Anna Pavlovna RomanovaLa granduchessa Anna Pavlovna (1795-1865) era la figlia più giovane dello zar Paolo I e della zarina Marja Fëdorovna nata Sofia Dorotea di Württemberg; come tale, venne educata nel palazzo di Carskoe Selo secondo i rigidi protocolli dell'etichetta della corte imperiale russa. Ricevette in ogni caso un'educazione di alto livello, che compreneva le lingue straniere, la matematica e le scienze naturali; sembra che fosse anche una dotata pittrice. Ancora adolescente, come pedina del gioco politico-diplomatico, ricevette diverse proposte di matrimonio; in particolare, Napoleone ne chiese la mano per suggellare la pace tra Francia e Russia. La zarina madre era fermamente contraria e tergiversò, finché Napoleone ruppe le trattative e scelse l'arciduchessa austriaca Maria Luisa. Altri possibili matrimoni saltarono per una ragione o l'altra, finché nel 1815 lo zar Alessandro, colpito dal comportamento eroico del principe ereditario olandese alla battaglia di Waterloo, gli propose la sorella in sposa, anche per suggellare il nuovo ruolo di superpotenza dell'impero russo e il sistema di alleanza scaturito dal crollo dell'Impero napoleonico e dal Congresso di Vienna. Poiché una regola imposta da Pietro il grande vietava che a un membro della famiglia Romanov fosse imposto il matrimonio con uno sconosciuto, il principe andò in Russia con il futuro cognato, conobbe Anna che accettò di sposarlo, soprattutto abbagliata dalla sua fama di eroe (Guglielmo era stato ferito a una spalla a Waterloo, e quando giunse in Russia non era ancora guarito del tutto).
Una clausola prevedeva che la sposa avrebbe mantenuto la sua fede ortodossa, ma gli eventuali figli sarebbero stato educati in quella protestante. Il matrimonio avvenne a Pietroburgo nel febbraio 1816. Anna ottenne una dote favolosa, oltre a un ricco corredo di abiti e gioielli. La giovane coppia rimase in Russia per diversi mesi, prima di andare in Olanda dove prese residenza nel palazzo Kneuterdijk all'Aja; fu uno choc culturale per Anna, che considerava poco regale, provinciale, priva di etichetta la troppo borghese corte olandese; nacquero anche dissapori con il suocero, il re Guglielmo I. I due principi ereditari così si trasferirono a Bruxelles, che Anna amava perché le sembrava più raffinata e anche nel clima le ricordava maggiormente l'amata patria russa. Mantennero comunque come residenza estiva il palazzo di Soestdijk, che era stato donato dal popolo olandese a Guglielmo come riconoscimento del suo comportamento eroico a Waterloo. Dopo un periodo iniziale di buon accordo (tra il 1817 e il 1824 nacquero cinque figli), i continui adulteri del principe Guglielmo e i suoi debiti resero il matrimonio burrascoso; nel 1829, quando alcuni gioielli di Anna furono rubati, la principessa giunse a sospettare il marito di aver organizzato lui stesso un finto furto per pagare i propri debiti. La rivoluzione del 1830 costrinse Anna e Guglielmo a tornare in Olanda; iniziarono anche forti contrasti politici tra il principe ereditario e il padre, in cui Anna cercò di giocare un ruolo di mediatrice. Nel 1840 Guglielmo I, non volendo accettare i cambiamenti costituzionali che erano seguiti alla traumatica perdita del Belgio, abdicò; il figlio gli succedette come Guglielmo II e Anna divenne regina dei Paesi bassi. Benché pubblicamente rimanesse leale al marito, di fatto dal 1843 i due vissero separati. Anna, considerata dai suoi sudditi fredda, arrogante e troppo legata all'etichetta, si dedicò a un'intensa attività filantropica, fondando molti orfanotrofi. Nel 1848 Guglielmo II morì dopo una breve malattia, lasciando una montagna di debiti. Per salvare l'amato palazzo di Soestdijk, Anna si rassegnò a alienare le sue proprietà russe; inoltre fu messa all'asta la splendida collezione di maestri olandesi, che in gran parte venne acquistata dall'altro fratello di Anna, lo zar Nicola I (è per questo che molti capolavori dell'arte olandese si trovano all'Ermitage di Pietroburgo). Non mancarono i dissapori con il figlio, Guglielmo III, e con la nuora Sofia di Württemberg (che pure era sua nipote, essendo figlia di una delle sue sorelle). Anna, che nel 1855 aveva addirittura pensato di tornare in Russia, lasciò la corte per vivere con discrezione, vivendo per quindici anni a Soestdijk, di cui aveva trasformato una sala in una specie di museo della gloria militare del marito. Mori all'Aja nel 1865. |
Fonti
P.I. op den Kamp, The discret charm of Anna Paulowna, https://dutchreview.com/culture/the-discreet-charm-of-anna-paulowna/
P.I. op den Kamp, The discret charm of Anna Paulowna, https://dutchreview.com/culture/the-discreet-charm-of-anna-paulowna/