Daniel SolanderDaniel Solander (1733-1782) nacque a Piteå, nella Lapponia svedese (la cittadina è situata sul circolo polare artico). La sua era una delle poche famiglie colte della regione: il padre era il vicario della locale parrocchia e lo zio (anch'egli si chiamava Daniel) insegnava giurisprudenza all'Università di Uppsala. Il vicario Carl Solander era uno scienziato dilettante (inviò osservazioni astronomiche all'Accademia svedese delle scienze) e in più di un'occasione ospitò membri di spedizioni scientifiche (Linneo nel 1732 e Celsius nel 1736-37).
Daniel Carlsson, come si firmava in Svezia per distinguersi dallo zio, iniziò gli studi con il padre; nel 1750 si trasferì a Uppsala, ospite dello zio, e iniziò a studiare linguistica e materie umanistiche, ma dopo due anni passò agli studi di medicina e storia naturale con Linneo. Quest'ultimo ne riconobbe immediatamente il talento, mentre forti si facevano anche i legami personali. Infatti il giovane studente incominciò ad assistere il maestro nel suo lavoro; tra il 1752 e il 1753, lo aiutò a catalogare le importanti collezioni naturalistiche del conte Tessin e della regina Lovisa Ulrika (esperienza che gli sarebbe stata utile nel suo lavoro al British Museum). Nelle estati del 1753 e del 1755 rientrò in Lapponia e fece importanti escursioni naturalistiche lungo i fiumi lapponi, toccando le montagne norvegesi e giungendo fino al mare del Nord. Incominciò anche a creare una propria collezione di animali e piante di notevole qualità. Nel 1756 curò la pubblicazione degli Elementa Botanica di Linneo. Quando i suoi corrispondenti inglesi Ellis e Collinson, intenzionati a divulgare il suo sistema di classificazione, chiesero a Linneo di inviare a Londra un allievo, la scelta del luminare svedese cadde su Solander, che nel frattempo si era fidanzato con Lisa Stina, figlia maggiore del maestro. Il giovane - le cui spese erano coperte da una borsa di studio - lasciò Uppsala nel marzo del 1759, sicuramente intenzionato a rientrare in patria dopo pochi mesi (lasciò in Svezia tutte le sue collezioni); tuttavia mentre si trovava nella Svezia meridionale fu colpito da un grave attacco di malaria che lo ridusse in fin di vita; per mesi lasciò amici e parenti senza notizie; quando finalmente scrisse a Linneo per informarlo, gli chiese di non farne parola con i genitori, molto contrari al viaggio. Dopo una lunga convalescenza di quasi un anno, trascorso a Ramlösa e nei dintorni di Helsingborg, nel maggio 1760 si imbarcò per Londra, dove giunse a giugno. Immediatamente prese contatto, oltre che con la comunità svedese, con Collinson e Ellis; visitò scrupolosamente giardini, vivai e istituzioni scientifiche e strinse legami personali con l'ambiente degli studiosi e degli appassionati di botanica britannici, che si stavano convertendo uno dopo l'altro al sistema linneano e trovavano sempre più indispensabile l'aiuto del preparato ed affabile giovane svedese per catalogare le loro collezioni. Solander nell'inverno 1760 e nell'estate 1761 effettuò due spedizioni naturalistiche nel sud del paese; come ha dimostrato il suo biografo Duyker, in questo periodo al mestiere di naturalista (era ancora sovvenzionato dalla borsa di studio ottenuta in patria) univa quello di agente segreto (secondo un costume tutt'altro che raro all'epoca): i suoi viaggi inglesi avevano anche lo scopo di raccogliere informazioni sulla flotta britannica e sui processi industriali del paese leader della rivoluzione industriale. Secondo gli accordi con Linneo e le autorità accademiche svedesi, sarebbe ormai stato ora di rientrare in Svezia. Linneo pensava di fare di Solander il suo successore e a tale scopo usò tutta la sua influenza per