Robert BrownDedicatario di Brunonia e Brunoniella Se ne parla nel post Il capitano Flinders e la prima circumnavigazione dell'Australia, nel post Le raccolte botaniche della spedizione Flinders e il solerte giardiniere Good e nel post Robert Brown dalla ricerca sul campo a Jupiter Botanicus Robert Brown (1773-1858) nacque a Montrose in Scozia, figlio di James Brown, ministro della Chiesa episcopale, e Helen Taylor, a sua volta figlia di un ministro presbiteriano. Seguì gli studi di base nella scuola locale, finché quando era quattordicenne la famiglia si trasferì ad Edimburgo; il padre morì l'anno successivo, Brown si iscrisse alla facoltà di medicina, ma presto la botanica divenne il suo interesse principale; iniziò a erborizzare nei dintorni, solo o in compagnia di amici come George Don, e a corrispondere con diversi botanici. I momenti culminanti di questo periodo sono la scoperta di una nuova graminacea, Alopercurus alpinus, e il suo primo saggio, The botanical history of Angus, letto alla Edinburgh Natural History Society nel gennaio 1792, ma mai pubblicato.
Nel 1793 Brown abbandonò l'Università e si arruolò nel reggimento dei Fifeshire Fencibles che poco dopo venne inviato in Irlanda; dal 1795 fu nominato aiuto chirurgo. Aveva abbastanza tempo libero per poter continuare le sue ricerche botaniche, interessandosi principalmente alle crittogame. Nel 1796 Dickson utilizzò alcune sue descrizioni nei suoi Fasciculi plantarum cryptogamicarum britanniae, con la sua autorizzazione ma senza citarlo. Continuava a corrispondere con molti botanici e il suo nome cominciava ad essere conosciuto; iniziò anche a sperimentare l'uso del microscopio. Nel 1799, avendo saputo che Mungo Park aveva rinunciato alla prevista spedizione nell'interno del Nuovo Galles del Sud, fece giungere la sua candidatura a Banks, attraverso uno dei suoi corrispondenti, il botanico portoghese Correia da Serra. Non venne scelto, ma l'anno dopo Banks si ricordò di lui come naturalista della spedizione Flinders. Alla fine del 1800, quando la partenza sembrava imminente, si trasferì a Londra e si preparò molto coscienziosamente al viaggio studiando le piante australiane di Banks e tutta la letteratura disponibile sulla flora australiana, Durante la spedizione (luglio 1801-9 giugno 1803) fu attivissimo, creando una raccolta di circa 3400 specie, oltre metà delle quali ignote alla scienza. Quando Flinders e altri compagni partirono per l'Inghilterra, su sollecitazione del governatore King, insieme al pittore Bauer, con il quale aveva formato una squadra affiatatissima, decise di rimanere per continuare le ricerche. Oltre ad esplorare il Nuovo Galles del Sud, trascorse nove mesi esplorando le isole del Kent Group, Port Phillipp e la Tasmania, in particolare la zona dell'estuario del fiume Derwent, dove assistette alla fondazione dell'attuale Hobart e si trattenne sei mesi. Rientrato in Inghilterra nell'ottobre 1805, venne assunto dalla Linnean Society come impiegato e bibliotecario; l'impiego gli garantì di poter rimanere a Londra a studiare i propri materiali, in vista della pubblicazione di una flora australiana. Tra gennaio e marzo 1809 lesse alla Society l'importante monografia On the natural order of plants called Proteaceae, in cui stabiliva una nuova classificazione di questa famiglia basandosi per la prima volta anche sulle caratteristiche del polline. Il saggio fu pubblicato solo nel marzo 1810, anticipato dalla classificazione proposta da Salisbury (ma uscita anonima) in On the cultivation of the plants belonging to the natural order of Proteeae. Ne seguì uno scandalo, con l'accusa di plagio nei confronti di Salisbury. Nel 1810 Brown pubblicò la sua opera più importante Prodromus Florae Novae Hollandiae et Insulae Van Diemen, nelle sue intenzioni il primo volume di un lavoro molto più ampio, che però non scrisse mai, a causa delle scarsissime vendite del volume. Lo stesso anno, in seguito alla morte di Dryander, venne assunto da Banks come bibliotecario. Vivendo nel cuore delle magnifiche collezioni di Banks, ebbe modo di studiare raccolte di diverse aree geografiche. Nel 1818, ad esempio, pubblicò Observations, systematical and geographical, on the herbarium collected by Professor Christian Smith, in the vicinity of the Congo. Alla morte di Banks nel 1820 ne ereditò la biblioteca e l'erbario, a condizione che venissero poi trasferite al British Museum. Nel 1822, lasciò l'impiego alla Linnean Society, a cui fu immediatamente ammesso come membro, entrando anche a fare parte del Consiglio. Nel 1827 cedette al British le collezioni banksiane, dopo aver pattuito che sarebbero state trasferite in un dipartimento sotto la sua direzione, Risalgono a questo stesso anno due dei suoi più importanti contributi scientifici: la definizione delle differenze tra gimnosperme e angiosperme e la scoperte del "moto browniano". Nel 1828 venne eletto vicepresidente della Linnean Society, alla quale nel 1831 presentò il lavoro in cui diede il nome al nucleo cellulare. Nel 1837 , in seguito alla divisione del dipartimento di scienze naturali del British Museum, divenne il primo curatore del dipartimento di botanica, incarico che mantenne fino alla morte. Dal 1849 al 1853 fu presidente della Linnean Society, quindi nuovamente vicepresidente fino alla morte. Attivo fino alla fine, morì ottantacinquenne nella sua casa di Soho Square il 10 giugno 1858. |
Fonti
R.M. Barker, The botanical legacy of 1802: South Australian plants collected by Robert Brown and Peter Good on Matthew Flinders' Investigator and by the French scientists on Baudin's Géographe and Naturaliste, "Journal of the Adelaide Botanic Gardens," Vol. 21 (February 2007), pp. 5-44
N. T. Burbidge, Brown, Robert (1773–1858), https://adb.anu.edu.au/biography/brown-robert-1835
P. I. Edwards, Robert Brown (1773-1858) and the natural history of Matthew Flinders' voyage in H.M.S. Investigator, 1801-1805, "Journal of the Society for the Bibliography of Natural History", vol. 7, no. 4, 1976, pp. 385-407
R.W. Giblin, Robert Brown at Port Dalrymple, "Papers and Proceedings of the Royal Society of Tasmania", 1929, pp. 25-32
Robert Brown (botanist), https://en.wikipedia.org/wiki/Robert_Brown_(botanist,_born_1773)
D.J. Mabberley, Jupiter Botanicus. Robert Brown of the British Museum, J. Cramer, Braunschweig 1985
P. B. Tomlinson, Rescuing Robert Brown. The Origins of Angio-Ovuly in Seed Cones of Conifers, "Botanical Review$,
Vol. 78, No. 4, Festschrift in Honor of Dennis Wm. Stevenson (15 December 2012), pp. 310-334
R.M. Barker, The botanical legacy of 1802: South Australian plants collected by Robert Brown and Peter Good on Matthew Flinders' Investigator and by the French scientists on Baudin's Géographe and Naturaliste, "Journal of the Adelaide Botanic Gardens," Vol. 21 (February 2007), pp. 5-44
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