Lisimaco di TraciaPossibile dedicatario di Lysimachia Se ne parla nel post Lisimico e la lisimachia: quando i botanici sonnecchiano Lisimaco, re di Tracia e di Macedonia (361/355 circa - 281 a. C.), figlio di Agatocle, apparteneva a una importante famiglia macedone, forse di origini tessale. Secondo alcune fonti nacque a Pella, secondo altre a Crannone in Tessaglia. Partecipò alla spedizione in Asia come guardia del corpo di Alessandro (questa funzione era assegnata a sette soldati scelti fedelissimi). Durante la spedizione dovette dimostrare coraggio e capacità, ma di lui ci sono rimaste poche notizie, che si riducono ad alcuni aneddoti. Il più celebre ricorda come nel 332 a.C., in Siria, durante una partita di caccia Lisimaco per difendere Alessandro uccise un leone , rimanendo gravemente ferito. Con orgoglio, ancora in tarda età egli usava mostrare le cicatrici di quelle ferite e fece coniare una moneta che sul recto recava la sua testa, sul verso quella di un leone. In versioni successive, inoltre l'episodio si caricò di contorni leggendari: per tamponare l'emorragia, Alessandro gli avrebbe posto sul capo il suo diadema (preannuncio del suo destino regale): secondo Giustino, uno scrittore romano che scrive quasi cinque secoli dopo, Alessandro l'avrebbe esposto volontariamente a un leone, per punirlo di aver aiutato un uomo che egli aveva condannato a morte; Lisimaco, introdotta una mano in gola alla belva, le strappò la lingua e l'uccise.
Dopo la morte di Alessandro, nel 323 a.C., gli fu assegnata la satrapia della Tracia, carica confermata nell'ulteriore spartizione del 321 a.C. Impegnato nelle lotte contro gli Odrisi, una popolazione giunta da nord, inizialmente non fu coinvolto nelle lotte tra i diadochi, anche se in un primo tempo fu forse vicino a Antipatro, di cui sposò la figlia Nicea. Ma in seguito alle pretese egemoniche di quest'ultimo, si accostò a Cassandro, Tolomeo e Seleuco e partecipò, forse in un ruolo di secondo piano perché ancora impegnato contro gli Odrisi, al conflitto che contrappose i diadochi e si protrasse dal 315 al 311. La pace che ne seguì di fatto è considerata l'atto di fondazione delle monarchie ellenistiche. Anche Lisimaco consolidò il proprio potere in Tracia, fondando una capitale a Lisimachia (circa 309 a.C.), nei pressi di Gallipoli e ampliando la sua sfera d'influenza in tutta la regione dell'Ellesponto e fino alle foci del Danubio. Nel 306 a.C, seguendo l'esempio degli altri diadochi, assunse il titolo di re. Nel 302 a.C., nel timore che Antigono e suo figlio Demetrio potessero riunificare l'impero di Alessandro, si giunse a una nuova lega tra i vari diadochi; nel 302 a.C., Lisimaco invase la Ionia e l'anno successivo Antigono fu sconfitto e ucciso della lega dei diadochi nella battaglia di Isso. Nella spartizione che ne seguì, Lisimaco ottenne il controllo della Lidia e della Caria. In onore della prima moglie defunta, cambiò il nome della città di Antigoneia, fondata dal rivale, in Nicea. Per rinsaldare l'alleanza con l'Egitto, si risposò con Arsione II, figlia di Tolomeo. Successivamente, quando Demetrio, il figlio di Antigono, riprese i progetti paterni, e si proclamò re di Macedonia, si batté contro di lui con alterne fortune. Inoltre nel corso di questa guerra, fu fatto prigioniero dal re dei Geti e fu costretto a cedergli i territori sulla sinistra del Danubio. Quando Demetrio cercò di occupare la Tracia, Lisimaco si alleò con Tolomeo, Seleuco e Pirro re dell'Epiro. La coalizione nel 288 a.C. invase la Macedonia, costringendo Demetrio alla fuga; nella spartizione che ne seguì, Lisimaco tenne la Macedonia occidentale e Pirro quella orientale. Nel frattempo Demetrio cercò di attaccare il rivale in Asia, ma il tentativo fu presto bloccato da Agatocle, figlio di Lisimaco, che costrinse l'ex re di Macedonia a consegnarsi a Seleuco. Ben presto si ruppe l'alleanza con Pirro; sconfitto da Lisimaco, questi dovette ritirarsi in Epiro mentre nel 285 Lisimaco divenne re dell'intera Macedonia. La sua accresciuta potenza suscitò i sospetti di Seleuco e Tolomeo, intrecciandosi con una tragedia familiare. La moglie Arsinoe (forse nell'intento di assicurare la successione ai propri figli) accusò il figliastro Agatocle di tramare contro il padre per impadronirsi del trono; Lisimaco lo fece imprigionare e avvelenare (284 a.C.). La vedova Lisandra (sorellastra di Arsinoe), il fratello Alessandro e altri personaggi vicini a Agatocle fuggirono e si rifugiarono alla corte di Seleuco, spingendolo alla guerra contro Lisimaco. Nella guerra che seguì, quest'ultimo ebbe la peggio, anche per le defezioni dei suoi, morendo sul campo di battaglia a Corupedio in Frigia (282 a,C.). All'epoca, aveva tra 74 e 80 anni. I territori asiatici del suo regno passarono sotto il controllo di Seleuco mentre la Macedonia e la Tracia, dopo alterne vicende, passarono a Antigono Gonata, figlio di Demetrio. Secondo un aneddoto riferito da Duride di Samo, dopo la sua morte il fedele cane Ircano ne vegliò il cadavere proteggendolo dagli avvoltoi e durante il rito funebre si gettò sulla pira del padrone per morire con lui. |
Fonti
Lisimaco, http://www.treccani.it/enciclopedia/lisimaco_%28Enciclopedia-Italiana%29/
Lisimaco, https://it.wikipedia.org/wiki/Lisimaco
Lisimaco, http://www.treccani.it/enciclopedia/lisimaco_%28Enciclopedia-Italiana%29/
Lisimaco, https://it.wikipedia.org/wiki/Lisimaco