Lodovico BellardiDedicatario di Bellardia e Bellardiochloa Se ne parla nel post Lodovico Bellardi, viaggiatore immobile Carlo Antonio Lodovico Bellardi (1741-1826) nacque a Cigliano in provincia di Vercelli, figlio di medico in una famiglia che esercitava la medicina da generazioni. Terminati gli studi nella città natale, venne a Torino a studiare medicina, e qui seguì le lezioni di materia medica di Donati. Partito il maestro per l'Oriente (diverse lettere inviate durante il viaggio testimoniano la sua stima per il promettente allievo), l'appena diciottenne Bellardi continuò gli studi di botanica sotto Allioni, di cui divenne il più importante collaboratore. Laureatosi nel 1763, l'anno successivo fu ammesso al collegio di medicina e iniziò a praticare la professione medica. Tra il 1760 e il 1790, numerosi e ripetuti viaggi lo portarono ad esplorare gran parte dei territori dello stato sabaudo, fornendo un contributo essenziale alla conoscenza della flora del Piemonte e delle aree limitrofe, di cui si avvalse ampiamente Allioni per la sua Flora subalpina. Importante fu anche il suo apporto all'arricchimento e alla risistemazione dell'orto botanico di Torino.
Bellardi tuttavia non assunse mai incarichi ufficiali né presso l'orto botanico né presso l'Università. Medico reputato, a fianco dell'attività privata ricoprì invece vari incarichi nell'ambito delle istituzioni mediche: dal 1773 al 1791 fu medico dei poveri, nel 1783 priore del Collegio di medicina, dal 1800 membro del Consiglio di Sanità e Primo consigliere nel Magistrato del Protomedicato. Per i suoi meriti scientifici fu ammesso a molte società scientifiche patrie e estere: dal 1786 la Reale Società agraria di Torino, dal 1791 la Reale Accademia delle Scienze (di cui fu tesoriere dal 1804 al 1825), la Linnean Society di Londra. Accompagnato da una solida fama di eccezionale competenza botanica, fu in corrispondenza con i maggiori botanici italiani e stranieri del tempo, con cui intrattenne anche scambi di esemplari. Citiamo tra gli altri Haller, Smith, von Jacquin, Loiseleur, Willdenow, La Billardière. Tardive e relativamente poco numerose le pubblicazioni; probabilmente per deferenza verso Allioni, Bellardi infatti preferì non pubblicare personalmente le numerose specie che andava scoprendo nei suoi viaggi e coltivando nel suo orto botanico privato, mettendole totalmente a disposizione del maestro. Dunque solo dopo la pubblicazione delle opere di questi, egli diede alle stampe alcuni lavori che andavano a integrare e completare le grandi opere di Allioni: Osservazioni botaniche con un saggio d'appendice alla Flora Pedemontana, 1788; Appendix ad Floram Pedemontanam, 1790-91; Stirpes novae vel minus notae Pedemontii descriptae et iconibus illustratae, 1803. Con l'avanzare dell'età, i crescenti impegni professionali e familiari (ebbe ben 13 figli) diradarono le sue escursioni botaniche, tuttavia Bellardi poté incrementare le sue raccolte grazie alla rete di allievi, amici e corrispondenti stabiliti in tutto il Piemonte, che gli inviavano le loro osservazioni e gli esemplari raccolti. Morì in tarda età a Torino nel 1826. Il suo prezioso erbario è custodito presso l'orto botanico di Torino. |
Fonti
G. Carena, Elogio storico dell'Accademico dottore Lodovico Bellardi, "Memorie della Reale Accademia delle Scienze di Torino", XXXIII, 1829
Studi sulla vegetazione nel Piemonte, pubblicati a ricordo del centenario della fondazione dell'orto botanico della regia università di Torino, Torino, Mecchini, 1929
G. Forneris, A. Pistarino, G. Pandolfo, M. Bovio, Il "diario" del viaggio compiuto nel 1764 dalla Valle d'Aosta alla Savoia dai botanici Ludovico Bellardi e Francesco Peyrolery, "Révue valdotaine d'histoire naturelle", 65, 2011
G. Carena, Elogio storico dell'Accademico dottore Lodovico Bellardi, "Memorie della Reale Accademia delle Scienze di Torino", XXXIII, 1829
Studi sulla vegetazione nel Piemonte, pubblicati a ricordo del centenario della fondazione dell'orto botanico della regia università di Torino, Torino, Mecchini, 1929
G. Forneris, A. Pistarino, G. Pandolfo, M. Bovio, Il "diario" del viaggio compiuto nel 1764 dalla Valle d'Aosta alla Savoia dai botanici Ludovico Bellardi e Francesco Peyrolery, "Révue valdotaine d'histoire naturelle", 65, 2011