739 la incluse nella sua Flora virginica; all'epoca riteneva si trattasse di una specie di oleandro (in effetti appartengono alla stessa famiglia, le Apocynaceae) e la descrisse come "Anonymus suffrutex foliis Salicis alternis [...] Nerii species" (un suffrutice anonimo con foglie di salice alternate, una specie di oleandro). Più tardi capì che apparteneva a un genere a sé e nel manoscritto (purtroppo perduto) di un'ampliata Flora che aveva inviò a Peter Collinson nel 1757 lo chiamò Amsonia. Inviò in Inghilterra anche semi e la pianta divenne subito popolare tra i suoi amici: oltre a Collinson, la coltivavano Philip Miller al Chelsea Physic Garden e James Gordon nel suo vivaio di Mile End. In quei giardini la notò Solander, che ne scrisse a Linneo nel 1761, aggiungendo che Clayton l'aveva chiamata Amsonia, ma lui non sapeva a chi si riferisse, né lo sapeva nessun dei botanici che aveva interpellato; supponeva dunque che "Clayton l'avesse nominata per qualcuno in Nord America". L'anno dopo il pittore Dyonisius Ehret, che era stato incaricato di preparare le illustrazioni per l'opera di Clayton (purtroppo non si trovò mai un editore e rimase inedita) ne inviò uno schizzo a Linneo, che pubblicò la nuova specie nella seconda edizione di Species plantarum, assegnandola al genere Tabernaemontana con il nome T. amsonia. Infine, nel 1788 il botanico americano Thomas Walter in Flora Caroliniana istituì il genere Amsonia e ribattezzò questa specie A. tabernaemontana invertendo il binomio linneano, senza fornire indicazioni sull'origine dell'eponimo. A questo punto, come direbbe Snoopy, il mistero incomincia ad infittirsi. Nel 1782 in Supplementum plantarum il figlio di Linneo creò un genere dal nome molto simile, Amasonia (è tuttora valido e raggruppa sette specie di Lamiaceae neotropicali) "in memoria di Amason, un viaggiatore americano". Al quale nel 1810 Alexandre de Théis in Glossaire de botanique, regalò un nome di battesimo: "Thomas Amason, viaggiatore in America". La somiglianza tra le due denominazioni intrigò James Edward Smith che nell'articolo "Tabernaemontana" della Cyclopaedia di Rees (1819) ipotizzò che il dedicatario di entrambi fosse la stessa persona: forse il figlio di Linneo aveva aggiunto quella a suggestionato dal nome svedese del Rio delle Amazzoni, Amasona. Pur scrivendo prudentemente che era impossibile risalire all'origine del nome, tranne che si doveva a Clayton, avanzò comunque un'ipotesi: probabilmente il nome era stato scritto scorrettamente e il dedicatario era l'ammiraglio inglese George Anson, primo barone Anson. Ipotesi fatta propria da Rafinesque che in New flora of North America (1838) corresse senz'altro il nome in Ansonia. Nel frattempo il misterioso Amson aveva già assunto una terza identità, grazie al celebre architetto paesaggista Loudon che in Hortus britannicus (1830) scrisse che il genere prendeva il nome da "Charles Amason, un viaggiatore americano". Nel Pocket Botanical Dictionary Paxton (1840) recuperò il cognome originario Amson, fissando la vulgata che resisterà per un secolo e mezzo, arricchendosi via via di particolari. Nel 1856 nella seconda edizione del suo manuale, Asa Grey, scettico e prudente, scriveva: "si dice sia stato denominato per un certo Mr. Charles Amson". Nel 1861 in A class book of botany Wood aggiunse con tanto di punto interrogativo: "Dedicato a Charles Amson, del S. Carolina?", ipotesi forse suggerita dal fatto che le attività botaniche di Walter, l'autore del nome, si svolsero in questo stato. I dubbi scompaiono per Britton e Brown (An illustrated flora of United States [...], 1896): "per Charles Amson del South Carolina". Su questa strada li seguirono praticamente tutte le successive pubblicazioni statunitensi, I primi dubbi furono espressi nel 1928 da Woodson in una monografia sul genere Amsonia. Consultando enciclopedie, testi di riferimento e le società storiche delle Caroline e della Virginia, egli non trovò