Rembert DodoensRembert Dodoens nacque a Mechelen (o Malines) nel 1517. E' conosciuto anche con altri nomi: Rembert Van Joenckema - l'orginario cognome della famiglia, che sostituì con il patronimico Dodoens o Dodenszoon -, la forma latina secondo l'uso umanistico Rambertus Dodonaeus, la forma francesizza Rembert Dodonée. Nulla sappiamo della sua infanzia, se non che apparteneva a una famiglia benestante e ben integrata nell'ambiente cittadino: il padre, un frisone che si era trasferito a Mechelen per studiare medicina, era un medico stimato che, tra l'altro, curò anche la governatrice Margherita d'Austria, e fu amico del grande anatomista Vesalio.
Presumibilmente Rembert frequentò la grande scuola di Mechelen (all'epoca, era la sede della governatrice e la capitale delle Fiandre); nel 1530, a soli tredici anni, si iscrisse all'Università di Lovanio, dove, ad appena 18 anni, conseguì la laurea in medicina. Qualche anno dopo, nel 1538, ottenne anche il dottorato. Secondo la tradizione, per alcuni anni avrebbe viaggiato e frequentato le migliori università in Francia, Italia, Svizzera e Germania, vivendo qualche anno a Basilea; la notizia è smentita da Clusius che in Rariorum plantarum historia sostiene che Dodoens non si allontanò mai dalle Fiandre. Del resto diversi documenti ne attestano la presenza a Mechelen proprio in quel torno di anni. Nel 1539 si sposò con Kathelijne De Bruyn, da cui ebbe quattro figli. Poco dopo lui e la moglie risultano membri della Confraternita di San Sebastiano, che ammetteva solo nobili o persone di elevata condizione sociale. Dal 1541 lavorò come medico e nel 1546 venne nominato medico cittadino, incarico che mantenne per trentennio (un incarico oneroso che comportava, oltre alle visite ai malati, il controllo sull'operato dei farmacisti, il presidio sanitario in caso di epidemia, la pratica ospedaliera). All'intensa attività medica affiancò inoltre diversi incarichi cittadini (fu fabbriciere della Chiesa di San Pietro) e l'attività editoriale, che dimostra interessi vasti e variegati. Nel 1546, su richiesta dell'autore, l'umanista svizzero Johannes Gunterius (che presumibilmente aveva conosciuto a Lovanio, a meno che sia vera la notizia del suo soggiorno a Basilea) collazionò la sua traduzione del De re medica di Paolo di Egina. Lo stesso anno pubblicò la prima opera originale, Cosmographia in astronomiam et geographiam isagoge, pubblicato nel 1546 ad Anversa dallo stampatore Jan var der Loe. Fu proprio quest'ultimo a spingerlo ad approfondire i suoi interessi botanici, chiedendogli di tradurre l'erbario di Fuchs, delle cui tavole aveva acquistato le matrici. Il frutto della loro collaborazione fu il Crydeboek, uscito nel 1554, non una semplice traduzione, ma un'opera nuova, accompagnata da un'edizione separata delle sole tavole, e seguita dalla traduzione francese curata da Clusius, Histoire des plantes, che comportò un lavoro di ampliamento e revisione da parte di Dodoens. Negli stessi anni, per gli studenti di medicina curò delle tavole fisiologiche (che saranno edite però molti anni dopo, nel 1581). Nel 1558, gli venne offerta una cattedra di medicina dall'Università di Lovanio; Dodoens, che a Malines era un medico affermato (aveva appena acquistato due case) e doveva pensare a una famiglia numerosa, rifiutò, giudicando il compenso scarso e l'impegno troppo oneroso. Nel 1563, la collaborazione con Van der Loe si interruppe, e Dodoens iniziò un'intensa collaborazione con Plantin, per il quale, in vista di una grande edizione latina dell'erbario, rivide totalmente i materiali del Cruydeboek, pubblicati dapprima