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WisteriaWisteria Nutt. T. Nuttall, The Genera of North American Plants 2: 115–116. 1818 Wisteria è un picolo genere della famiglia delle Fabaceae che comprende cinque-sette specie di arbusti rampicanti, con una curiosa distribuzione geografica: una sola specie (W. futescens) è nordamericana, mentre tutte le altre sono asiatiche (Cina, Corea, Giappone). Alcune sue specie sono tra le piante ornamentali più diffuse e coltivate, note con il nome comune glicine. Sono rampicanti legnosi e sarmentosi, che si avvolgono a spirale sul supporto; curiosamente, mentre le specie americana e cinesi si avvolgono in senso antiorario, quelle giapponesi si avvolgono in senso orario. Hanno foglie pennate composte da un numero dispari di foglioline ovato-ellittiche; i fiori, raccolti in lunghi grappoli penduli, hanno la tipica forma papilionacea delle Fabaceae, con calice gamosepalo (ovvero con sepali saldati) e corolla formata da cinque petali con forma diversa (due saldati formano la carena, il petalo libero più grande e rivolto verso l'alto costituisce il vessillo, i due petali liberi laterali costituiscono le ali). Ad eccezione della specie americana, i fiori sono profumati; il colore dei petali varia dal bianco puro al lilla ("color glicine", appunto) al rosa al porpora al viola scuro. I frutti sono baccelli con semi tossici.
Anche se associamo il glicine all'Estremo oriente, la prima specie ad essere conosciuta e descritta fu quella americana, W. floribunda. Raccolta per la prima volta in Carolina da Mark Catesby nel 1724, fu descritta in Species Plantarum (1753) da Linneo che la denominò Glycine frutescens. Il glicine cinese W. sinensis fu segnalato per la prima volta all'inizio del Settecento dal gesuita francese Dominic Parennin, ma arrivò in Europa solo all'inizio dell'Ottocento. La storia della sua introduzione è ben documentata ed è stata ricostruita in tutti i suoi passaggi da J. Compton dell'Università di Reading. John Reeves, ispettore della Compagnia delle Indie Orientali, che era stato incaricato da Joseph Banks di procurarsi piante per l'Horticultural Society, acquistò almeno due esemplari di cloni di una vecchia pianta che cresceva nel giardino di un mercante di Canton, noto con il nome anglicizzato Consequa. Alla fine del 1815 ne affidò un esemplare al Capitano Welbank, comandante della nave Cuffnells, e all'inizio del 1816 si imbarcò sulla Warren Hastings insieme all'altro esemplare. Le due navi arrivarono in Inghilterra quasi contemporaneamente: la Cuffnells il 4 maggio, la Warren Hastings l'11 maggio. Entrambi gli esemplari furono affidati a abili giardinieri: il primo a Charles H. Turner a Wood Lodge, il secondo a Thomas C. Palmer a Bromley. Entrambe le piante prosperarono e furono propagate; già pochi anni dopo le troviamo nei cataloghi di diversi vivai. La bellezza della fioritura della pianta che cresceva nei giardini dell'Horticultural Society a Chiswick, denominata Wistaria (con la a!) consequana, derivata da una talea dell'esemplare coltivato da Palmer, è descritta in toni entusiastici nelle riviste del tempo. Nel 1844, grazie al cacciatore di piante Robert Fortune, arrivò anche la forma bianca (W. sinensis 'Alba'). Nell'arcipelago giapponese vivono due specie principali, W. floribunda e W. brachybotris. Quando gli Europei entrarono in contatto con il Giappone, entrambe erano coltivate da secoli ed erano anche state ibridate tra loro. Il primo europeo a parlarne fu Kaempfer che nel suo libro sulla flora giapponese del 1712 descrive entrambe le specie, con i nomi di Too Fudsi e Jamma Fudsi. Fu però soltanto un altro grande studioso della flora giapponese, Siebold, a inviare in Europa, alla fine degli anni '20 dell'Ottocento, esemplari sia essiccati sia vivi. Si dice che il glicine giapponese spedito da Sebold sia arrivato in Europa in un momento poco propizio: giunse infatti in Belgio nel 1830, proprio mentre infuriava la rivoluzione che avrebbe staccato il piccolo paese dall'Olanda. Per la vera introduzione in quest'ultimo paese bisogna attendere il 1856 (sempre grazie a Siebold), anche se all'inizio la magnifica specie attirò poco l'attenzione forse perché potata in modo scorretto o perché è più lenta a fiorire. Il successo iniziò negli anni '70, quando incominciarono ad arrivare gli ibridi (il primo fu 'Multijuga', introdotto da Van Houtte), in coincidenza con il giapponismo che stava contagiando artisti e collezionisti europei. L'esemplare forse più famoso di glicine giapponese fu piantato (e immortalato) da Monet nel suo giardino di Giverny. Le specie coltivate nei nostri giardini sono essenzialmente tre: W. sinensis, W. floribunda e, in minor misura, W. brachybotris. Ha una certa importanza orticola anche W. x formosa, un ibrido tra sinensis e floribunda. Ne parleremo sotto, insieme all'unica specie america, W. frutescens. Le altre specie sono meno note e pongono qualche problema di classificazione.