nessuna evidenza che un qualche Charles Amson fosse vissuto o avesse viaggiato in queste regioni nel periodo coloniale o avesse contribuito in qualche modo alla scienza botanica. In una lettera di Clayton a Bartram datata 1 settembre 1760 trovò invece un riferimento diretto all'eponimo; Clayton ricordava infatti di aver proposto il nome Amsonia "per un dottore di qui". Woodson ne inferì che il genere doveva essere stato dedicato a "un medico della Gloucester County, Virginia"; quanto al nome di battesimo, o anche all'esatta grafia del cognome, i dubbi rimanevano. I dubbi non vennero considerati, mentre i nuovi dati raccolti da Woodson andarono a combinarsi con i pezzi precedenti della storia. La biografia di Mr. Amson era ormai completa, così come la troviamo in innumerevoli pubblicazioni. Tanto per fare qualche esempio di testi autorevoli e recenti: Gledhill, The names of plants (2008): "per Charles Amson, medico della Virginia del XVIII secolo e viaggiatore in America"; Genaust, Etymologisches Wörterbuch der botanischen Planzennamen (2014): "Nome di Walter (1788) per Charles Amson, botanico americano, sul quale l'autore non dice nulla"; e ancora la seconda edizione dell'Indice dei nomi eponimici delle piante di Lotte Burkhardt (2018) : "Charles Amson (XVIII sec.) medico e botanico americano, visse nella contea di Gloucester in Virginia, viaggiò e potrebbe essere l'autore di una Flora del South Carolina, amico di John Clayton". Mistero risolto? A dimostrare che questa biografia è fittizia e che l'identità del dottor Charles Amson è stato creata pezzo per pezzo come nel gioco del telefono senza fili combinando Linneo figlio, Alexandre de Théis, Loudon, Paxton, Wood e Woodson, è stato nel 2004 il botanico canadese James S. Pringle, nell'articolo History and eponimy of the genus name Amsonia (Apocynaceae), SIDA, n. 21. Potendo sfruttare gli strumenti della rete, ha confermato ciò che già aveva intuito Woodson: non si trova alcuna traccia né di un viaggiatore di nome Amson (o magari Amason) né del dottor Charles Amason della Contea di Gloucester. Invece, come avevano già scoperto i biografi di Clayton e John Bartram Edmund e Dorothy Berkeley, c'era un dottor John Amson che viveva sì in Virginia, ma a Williamsburg; già i Berkeley lo ritenevano il vero dedicatario di Amsonia: scrivendo a Bartram, che abitava nella lontana Pennsylania, con l'espressione "di qui" Clayton non intendeva strettamente la contea dove lui stesso viveva e lavorava, ma più in generale la regione, tanto più che Williamsburg ne distava poche miglia, vi era vissuto da giovane e aveva una parte della famiglia. Scavando nei documenti, Pringle è anche riuscito a ricostruire la biografia di John Amson; potrebbe essere nato a Londra nel 1698 (non c'è però certezza che non si tratti di un omonimo) e essersi laureato a Reims in Francia nel 1722. Non si sa quando sia giunto in America: certamente era in Virginia nel 1738, quando prese in prestito e restituì un volume della biblioteca di un certo Dr. Brown di Williamsburg. Nel 1746 acquistò da un parente del naturalista Mark Catesby (amico di Clayton) due lotti che includevano certamente un'abitazione dove stabilì la sua residenza. Intorno al 1751 acquistò un terreno fuori città dove presumibilmente aveva una fattoria o una piantagione, visto che da un altro documento sappiamo che possedeva degli schiavi. Almeno dal 1746 fu assessore e tra il 1750 e 1751 sindaco della città. Come medico era molto stimato. Nel 1758 George Washington, all'epoca colonnello della milizia, si ammalò; temeva di aver contratto la tisi e dalla sua casa di Mount Vernon si spostò a Williamsburg per consultare i migliori medici; tra di loro Amson che lo rassicurò: si trattava solo di un'infreddatura. Tra i pazienti di Amson c'era anche Daniel Parker Custis, il primo marito di Martha Washington. Sappiamo che il dottore possedeva un giardino, che fu visitato nel 1751 dal giurista John Blair. Non si