Gustavo III di SveziaGustavo III (1746-1792) era il figlio primogenito di Adolfo Federico di Svezia e Luisa Ulrica di Prussia (sorella di Federico II). Nella sua educazione contò molto l'energica madre - mentre il padre era un uomo dalla debole personalità. All'epoca la Svezia era una monarchia costituzionale, in cui il re era una figura poco più che simbolica. Nel parlamento si fronteggiavano il partito borghese dei "berretti" e quello aristocratico dei "cappelli". Già da principe ereditario, Gustavo era insofferente del ruolo di secondo piano assegnato al re; nel 1766, si era messo in luce promuovendo un'alleanza tra il partito di corte e quello dei cappelli, che portò a una temporanea abdicazione del padre e alla convocazione di una dieta, in cui prevalsero i cappelli. Nel 1771 si recò a Berlino e a Parigi, dove in incontri segreti con Luigi XV e con i suoi ministri fu incoraggiato a ripristinare l'assolutismo, ottenendo anche un consistente appoggio finanziario. Qui lo raggiunse la notizia della morte del padre, quindi rientrò in Svezia per assumere la corona.
Divenuto re, inizialmente cercò la via della conciliazione, proclamando di voler seguire la strada di moderazione del padre; tuttavia il 19 agosto 1772 con l'aiuto dei fratelli e di alcuni giovani ufficiali con un colpo di stato ripristinò il potere monarchico, facendo arrestare i capi dei due partiti e varando una nuova costituzione che accentrava il potere nelle mani del re. Gustavo avviò una politica di dispotismo illuminato, sulla linea della zio Federico II e di Caterina II di Russia: riforma delle finanze e dell'amministrazione; abolizione della tortura e limitazione della pena di morte; limitata libertà di stampa; provvedimenti economici improntati al liberismo; libertà religiosa per ebrei e cattolici. Pur praticando una politica estera inizialmente cauta, provvide anche a un rafforzamento dell'esercito e della flotta, che divenne una delle maggior d'Europa. Nel 1778 una prima convocazione dell'assemblea degli Stati (Riksdag) segnò il punto di massimo consenso del paese verso la politica gustaviana. Tuttavia, una seconda convocazione nel 1786 mostrò l'intenzione di Gustavo di governare senza il parlamento, accentuando il proprio assolutismo; di fronte alla crescente opposizione interna (dovuta anche ai palesi favoritismi di Gustavo verso i suoi amici e protetti), il re scelse la strada di una politica estera di potenza. Inizialmente il suo obiettivo era ottenere l'appoggio della Russia per strappare la Norvegia alla Danimarca; di fronte al rifiuto russo, nel 1788 Gustavo dichiarò guerra alla Russia, senza il consenso degli Stati generali previsto dalla Costituzione da lui stesso varata nel 1772. Per questo scoppiarono rivolte e ammutinamenti che vennero energicamente repressi. Nel 1789 vennero nuovamente convocati gli Stati generali che approvarono l'Atto di unione e sicurezza che rafforzò il potere monarchico, abolirono alcuni privilegi dell'aristocrazia e garantirono a Gustavo i finanziamenti per la guerra. Quest'ultima inizialmente fu disastrosa per gli svedesi, finché la battaglia navale di Svenskund rovesciò le sorti del conflitto con una strepitosa vittoria svedese. Nel 1791 la pace di Värälä ripristinò la statu quo tra i due paesi. Nel frattempo era iniziata la rivoluzione francese e Gustavo cercò alleati per promuovere una "crociata monarchica"; ma, prima ancora che potesse iniziare, il 29 marzo 1792 rimase vittima di una congiura aristocratica mentre partecipava a un ballo in maschera. Discussa sul piano politico, l'azione di Gustavo fu invece estremamente proficua sul piano culturale. Sul modello della corte di Versailles, egli cercò di trasformare Stoccolma in un centro di vita culturale e mondana, anche attraverso un notevole impegno architettonico. Interessato ai giardini, fece costruire il giardino all'inglese del castello di Drottningholm, arricchito di statue antiche fatte giungere dall'Italia, e l'Haga Park di Stoccolma. Su istanza di Thunberg, donò all'Università di Uppsala i terreni per l'ampliamento dell'Orto botanico. Attratto dalla musica e dall'arte, Gustavo si dilettava di poesia e teatro (è tuttora considerato il migliore autore del teatro svedese del suo secolo); per rappresentare le sue opere teatrali, fondò il Kungliga Teatern e promosse la carriera di molti attori e cantanti. Nel 1773 fondò l'Opera reale svedese e nel 1788 il Regio Teatro drammatico. Appassionato di opera lirica, attirò a Stoccolma i compositori tedeschi Naumann, Vogler, Kraus, al fine di creare un'opera nazionale svedese. Sotto l'egida di Gustavo nacquero poi diverse istituzioni culturali: l'Accademia di Svezia, l'Accademia di letteratura, storia e antichità, l'Accademia musicale, l'Accademia di Arte. |
Fonti
http://www.treccani.it/enciclopedia/gustavo-iii-re-di-svezia_(Enciclopedia-Italiana)/
https://it.wikipedia.org/wiki/Gustavo_III_di_Svezia
http://www.notizie.it/le-contraddizioni-di-gustavo-iii-di-svezia-il-re-che-voleva-imporre-la-rivoluzione-con-la-violenza/
http://www.treccani.it/enciclopedia/gustavo-iii-re-di-svezia_(Enciclopedia-Italiana)/
https://it.wikipedia.org/wiki/Gustavo_III_di_Svezia
http://www.notizie.it/le-contraddizioni-di-gustavo-iii-di-svezia-il-re-che-voleva-imporre-la-rivoluzione-con-la-violenza/