Carolus ClusiusCarolus Clusius (1526-1609) nacque ad Arras in una famiglia della piccola nobiltà. All'epoca la città faceva parte dei territori asburgici; non possiamo quindi considerarlo francese, ma fiammingo francofono. Il suo vero nome era Charles de l'Ecluse, che avrebbe poi latinizzato negli anni universitari seguendo la moda umanistica. Grazie al padre, amministratore dell'abbazia di St Vaast, venne accolto nella scuola del monastero e poté ricevere un'ottima educazione. Continuò poi gli studi a Gand e nel 1546 si trasferì a Lovanio, per studiare diritto, secondo il desiderio paterno. Nel 1548 completò gli studi di legge, per i quali provava tuttavia uno scarso interesse. E' probabile che proprio a Lovanio Clusius (risale a questo periodo il cambio di nome) sia venuto in contatto con la riforma; decise di abbandonare il cattolicesimo e si trasferì a Marburg, dove Filippo d'Assia aveva appena fondato un'università destinata a preparare la futura classe dirigente luterana. Qui subì l'influenza del teologo Hyperius, che rinsaldò la sua adesione al luteranesimo e lo spinse a trasferirsi a Wittenberg, per seguire le lezioni di filosofia di Melantone. Fu quest'ultimo a individuare la vera vocazione di Clusius e a convincerlo ad abbandonare gli studi giuridici per abbracciare quelli medici.
Clusius, che da tempo era attratto dalle scienze naturali, conoscendo per fama le ricchezze naturali della Linguadoca, convinse il padre a finanziargli gli studi medici a Montpellier, che a quel tempo attirava molti giovani dell'area protestante. Clusius rimase a Montpellier tre anni (1551-1554); fu ospitato a casa di Rondelet di cui divenne segretario, aiutandolo in particolare a mettere ordine tra i farraginosi appunti preparatori della sua Histoire des poissons, anche grazie alla perfetta conoscenza del latino. L'ambiente di Montpellier e la partecipazione ad alcune spedizioni di raccolta botanica intensificarono la sua vocazione di naturalista; il sogno di Clusius sarebbe stato completare gli studi in Italia, ma il padre si rifiutò di finanziare anche questo progetto. Nel 1554 Clusius rientrò a Arras, senza aver completato gli studi di medicina. Lo stesso anno si trasferì ad Anversa, dove collaborò come curatore, traduttore, factotum con lo stampatore Plantin, che stampò la sua prima opera, la traduzione in francese dell'erbario di Dodoens (1557), seguito nel 1561 dalla traduzione di un ricettario italiano, Antidotarium. Sempre nel 1561, Clusius andò a Parigi con l'intento di riprendere gli studi medici, ma il suo coinvolgimento in circoli ugonotti lo costrinsero l'anno successivo ad abbandonare la città. Nel 1564 fu assunto come precettore di Jacobus Fugger, figlio del finanziere Anton, che accompagnò in un viaggio di quasi due anni in Spagna e Portogallo; visitò estesamente i due paesi, raccogliendo molti esemplari botanici e stringendo contatti con studiosi iberici, che diedero occasione di alcune traduzioni di opere di botanici spagnoli e lusitani e fornirono le basi della sua prima opera originale, dedicata alla flora spagnola (Rariorum aliquot stirpium per Hispanias observatarum Historia, 1576), Di ritorno nelle Fiandre, dovette barcamenarsi tra lavori editoriali e la generosità di diversi mecenati; durante questo periodo fu coinvolto nella produzione dei Libri picturati, una splendida collezione di centinaia di acquarelli di piante e animali. Tra il 1567 e il 1573 visse più o meno stabilmente a Malines, ospite del collezionista Jean de Brancion, che gli affidò la cura del suo giardino ricco di piante rare. Nonostante le tensioni religiose e i venti di guerra, le Fiandre erano un paese ricco, dove molti appassionati creavano collezioni e giardini. Di molti Clusius, con la sua grande conoscenza, non libresca ma acquisita sul campo, nelle spedizioni botaniche nella coltivazione diretta delle piante, era l'apprezzato consulente, tanto che una delle sue più affezionate amiche, Marie de Brimeu, principessa di Chimay, ebbe a definirlo "il padre di tutti i bei giardini di questa nazione". Fin dagli anni di Montpellier, Clusius aveva per altro creato intorno a se un'immensa rete di studiosi e appassionati di molti paesi europei (Francia, penisola iberica, Italia, Germania, Svizzera, Inghilterra), con cui scambiava piante, semi, bulbi, consigli e esperienze scientifiche. Grazie ai suoi contatti inglesi, nel 1571 viaggio brevemente nell'Inghilterra meridionale, dove conobbe tra l'altro sir Francis Drake. Nel 1573 l'imperatore Massimiliano II lo chiamò a Vienna a creare e dirigere un orto botanico imperiale. Sebbene già nel 1576 la morte improvvisa dell'imperatore di fatto mettesse fine a questo incarico, il ruolo di medico imperiale gli permise di continuare i suoi viaggi e di estendere la sua rete, ottenendo molte piante esotiche dai suoi corrispondenti (come molte specie di tulipani dagli ambasciatori imperiali a Costantinopoli o la patata, ricevuta nel 1588 dal governatore di Mons). Grazie alla protezione del principe ungherese B. Batthyany poté estendere le sue esplorazioni anche alla Pannonia; alla flora austriaca e ungherese sarà dedicata la sua seconda opera, Rariorum aliquot stirpium per Pannoniam, Austriam, & vicinas quasdam provincias observatarum historia (1583). Nel 1588 lasciò Vienna e si trasferì a Francoforte, dove lavorò per l'editore de Bry. Nel 1592 fu invitato come professore onorario di botanica a Leida, dove da pochi anni era sorta l'unica Università delle province Unite, all'epoca ancora impegnate nella loro guerra di indipendenza dalla Spagna. Clusius accettò e nell'ottobre del 1593 raggiunse la nuova sede, dove sarebbe vissuto fino alla morte, avvenuta nel 1609. In quel quindicennio fu il creatore e il prefetto di un piccolo ma ricchissimo orto botanico, che riuscì a costruire dal nulla grazie all'enorme competenza, agli invii della sua rete di amici, ai contributi di piante esotiche che affluivano nei Paesi bassi grazie alle navi della Compagnia Olandese delle Indie orientali. Sempre più infermo, dedicò gli ultimi anni alla cura della sua opera omnia, in due volumi pubblicati da Plantin, Rarorum plantarum historia (1601) e Exoticorum libri decem (1605). |
Fonti
M. Dash, La febbre dei tulipani, Rizzoli 1999
Carolus Clusius, http://www.dwc.knaw.nl/wp-content/HSSN/2007-8-Carolus%20Clusius.pdf
M. Dash, La febbre dei tulipani, Rizzoli 1999
Carolus Clusius, http://www.dwc.knaw.nl/wp-content/HSSN/2007-8-Carolus%20Clusius.pdf