conosce con esattezza la data della morte, che dovette intercorrere tra 1761 (data in cui risulta tra i creditori dell'erede di Custis) e il 1765 (data in cui una certa Anne Anderson, che potrebbe essere sua figlia o la sua vedova, risulta aver ereditato sei lotti a Williamsburg e una proprietà fuori città di 180 acri appartenuta al fu dr. Amson). Ci è rimasto anche uno scritto di sei pagine, pubblicato postumo (1766), che consiste nella prescrizione per la cura della pertosse e include una serie di ingredienti di origine vegetale. Come medico, ma anche come proprietario di un giardino e di una fattoria o una piantagione, avrà avuto conoscenza e interesse per le piante, ma non sappiamo di più; come non conosciamo quale fosse la sua relazione con Clayton e tanto meno le ragioni della dedica di Amsonia. Azzurri fiori stellati Il piccolo genere Amsonia (Apocynaceae) raggruppa sedici specie di erbacee perenni o annuali con una distribuzione fortemente disgiunta; vivono tra gli Stati Uniti centrali e il Messico, ad eccezione di due specie: una europea, A. orientalis, presente in un'area ridotta della Turchia europea e della Grecia settentrionale; una dell'Asia orientale, A. elliptica. Caratteri distintivi del genere sono radici rizomatose legnose, fusti eretti che contengono un latice irritante e tossico, foglie alternate decidue da lanceolate a lineari, fiori azzurri o bianchi tinti d'azzurro raccolti in cime terminali tirsoidi o corimbose, con lungo tubo corollino e cinque lobi più o meno stretti, simili a petali disposti a stella, da cui il nome comune inglese bluestar. Come molti membri di questa famiglia, contengono alcaloidi e altri composti con proprietà soprattutto antimicrobiche. Sono però principalmente piante ornamentali molto apprezzate in giardino sia per il colore insolito dei fiori sia per la tendenza a formare ampi gruppi. La specie più coltivata è probabilmente proprio A. tabernaemontana; in natura vive nelle boscaglie aperte e nelle praterie dal Missouri al Texas e dal New Jersey alla Florida su suolo preferibilmente umido ma ben drenato. Il latice amaro e tossico la rende non appetibile agli erbivori, mentre i fiori attraggono molti tipi di insetti e anche colibrì. Di portamento compatto e cespuglioso, forma gruppi molto attraenti al momento della fioritura che avviene tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate; un secondo momento di interesse è l'autunno, quando le foglie prima di cadere si tingono di giallo. Simile è A. hubrichtii, che però ha fiori azzurro acciaio e foglie sottili e piumose con colori autunnali più vivi. A. tomentosa, originaria degli Stati Uniti sudoccidentali e del Messico settentrionale, si distingue per i fusti legnosi che possono raggiungere anche un metro d'altezza; se ne conoscono due forme: A. tomentosa var, stenophylla, con foglie glabre, e A. tomentosa var. tomentosa, con foglie ricoperte di un tomento lanoso; i fiori sono bianchi soffusi di verde, di blu o rosa. Presso il popolo Zuni le radici erano utilizzate contro il morso dei serpenti. L'unica specie europea, A. orientalis, molto rara e minacciata, vive in natura solo in un'area ristretta della Grecia nord-orientale e della Turchia europea; la comunità europea l'ha inclusa nelle lista delle specie da proteggere (dove compare con il sinonimo Rhazya orientalis ed è segnalata come "minacciata in modo critico"). E' anch'essa simile alle altre specie, ma ha foglie più grandi e fiorisce in piena estate; i fiori azzurri hanno tubo corollino più scuro e sepali più brevi e dal colore più vivido. L'unica specie asiatica, A. elliptica, meno rustica delle altre, è molto simile a A. tabernaemontana, ma ha portamento più aperto. Le foglie verde chiaro in autunno assumono tonalità dorate e rosate. E' una pianta medicinale con effetti antibatterici ed emolitici.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
October 2024
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