sotto forma di opuscoli parziali nell'arco di un ventennio, poi confluiti, con molte aggiunte nelle Pemptades. Il 1572 fu un anno terribile per Dodoens. Ad aprile morì la moglie; a ottobre la città fu presa e saccheggiata dalle truppe del duca d'Alba; Dodoens perse la casa, tutti i suoi libri, molti beni, ma egli e la sua famiglia preservarono la vita. La guerra portò con sé la pestilenza e altre epidemie, che egli contribuì a fronteggiare. In questo conteso, per qualche tempo pensò di accettare la proposta, che gli giungeva da un lontano cugino, segretario di Filippo II, di recarsi in Spagna come medico personale del sovrano. Dopo molte esitazioni, vedendo da una parte che la situazione in città si andava ristabilendo, e considerando troppo oneroso il viaggio (Dodoens avrebbe dovuto farsi carico di tutte le spese), rifiutò; contò probabilmente anche l'opposizione del duca d'Alba, che non vedeva di buon occhio un altro medico fiammingo alla corte di Madrid. Dodoens accettò invece la proposta che gli giunse due anni dopo dalla corte di Vienna: non più trattenuto dagli impegni familiari (era vedovo e i figli erano ormai adulti), gratificato dall'ottimo trattamento economico (al contrario di Filippo II, Massimiliano II si fece carico delle spese di viaggio), il cinquantacinquenne Dodoens, dopo un'intera vita trascorsa tra Malines e Anversa nel 1574 partì per Vienna; probabilmente la sua nomina fu caldeggiata dal grande amico Clusius, in quegli stessi anni a Vienna come direttore dell'orto botanico. L'ambiente era ricco di stimoli e di opportunità di viaggiare e conoscere nuove piante; Dodoens fu a Praga e erborizzò in Austria, Germania, Ungheria, Boemia. La situazione cominciò a mutare con la morte di Massimiliano II, anche se a Dodoens vennero confermati l'incarico di medico di corte e il titolo di consigliere aulico; fu coinvolto in spiacevoli dispute con l'altro medico imperiale, l'umanista Crato von Krafftheim, mentre sempre più pressanti lettere di amici e parenti lo sollecitavano a tornare in Fiandra, per tenere d'occhio le sue proprietà che, in quella situazione di guerra, rischiavano la rovina. Chiesta licenza all'imperatore nel 1577, Dodoens nel 1578 lasciò Vienna; tuttavia le notizie inquietanti che giungevano dalla sua patria lo spinsero a fermarsi a Colonia, dove si trattenne, come molti altri rifugiati fiamminghi, fino al 1581. Ritornato in Belgio, dopo un breve soggiorno a Mechelen, nel 1582 si stabilì ad Anversa (in quel momento sotto il controllo della lega di Utrecht e Guglielmo d'Orange). Qui lo raggiunse l'invito dell'Università di Leida (fondata appena nel 1575) di assumere la cattedra di medicina; Dodoens accettò e, a 65 anni, si trasferì nella città olandese, dove mantenne la cattedra per appena due anni, poiché vi morì nel 1585. Aveva fatto in tempo a vedere pubblicata l'edizione definitiva della sua grande opera, Stirpium historiae pemptades sex, che uscì ancora per i tipi di Plantin nel 1583. |
Fonti
http://plantaardigheden.nl/dodoens/over_dodoens/leven_en_werk.htm#afkomst
http://www.encyclopedia.com/science/dictionaries-thesauruses-pictures-and-press-releases/dodoens-dodonaeus-rembert
P.J. Meerbeeck, Recherches historiques et critiques sur la vie et les ouvrages de Rembert Dodoens (Dodonaeus), Mechelen, 1841
http://plantaardigheden.nl/dodoens/over_dodoens/leven_en_werk.htm#afkomst
http://www.encyclopedia.com/science/dictionaries-thesauruses-pictures-and-press-releases/dodoens-dodonaeus-rembert
P.J. Meerbeeck, Recherches historiques et critiques sur la vie et les ouvrages de Rembert Dodoens (Dodonaeus), Mechelen, 1841