EdithcoleaEdithcolea N.E. Br. N.E. Brown, Bulletin of Miscellaneous Information, Royal Gardens, Kew 1895: 220, 1895 Edithcolea è un genere monotipico della tribù Stapelieae della famiglia Apocynaceae (ex Asclepiadaceae), che comprende un'unica specie, E. grandis N.E. Br. Fu stabilito nel 1895 dal tassonomista di Kew N. E. Brown sulla base di un esemplare raccolto da Edith Cole e Louisa Lort-Phillipps nella valle di Henveyna, nella Somalia settentrionale. Nativa di luoghi aridi, ha un aerale abbastanza ampio che va dallo Yemen (compresa l'isola di Socotra) al Corno d'Africa (Etiopia e Somali) alla regione dei Grandi Laghi (Kenya, Tanzania, Uganda). E' una perenne succulenta con fusti privi di foglie molto ramificati di portamento decombente, con quattro o cinque angoli, muniti di tubercoli simili a spine duri e appunti (diametro 2-4 cm, lunghezza fino a 30 cm). I fusti, grigiastri nella stagione arida, anche se formano grandi cuscini, sono comunque poco appariscenti, mentre a farsi notare è il fiore, grandissimo rispetto alle dimensioni della pianta (diametro da 8 a 13 cm), con corolla a stella con cinque lobi a stella molto appuntiti, a volte ricurvati all'indietro. La corona esterna è caratterizzata da un ricco disegno puntinato, rosso-porpora su giallo crema, che si infittisce verso il centro, occupato da una corona interna circondata da anelli di punti sempre più piccoli che formano righe concentriche. Anche i frutti, un follicolo a forcella ricchissimo di semi, è molto decorativo. La varietà E. grandis var. baylissiana ha fusti più ramificati, più sottili (da 1 a 1,5 cm) e più corti (10 cm) con tubercoli spesso disposti a spirale.
Come quasi tutte le Stapelieae, è impollinata da mosche carnarie, come è evidente dai colori mimetici, insieme all'odore di carne putrefatta o di sostanze fecali. E' molto ricercata dai collezionisti di succulente, anche se ha fama di non essere facile da coltivare: richiede infatti inverni rigorosamente asciutti e temperature invernali intorno ai 15 gradi, |