ottenergli una cattedra di botanica a San Pietroburgo (al momento il nostro Daniel, anche se veniva da tutto chiamato Dr. Solander, non aveva alcun titolo accademico non avendo potuto discutere la tesi che aveva scritto in Svezia); dopo qualche esitazione, Solander rifiutò, seguendo il consiglio degli amici inglesi. Questi ultimi, soprattutto Ellis e Collinson, si adoperarono per trovare allo svedese una fonte di reddito stabile e riuscirono nel loro intento: nel 1763 Solander fu assunto al British Museum come assistente bibliotecario, con l'incarico di riordinare l'imponente ma disordinata collezione lasciata da Hans Sloane. In questa fase si produsse una rottura con Linneo, che non sarebbe mai stata colmata: la corrispondenza con il maestro - a cui prima scriveva con relativa assiduità, inviandogli anche semi e esemplari - si interruppe di colpo. Linneo, di cui ben conosciamo il carattere permaloso, visse come un affronto personale il rifiuto di Solander; per quest'ultimo contò probabilmente anche di più la rottura del fidanzamento con Lisa Stina ("l'unica che avrebbe potuto farmi felice"), data in sposa a un uomo ben più facoltoso e altolocato dello squattrinato Solander. Nel frattempo, Solander, che aveva assunto il nome inglese di Daniel Charles, oltre a lavorare attivamente al riordino e alla catalogazione delle collezioni naturalistiche del British Museum, in cui introdusse metodi scientifici all'avanguardia, catalogò anche collezioni private, come quella della contessa di Portland. Al British Museum conobbe Joseph Banks, che ne era assiduo frequentatore; i due divennero molto amici, tanto che, come si è visto nel post, nel 1768 Banks gli propose di accompagnarlo nel viaggio dell'Endeavour, per il quale rimando al post stesso. Dopo il rientro nel 1771 e la fallita partecipazione al secondo viaggio di Cook, Solander rimase strettamente legato a Banks; pur mantenendo il suo incarico al British Museum, visitava quotidianamente la casa dell'amico, partecipava all'intensa vita sociale che vi si svolgeva, ma soprattutto ne divenne il segretario-bibliotecario. Fino alla morte improvvisa del 1782 (l'attacco fatale lo sorprese proprio durante una serata a casa dell'amico, presente il figlio di Linneo) curò la classificazione dell'immensa mole dei materiali raccolti nonché le crescenti collezioni che Banks andava acquistando. Benché sia stato accusato dai posteri di aver trascurato i suoi compiti scientifici per dedicarsi ai piaceri della buona tavola e alle chiacchiere da salotto, i 51 volumi di manoscritti conservati alla British Library dimostrano il contrario. La sua sfortuna fu che nessuna delle sue opere fu pubblicata, se non molti anni dopo la sua morte, quando ormai rivestivano unicamente un interesse storico. Una rottura misteriosa
Prima di concludere, torniamo sul mistero della rottura con Linneo. Dopo il 1763, Solander scrisse una sola lettera al suo maestro, nel 1768, mentre l'Endeavour faceva rifornimento nella baia di Rio de Janeiro. Senza scusarsi neppure troppo del lungo silenzio, accenna a circostanze gravi e dolorose di cui non vuole parlare; per due volte - la prima in modo più velato, la seconda in modo più esplicito - affiora il dolore ancora bruciante per la perdita dell'amore della sua vita. Racconta brevemente le circostanze del suo viaggio e promette che, se torneranno, lui e Banks faranno visita a Linneo, a Uppsala, a maggior gloria delle scienze naturali. Un viaggio che, come sappiamo, non è mai avvenuto. Non solo: i "doppioni" delle piante e degli animali raccolti durante la spedizione in Australia da Solander e Banks andarono ad arricchire le collezioni naturalistiche di mezza Europa (in particolare del Jardin des Plantes