Uno sguardo su...
Wisteria frutescens (L.) Poir. cresce in natura nelle foreste umide e lungo i corsi d'acqua degli stati Uniti sud-orientali (dal Texas e la Florida a Sud a Iowa, Michigan, New York a nord). E' un rampicante vigoroso, con racemi più corti e tozzi rispetto alle specie asiatiche, lunghi 5-15 cm, i più piccoli del genere, privi di profumo e a fioritura più tardiva (tarda primavera-inizio dell'estate). Le foglie pinnate, verde scuro, sono composte da 9-15 foglioline oblunghe. I baccelli (da cui prende il nome) sono schiacciati, verdastri da giovani, brunastri a maturazione. W. frutescens var. macrostachya, nota come glicine del Kentucky, originaria degli Stati Uniti centro-meridionali (Louisiana, Texas, Kentucky, Illinois, Missouri, Oklahoma), un tempo classificato come specie, ha grappoli più grandi ed è la più utilizzata come ornamentale. L'habitus più compatto rispetto alle specie asiatiche e la fioritura più tardiva lo fanno in effetti apprezzare per i piccoli giardini. Tra le cultivar più interessanti di questa varietà 'Clara Mack' con fiori bianchi e fogliame rigoglioso e 'Blue Moon' con fiori azzurro lavanda.
Wisteria sinensis (Sims.) DC. è originaria delle foreste montane della Cina, tra 500 e 1800 m. Coltivata da secoli, è difficile definire con precisione la sua area d'origine. Si distingue dalla sorella giapponese per l'avvolgimento in senso antiorario, l'estremo vigore (può raggiungere 40 m d'altezza), le infiorescenze meno lunghe (20-30 cm), la brevità del periodo giovanile (inizia a fiorire dal primo o dal secondo anno), la tendenza a rifiorire (anche se in modo non copioso) in estate. Mentre la maggior parte delle cultivar di W. floribunda si devono alla secolare coltivazione in patria, in Cina fu coltivata essenzialmente la specie e la maggior parte delle cultivar di W. sinensis sono americane o europee. Arriva dalla Cina (come si è visto, nel 1844) W. sinensis 'Alba' con fiori crema lievemente sfumati di rosa. Sono state selezionate negli Stati Uniti 'Prolific', con fioritura particolarmente abbondante e notevole rifiorenza estiva, e 'Texas Purple', con foglie giovani bronzo e fiori porpora. E' invece stata creata in Nuova Zelanda 'Amethyst' con foglie giovani bronzo, abbondate fioritura viola scuro e prolungata rifiorenza estiva.
Wisteria x formosa Rehder è il risultato dell'incrocio tra il glicine giapponese e quello cinese. Negli Stati Uniti meridionali, dove entrambe le specie si sono naturalizzate e sono considerate pericolose infestanti, la maggior parte degli esemplari selvatici rientra in questo gruppo, come alcune cultivar giapponesi (come molte piante cinesi, anche W. sinensis è presente da secoli in Giappone come pianta orticola). Ha un racemo più corto e tozzo, con fiori molto profumati; in genere, come le giapponesi, si avvolge in senso orario. Le varietà più note sono 'Issai' (o 'Issai Naga') con periodo giovanile molto breve (fiorisce fin dal primo anno), grappoli lunghi fino a 25 cm blu chiaro, discreta rifiorenza estiva; 'Prematura', molto fiorifera e non rifiorente, con fioritura fin dal primo anno (da questa caratteristica deriva il suo nome), grappoli lunghi 20-25 cm, singoli fiori relativamente piccoli, porpora scuro con macchia gialla al centro.
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