LoniceraLonicera L. C. Linnaeus, Species Plantarum 1: 173. 1753 In onore di Adam Lonitzer Se ne parla nel post Adam Lonitzer, ovvero plagi, long seller e taglia-incolla Lonicera è un vasto genere della famiglia delle Caprifoliaceae, uno dei più ricchi di specie dell'emisfero boreale (circa 180). Originario delle aree temperate di Europa, Asia e America, ha centro di diffusione in Cina dove sono presenti circa 100 specie. La maggior parte sono arbusti, da piccoli a grandi, raramente piccoli alberi, ma sono ben rappresentati i rampicanti, gli uni e gli altri decidui o sempreverdi. Il genere è molto polimorfo ed è stato variamente diviso in sottogeneri e sezioni. La classificazione più seguita lo divide in due sottogeneri: Lonicera, caratterizzato da portamento rampicante e infiorescenze apicali con fiori peduncolati con corolla a due o cinque lobi; Chamaecerasus con portamento arbustivo (tranne nella sezione Nintoa, rampicante) e infiorescenze ascellari in coppia.
In giardino, può essere utile una classificazione più informale basata sul portamento e le caratteristiche generali:
Spesso di aspetto molto attraente, le bacche che, come ho già accennato, sono eduli per molti animali, non lo sono per l'uomo, cui causano disturbi gastrici da leggeri a gravi, in base al maggiore o minore contenuto di xilosteina. Fanno eccezione alcune varietà di L. caerulea, che, come vedremo meglio sotto, vengono coltivate per i frutti in vari paesi a clima fresco, tanto da essere anche oggetto di progetti di ibridazione volti a incrementarne la produttività. Le specie rampicanti europee, caratterizzate da fioriture molto appariscenti e spesso profumate, sono coltivate nei giardini da secoli, tanto che gli studiosi discutono se una specie oggi onnipresente nella nostra penisola come L. caprifolium, il caprifoglio comune o madreselva, sia autoctona o spontaneizzata in seguito a un'antichissima introduzione. Originaria dell'Europa meridionale, è stata importata nei giardini dell'Europa settentrionale (dove la specie spontanea è piuttosto la più continentale L. periclymenum) almeno fin dal Rinascimento. Le specie asiatiche, tanto arbustive quanto rampicanti, hanno cominciato ad arrivare nel Settecento, prima le siberiane come L. tatarica, poi le cinesi come L. japonica o L. nitida. Fin dal Seicento era stata introdotta in Europa la virginiana L. sempervirens. Le prime ibridazioni documentate risalgono al Settecento. Tra le più antiche, L. x americana, che nonostante il nome è il risultato di un incrocio tra due specie europee, L. implexa e L. etrusca, già segnalato nell'edizione del 1748 del Dizionario di Miller. Nell'Ottocento e nel Novecento continuano le selezioni orticole e le ibridazioni, dando vita a molti ibridi, oggi forse più coltivati delle specie, grazie alle fioriture più vistose, alla rifiorenza, alla più ampia scelta di colori. E' purtroppo una storia poco nota, che non sono riuscita a ricostruire nei particolari, mancando, a quanto pare, uno studio complessivo. Un elenco degli ibridi più interessanti è presentato nel secondo approfondimento. Il primo è invece costituito da un sintetico elenco delle specie spontanee della nostra flora, che ammontano a una decina. Impossibile poi nella mia selezione presentare anche solo le specie più coltivate; più che mai, si tratta dunque di una lista soggettiva. Per altre informazioni rimando ai seguenti siti: pagina dedicata a Lonicera del vivaio specializzato Esveld; sito della collezione olandese Lonicera.nl; le pagine dell'Orto botanico di Cambridge, che ospita la collezione nazionale britannica delle specie e degli ibridi primari. Molte varietà e specie poco usuali sono segnalate in questo articolo di Luca Fadini. Uno sguardo su...
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La flora italiana annovera una decina di specie autoctone di Lonicera. Vediamole sinteticamente (per la descrizione di quelle già trattate, rinvio sopra):
- L. alpigena L., presente in tutte le regioni della penisola (salvo Puglia e le isole), è originaria delle montagne dell'Europa meridionale, dove cresce nelle boscaglie umide della fascia montana e subalpina; è un arbusto alto fino a 4 metri con foglie ovate verde brillante e fiori gialli sfumati di rosso riuniti in coppia; i frutti, che possono ricordare piccole ciliegie, sono bacche rosse con lunghi piccioli, tossiche, da cui il nome "ciliegie delle volpi";
- L. caerulea L. è presente anche da noi lungo tutto l'arco alpino, soprattutto nelle faggete con suolo acido e torboso, nella subsp. caerulea, le cui attraenti bacche azzurre sono tossiche;
- L. caprifolium L., il caprifoglio o madreselva, è probabilmente la specie più nota e diffusa, presente in tutta Italia eccetto le isole; la maggior parte degli studiosi la ritiene autoctona, anche se alcuni avanzano l'ipotesi che si tratti di un'antichissima introduzione;
- L. etrusca Santi è presente in tutte le regioni italiane, eccetto il Trentino Alto Adige; predilige i terreni poveri, poco profondi e aridi d'estate, dalla fascia mediterranea a quella submediterranea;
- L. implexa Aiton è una rampicante tipica della macchia mediterranea, presente in Italia nelle isole e in tutte le regioni del centro e del sud; ha foglie persistenti, coriacee, verde chiaro, spatolate quelle inferiori, concresciute tra loro e avvolgenti il fusto quelle superiori; i fiori bianco rosati sono seguiti da bacche arancioni.
