Pietro Andrea MattioliPietro Andrea Mattioli (ma nelle sue opere usò sempre la grafia latinizzata Matthioli) (1501-1578) nacque a Siena in una famiglia economicamente modesta, ma ben inserita nell'élite sociale cittadina. Non sappiamo con esattezza dove abbia condotto i primi studi; è certo invece che frequentò la facoltà di medicina a Padova, dove si laureò nel 1523. Visse qualche anno a Siena, quindi, a causa delle lotte di fazioni che funestavano quella città, si trasferì a Perugia, infine a Roma; qui fu praticante di medicina presso alcuni ospedali, finché lasciò la città in seguito al sacco di Roma del 1527. Si stabilì in Trentino, dove per qualche tempo esercitò la professione medica in Val di Non, acquistando grande reputazione. Nel 1528 il principe-vescovo di Trento, Bernardo Cles, lo chiamò alla sua corte sia come medico sia come botanico, affidandogli la direzione del giardino della residenza vescovile. Grazie a Cles, Mattioli entrò in contatto con importanti umanisti italiani e europei, tra cui Erasmo da Rotterdam.
Nel 1534 (o forse nel 1530) pubblicò la sua prima opera, dedicata alla cura della sifilide. Nel 1536 accompagnò il suo protettore a Napoli, per incontrare l'imperatore Carlo V. Scrisse anche un'operina in italiano per celebrare gli abbellimenti del palazzo del principe-vescovo. Alla morte del vescovo, nel 1539, fu congedato dal suo successore e si trovò in ristrettezza economiche. Si trasferì quindi a Gorizia, dove esercitò la professione medica e iniziò la stesura dei Discorsi su Dioscoride. Durante la sua vita ne usciranno 13 edizioni, oltre alle traduzioni e alle 11 edizioni della versione latina, i Commentarii. Tradusse anche in italiano la Geografia di Tolomeo. Nel 1558 uscì In Dioscoridis Anazarbei De medica materia libros quinque enarrationes eruditissimae di Amato Lusitano, in cui si denunciavano errori e plagi di Mattioli. La risposta di Mattioli fu Apologia adversus Amathum Lusitanum cum censura in eiusdem enarrationes (Venezia, 1558). Nel frattempo l'imperatore Ferdinando I, proprio grazie alla grande fama che i Discorsi stavano procurando a Mattioli, nel 1555 lo chiamò a Praga, come medico personale del suo secondogenito. In Boemia, oltre ad assistere con scrupolo il suo paziente ipocondriaco, proseguì gli studi e allargò i suoi contatti con altri studiosi europei. Nel 1557 scoppiò una seconda polemica, partita da una lettera del botanico tedesco Melchior Wieland, conosciuto in Italia come Guilandino, al celebre botanico svizzero Gessner, che si trascinò per anni con repliche e controrepliche da parte dei due contendenti, in toni talvolta sopra le righe. Alla morte di Ferdinando I, nel 1564, il nuovo imperatore Massimiliano II confermò l'incarico a Mattioli, che rimase a Praga per altri sette anni, fino a quando, nel 1571, ormai anziano, decise di ritirarsi a vita privata. Negli ultimi sei anni della sua vita visse a Innsbruck, ma morì di peste a Trento, dove si era recato in visita. Si sposò tre volte ed ebbe diversi figli. Il suo monumento funebre, voluto dai figli, è ancora oggi visibile nel duomo di Trento. |
Fonti
C. Preti, Mattioli, Pietro Andrea, Dizionario biografico degli italiani, http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-andrea-mattioli_(Dizionario-Biografico)/
C. Preti, Mattioli, Pietro Andrea, Dizionario biografico degli italiani, http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-andrea-mattioli_(Dizionario-Biografico)/