José Celestino MutisJosé Celestino Mutis (1732-1802) nacque a Cadice; iniziò a studiare medicina e chirurgia al Real Colegio de Cirugía de Cádiz che era una delle scuole più avanzate del tempo; ma poiché non poteva assegnare lauree, fu costretto a completare gli studi nella tradizionalista Università di Siviglia, dove ottenne il baccalaureato prima in filosofia, quindi in medicina. Presto il previsto periodo di praticantato all'ospedale militare di Cadice per quattro anni, anziché i previsti due; in questo periodo dovette frequentare le società scientifiche cittadine, approfondendo la conoscenza di matematica, fisica e astronomia.
Dopo aver ottenuto la licenza di esercitare a Siviglia, nel 1757 si traferì a Madrid, dove dove ottenne la convalida della laurea e fu associato come supplente alla cattedra di anatomia all’Ospedale generale; contemporaneamente frequentava assiduamente il giardino di Migas Calientes e approfondiva lo studio della botanica con Barnades. Presumibilmente grazie al ministro della guerra Ricardo Wall, divenne anche uno dei medici di camera di Ferdinando VI. Fu sempre Wall che gli procurò una borsa di studio per perfezionarsi all'estero, ma Mutis preferì accettare l'invito del viceré della Nuova Granada di accompagnarlo in America come suo medico personale. Mutis arrivò a Bogotà all'inizio del 1761, intenzionato a scrivere una storia naturale dell'America settentrionale spagnola, ma presto fu sopraffatto dagli impegni professionali come medico. Inoltre a partire dal 1762 inaugurò la cattedra di matematica al Collegio del Rosario, cui dal 1764 si aggiunse la cattedra di fisica; entrambe giocarono un ruolo decisivo nel fare transitare la meccanica newtoniana in Sud America. Nel 1763 Mutis rivolse una petizione al re Carlo III per essere incaricato una spedizione naturalistica nel vicereame; reiterò la richiesta l'anno successivo, in entrambi i casi senza esito. Orami gli era chiaro che la posizione di medico del viceré forse gli dava prestigio, ma gli impediva di dedicarsi alle ricerche naturalistiche. Nella speranza di rendersi indipendente, nel 1766 abbandonò tutti gli incarichi e si trasferì a San Antonio del Real de Montuosa Baja dove formò una società per lo sfruttamento di una miniera. Anche questo tentativo fallì; nel ritornò a Bogotà e riprese a insegnare. Profondamente religioso, da tempo pensava di prendere gli ordini, anche se ciò implicava la rinuncia a praticare la chirurgia; fu ordinato sacerdote nel 1772. Lo stesso anno scoprì che anche in Colombia crescevano piante di china la cui qualità non era inferiore a quella peruviana; la scoperta rinvigorì la sua passione botanica e fu oggetto di una delle sue poche opere edite, El arcano de la quina, pubblicata postuma dal nipote Sinforoso Mutis. Tra il 1772 e il 1773 redasse una traduzione parziale dei Principia di Newton. Nel 1773 sostenne pubblicamente il sistema copernicano; convocato dall'Inquisizione, ribadì le sue posizioni e presumibilmente fu assolto. Nel 1777 lasciò nuovamente Bogotà per una seconda avventura mineraria, alla miniera El Sapo di Inagué, dove visse fino al 1782; i proventi erano scarsi, ma gli garantivano di poter studiare le piante e gli animali di una zona particolarmente ricca di biodiversità. Da questo buen retiro lo sottrae il nuovo viceré, l'arcivescovo Antonio Caballero y Góngora che lo portò con sé a Bogotà come consigliere personale e lo mise a capo di una spedizione naturalistica, per la quale solo l'anno successivo giunse l'avvallo di Madrid con la nomina di Mutis a "Primo botanico e astronomo" con l'incarico di dirigere la Expedición Botánica del Nuevo Reino de Granada. Quest'ultima, iniziata nel 1783, si protrasse per 35 anni, anche oltre la morte dello stesso Mutis. Non si tratta di una spedizione vera e propria, ma di una serie di sotto spedizioni affidate a numerosi "commissari", per lo più scelti tra Mutis tra i suoi allievi. Per i primi sette anni, Mutis fissò la sede principale a Mariquita, dove creò un orto botanico e un laboratorio permanente di pittura; avendo contratto la malaria, nel 1790 fu costretto a trasferire la sede a Bogotà dove divenne un'istituzione scientifica polivalente con un orto botanico, un laboratorio di pittura, una ricchissima biblioteca e, dal 1803, un osservatorio astronomico. Mutis non era solo l'anima della spedizione, ma della vita scientifica della colonia, Durante l'epidemia di vaiolo del 1783, inoculò se stesso e diversi suoi allievi, convincendo con l'esempio a essere inoculati un migliaio di persone e spingendo il viceré a emettere decreti per sistematizzare le vaccinazioni. Frequentava i circoli e le accademie scientifiche, sempre cercando di dare impulso al rinnovamento e alle riforme; nel 1801, nella sua stessa casa, si tenne la prima riunione della Sociedad Patriótica del Nuevo Reino de Granada. Lo stesso anno ricevette la visita di Humboldt e Bompland, che si trattennero diversi mesi. Aveva particolarmente a cuore la riforma dell'insegnamento della medicina, battendosi tra l'altro per l'istituzione di cattedre di medicina, anatomia e chirurgia e per la riforma generale del settore medico. Queste istanze furono in parte recepite dalla riforma del 1805. Morì nella sua casa di Bogotà nel 1808. |
Fonti:
RIBAS OZONAS, B. (2009), a cura di, José Celestino Mutis en el bicentenario de su fallecimiento (1808-2008), Real Academia Nacional de Farmacia, Madrid.
GONZÁLEZ BUENO, A. (2008), José Celestino Mutis (1732-1808). Naturaleza y Arte en el Nuevo Reyno de Granada, AECID – CSIC - Real Jardín Botánico, Madrid.
José Celestino Mutis y Bosio, https://dbe.rah.es/biografias/6722/jose-celestino-mutis-y-bosio
RIBAS OZONAS, B. (2009), a cura di, José Celestino Mutis en el bicentenario de su fallecimiento (1808-2008), Real Academia Nacional de Farmacia, Madrid.
GONZÁLEZ BUENO, A. (2008), José Celestino Mutis (1732-1808). Naturaleza y Arte en el Nuevo Reyno de Granada, AECID – CSIC - Real Jardín Botánico, Madrid.
José Celestino Mutis y Bosio, https://dbe.rah.es/biografias/6722/jose-celestino-mutis-y-bosio