Giovanni Battista BalbisGiovanni Battista Balbis (1765-1831) nacque a Moretta in provincia di Cuneo, figlio di un medico che era stato anche sindaco della cittadina. Accettato al Collegio delle Province, si trasferì a Torino, dove frequentò poi i corsi universitari di filosofia e medicina. Si laureò in medicina nel 1785 e nel 1788 fu ammesso nel collegio dei medici. Allievo prediletto di Allioni, che accompagnò (come pure Bellardi e Dana) in varie escursione botaniche, studiò la flora dei dintorni delle Terme di Valdieri. Nel 1792, munito delle lettere di presentazione del maestro, visitò molte istituzioni universitarie italiane, incontrando tra gli altri Lazzaro Spallanzani, Alessandro Volta, Domenico Cirillo, Felice Fontana, Giovanni Rasori.
Rientrato a Torino, abbracciò gli ideali giacobini e entrò a far parte del circolo repubblicano clandestino di Ferdinando Barolo; nel 1794, coinvolto nella fallita congiura dei giacobini piemontesi, dovette riparare in Francia, dove si arruolò come medico militare nell'armata d'Italia. Rientrato a Torino nel 1796 insieme alle truppe francesi, in virtù del suo impegno politico fu uno dei venti membri del governo provvisorio piemontese. Sconfitti i francesi dagli austro-russi, nel 1799 fu costretto nuovamente all'esilio, continuando a militare nell'armata d'Italia, di cui divenne vice medico-capo. Rientrato a Torino nel 1800 in seguito alle vittorie napoleoniche, venne nominato l'anno successivo professore di botanica e direttore dell'orto botanico di Torino, che diresse per 13 anni con solerzia e grande capacità, facendolo risorgere dallo stato di semiabbandono e reinserendolo nel circuito dei grandi orti botanici europei. Frutto dell'intensa esplorazione della flora piemontese sono Elenco delle piante crescenti nei dintorni di Torino, Miscellanea botanica (1805-1808) e molte comunicazioni all'Accademia delle scienze, di cui divenne membro (come di molte associazioni scientifiche internazionali). Fu anche presidente della Società agraria di Torino. Caduto il regime napoleonico, nel 1814 Balbis fu destituito da ogni incarico e cacciato dall'Accademia delle scienze. Visse inizialmente alla Crocetta, presso l'orto sperimentale della Reale Società di Orticoltura, grazie all'amico Evasio Borsarelli. Si trasferì poi a Pavia, dove collaborò con Nocca alla stesura di Flora ticinensis. Benché nel 1816 l'università gli avesse concesso una pensione come professore emerito e il re di Sardegna avesse deciso di riammetterlo all'Accademia delle Scienze, nel 1819 decise di accettare l'invito dell'orto botanico di Lione di dirigere quell'istituzione. A Lione rimase fino al 1830, dirigendo anche questo giardino botanico con solerzia e abilità e scrivendo un'ultima importante opera su una flora locale, Flore Lyonnaise, per redigere la quale visitò anche gli erbari e i principali colleghi di Parigi e Ginevra (dove consolidò il suo rapporto personale con De Candolle). Per ragioni di salute lasciò l'incarico nel 1830, rientrando a Torino dove morì l'anno successivo. Lasciava un immenso erbario di 18.000 specie, cui si univa quello di Allioni, che aveva acquistato dopo la morte del maestro, mantenendolo però separato dal proprio. Legò l'erbario di Allioni all'allievo Bonafous e quello personale al nipote Vincenzo, che però morì poco; rimasto presso parenti a Moretta, fu acquistato dalla Regia Università di Torino grazie al suo allievo Moris; oggi è custodito presso l'orto botanico della città. |
Fonti
Giovanni Battista Balbis, https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Battista_Balbis
G. Lorocorondo, Balbis, Giovanni Battista Ugone, http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-battista-ugone-balbis_%28Dizionario-Biografico%29/
L. Colla, Elogio storico dell'accademico Giovanni Battista Balbis, "Memorie dell'Accademia delle scienze di Torino", XXXVI (1833), pp. XXVII-LIV
Giovanni Battista Balbis, https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Battista_Balbis
G. Lorocorondo, Balbis, Giovanni Battista Ugone, http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-battista-ugone-balbis_%28Dizionario-Biografico%29/
L. Colla, Elogio storico dell'accademico Giovanni Battista Balbis, "Memorie dell'Accademia delle scienze di Torino", XXXVI (1833), pp. XXVII-LIV