Pieter van der AaPieter van der Aa (1659-1733) nacque a Leida, figlio maggiore di Boudewijn van der Aa, uno scalpellino di origine tedesca che si era trasferito in Olanda. A nove anni, entrò come apprendista nella bottega di Daniel van Gaesbeeck, libraio e stampatore. Dopo alcuni anni di apprendistato, lavorò dapprima nella bottega del suo maestro; dal 1682, avviò un importante commercio librario, quindi dal 1689 divenne editore di testi accademici in latino, con la collaborazione dei fratelli Boudewijn, tipografo, e Hildebrand, incisore. Nel 1692 fu ammesso nella gilda dei librai e degli stampatori di Leida ( di cui negli anni successivi fu tra i dirigenti). Tra il 1694 e il 1699 fu stampatore del collegio vallone; per la clientela di studenti di teologia cominciò così a pubblicare anche traduzioni in francese e olandese.
Negli ultimi anni del secolo era ormai un tipografo di successo, che pubblicava grandi opere scientifiche di alta qualità, curate da grandi intellettuali e professori dell'Università di Leida, ben conosciute anche sul mercato straniero. Tra di esse, Thesaurus antiquitatum graecarum di J. Gronovius (in 13 volumi, dal 1697); Thesaurus antiquitatum romanarum di J.G. Graevius (in 12 volumi, dal 1694); Thesaurum antiquitatum et historiarum Italiae di Graevius e Burmann (in 30 volumi, dal 1704), e, sempre a cura degli stessi autori, un'opera simile sulle antichità siciliane. Pubblicò anche l'edizione di Leclerc delle opere di Erasmo, in undici volumi. L'insieme di queste grandi opere ammonta a 87 volumi in folio, una produzione che per entità nessuno degli editori precedenti aveva raggiunto. In alcune di esse, in particolare in quelle sull'Italia, van der Aa assunse anche un ruolo di autore (guadagnandosi gli strali polemici di Muratori, che tuttavia ne fu sicuramente influenzato nell'intraprendere le sue grandi raccolte). Della sua produzione, fanno parte anche opere scientifiche, mediche e naturalistiche. Nei primi anni del Settecento, van der Aa si accostò anche ai libri di viaggio e alla cartografia, pubblicando nel 1706 Naauwkeurige Versameling Der Gedenk-waardigste Zee en Landreysen Na Oost en West-Indiën, una grande raccolta di relazioni di viaggio di autori diversi (olandesi e non solo), tradotte in olandese e accompagnate da carte, immagini e dalle note dello stesso van der Aa. Si specializzò quindi nella produzione di carte e di vedute delle città, molto apprezzate dal mercato (non sempre erano lavori originali, a volte si trattava di copie pirata di pubblicazioni straniere). I suoi atlanti illustrati furono (e sono ancora) molto apprezzati per la loro eleganza e la bellezza delle incisioni. Questa attività di editore-cartografo culminò nella grandiosa Galérie du monde (dal 1728) in 66 volumi, consistenti quasi esclusivamente in calcografie. Era un'opera di lusso, di cui furono stampate solo 100 copie proprio per mantenerne alto il prezzo (van der Aa era un abile e intraprendente uomo d'affari, e diventò assai ricco). La sua reputazione professionale raggiunse il culmine con la nomina a stampatore ufficiale prima dell'università e della città di Leida (1715). Nel 1729, ormai avanti con gli anni, decise di mettere in vendita la sua libreria e ne stese il catalogo. Probabilmente questa operazione ebbe un successo solo parziale, visto che nel 1735 (due anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1733), fu pubblicato per volontà della vedova un secondo catalogo di vendita, notevolmente ridotto. |
Fonti
Pieter van der Aa, https://de.wikipedia.org/wiki/Pieter_van_der_Aa
Pieter van der Aa, https://de.wikipedia.org/wiki/Pieter_van_der_Aa