Giuseppe RaddiGiuseppe Raddi (1770-1829) nacque a Firenze in una famiglia di modeste condizioni economiche. Quando aveva sei anni, rimase orfano di padre e dovette lavorare come commesso in una farmacia. A cambiare il suo destino fu l'incontro con Ottaviano Targioni Tozzetti, che gli impartì le prime nozioni di botanica, e lo prese sotto la sua ala protettrice. Grazie a lui, il quindicenne Raddi venne assunto all'Orto botanico di Firenze come aiutante di Zuccagni.
Mantenne questo incarico fino al 1795, quando fu nominato custode del Museo di Scienze naturali. Intanto, aveva incominciato a studiare da autodidatta il latino e le lingue europee, e approfondito gli studi botanici, dedicandosi in particolare alle crittogame. Intorno all'inizio del secolo, cominciò anche a pubblicare i primi contributi; tuttavia nel 1807 il Museo fu chiuso e Raddi, inviso agli occupanti francese per essere rimasto fedele al Granduca, si trovò senza lavoro e in gravi difficoltà economiche, che lo costrinsero a ricorrere all'aiuto di alcuni amici, in particolare Giovanni e Leopoldo Fabbroni. Continuava tuttavia le raccolte e gli studi. Solo dopo il rientro del granduca, nel 1814, riottenne il posto. Frutto di questi anni difficili ma produttivi fu la sua prima monografia, Jungermanniografia etrusca, presentato nel 1817 e pubblicato l'anno successivo. L'opera attirò su Raddi l'attenzione sia degli ambienti scientifici internazionali sia del granduca, che chiese al botanico di unirsi alla spedizione austriaca in Brasile, organizzata in occasione delle nozze dell'arciduchessa Leopoldina. La partecipazione di Raddi all'impresa, limitata dalle scarse risorse finanziare concesse dal granduca, durò appena sette mesi, ma fu ricca di risultati scientifici. Al suo rientro a Firenze, Raddi dovette tuttavia subire l'ostilità e l'invidia dei colleghi del Museo; fu retrocesso al rango di impiegato amministrativo, mentre la classificazione e lo studio delle sue collezioni fu affidato ad altri. Solo a partire dal 1820, gli fu concesso di dedicarsi a tempo pieno ad esso; oltre a numerosi articoli e memorie su vari gruppi di piante, le risultarono due importantissime pubblicazioni: Agrostografia Brasiliensis sive enumeratio plantarum ad familias naturales graminum et ciperiodarum spectantium quas in Brasilia collegit et descripsit, Lucca 1823; Plantarum Brasilensium Nova Genera et Species Novae, vel minus cognitae, Firenze 1825. Nel 1828 Raddi prese parte come botanico alla Missione archeologica franco-toscana in Egitto; tuttavia durante la spedizione si ammalò e morì a Rodi il 7 o l'8 settembre 1829. |
Fonti
R. M. Baldini, L. Pignotti, "Giuseppe Raddi (1770–1829): an Italian and Florentine naturalist, pioneer on Brazilian territory, his contribution to the knowledge of the Neotropical Flora and his legacy to the biodiversity of the third millennium", Webbia, 2018
F. Surdich, "Raddi, Giuseppe", in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 86, Roma, Treccani, 2016
P.E. Tomei, "Le raccolte botaniche di Giuseppe Raddi in Egitto", Atti del convegno "Ippolito Rosellini: Passato e presente di una disciplina", Studi e ricerche 2, 1982, pp. 25-31
R. M. Baldini, L. Pignotti, "Giuseppe Raddi (1770–1829): an Italian and Florentine naturalist, pioneer on Brazilian territory, his contribution to the knowledge of the Neotropical Flora and his legacy to the biodiversity of the third millennium", Webbia, 2018
F. Surdich, "Raddi, Giuseppe", in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 86, Roma, Treccani, 2016
P.E. Tomei, "Le raccolte botaniche di Giuseppe Raddi in Egitto", Atti del convegno "Ippolito Rosellini: Passato e presente di una disciplina", Studi e ricerche 2, 1982, pp. 25-31