- L. nigra L. è un arbusto delle montagne dell'Europa centro-meridionale, presente in tutto l'arco alpino e nell'Appennino centro settentrionale. E' un cespuglio basso, con foglie con punta acuminata, fiori bilabiati rosei. I frutti sono simili a quelli di L. alpigena, ma neri a maturazione;
- L. periclymenum L. è una specie dell'Europa occidentale subatlantica, presente da noi nelle regioni nord-occidentali;
- L. stabiana Guss. ex Pasquale è un raro endemismo dei Monti Lattari, della Penisola Sorrentina e del comprensorio stabiano; è una pianta rupicola, con fiori bianchi o giallo chiaro e bacche gialle;
- L. xylosteum L. è una specie ad ampia distribuzione europeo-asiatica, presente in Italia in tutte le regioni salvo la Sardegna (ma da tempo non ritrovata in Campania e Calabria); è tipica dell'ambiente montano, in particolare le faggete. E' noto come caprifoglio peloso per il fusto tomentoso; è un piccolo cespuglio fitto, con foglie opposte fortemente venate, piccoli fiori bianchi e bacche rosse tossiche unite a coppie.
Come ho già anticipato, mi è stato impossibile ricostruire la storia dell'ibridazione del genere Lonicera, che deve essere iniziata già nel Settecento se non prima. Mi limito dunque a presentare un elenco in ordine alfabetico degli ibridi più importanti, con l'indicazione dei genitori, la data di introduzione quando disponibile, e una brevissima presentazione.
- L. x americana (Mill.) K. Koch (L. implexa x L. etrusca): rampicante vigoroso, sempreverde o semideciduo, con foglie ovate, quelle superiori fuse a disco, e fioritura che si prolunga a intermittenza tutta l'estate, con fiori tubolari bilabiati, dapprima bianchi poi gialli soffusi di rosso, molto profumati, riuniti in verticilli terminali. E' il più antico ibrido conosciuto. Il nome si deve a un errore di Miller, che lo conobbe da semi giunti dall'America; era invece originario della Francia, forse per ibridazione spontanea;
- L. x brownii (Regel) Carrère (L. hirsuta x L. sempervirens): rampicante volubile deciduo con foglie appaiate ovate glauche; ottenuto prima del 1856, è ancora oggi uno degli ibridi più apprezzati per le copiose e prolungate fioriture di fiori tubolari bilabiati da arancioni a rossi. 'Dropmore Scarlet' ha fama di essere il caprifoglio con più lunga fioritura;
- L. x hecrottii Reher (L. americana x L. sempervirens): risultato di un incrocio spontaneo tra un ibrido europeo e una specie americana, è stato prodotto negli Stati Uniti negli ultimi anni dell'Ottocento. E' un rampicante volubile deciduo o semisempreverde, con foglie inferiori appaiate da ovali a ellittiche, quelle superiori unite, di colore verde scuro nella pagina superiore, verde azzurro in quella inferiore. E' apprezzato soprattutto per le prorompenti e prolungate fioriture di fiori tubolari, rosa all'esterno, giallo-arancio all'esterno. Molte cultivar sono sterili e non sempre producono le bacche di colore rosso. Tra le varietà più note 'Fire Cracker', con fiori da rosa a rosso arancio e grandi brattee che formano una tazza sotto i fiori, seguite da bacche rosso brillante; 'Gold Flame', molto profumato, con fiori rosa in boccio quindi arancio vivo; 'American Beauty' ha boccioli rosa aranciato e corolle giallo-arancio.
- L. x italica (F.W.Schmidt) Tausch (L. caprifolium x L. etrusca) è un grande rampicante vigoroso volubile con larghe foglie ellittiche. I fiori tubolari inizialmente bianchi, quindi gialli e soffusi di viola, sono raccolti in verticilli terminali. Anch'esso è un ibrido molto antico, risalente almeno all'inizio del Settecento, spesso confuso con L. x americana; si distingue per la fioritura molto precoce. La forma rubella fiorisce a mezza estate e ha fiori giallo più intenso sfumati di rosso. 'Harlequin' ha foglie variegate con margini crema;
- L. x purpusii Reheder (L. fragrantissima x L. standishii) è piuttosto simile a L. fragrantissima, ma i fiori, con corolla tubolare e lobi retroflessi, sono raggruppati in infiorescenze fino a quattro. E' apparso spontaneamente nell'Orto botanico di Darmstadt in Germania all'inizio degli anni '20 del Novecento. La cultivar più nota è 'Winter Beauty' con rami rosso purpurei, fiori bianchi molto profumati e vistose antere gialle;
- L. x tellmaniana Magyar ex H.L.Späth (L. sempervirens 'Superba' x L. tragophylla) fu creato negli anni '20 del Novecento dalla Scuola reale di orticultura di Budapest; immesso in commercio negli anni '30, fece sensazione per i fiori arancio-rame brillante.