Johann Georg GmelinJohann Georg Gmelin (1709-1755) nacque a Tubinga, figlio di Johann Georg il vecchio, chimico, titolare di una farmacia e professore universitario. Dotato e precoce, dopo aver iniziato gli studi con precettori privati, a 13 anni fu ammesso all'Università di Tubinga., dove a 16 anni ricevette il titolo di dottore in medicina. Due anni dopo, su consiglio di un amico di famiglia, Georg Bilfinger, membro dell'Accademia delle Scienze di San Pietroburgo, si trasferì in Russia per continuare gli studi e lanciare la propria carriera accademica. Immediatamente ammesso all'Accademia, iniziò a lavorare come curatore della Kunst Kamera imperiale, di cui redasse il catalogo dei minerali,
Sempre nel 1727, fu nominato aggiunto di chimica e storia naturale, collaborando alla pubblicazione dei volumi postumi dell'opera di Johann Christian Buxbaum Plantarum minus cognitarum centuria I. [-V.] complectens plantas circa Byzantium & in oriente observatas. Nel 1733 fu ammesso come membro del distaccamento dell'Accademia della Grande spedizione del Nord. Il gruppo, partito da San Pietroburgo nell'agosto 1733, toccò Jaroslav, Kazan, Tobolsk e Semipalatinsk. Da qui Gmelin esplorò il settore nord-occidentale degli Altai e la cresta di Salairskij. Da Kuznetsk discese il fiume Tom fino a Tomsk, quindi attraversò la valle del Chulym e raggiunse lo Enisej che risalì fino a Krasnoyarsk, da cui raggiunse Irkustsk. Esplorò quindi la Transbaikalia nel tratto compreso tra i fiumi Selenga e Argun. Discese poi l'Angara fino a Bratsk e attraverso Ilinsk e Ust-Kut raggiunse il fiume Lena, che navigò fino a Yakuts, dove si trovava il quartier generale di Bering, capo della spedizione. Qui nel novembre 1735 Gmelin perse tutte le collezioni nell'incendio che bruciò la casa dove viveva. L'estate successiva riprese le ricerche lungo i corsi del Vitim e della Mama, quindi esplorò gli altipiani del Baikal settentrionale. Risalì quindi la Lena fino alla confluenza con l'Olekma. Nel 1736-37 scoprì alcuni giacimenti minerari nella Yakuzia. Nel 1738, si imbarcò lungo l'Angara e lo Enisej fino Turukhansk. Negli anni successivi, viaggiò soprattutto nella Siberia occidentale, esplorando il versante orientale degli Urali. Nel 1741-43 studiò la steppa di Barabinsk e nuovamente le pendici orientali degli Urali. Rientrò a San Pietroburgo nel febbraio 1743, dopo aver percorso in dieci anni circa 34.000 km. Sulla base delle sue osservazioni sul campo e delle raccolte botaniche, iniziò a scrivere Flora sibirica, di cui presentò il primo volume all'Accademia delle Scienze russa nel 1747. Di conseguenza, ottenne un contratto quadriennale come professore di botanica e storia naturale con uno stipendio annuo di 1000 rubli. Chiese tuttavia il permesso di tornare per un anno in Germania, con l'accordo che avrebbe mantenuto sia l'incarico sia lo stipendio. Rientrato a Tubinga nell'estate di quell'anno, in realtà non tornò mai in Russia; dovette così rifondere all'Accademia russa un'ammenda che inizialmente fu pagata dall'amico Müller e da Lomonosov (la somma fu poi loro restituita da Gmelin). Nel 1749 uscì il secondo volume di Flora sibirica e Gmelin fu nominato professore di botanica e direttore dell'orto botanico della città natale. Intanto, egli aveva cominciato a lavorare al resoconto del suo viaggio, in lingua tedesca, uscito a Gottinga tra il 1751 e il 1752, con il titolo Reise durch Sibirien von dem Jahre 1733 bis 1743. L'opera, piuttosto critica verso la gestione russa degli affari siberiani, fu accolta molto male dalle autorità russe, tanto che l'Accademia decise di commissionarne una confutazione a Müller e da Lomonosov, i quali tuttavia rifiutarono. Tradotta in molte lingue europee, non venne comunque mai pubblicata in Russia. Con la salute compromessa dai dieci anni di viaggi in Siberia, Gmelin morì appena quarantaseienne a Tubinga, nel 1755. Dopo la sua morte, gli erbari e i manoscritti vennero consegnati all'Accademia delle scienze russa. Gli ultimi due volumi della Flora sibirica vennero pubblicati postumi a cura del nipote Samuel Gottlieb nel 1769. Johann Georg Gmelin apparteneva a una dinastia di studiosi che diede molti contributi agli studi scientifici: il fratello maggiore, che gestì la farmacia dopo il padre, studiò a Leida e tenne conferenze nella città natale, interessandosi soprattutto di estrazioni minerarie; il fratello minore, Philipp Friedrich, fu nominato medico della città e succedette al fratello nella cattedra universitaria di botanica. Fu padre del botanico Johann Friedrich, che nel 1788 pubblicò un'edizione ampliata (13° edizione) di Systema naturae di Linneo. Uno dei suoi figli, Leopold, fu un celebre chimico, anch'egli professore universitario a Tubinga. Samuel Gottlieb era invece figlio di un altro fratello di Johann Georg, il medico e farmacista Johann Konrad. |
Fonti
Gmelin, Johann Georg, https://ru.wikipedia.org/wiki/
O.A. Alexandrovskaja, Johann Georg Gmelin (1709-1755), in G. Martin, Geographers. Biobibliographical studies, vol. 13, Bloomsbury Publishers, 1992
Great Northern Expedition: In the Wake of the Academic Detachment, https://scfh.ru/en/papers/great-northern-expedition-in-the-wake-of-the-academic-detachment/
Gmelin, Johann Georg, https://ru.wikipedia.org/wiki/
O.A. Alexandrovskaja, Johann Georg Gmelin (1709-1755), in G. Martin, Geographers. Biobibliographical studies, vol. 13, Bloomsbury Publishers, 1992
Great Northern Expedition: In the Wake of the Academic Detachment, https://scfh.ru/en/papers/great-northern-expedition-in-the-wake-of-the-academic-detachment/