Henri Auguste DuvalScarsissime sono le notizie a noi pervenute su Henri Auguste Duval (Alençon 1777-Parigi 1818). La maggior parte di esse sono ricavabili dal necrologio pubblicato sul Journal de médicine, chirurgie, pharmacie poco dopo la sua morte, a cura dell'amico e collega M. Péraudin. Conosciamo invece in dettaglio il decorso la malattia fatale, che fu minutamente descritto dal medico che lo seguì insieme ad altri casi legati all'epidemia di tifo che si ebbe a Parigi nel 1814.
Duval nacque ad Alençon da genitori agiati e ricevette un'eccellente educazione; la famiglia avrebbe preferito destinarlo alla finanza, ma fin da ragazzo fu interessato alla medicina. Dopo aver ricevuto i primi rudimenti nella città natale, nel 1799 si trasferì a Parigi, dove studiò tra gli altri con Louis Claude Richard. Fu proprio Richard, che era un importante botanico, ad avvicinarlo a questa scienza. Fu anzi Duval a pubblicare l'opera più celebre di Richard, Démonstrations botaniques, ou Analyse du fruit, considéré en général (1808), un importante trattato su frutti che Duval redasse sulla base delle note prese a lezione; Richard rilesse e riscrisse interamente il manoscritto, che poi restituì a Duval che lo fece stampare e pubblicare a proprie spese (segno della sua buona condizione economica). Anche se avrebbe desiderato concorrere a una cattedra di botanica, il suo interesse prevalente rimaneva la medicina. Dopo essersi laureato con una tesi poi pubblicata con il titolo Essai sur le pyrosis ou fer-chaud (1809), incominciò a seguire la pratica dei medici più affermati negli ospedali più importanti, in particolare alla Salpêtrière, acquisendo una solida preparazione. Pinel e il suo assistente Landré-Beauvais lo incaricarono del servizio medico dell'infermeria. Membro di diverse società scientifiche, pubblicò alcuni contributi su riviste mediche. La sua opera botanica più importante è Plantae succulentae in horto Alenconio (1809), il catalogo della collezione di un amatore, in cui distinse i generi Haworthia e Gasteria. L'anno prima della morte (1813) pubblicò un supplemento all'opera di J.-D. Dupont Double flore parisienne ou Description de toutes les plantes qui croissent naturellement aux environs de Paris (1813). Dotato di ottima cultura letteraria, lasciò anche una traduzione non terminata del trattato medico di Areteo di Cappadocia. Alla fine del febbraio 1814, mentre era impegnato ad assistere i malati di tifo, contrasse la malattia e morì dopo circa due settimane. Il racconto della sua ultima malattia ci informa anche dello stato di angoscia e di depressione in cui lo avevano gettato la situazione militare e politica della Francia, nella fase finale del crollo dell'Impero napoleonico. |
Fonti
Necrologio a cura di M. Péraudin, in Journal de médecine, chirurgie, pharmacie, etc, Voll. 29-30
B. Pellérin, Considération sur les maladies qui ont regné à l'hospice de la Salpetrière dans 1814, Didot, Paris 1814
Necrologio a cura di M. Péraudin, in Journal de médecine, chirurgie, pharmacie, etc, Voll. 29-30
B. Pellérin, Considération sur les maladies qui ont regné à l'hospice de la Salpetrière dans 1814, Didot, Paris 1814