Ovidia è un piccolo genere della famiglia delle Thymelaeaceae che comprende due o tre specie di arbusti a foglie persistenti diffusi in due aree discontinue del Sud America andino: da una parte la Bolivia, dall'altra il Cile e l'Argentina. Sono assai affini a Daphne, da cui si distinguono per le infiorescenze a ombrella e lo stilo laterale. Da piccoli a grandi (fino a 2 metri circa), hanno ramificazione dicotomica e foglie persistenti, con lamina da lanceolata a spatolata; dioici, hanno fiori maschili e femminili simili, ma i secondi sono lievemente più piccoli. I fiori, da bianco a crema, raccolti in piccole ombrelle terminali, hanno sepali fusi in un calice a imbuto, che alla gola si divide in quattro lobi che possono essere scambiati per petali (in realtà, ne sono privi). Il frutto è una drupa ovoidale, bianca o rossa a maturazione. Tossiche, in passato ebbero usi officinali, mentre oggi estratti di Ovidia trovano impiego come insetticida e antimicotico.
Uno sguardo su...
Ovidia andina (Poepp. & Endl.) Meisn. è una specie dell'habitat subandino, in particolare nel sottobosco dei boschi di Nothofagus fino da 700 a 2300 di altitudine, del Cile centrale e delle zone adiacenti dell'Argentina. E' un arbusto dioico, di portamento arrotondato e più compatto da giovane, più tardi aperto e sparso, con rami tendenzialmente eretti. Le foglie persistenti, da obovate a ellittiche, verde grigiastro, si raggruppano all'apice dei rami; i fiori, con quattro tepali bianchi uniti alla base, delicatamente profumati, si raggruppano in dense ombrelle terminali. Il frutto è una bacca terminale bianca. Alcuni autori considerano una specie distinta O. pillopillo (Gay) Mesn., di dimensioni maggiori e con bacche rosse, ma oggi si tende a considerarlo sinonimo di una specie piuttosto polimorfa, con variazioni legate alle condizioni ambientali; infatti quest'ultima specie è legata a habitat di collina, tra 50 e 700 metri di altitudine.
Ovidia sericeaC. Antezana & Z.S. Rogers è un un endemismo delle Ande della Bolivia centrale,nei dipartimenti di Chuquisaca, Cochabamba e Potosı´ tra 2900 e 3730 m d'altitudine, scoperto intorno al 1950, ma descritto solo nel 2004. Si distingue dall'altra specie per l'indumento biancastro che ricopre sia i rami sia entrambe le pagine delle foglie. E' un arbusto alto 1-5 metri, con ramificazione pseudo-dicotoma, foglie subverticillate disposte a spirale, con lamina da subovata a ellittica, caduche, bianco-grigiastre per il fitto indumento, Le infiorescenze terminali raggruppano da 9 a 17 fiori, retti da peduncoli densamente sericei, da bianchi a giallo crema, anch'essi pelosi all'esterno.