Nel luglio 1801, nove mesi dopo la spedizione Baudin, salpava dall'Europa alla volta dell'Australia una seconda spedizione: a organizzarne gli aspetti scientifici era stato Banks in persona e a guidarla era un marinaio già esperto dell'esplorazione delle terre australi, il giovane capitano Matthiew Flinders. Simili negli scopi, le due spedizioni non potevano essere più diverse nella concezione: elefantiaca, costosissima ma inefficace, caotica e litigiosa quella francese, piccola, essenziale, compatta ed efficiente quella britannica: una sola nave di piccole dimensioni che poteva essere sottratta senza troppi problemi ai compiti militari, perfettamente adatta all'esplorazione di una costa ignota e prevedibilmente frastagliata; un comandante esperto assistito da pochi e affiatati ufficiali e sottoufficiali; una ciurma di volontari ugualmente scelti da lui; un'équipe scientifica ridotta ma selezionata e funzionale. Il risultato fu la prima circumnavigazione dell'Australia e la mappatura delle coste di gran parte dell'isola-continente, che proprio su proposta di Flinders acquisì il suo nome attuale. Ovviamente non mancarono le difficoltà e gli incidenti di percorso, ma la prova più dura arrivò alla fine, quando Flinders dovette attraccare a Mauritius e, invece dell'amichevole accoglienza che Baudin e i suoi avevano trovato a Sidney, gli toccarono l'accusa di spionaggio e una detenzione di quasi sette anni. Poté tornare in Inghilterra solo nel 1810 e solo nel 1814 uscirono il resoconto ufficiale della spedizione e le carte che lo consacrarono come uno dei maggiori navigatori di tutti i tempi. Tra le tante piante scoperte durante il viaggio dal naturalista Robert Brown, anche il genere che egli volle dedicare al "suo" capitano: Flindersia della famiglia Rutaceae. Una vocazione insopprimibile di esploratore All'inizio dell'Ottocento, la Terra Australis - che tra poco si chiamerà Australia - era ancora tutta da scoprire: non solo non si conosceva quasi nulla dell'interno, ma rimaneva da esplorare e mappare anche gran parte della linea di costa. Faceva eccezione solo la costa est, cartografata da Cook nel 1771, durante il suo primo viaggio; delle altre coste si conoscevano solo i tratti discontinui toccati tra il Seicento e il Settecento da navigatori olandesi, spagnoli, inglesi e francesi; quella meridionale era addirittura chiamata "Costa sconosciuta". Non era certo neppure che si trattasse di un'unica massa continentale; si ipotizzava anzi che potesse trattarsi di due grandi isole separate da uno stretto. Nel 1785 la Gran Bretagna, in forza delle scoperte di Cook, proclamò la propria sovranità sulle terre a oriente del 135° meridiano est e nel 1786 stabilì un primo insediamento a Port Jackson, nucleo iniziale della colonia del Nuovo Galles del Sud, che divenne anche la base di partenza per una serie di spedizioni di scoperta, in alcune delle quali si mise in luce un giovane ufficiale di marina, Matthew Flinders (1774-1814). Egli arrivò in Australia nel settembre 1795 come guardiamarina (midshipman) della nave che trasportava in Australia il secondo governatore, John Hunter. Durante il viaggio strinse amicizia con il chirurgo di bordo, George Bass, che aveva portato con sé una piccolissima barca lunga poco più di due metri e mezzo, spiritosamente battezzata Tom Thumb, ovvero 'Pollicino'. Fu su questa barca minima che nell'ottobre 1795 i due nuovi amici, accompagnati dal giovane servitore William Martin, salparono per Botany Bay per poi risalire il Georges River per una trentina di km. Nel marzo dell'anno successivo, con un'imbarcazione un poco più grande, Tom Thumb II, esplorarono la costa a sud di Port Jacskon fino al lago Illawarra, incappando in una serie di disavventure che finirono bene solo grazie all'aiuto di alcuni indigeni. Nel 1797 Matthew Flinders venne promosso luogotenente e gli fu affidato il comando dello schooner Francis con il quale esplorò le isole Fourneaux, un arcipelago a nord della Tasmania, avvistato nel 1773 dal comandante della Adventure, la nave appoggio della seconda spedizione Cook. L'anno successivo (con lui c'era di nuovo Bass) salpò al comando dello sloop Norfolk con l'ordine di scoprire se ci fosse uno stretto tra le Fourneaux e la Tasmania (che allora si chiamava ancora Terra di van Diemen, dal nome del suo scopritore olandese) e, in caso affermativo, di circumnavigare l'isola, mappando le ancora sconosciute coste nord e ovest. Il passaggio c'era, e Flinders lo chiamò stretto di Bass, in onore del suo amico e compagno d'avventure. Al suo ritorno, come secondo della Reliance, andò al Capo di Buona Speranza a ritirare un carico di bestiame per il Nuovo Galles del Sud; durante il