Andrea CesalpinoDedicatario di Caesalpinia Se ne parla nel post Andrea Cesalpino e la prima classificazione delle piante Andrea Cesalpino (1524/25-1603) nacque ad Arezzo o in qualche località del contado aretino; c'è qualche incertezza sulla data di nascita, collocata nel 1524 o 1525 dal Dizionario biografico degli italiani, nel 1519 da altre fonti meno affidabili. Incerta è ugualmente la condizione del padre Giovanni; secondo alcune fonti era anch'esso medico, ma molto più probabilmente era un muratore, figlio di un Andrea, di origine lombarda, che si era trasferito ad Arezzo. E' questa l'orgine del cognome Cesalpino (scritto anche Cisalpino), originariamente un soprannome che indica l'orgine dalla Gallia Cisalpina. Lo studioso si firmava Cisalpino, ma nelle sue opere adottò la forma latina Caesalpinus.
Dopo aver seguito gli studi nella città natale, nel 1544 si trasferì a Pisa, dove studiò anatomia con Realdo Colombo, medicina con Guido Guidi, botanica con il celebre Luca Ghini, il grande botanico considerato l'inventore dell'erbario, che proprio a Pisa aveva impiantato un orto botanico che precede cronologicamente quello di Padova. Seguì anche le lezioni di filosofia di Simone Porzio, che lo indirizzò all'aristotelismo. Dopo essersi laureato nel 1551, nel 1554 succedette a Ghini come prefetto dell'orto botanico (che nel frattempo era stato spostato in un'altra sede, più piccola; è per questa ragione che l'orto pisano non è considerato il più vecchio d'Europa). Questo incarico comprendeva l'insegnamento della botanica all'Università di Pisa. In questa Università Cesalpino insegnò per 36 anni, non sappiano se ininterrotti; per sedici anni tenne la cattedra di botanica e per 20 di medicina (più prestigiosa e meglio pagata). L'orto pisano era molto noto all'estero; Cesalpino fu in corrispondenza con molti illustri botanici dell'epoca come l'Obel, Aldrovandi, Belon. Tra i suoi allievi più celebri G. Fabro, A. Bacci, M. Mercati, F. Sassetti, e con molta probabilità lo stesso Galileo. Benché abitasse a Pisa, mantenne costanti contatti con la città natale, dove possedeva alcuni terreni e dove ricoprì alcuni incarichi più o meno onorifici. Nel corso della sua vita - non conosciamo le date esatte, sebbene alcuni fonti li circoscrivano al decennio 1554-1564 - insieme ad alcuni allievi compì diversi viaggi alla ricerca di piante e di fossili (oltre che in Toscana e all'isola d'Elba, fu nelle Marche e a Genova). Frutto di queste ricerche botaniche furono due erbari; il primo, realizzato per il granduca Cosimo I, è andato perduto. Ci è invece giunto l'importantissimo erbario allestito tra il 1555 e il 1563 per il cardinale Tornabuoni, al quale lo inviò appunto in quell'anno con una lettera in cui espone l'ordinamento sistematico in cui sono disposte le piante; si tratta del primo erbario sistematico della storia, Oltre a onori, Cesalpino conobbe anche contrasti. Il suo deciso aristotelismo creò contese con diversi docenti pisani, in particolare con il lettore di filosofia di fede platonica Francesco de Vieri detto Verino, che lo accusò di eresia presso il granduca Francesco. Il risultato fu che nel 1592, quando il granduca invitò Gerolamo Mercuriale ad assumere la cattedra di medicina nello studio pisano con uno stipendio molto maggiore del suo, Cesalpino decise di traferirsi a Roma, dove il papa Clemente VIII lo nominò archiatra pontificio, con l'incarico di lettore di medicina alla Sapienza. Rimase a Roma per undici anni; fu amico del vescovo Tornabuoni e di Filippo Neri. Già negli anni precedenti aveva collaborato, attraverso uno dei suoi più noti allievi, Michele Mercati, all'allestimento di un orto botanico a Roma. Non è confermata la notizia che tra i suoi incarichi romani ci fosse anche la sovrintendenza di questo giardino. Le opere principali di Cesalpino, tutte pubblicate nel periodo pisano, spaziano dalla filosofia alla medicina e alla botanica. Nel primo campo, l'opera maggiore è Quaestionum peripateticarum libri quinque (1569), che tocca anche questioni mediche (Cesalpino vi sostiene che il centro propulsore del sangue è il cuore, non il fegato, come si riteneva a quel tempo). Proprio alla circolazione del sangue sono relative le sue ricerche più importanti in campo medico; egli distinse la circolazione arteriosa da quella venosa e in De re anatomica (1559) descrisse con accuratezza la struttura del cuore, i suoi vasi e la sua funzione. I suoi studi, attraverso la mediazione di alcuni allievi, influenzarono i successivi apporti di Harvey. In campo botanico, l'opera maggiore è De plantis, di cui si parla diffusamente nel post. Significativi anche i tre libri De metallicis (1596) che contengono importanti intuizioni sull'origine dei fossili, del calore, di alcuni composti chimici e sulle leggi della cristallizzazione. Morì a Roma il 15 marzo 1603. |
Fonti
A. De Ferrari, Cesalpino, Andrea, Dizionario biografico degli italiani, volume 24, http://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-cesalpino_(Dizionario-Biografico)/
A. Pavord, The Naming of Names, Bloomsbury Publishing 2010
A. De Ferrari, Cesalpino, Andrea, Dizionario biografico degli italiani, volume 24, http://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-cesalpino_(Dizionario-Biografico)/
A. Pavord, The Naming of Names, Bloomsbury Publishing 2010