Francesco CalzolariFrancesco Calzolari (1522-1609) nacque a Verona; il padre, Giacomo, era speziale e gestiva la farmacia "Alla campana d'oro" sulla pizza delle Erbe. Egli seguì la professione paterna. Sebbene all'epoca gli speziali non avessero una formazione universitaria (apprendevano il mestiere durante l'apprendistato, gestito dalla loro corporazione), Francesco - anche se non sappiamo quando e in che modo - seguì gli insegnamenti del concittadino Girolamo Fracastoro, che nelle sue opere chiama suo maestro. Intorno al 1548-49 a Padova seguì le lezioni sui semplici di Luigi Anguillara, primo prefetto dell'orto; nello stesso periodo strinse amicizia con Ulisse Aldrovandi, con il quale intrattenne una feconda corrispondenza per almeno un quarantennio. Fu Aldrovandi a metterlo in contatto con Luca Ghini, anzi è probabile che i due frequentassero insieme le sue lezioni all'orto botanico di Pisa nell'anno accademico 1551-52. Anche con Ghini strinse rapporti molto stretti: i due si scambiarono piante e erborizzarono insieme sul monte Baldo.
Questo rilievo facilmente raggiungibile da Verona e ricchissimo di essenze vegetali fu esplorato a fondo dal Calzolari, che vi fece da guida ai più illustri botanici del suo tempo in diverse spedizioni scientifiche. La più celebre, che coinvolse Anguillara, Aldrovandi e Alpago, avvenne nella primavera del 1554. Frutto di queste spedizioni fu l'operina del 1566 Il viaggio al monte Baldo, una guida naturalistica e botanica del massiccio. Dopo la morte di Ghini nel 1556, il punto di riferimento di Calzolari divenne Mattioli, un altro contatto procuratogli da Aldrovandi. La relazione con Mattioli, all'epoca medico imperiale, procurandogli commesse di preparati naturali, contribuì al suo successo professionale; regolari furono anche gli scambi di piante e curiosità naturali, che andarono ad alimentare il gabinetto di curiosità che Calzolari andava allestendo al primo piano della casa veronese, celebratissimo al suo tempo (ce ne rimane una descrizione scritta nel 1584 dal medico bolognese Olivi). Impegnato nella ricerca e nel riconoscimento dei semplici citati dagli antichi, Calzolari fu un farmacista di successo, la cui esperienza era riconosciuta dai botanici del tempo. Il suo maggiore successo professionale fu la preparazione della triaca o teriaca, che egli rielaborò da una ricetta di epoca neroniana, sostituendo solo tre erbe non più reperibili in epoca moderna. Questo preparato lo trascinò anche in una polemica contro un aspirante speziale, Hercolano Scalcina, che pretendeva di preparare una teriaca migliore e si vide condannare dal Collegio medico di Verona, mentre il preparato di Calzolari era esaltato da Mattioli, Gessner e altri medici e botanici di fama. Nella gestione della farmacia e nella conduzione del museo, Calzolari fu affiancato dai due figli maschi, Angelo e Orazio. Il primo, che mostrava una notevole predisposizione per le scienze naturali, morì a soli 28 anni mentre erborizzava sul monte Baldo. Non molto tempo dopo Calzolari perse anche il secondo figlio. Ormai anziano e quasi cieco in seguito a una cataratta, intorno al 1584 si ritirò a vivere in un podere di Rivoli, alle falde del monte Baldo, lasciano la gestione della spezieria e del museo al figlio naturale Gerolamo. Morì a Rivoli nel 1609. Il museo, ereditato da Girolamo e poi dal pronipote Francesco, fu ristrutturato e ampliato da quest'ultimo; ce ne rimane un catalogo scritto nel 1622 dai medici Benedetto Ceruto e Andrea Chiocco. |
Fonti
Francesco Calzolari, http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-calzolari_(Dizionario-Biografico)/
Francesco Calzolari, http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-calzolari_(Dizionario-Biografico)/