viaggio di ritorno, in pieno Oceano indiano, una delle gatte di bordo partorì. Tra i piccoli, c'era anche un vivacissimo gattino nero con i piedi candidi e una stella bianca sul petto. Un giorno, giocando con i suoi fratellini, cadde fuori bordo; per nulla spaventato, nuotò fino allo scafo e risalì a bordo arrampicandosi su una cima. Flinders, colpito dalla sua bellezza, intelligenza e coraggio, decise di adottarlo e lo battezzò Trim, come il fedele attendente dello zio Toby del romanzo Tristam Shandy. Trim era dunque con lui (da quel momento non si sarebbero più separati) quando, ancora nel 1799 e sempre al comando del Norfolk, Flinders esplorò la costa a nord di Port Jacskon fino Hervey Bay. Non c'era Bass, partito per l'Inghilterra; lo accompagnavano invece suo fratello Samuel Flinders (all'epoca sedicenne), l'aborigeno Bungaree e un equipaggio di otto uomini. Nel marzo del 1800 Flinders rientrò in Inghilterra (Trim era con lui) e incontrò Joseph Banks, che ammirava molto, per chiedergli il suo sostegno per un nuovo progetto: la circumnavigazione dell'Australia, con la mappatura dei tratti di costa ancora inesplorati. Banks aderì con entusiasmo e usò tutta la sua influenza per convincere il re e l'ammiragliato, al momento molto più preoccupato per la guerra con la Francia. Probabilmente a vincere le ultime riluttanze fu anche la spedizione francese nelle Terre australi al comando di Baudin: sia Banks sia l'ammiragliato temevano che, dietro la facciata scientifica, ci fosse il progetto di insediare una colonia nell'Australia occidentale. Dunque, era proprio ora di saperne di più sul continente australe, prima che lo facesse qualcun altro. Per l'impresa fu scelta un'imbarcazione proveniente dalla marina mercantile, prontamente ribattezzata Investigator. Lunga appena una trentina di metri, aveva poco pescaggio, il che la rendeva adatta ad addentrarsi anche in tratti di costa accidentati; in compenso c'era ampio spazio per le provviste, senza dimenticare che poco si prestava all'impiego in battaglia. Sotto la supervisione di Banks, venne raddobbata eliminando i cannoni superflui e aggiungendo cabine in più per gli scienziati e una vera e propria serra viaggiante sistemata sul ponte. Flinders, nominato comandante dell'Investigator nel gennaio 1801, un mese dopo fu promosso luogotenente comandante e poté scegliere personalmente il suo equipaggio (in tutto 88 uomini), formato esclusivamente da volontari, e i suoi ufficiali; il secondo era suo fratello Samuel e il guardiamarina era suo cugino John Franklin (più tardi celebre per le sue esplorazioni dell'Artico). Lo staff scientifico e artistico fu invece scelto da Banks: era formato dall'astronomo John Crosley, che aveva già partecipato alla spedizione Vancouver ed era un esperto nella determinazione della longitudine; dal naturalista Robert Brow; dal giardiniere di Kew Peter Good; dall'illustratore botanico Ferdinand Bauer; dal pittore paesaggista William Westall; e (arrivato all'ultimo momento su raccomandazione di uno zio di Banks) dal giovane mineralogista John Allen. Il capo-gatto di bordo era naturalmente Trim. Un viaggio epico, un naufragio e una prigionia Seguiamo dunque le tappe dell'epico viaggio, sui cui risvolti naturalistici tornerò in un prossimo post. L'Investigator salpò da Portsmouth il 18 luglio 1801 e il 6 dicembre, via Capo di Buona Speranza, raggiunse Capo Leeuwin, l'estrema punta meridionale della costa occidentale della Nuova Olanda. Quindi proseguì in direzione est mappando la Grande Baia Australiana che, con le sue scogliere alte fino a 60 metri, faceva sembrare la piccola nave un guscio di noce. Il 20 gennaio 1802 gettò l'ancora in un grande golfo che Flinders battezzò Golfo Spencer; al tramonto del giorno successivo, una lancia inviata a terra si capovolse mentre tentava di raggiungere la nave in acque agitate. Nel fatale incidente perirono sei marinai, il quartiermastro John Thistle e il guardiamarina William Taylor. In loro ricordo, Flinders battezzò il promontorio Cape Catastrophe e l'ancoraggio Memory Cove. Dopo aver esplorato il golfo, il 21 marzo 1821 i britannici raggiunsero una grande isola dove videro molti canguri; ne uccisero una trentina: la loro carne fornì un gradito supplemento alla dieta. Grato per quella leccornia, Flinders battezzò l'isola Kangoroo Island. Proseguendo ancora lungo la costa in direzione est, l'8 aprile si videro venire incontro un veliero: Flinders capì subito che poteva trattarsi di una delle navi della spedizione Baudin. Era infatti il Géographe. Che cosa accadde in quel celebre incontro l'ho già raccontato in questo post. Dopo aver salutato i francesi, l'Investigator continuò la rotta lungo la