Francisco HernándezFrancisco Hernández nacque a Puebla de Montalbán, nella provincia di Toledo, tra il 1517 e il 1518. Per la sua origine, viene spesso indicato come Francisco Hernández de Toledo, per distinguerlo dai molti contemporanei omonimi. Presumibilmente si formò all'Università di Alcalà de Henares, un ateneo in cui l'insegnamento della medicina era impregnato di umanesimo. La medica spagnola al tempo era tra le più avanzate d'Europa, anche perché nel curriculum medico era prevista l'anatomia (in genere ancora lasciata nelle mani dei chirurghi-barbieri in altre part d'Europa); era previsto che ogni facoltà di medicina presentasse almeno 25 dissezioni anatomiche all'anno.
Dopo il dottorato, conseguito non sappiamo se a Alcalà o altrove, Hernández esercitò la professione medica a Siviglia, poi al monastero e ospedale di Guadalupe, dove poté approfondire le sue conoscenze anatomiche, grazie alla dispensa papale che gli permise di praticare autopsie. Già a Siviglia poi più ancora a Guadalupe - dove tra le sue responsabilità c'era anche la gestione dell'orto dei semplici dell'ospedale, uno dei più avanzati del paese - studiò sul campo la botanica, erborizzando nelle campagne. Fu amico del fondatore dell'anatomia moderna, Vesalio, che tra il 1559 e il 1562 visse alla corte spagnola come medico personale di Filippo II. Con la famiglia si stabilì quindi a Toledo, dove lavorò come chirurgo all'ospedale di Santa Cruz e iniziò la traduzione della monumentale Naturalis historia di Plinio, che fino al quel momento era già stata tradotta in italiano e in inglese, ma mai in spagnolo. Un lavoro che, iniziato intorno al 1565, lo impegnò per un ventennio e che terminò durante il soggiorno messicano (ma, come la maggior parte delle opere di Hernández, non fu mai stampato). Intanto grazie alla sua fama divenne uno dei medici di corte. Tra il 1568 e il 1569 si trasferì a Madrid come medico personale del sovrano (un titolo in realtà onorifico, concesso ai migliori medici, che non implicava necessariamente la cura medica del re). Nel 1570 il re Filippo II lo nominò protomedico delle Indie e lo incaricò di guidare un'esplorazione scientifica del nuovo mondo, al fine di redigere un catalogo dettagliato delle risorse mediche delle Americhe, cominciando dal vicereame della Nuova Spagna. Dopo un soggiorno di sette anni in America (se ne parla più in specifico nel post), Hernández tornò in Spagna nel 1577, portando con sé i suoi scritti, un ricchissimo erbario, la traduzione completata dell'opera di Plinio. Si stabilì quindi a Madrid, dove fu di nuovo accolto a corte. La sua opera sulla natura messicana- di cui aveva donato al sovrano un sontuoso esemplare manoscritto rilegato in pelle azzurra con inserti in oro e argento - non fu mai stampata. Nell'atmosfera controriformista di fine secolo, considerata troppo aperta verso le tradizioni indigene, fu guardata con sospetto, sospetto che toccò anche la persona di Hernández, di cui si vociferava non fosse "cristiano vecchio". Negli ultimi anni, la sua salute, provata dal lungo viaggio messicano, era del resto malferma. Morì nel 1587. |