di Parigi) ma niente fu mai inviato a Uppsala. Probabilmente, Banks e Solander non volevano rischiare che le loro scoperte fossero pubblicate da altri e in particolare dal vecchio Linneo. Il quale, nelle sue lettere degli ultimi anni prese a chiamare Solander "l'ingrato Solander" e a seminare dubbi sulla reputazione scientifica dell'ex allievo e di Banks insinuando che raccontassero balle (i crostacei pacifici trovati da quei due omuncoli arroganti in realtà vengono dal Mediterraneo...). Anche dopo la morte del vecchio scorbutico, Banks continuò l'ostruzionismo anti-Uppsala: Carlo Linneo junior, arrivato a Londra per completare i supplementi all'opera paterna, si vide negare l'accesso alle collezioni; gli fu detto che nessuno poteva accedervi prima della pubblicazione (ma in realtà la porta era aperta a tutti, tranne a lui). Insomma, ce n'è abbastanza per fare sospettare chissà quale risvolto. Gli amanti del pettegolezzo e del complottismo hanno trovato una spiegazione a dir poco rocambolesca. Nel 1732, un giovane Linneo visita la Lapponia e viene ospitato dalla coppia Solander. Il marito, il colto astronomo dilettante Carl, non è più un giovanotto, mentre la moglie Magdalena Bostadia ha quattordici anni di meno. Otto mesi dopo il soggiorno di Linneo, nasce il piccolo Daniel. E' quanto basta per far nascere il sospetto che il neonato fosse il frutto di una relazione adulterina tra la madre e lo scienziato svedese. Mentre Daniel si trovava in Inghilterra, gli scrupoli morali avrebbero indotto Linneo a rompere il progettato matrimonio, informandolo del rischio di incesto. Questo spiegherebbe perché, oltre a rompere i rapporti con il maestro, Solander avesse interrotto la corrispondenza con la madre (di cui dopo la sua morte tra le sue carte si trovarono lettere mai aperte). Tuttavia, a parte la coincidenza di date, non esiste alcuna prova di questa congettura; sembra anzi improbabile che Linneo avesse proposto in sposa la propria primogenita a un figlio naturale, a meno che lui stesso all'epoca ignorasse la circostanza, il che non è credibile visto che le due famiglie erano rimaste in contatto, anche attraverso lo zio di Solander, collega di Linneo a Uppsala. L'ipotesi, anche se non in modo assoluto (ci vorrebbe un esame del DNA, dice lo studioso australiano), è giudicata poco credibile oltre che indimostrabile da Duyker, attento biografo di Solader. Comunque, la storia d'amore tra Solander e la malinconica Lisa Stina (che nel 1764 sposò il colonnello Bergencrantz, altolocato e violento, tanto che dopo pochi anni la giovane donna tornò dai genitori) è abbastanza romantica da ispirare un romanzo; puntualmente ci ha pensato la scrittrice svedese Christina Wahldéns con il suo Den som jag trodde skulle göra mig lycklig ("Quello che ho pensato che mi avrebbe reso felice"), purtroppo finora disponibile solo in lingua originale. |
Fonti
L. A. Gilbert, Solander, Daniel, http://adb.anu.edu.au/biography/solander-daniel-2677
L. Allorge, La fabuleuse odyssée des plantes, Lattès 2003
E. Duyker, Uncovering Daniel Solander, http://www.danielsolander.se/soltexter/Duyker%20Uncovering%20Daniel%20Solander.pdf
A. Wulf, La confraternita dei giardinieri, Ponte alle Grazie 2011
Daniel Solander, IK Facts, https://www.ikfoundation.org/ifacts/danielsolander.php
L. A. Gilbert, Solander, Daniel, http://adb.anu.edu.au/biography/solander-daniel-2677
L. Allorge, La fabuleuse odyssée des plantes, Lattès 2003
E. Duyker, Uncovering Daniel Solander, http://www.danielsolander.se/soltexter/Duyker%20Uncovering%20Daniel%20Solander.pdf
A. Wulf, La confraternita dei giardinieri, Ponte alle Grazie 2011
Daniel Solander, IK Facts, https://www.ikfoundation.org/ifacts/danielsolander.php