Antonino Bivona BernardiAntonino Bivona Bernardi (1778-1837) nacque a Messina da Andrea Bernardi e Maddalena Chiocciola. La madre morì d'impatto e il padre la seguì poco dopo. Il neonato fu portato a Palermo e adottato dal barone Antonino Bivona di Alta Torre, di cui assunse il nome. Dopo aver frequentato le scuole Pie, fu avviato agli studi giuridici, ma, quando poco mancava alla laurea, il padre gli concesse di seguire i più congegnali studi naturalistici. Bivona seguì i corsi di botanica di G. Tineo e le lezioni private del dimostratore Bartolotta. Nel 1804 si recò a Napoli per affari di famiglia e conobbe in botanici Petagna e Tenore. Fu l'inizio di un gran tour di studio nella penisola, durante il quale erborizzò, visitò orti botanici ed erbari, strinse relazioni con mogli eminenti botanici. Si trattenne per qualche tempo a Pavia dove studiò chimica, fisica ed anatomia.
Già si accingeva a continuare per Parigi, quando la malattia mortale del barone lo richiamò a Palermo, dove giunse nella seconda metà del 1806. Non trovò più vivo il suo benefattore e dovette constatare il cattivo stato del suo patrimonio, intaccato proprio per finanziare gli studi dell'amato figlio adottivo. Bivona si mantenne con l'incarico di segretario di Sicilia, ereditato da Bivona padre, e più tardi collaborando all'amministrazione di proprietà fondiarie e alla gestione di giardini di nobili palermitani. Ispirato dall'esempio di Cupani, riprese le studio della flora siciliana, con l'intento di pubblicarne una flora complessiva con le piante classificate secondo il sistema linneano. Dopo la pubblicazione di due centurie di piante nuove e rare (1806-1807), in seguito all'arrivo in Sicilia di Rafinesque, Bivona abbandonò il progetto, optando per la pubblicazione delle sole piante inedite e rare, oggetto di quattro "manipoli" tra il 1813 e il 1816. Nonostante la crescente fama europea, non ottenne né la cattedra universitaria né la direzione dell'orto palermitano, mentre la sua situazione economica (si era sposato e aveva otto figli) fu aggravata dalla soppressione della carica di segretario di Sicilia. A risollevarlo da queste difficoltà nel 1820 fu la nomina a ispettore generale delle acque e delle foreste, incarico che lo spinse ad allargare in suoi interessi all'agronomia e alla mineralogia. Nel 1821 Bivona fondò una rivista di cultura e scienza, l'Iride, che però chiuse dopo appena un anno per mancanza di sottoscrittori. In sodalizio con altri membri dell'intellighenzia palermitana, come Domenico Scinà, membro di molte società scientifiche e in contatto con molti studiosi italiani ed europei, Bivona estese i suoi studi anche alla zoologia (progettava di scrivere un catalogo dei molluschi siciliani e a tal fine mise insieme una raccolta di circa 600 esemplari). La maggiore scoperta di questi anni fu il rinvenimento di ossa fossili di grandi mammiferi risalenti al Quaternario nella grotta di Maredolce e al monte Billieni. La morte improvvisa in seguito all'epidemia di colera dell'estate 1837 gli impedì di completare i due progetti botanici cui lavorava negli ultimi anni: una flora crittogama della Sicilia e una flora palermitana. Il secondo fu realizzato da Parlatore che fin da adolescente fu suo allievo e compagno di erborizzazioni. Dopo la sua morte, lo stesso Parlatore redasse il catalogo dell'erbario del maestro insieme al figlio di questi Andrea, che curò anche la pubblicazione postuma di alcune piante inedite da lui descritte. |
Fonti
A. Bivona, Elogio storico del barone A. B. Bernardi scritto dal figlio Andrea, Stamperia Oretea, Palermo 1840
F. Brancato, Bivona Bernardi Antonio, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968), https://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-bivona-bernardi_%28Dizionario-Biografico%29/
F. Maccagnone di Granatelli, Antonino Bivona, in Biografie e ritratti d'illustri siciliani morti nel colera l'anno 1837, Alleva libraio-editore, Palermo 1838, pp. 53-67
F. Palatore, Breve cenno sulla vita e sulle opere del Barone Antonino Bivona-Bernardi, Palermo 1837
F. M. Raimondo, R. Not, Il naturalista Antonino Bivona Bernardi e il suo contributo all'illustrazione della flora sicula, in G. Liotta, a cura di, Atti del Convegno I Naturalisti e la cultura scientifica siciliana nell'Ottocento, Palermo 5-7 dicembre 1984, Università degli Studi di Palermo, Palermo 1987, pp. 521-532
A. Bivona, Elogio storico del barone A. B. Bernardi scritto dal figlio Andrea, Stamperia Oretea, Palermo 1840
F. Brancato, Bivona Bernardi Antonio, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968), https://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-bivona-bernardi_%28Dizionario-Biografico%29/
F. Maccagnone di Granatelli, Antonino Bivona, in Biografie e ritratti d'illustri siciliani morti nel colera l'anno 1837, Alleva libraio-editore, Palermo 1838, pp. 53-67
F. Palatore, Breve cenno sulla vita e sulle opere del Barone Antonino Bivona-Bernardi, Palermo 1837
F. M. Raimondo, R. Not, Il naturalista Antonino Bivona Bernardi e il suo contributo all'illustrazione della flora sicula, in G. Liotta, a cura di, Atti del Convegno I Naturalisti e la cultura scientifica siciliana nell'Ottocento, Palermo 5-7 dicembre 1984, Università degli Studi di Palermo, Palermo 1987, pp. 521-532