Joseph DombeyJoseph Dombey (1742-1794) nacque a Macon in una famiglia di buona condizione economica, alcuni membri della quale erano medici; era anche lontanamente imparentato con Philbert Commerson, il botanico della spedizione Bougainville. Rimasto orfano di padre a quattordici anni, fu affidato a una zia, vedova di un fratello del padre, chirurgo di professione; della sua educazione si occupò un altro zio, sacerdote. Dopo aver conseguito il baccalaureato presso il locale collegio dei Gesuiti, a 21 anni si trasferì a Montpellier per studiare medicina, Qui seguendo gli insegnamenti di professori come Antoine Gouan e Pierre Cousson, si appassionò di botanica. Si laureò in medicina nel 1767. Durante gli anni universitari, incoraggiato dai suoi insegnanti. partecipò a escursioni botaniche nei Pirenei.
Ritornato a Macon nel 1768, continuò a dedicarsi con passione allo studio della botanica e alle esplorazioni sul campo, visitando le zone paludose della Bresse, le montagne del Bugey e le Alpi del Delfinato. Proprio nel corso di una escursione botanica in quest'ultima regione gli capitò di incontrare Jean-Jacques Rousseau, allora agli esordi della sua passione per la botanica, cui fece da guida e donò uno dei suoi erbari. Nel 1772 Dombey si trasferì a Parigi, per approfondire lo studio della botanica con Bernard de Jussieu. Fu ben accolto dall'ambiente parigino, legandosi di amicizia in particolare con André Thouin. La sua competenza e la sua passione ne fecero ben presto l'astro nascente della botanica francese, tanto che diventò l'assistente del vecchio Bernard de Jussieu che gli affidò lo studio degli erbari di suo fratello Joseph e di Commerson. Nel 1775 venne presentato al ministro Turgot che lo nominò botanico del Jardin des Plantes e decise di inviarlo in una missione all'estero. La meta scelta fu il Sud America; come ho raccontato in questo post, la richiesta di Turgot di poter inviare un botanico francese in Perù si trasformò in una spedizione congiunta franco-iberica. Dombey, pieno di speranze, partì per Madrid a piedi e strada facendo ne approfittò per erborizzare. Ragioni di opportunità politica, gli assegnarono un ruolo di semplice accompagnatore, mentre a capo della spedizione fu posto il molto più giovane e ancora inesperto Hipolito Ruiz. Insieme ai suoi compagni, Dombey giunse in Perù all'inizio del 1778 e, anziché i quattro anni previsti, vi si trattenne per sei anni. Il suo contributo alle ricerche fu sicuramente di grande importanza, visto che Ruiz e Pavon non erano ancora botanici formati e non avevano esperienza sul campo, ma fu anche segnato da contrasti caratteriali con Ruiz e dalla diffidenza delle autorità spagnole che tuttavia spesso gli affidarono missioni speciali, come lo studio delle maree del porto di Callao o delle miniere di mercurio in Cile. Dombey era in effetti uno studioso eclettico, i cui interessi non si limitavano alla botanica; era particolarmente interessato ai minerali, di cui raccolse una notevole collezione. Durante il soggiorno in Perù cominciò anche a occuparsi di archeologia, divenendo uno dei precursori dello studio delle civiltà andine. Nel 1780 il suo primo invio in Francia di collezioni botaniche, minerarie e archeologiche fu intercettato da una nave da guerra britannica e finì in parte al British Museum, in parte al Museo di scienze naturali di Madrid, cui fu restituito dai britannici. Dombey presto fece un secondo invio, ma la dogana sequestrò i 300 disegni botanici che aveva fatto eseguire da artisti locali con il pretesto che ne era vietata l'esportazione. A rendere difficile la sua situazione erano anche i crescenti problemi finanziari (la paga concessa dalla corona francese era esattamente la metà di quella di cui godevano Ruiz e Pavon), che lo spinsero a contrarre debiti sempre più insostenibili. Inoltre, la sua forte costituzione fisica venne minata da una serie di malattie come la dissenteria cronica, lo scorbuto, il bicho (una misteriosa parassitosi). Fu probabilmente il terrore di morire durante la spedizione o di perdere la ragione, come era successo prima di lui a Joseph de Jussieu, a spingerlo nel 1784 a rientrare in Spagna, da dove sperava di poter proseguire direttamente per la Francia. A Cadice le autorità spagnole sequestrarono le sue collezioni e lo costrinsero, sulla base degli accordi stipulati con la Francia nel 1777, a consegnarne la metà; inoltre dovette giurare che non avrebbe pubblicato nulla fino al ritorno di Ruiz e Pavon dal Perù. Soltanto dopo dieci mesi, riuscì infine a imbarcarsi più o meno clandestinamente per la Francia. Nonostante la spogliazione, portava con sé un notevole erbario di 1500 esemplari, tra cui almeno una sessantina di specie inedite. A Parigi ben presto ricadde nella grave forma di depressione che lo aveva colpito a Cadice. Dopo aver consegnato l'erbario a Buffon, il direttore del Jardin des Plantes, si ritirò in provincia dove visse appartato per sei anni. Nel frattempo, la pubblicazione di alcune delle sue piante da parte di L'Héritier de Brutelle, che preannunciava una Flora del Perù, fece scoppiare un caso diplomatico che coinvolse la Francia, la Spagna e la Gran Bretagna. Nel 1793 accettò una missione negli Stati Uniti, ma nell'isola di Guadalupa il vascello su cui era imbarcato fu catturato dai corsari; condotto in prigionia a Montserrat, vi morì poco dopo. |
Fonti
E. Alvarez Lopez, Dombey y la Expedición al Perú y Chile, "Anales del J. botánico A. J. Cavanilles", 14 (1), pp. 31-129
E.Th.Hamy, Joseph Dombey, médecin, naturaliste, archéologue, explorateur, du Pérou, du Chili, et du Brésil, 1778-1785. Sa vie, son oeuvre, sa correspondance, Paris, Guilmoto, 1905
Joseph Dombey, https://plants.jstor.org/stable/10.5555/al.ap.person.bm000002124
C. Lang, "Joseph Dombey, Un botaniste au Perou et au Chili, "Revue d'Histoire moderne & contemporaine", 1988, 35-2, pp. 262-274
E. Alvarez Lopez, Dombey y la Expedición al Perú y Chile, "Anales del J. botánico A. J. Cavanilles", 14 (1), pp. 31-129
E.Th.Hamy, Joseph Dombey, médecin, naturaliste, archéologue, explorateur, du Pérou, du Chili, et du Brésil, 1778-1785. Sa vie, son oeuvre, sa correspondance, Paris, Guilmoto, 1905
Joseph Dombey, https://plants.jstor.org/stable/10.5555/al.ap.person.bm000002124
C. Lang, "Joseph Dombey, Un botaniste au Perou et au Chili, "Revue d'Histoire moderne & contemporaine", 1988, 35-2, pp. 262-274