Niccolò V (Tommaso Parentucelli)Dedicatario di Parentucellia Se ne parla nel post Il papa Niccolò V, gli Horti Vaticani e il genere Parentucellia Il futuro papa Niccolò V, al secolo Tommaso Parentucelli (1397-1455) nacque presumibilmente a Sarzana (ma secondo alcuni documenti l'effettivo luogo di nascita potrebbe essere Fivizzano, patria della madre Andreola Bosi che potrebbe aver partorito nella casa paterna, secondo l'uso del tempo); il padre era il medico Bartolomeo di Parentucello che nel 1400 si trasferì con la famiglia a Lucca; circa un anno dopo morì. La vedova si risposò con un altro medico sarzanese, a sua volta vedovo con molti figli, forse ritornando a Sarzana. Non sappiamo se Tommaso, probabilmente già intenzionato a entrare nella Chiesa, abbia iniziato gli studi qui o a Lucca; intorno ai 18 anni, si trasferì a Firenze, dove si mantenne lavorando come precettore prima nella casa di Rinaldo degli Albizi, poi in quella di Palla di Nofri Strozzi, amico di Leonardo Bruni e mecenate degli umanisti. Ebbe così modo di entrare in contatto con il fertile ambiente dell'umanismo fiorentino e di acquisire quella passione per la cultura e i libri che avrebbe contraddistinto tutta la sua vita.
Grazie alla protezione del vescovo di Bologna Niccolò Albergati, che lo aveva accolto nella famiglia vescovile, nel 1421 si trasferì nella città felsinea e si immatricolò nello Studio come studente prima di artes poi di teologia; prese i voti forse nel 1423. Albergati ne propiziò la carriera, assumendolo come segretario, affidandogli la cura di varie chiese e nominandolo membro del capitolo della cattedrale. Nominato cardinale nel 1426, ottimo diplomatico, Albergati era spesso assente da Bologna per le molte missioni diplomatiche affidatagli dai papi Martino V e Eugenio IV; Parentucelli poté così accompagnarlo in Germania, Francia e Inghilterra, dove ebbe anche modo di partecipare al ritrovamento di manoscritti antichi. Sempre a fianco del suo protettore, Parentucelli si distinse nei lavori del concilio di Basilea, Ferrara e Firenze, dove difese le posizioni anticonciliariste, entrando in conflitto con un altro ecclesiastico e umanista emergente, Enea Silvio Piccolomini. Durante il soggiorno fiorentino, approfondì i suoi contatti con l'ambiente umanistico, stringendo amicizia con molti membri dell'élite intellettuale fiorentina, tra cui Leon Battista Alberti. Nel 1444, per sfuggire alla peste che imperversava a Roma, si trasferì a Fabriano dove istituì un Monte di Pietà. Alla morte del cardinale Albergati quello stesso anno, gli succedette come vescovo di Bologna, ma presto venne inviato in Germania in missione diplomatici per trattare con l'imperatore circa i decreti del concilio di Basilea. Il successo della sua azione diplomatica nel 1446 gli guadagnò la nomina a cardinale presbitero di Santa Susanna. L'anno successivo succedette ad Eugenio IV sul soglio pontificale con il nome di Niccolò V (assunto in onore del suo benefattore Niccolò Albergati). Il suo pontificato durò otto anni, e fu contraddistinto da un'intensa azione diplomatica, spesso coronata da successo; sentì invece anche come una sconfitta personale la caduta di Costantinopoli del 1453. Indisse un giubileo straordinario per il 1450, in preparazione del quale avviò un ampio programma urbanistico di rilancio della città di Roma, della basilica di San Pietro e del palazzo del Vaticano, nell'ambito della quale si inserisce anche la ristrutturazione degli Horti vaticani. Nicolò V è considerato il prima papa umanista. Egli stesso coltissimo, sostenne l'attività di umanisti come Lorenzo Valla, Giannozzo Manetti (suo primo biografo), Pier Candido Decembrio, Giovanni Tortelli (primo direttore della Biblioteca vaticana). Quest'ultima fu creata proprio da Niccolò V che, con grande spesa, fece raccogliere dai suoi agenti in tutta Europa e anche in Turchia circa 1200 manoscritti latini e greci. Varò inoltre un ampio programma di traduzioni in latino di testi greci, affidate ai migliori umanisti. Per la storia della botanica, la più importante è la traduzione delle opere di botanica di Teofrasto, commissionata a Teodoro Gaza, uno dei profughi greci protetti dal papa umanista. Già amareggiato dalla caduta di Costantinopoli e da una tentata congiura repubblicana sventata nel 1453, Niccolò V morì il 24 marzo 1455, ad appena 57 anni. |
Fonti
M. Miglio, Niccolò V, papa, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 78 (2013), https://www.treccani.it/enciclopedia/papa-niccolo-v_(Dizionario-Biografico)/
Papa Niccolò V, https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Niccol%C3%B2_V
C. Vasoli, La biblioteca progettata da un Papa : Niccolò V e il "suo canone, "Babel", 6, 2002, http://journals.openedition.org/babel/1974
M. Miglio, Niccolò V, papa, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 78 (2013), https://www.treccani.it/enciclopedia/papa-niccolo-v_(Dizionario-Biografico)/
Papa Niccolò V, https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Niccol%C3%B2_V
C. Vasoli, La biblioteca progettata da un Papa : Niccolò V e il "suo canone, "Babel", 6, 2002, http://journals.openedition.org/babel/1974