Sternbergia

Altre Amaryllidaceae:
Clivia
Sprekelia
Tulbaghia

Sternbergia

Sternbergia Waldstein & Kitaibel
F.A. von Waldstein, P. Kitaibel, Descriptiones et Icones Plantarum Rariorum Hungariae 2: 172. 1804

In onore di Caspar Maria von Sternberg
Se ne parla nel post Fioriture autunnali ovvero Sternberg e la Sternbergia

Sternbergia è un piccolo genere della famiglia Amaryllidaceae, che comprende 6-9 specie di geofite con foglie lineari e fiori a calice che ricordano quelli del croco. L'area di diffusione è il bacino del Mediterraneo, dalla penisola iberica al Mediterraneo orientale, con una propaggine della regione anatolica, in Iran, nel Caucaso e nell'area centrale. Anche se vengono confusi dai profani, si distingue facilmente da generi affini come Colchicum e Crocus perché produce veri bulbi e il fiore ha uno stilo e ovario infero. Caratteristica è anche la stagione di fioritura, autunnale per tutte le specie ad eccezione di S. vernalis e S. candida, che sbocciano in inverno o inizio primavera. L'ultima si distingue da tutte le altre specie perché ha fiori bianchi anziché gialli.
L'incertezza sul numero di specie deriva dalla difficoltà di distinguere tra loro il gruppo che forma il complex di S. lutea. Vediamo sinteticamente le specie, seguendo la linea più restrittiva, con la loro distribuzione.

S. candida B. Mathew & T. Baytop è un raro endemismo che vive ai margini delle foreste di cedri della Turchia sud occidentale, intorno ai 1100 m. E' stata scoperto solo nel 1979. Si distingue dalle altre specie per il periodo di fioritura (gennaio-febbraio) e i fiori bianchi, debolmente profumati.
S. clusiana (Ker Gawl.) Ker Gawl. ex Spreng. è originaria del Mediterraneo orientale (Turchia, Iraq, Iran, Libano, Palestina, Israele, isole dell'Egeo); ha i fiori più grandi dell'intero genere, con tepali lunghi fino a 7 cm, con foglie grigio-verdi che spuntano dopo la fioritura.
S. colchiciflora Waldst. ha un'ampia distribuzione (sebbene assai frammentata), che va dalla Spagna al Caucaso. E' una delle specie spontanee in Italia, dove è presente nell'area appenninica. Più piccola di S. lutea, se ne distingue per i tepali più stretti e asimmetrici.
S. lutea (L.) Ker Gawl. ex Spreng. è la specie più nota, ampiamente coltivata nei giardini per le spettacolari fioriture in un periodo insolito, ovvero in autunno. E' presente nel bacino del Mediterraneo e nell'Asia occidentale (anche se è talvolta difficile distinguere le popolazioni spontanee da quelle naturalizzate). Il fiore giallo luminoso ha forma a calice, con sei tepali saldati alla base in un tubo corto, con lobi oblunghi-ellittici, lunghi fino a 4 cm. In Italia è presente in tutto il territorio. S. lutea forma un complex con altre specie assai affini, che alcuni considerano specie separate, altri sue sottospecie o varietà: S. sicula (prevalentemente, oggi classificata come S. lutea sbsp. sicula), un endemismo italiano presente in Sicilia, Campania, Calabria, Puglia, Lazio, Umbria, che si distingue da S. lutea per le dimensioni più piccole, le foglie più brevi e i tepali acuti; gli endemismi greci S. greuteriana e S. minoica, provenienti rispettivamente da Kartpathos e Creta, distinti dalle dimensioni più contenute (la maggioranza degli studiosi tende a negarne l'indipendenza da S. lutea).
S. pulchella Boiss. & Blanche è nativa della Siria e del Libano, di piccole dimensioni, simile a S. colchiciflora, ma con foglie che si sviluppano dopo la fioritura.
S. schubertii Schenk costituisce un vero rebus. Fu raccolta nel 1839 nei pressi di Izmir in Turchia e dopo mai più ritrovata, quindi ritenuta estinta. Benché in un articolo recente se ne riferisca il ritrovamento, al momento attuale non è chiaro se si tratti di una specie distinta oppure di una forma di S. lutea (si è ipotizzato che si tratti di una variante aberrante e non permanente di S. lutea subsp. sicula, che è presente nell'area).
S. vernalis (Mill.) Gorer & J.H.Harvey è nativa del Medio oriente e dell'Asia centrale; è l'unica specie a fiori gialli a fiorire a fine inverno o inizio primavera.