Eupatorium

Eupatorium L.
C. von Linné, Species Plantarum 2: 836, 1753

In onore di Mitridate VI del Ponto
Se ne parla nel post Mitridate il re dei veleni

Eupatorium è un genere di piante erbacee, da annuali a perenni, dalla famiglia Asteraceae. Hanno foglie opposte o verticillate, quelle superiori da subopposte a alternate, con lamina da lineare a ovata, deltata o trilobata, con margine da intero a serrato. I capolini sono raccolti in infiorescenze corimbose o in racemi piramidali. Comprendono da 2 a 23 flosculi, con corolle bianche, porpora, lavanda, rosa, a forma di imbuto stretto o con tubo basale più stretto e lembo da stretto a campanulato. Anche se i singoli capolini sono in genere piuttosto piccoli, le infiorescenze appaiono in genere vistose. Il frutto è un achenio.
Un tempo questo genere era molto vasto, arrivando ad abbracciare da 800 a 1200 specie, ma è stato via via circoscritto. Oggi, a seconda degli studiosi, comprende da 42 a 60 specie, tutte distribuite nelle aree temperate dell'emisfero boreale, dall'Asia all'Europa all'America, con prevalenza di quest'ultima. Tra i generi che ne sono stati via via staccati, Ageratina (che comprende anche una specie spesso coltivata nei giardini, A. altissima, sin. di Eupatorium rugosum), Chromolaena, Condylidium, Conoclinium (C. coelestinum è spesso ancora designato con il vecchio sinonimo Eupatorium coelestinum), Critonia, Cronquistianthus, Fleishmannia, Flyriella, Hebeclinium, Koanophyllum, Mikania, Tamaulipa. Il distacco più doloroso per gli appassionati è senza dubbio quello di Eutrichium, che comprende cinque specie nordamericane a fioritura purpurea di grande impatto, tra cui in particolare gli spettacolari E. purpureum, E. fistulosum e E. maculatum. Per una rassegna dei loro usi in giardino (e anche un utile specchietto dei recenti mutamenti di nomenclatura) si rimanda a questo interessante articolo. Per altro, gli studi sono ancora in corso e altri aggiustamenti tassonomici sono possibili in un prossimo futuro.

Uno sguardo su...

Eupatorium cannabinum L. è una robusta erbacea perenne, di dimensioni e aspetto variabile, alta da 50 a 150 cm. Ha fusto robusto, eretto, ramificato; ha foglie opposte con lamina palmatopartita, più o meno pubescente. I capolini tubolosi, di colore roseo, sono riuniti in grandi corimbi. Ogni flosculo produce 5-6 semi, sormontati da un pappo che ne favorisce la disseminazione (insieme alle robuste radici sono questi numerosi semi, facilmente disseminati dal vento, che rendono questa specie alquanto "esuberante"). Diffusa in tutta l'Europa, in Nord Africa, nel vicino Oriente, predilige le zone umide e umifere, dal livello del mare fino a circa 1300 m. Fin dall'antichità (se è corretta l'identificazione con l'eupatorium di Plinio) ha usi officinali, soprattutto come purgante, depurativo, colagogo, espettorante, antivirale; contiene tuttavia principi tossici. In Italia è presente nella flora spontanea su tutto il territorio nazionale. Nonostante sia piuttosto infestante, è anche utilizzato come specie ornamentale, soprattutto nei giardini informali e acquatici.

Eupatorium perfoliatum L. è un'erbacea perenne nativa del Canada e degli Stati Uniti nordoccidentali, dalla Nuova Scozia alla Florida. Alta fino a 1 m, ha foglie che avvolgono lo stelo (da qui il nome specifico). Produce densi corimbi appiatti di piccoli fiori bianchi piumosi, che spuntano alla cima degli steli nella tarda estate. Nella medicina tradizionale delle tribù indiane era utilizzato per il trattamento delle febbri, degli stati influenzali e di varie altre affezioni. Sembra che il nome comune inglese boneset si riferisca all'uso della pianta per curare forti stati febbrili detti break bone fever, ovvero "febbri spaccaossa". Come febbrifugo e antinfluenzale, è oggi usato in omeopatia.