Giovanni Battista FerrariGiovanni Battista Ferrari (1582/85-1655) nacque a Siena; la data di nascita è variamente indicata dalle fonti. Trasferitosi a Roma, nel 1602 entrò nella Compagnia di Gesù; oltre a studiare teologia e filosofia, seguì i corsi di siriaco al Collegio maronita. Dal 1612 al 1616 insegnò grammatica (ovvero latino) agli studenti del primo anno del collegio maronita, dove fu prefetto di studi dal 1616 al 1619. Dal 1615 al 1622, insegnò grammatica e lettere al Collegio romano, dove a partire dal 1618 tenne anche la cattedra di ebraico, mantenuta fino al 1647.
Le sue prime pubblicazioni sono legate alla sua intensa attività di oratore e predicatore. Compose e pubblicò saggi d'occasione (come un elogio funebre o un'orazione in onore dei maggiorenti romani), una tragedia, orazioni sacre, discorsi. Nel 1622 pubblicò un dizionario sui termini siriaci presenti nella Bibbia (che gli suscitò accuse di incompetenza). Per le sue conoscenze delle lingue orientali venne chiamato a far parte della congregazione incaricata della traduzione araba della Bibbia. Ma probabilmente già alla fine degli anni '20 incominciò a interessarsi di giardini e piante: un interesse che emerge nelle Orationes XXV (1625) che contengono divagazioni sui giardini e le ville romane, e che Ferrari poté coltivare grazie alla frequentazione degli ambienti che ruotavano attorno al cardinale Francesco Barberini; si legò di particolare amicizia con Cassiano dal Pozzo (con il quale mantenne una fitta corrispondenza dal 1632 al 1654). Attraverso dal Pozzo entrò anche in contatto con il principe Cesi, l'Accademia dei Lincei e l'erudito provenzale Fabri de Peiresc. Fu sempre dal Pozzo a fare da tramite con numerosi artisti attivi a Roma che poi illustreranno le opere di Ferrari. Alcuni dei più rinomati disegneranno le tavole che accompagna Flora seu de florum cultura, pubblicata nel 1633 a Roma grazie al sostegno finanziario del cardinal Barberini. L'opera ottenne un notevole successo: nel 1646 ad Amsterdam ne uscì un'edizione curata da B. Rottendorff, medico dell'elettore di Colonia; un'altra edizione, sempre a Amsterdam, seguì nel 1664. Intanto, nel 1638 era uscita anche la traduzione italiana, predisposta da L. Aureli. Pur rimasto senza la protezione dei Barberini (la famiglia era caduta in disgrazia in seguito alla morte di Urbano VIII), nel 1646, sempre a Roma, pubblicò una seconda opera di argomento botanico, Hesperides, sive De malorum aurerum cultura et usu libri IV, uscita a spese dell'editore Hermann Scheus. Intanto Ferrari era ritornato a Siena. Qui nello stesso 1646 pubblicò Collocutiones, una raccolta di saggi su argomenti vari, in forma di dialogo con Cassiano dal Pozzo. In collaborazione con Sebastiano Conti compose infine Fasti Senenses, pubblicati postumi nel 1660. La sua salute, da sempre cagionevole e afflitta da "umore malinconico" andò peggiorando; nel 1647 si ritirò nel Collegio dei gesuiti di Tivoli, per trasferirsi a Frascati nel 1649 e ritornare definitivamente a Siena nel 1650, dove morì nel 1655. |
Fonti
Ferrari, Giovanni Battista, ww.treccani.it/enciclopedia/giovanni-battista-ferrari_(Dizionario-Biografico)/
Ferrari, Giovanni Battista, ww.treccani.it/enciclopedia/giovanni-battista-ferrari_(Dizionario-Biografico)/