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GundeliaGundelia L. C. von Linné, Species Plantarum 2: 814, 1753 In onore di Andreas von Gundelsheimer Se ne parla nel post Tre botanici a zonzo ovvero il viaggio al Levante di Tournefort Gundelia è un piccolo genere della famiglia Asteraceae. Tradizionalmente gli si attribuisce un'unica specie, G. tournefortii L. In anni recenti, studi specifici ne hanno staccato una decina di specie, che differiscono tra loro principalmente per il colore dei flosculi e la maggiore o minore pubescenza. Poiché queste conclusioni non trovano il consenso universale, tratteremo qui solo G. tournefortii in senso lato.
E' un'erbacea perenne di aspetto simile a un cardo. Dopo le piogge autunnali o invernali, spunta dal terreno una rosetta di foglie basali, da cui poi si svilupperà un robusto fusto, dal diametro fino a 4 cm. Le foglie ricordano quelle del cardo o del carciofo: profondamente incise, pinnatolobate o pinnatosette, con margini dentati o serrati, hanno punte spinose e nervature molto evidenti, spesso di colore rossastro; possono essere ricoperte da una peluria aracnoide. Fusto e foglie contengono un lattice biancastro. Il fusto si divide in una decina o più rami che terminano con un'infiorescenza ovoidale, lunga 4-8 cm, molto caratteristica e singolare tra le Asteraceae. Si tratta infatti di una sinflorescenza terziaria composta da 50-70 capolini densamente aggregati e sottesi da una brattea spinosa, più lunga del capolino stesso. Ciascuna brattea circonda un capolino secondario formato da 5-7 capolini primari costituiti da una singola infiorescenza, con un flosculo centrale fertile, circondato da cinque flosculi funzionalmente maschili. La corolla, con cinque lobi a stella, può essere bianca, gialla, rosata, porpora. Durante la stagione vegetativa, la pianta si dissecca progressivamente, mentre le spine diventano più pronunciate e dure. Quando è totalmente disseccata, l'azione del vento spezza la parte area e la porta con sé, permettendo la dispersione dei semi a lunga distanza. Ottime fotografie di tutti gli stadi vegetativi nel sito Flowers in Israel. Questa specie (o questo genere, se si accettano le altre specie, ciascuna delle quali è endemica di un'area più ristretta) ha un vasto aerale che comprende Cipro, parte dell'Egitto, la Palestina e Israele, la Siria occidentale, la Turchia anatolica, l'Armenia, l'Iran settentrionale, l'Asia centrale e l'Afghanistan. Cresce in zone aride, macchie di arbusti, margini di strade, anche come infestante dei campi, fino a 2500 m. di altitudine. In diversi paesi è un'importante pianta alimentare (raccolta in genere allo stato selvatico, ma talvolta coltivata), di cui si consumano i fusti e le foglie teneri nonché i capolini immaturi. Con il nome arabo di a'koub o akkoub è un alimento molto apprezzato in Palestina e Israele; per qualche notizia sulla sua importanza culturale in Palestina, si rimanda al sito di Slow Food. Importanti sono anche gli usi officinali. E' citata anche nella Bibbia con il nome di Akov. Sembrano riferirsi a Gundelia le parole di Isaia: "Signore fa di me un oggetto che rotoli al soffio del vento". Qualche anno fa G. tournefortii è salita all'onore delle cronache quando due studiosi hanno dichiarato di aver identificato come appartenente a questa specie un quarto del polline ritrovato sulla Sindone di Torino, avanzando l'ipotesi che ne fosse fatta la corona di spine di Cristo. Altri studiosi hanno osservato, tuttavia, che al momento della fioritura le spine sono troppo morbide e anche più tardi non sarebbero in grado di produrre le ferite che si osservano sul capo dell'uomo della Sindone. Più recentemente, è stata anche respinta l'identificazione dei pollini, che oggi sono attribuiti a una specie di Carduus oppure di Helicrisum. |