Engelbert KaempferEngelbert Kaempfer (1651-1716) nacque a Lemgo, nella contea di Lippe in Westfalia, figlio di un pastore. Studiò in molte località della Germania settentrionale (Hameln, Lüneburg, Amburgo e Lubecca); dopo la laurea in filosofia a Danzica, studiò quattro anni medicina e scienze naturali. Questa vita errabonda da clericus vagans fuori tempo massimo potrebbe spiegarsi con il desiderio di allontanarsi dal paese natale, che era stato uno degli epicentri della caccia alle streghe, di cui fuorono vittime anche due suoi zii.
Per continuare gli studi nel 1681 si trasferì in Svezia, dove fu assunto come medico e segretario di ambasciata della seconda ambasceria svedese in Persia. Come membro della legazione, raggiunse Insfahan viaggiando attraverso la Russia, il mar Caspio e il Shirvan (attuale Azerbagian) e vi trascorse due anni. Al rientro dell'ambascerie, preferì rimanere in Persia con l'intenzione di raggiungere l'emporio della VOC (Compagnia olandese delle Indie Orientali) sul golfo Persico per arruolarsi come chirurgo. Lungo il viaggio fece rilievo delle rovine di Persepoli. Rimase due anni a Bander Abbas, dove si ammalò gravemente e lavorò saltuariamente per la VOC, quindi servì per un anno come chirurgo di bordo di una nave della Compagnia che commerciava nei porti indiani. Nel 1689 raggiunse Batavia, dove sperava in un impiego permanente; non trovandone alcuno soddisfacente, accettò la nomina a medico dell'emporio della VOC nell'isolotto di Dejima, unico luogo del Giappone aperto al commercio con l'Occidente. Qui visse due anni e mezzo (settembre 1690-novembre 1692), raccogliendo informazioni su molti argomenti, nonostante la semireclusione cui erano costretti gli olandesi; come medico della delegazione, nella primavera del 1691 e del 1692, fece parte della delegazione olandese inviata a rendere omaggio allo shogun a Edo. Terminato il contratto con la VOC, nel 1694 tornò in Olanda via Giava. Forse nella speranza di inserirsi nell'ambiente accademico, si iscrisse all'università di Leida e conseguì la laurea magistrale. Quindi rientrò in patria, dove lavorò come medico prima a Lengo quindi alla corte di Lippe. Gli impegni professionali e un'intricata vicenda familiare gli impedirono di pubblicare il diario di viaggio e un libro dedicato al Giappone; l'unica pubblicazione edita durante la sua vita fu Amoenitates exoticae, una raccolta di saggi in cinque parti, le prime quattro dedicata alla Persia, la quinta al Giappone. Ne fa parte Flora Japonica, con la descrizione di circa 200 piante. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1716, gli erbari e i manoscritti furono acquistati da Hans Sloane, che fece tradurre e pubblicare il volume sul Giappone, con il titolo History of Japan (1627). |
Fonti
BODART-BAILEY, B. M. (1988), Kaempfer Restor'd, «Monumenta Nipponica», Vol. 43, No. 1 (Spring, 1988), pp. 1-33.
HABERLAND, D. (2009), Kaempfer, Engelbert in Encyclopedia iranica, Vol. XV, Fasc. 3, pp. 332-335, ed. on-line https://iranicaonline.org/articles/kaempfer-engelbert
BODART-BAILEY, B. M. (1988), Kaempfer Restor'd, «Monumenta Nipponica», Vol. 43, No. 1 (Spring, 1988), pp. 1-33.
HABERLAND, D. (2009), Kaempfer, Engelbert in Encyclopedia iranica, Vol. XV, Fasc. 3, pp. 332-335, ed. on-line https://iranicaonline.org/articles/kaempfer-engelbert