costa, esplorando l'isola King e Port Philip (dove poi sorgerà la città di Melbourne); il 9 maggio entrava a Port Jackson. Flinders incontrò il governatore King che gli raccomandò di concentrare la sua attenzione sullo stretto di Torres, la costa nord occidentale e il golfo di Carpentaria; dispose anche che in funzione di vascello d'appoggio lo accompagnasse la Lady Nelson, comandata da John Murray. Sia la nave sia l'equipaggio erano provati dal viaggio, e le riparazioni, l'approvvigionamento e il reclutamento di nuovi uomini imposero una sosta di dodici settimane. Le due navi così poterono salpare in direzione nord solo il 22 luglio. A bordo dell'Investigator c'erano anche due indigeni, Bungaree e Nanbaree, con il delicato compito di mediare con le tribù locali durante gli scali; non ne conoscevano le lingue, ma aveva almeno un'idea dei protocolli da rispettare e si rivelarono molto utili. Benché i due velieri fossero abbastanza diversi per velocità e pescaggio, riuscirono a coordinarsi a sufficienza; la Lady Nelson, con il suo scafo piatto, fu fondamentale per esplorare Keppel Bay, Shoalwater Bay e Broad Sound; tuttavia, in più di un'occasione si arenò sui banchi di sabbia, riportando gravi danni alla chiglia. Le due navi erano ancora insieme quando furono scoperti Port Curtis e Port Bowen (poi ribattezzato Port Clinton) e il 29 settembre gettarono l'ancora nelle isole Percy, da cui ripartirono il 4 ottobre alla ricerca di un passaggio attraverso la barriera corallina; l'Investigator perse un'ancora, mentre la Lady Nelson ne perse una e danneggiò l'altra. Flinders decise di rinviarla a Port Jackson, mentre, lui rinunciando a cercare un altro passaggio, proseguiva direttamente per lo stretto di Torres e il golfo di Carpentaria, in cui entrò il 4 novembre. La costa fu attentamente cartografata fino alla Terra d'Arnheim, ma la nave teneva sempre peggio il mare. I carpentieri, esaminando lo scafo, dovettero constatare che il fasciame era marcio e non avrebbe retto per più di sei mesi; inoltre tra i membri dell'equipaggio incominciava ad imperversare lo scorbuto. Flinders dovette rinunciare a malincuore a proseguire l'esplorazione della costa settentrionale, facendo vela per Timor. Sperava di potervi acquistare una nave di ricambio, ma dovette accontentarsi di riempire la stiva dell'Investigator di acqua e provviste per il viaggio di ritorno; inoltre, in quello scalo malsano molti si ammalarono di dissenteria; tra di loro il giardiniere Peter Good, che ne sarebbe morto pochi giorni dopo l'arrivo nella baia di Sidney. Il viaggio, limitando al minimo gli scali e le misure idrografiche, proseguì lungo le coste ovest e sud dell'Australia. Il 9 giugno 1803, quasi un anno dopo la partenza, l'Investigator rientrava nel porto di Sidney; era la prima nave a compiere la circumnavigazione dell'Australia, ma era ormai condannata: il suo scafo era in condizioni tali da risultare inservibile e non riparabile. Flinders decise di imbarcarsi per l'Inghilterra per chiedere un'altra nave con cui riprendere l'esplorazione. Con il suo amato gatto e l'artista William Westall, il 10 agosto si imbarcò come passeggero sulla Purpoise diretta a Canton insieme ad altre due navi, la Cato e la Bridgewater. Il 17 agosto i tre vascelli si imbatterono in banco di sabbia e nello stretto spazio di manovra, i primi due finirono sulla barriera corallina, affondando rapidamente. Il capitano della Bridgewater, pensando non ci fossero sopravvissuti, si allontanò (cosa che gli fu duramente rimproverata da Flinders). Invece quasi tutti si erano salvati, compreso il gatto Trim, raggiungendo a nuoto il banco di sabbia. Dopo una settimana di inutile attesa, non vedendo arrivare soccorsi, Flinders e il comandante della Cato, John Park, riuscirono a recuperare una lancia, che battezzarono Hope, 'Speranza', a bordo della quale l'8 settembre raggiunsero Port Jackson con un memorabile viaggio di 800 miglia, percorse in dodici giorni. Due navi furono inviate a recuperare i 94 sopravvissuti. Flinders non rinunciava al suo proposito di rientrare al più presto in patria. L'unica nave disponibile era però del tutto inadatta allo scopo: si trattava del minuscolo schooner Cumberland, una nave con un equipaggio di soli cinque uomini, fino ad allora adibita al trasporto di granaglie; nella sua fretta, egli ne accettò il comando e salpò alla volta dell'Inghilterra; tuttavia la nave era in pessime condizioni e imbarcava tanta acqua che il 17 dicembre Flinders fu costretto a approdare a Mauritius in cerca di soccorso. Gli era noto che tra Francia e Inghilterra erano riprese le ostilità, ma contava di essere trattato con la medesima magnanimità con la quale Baudin (morto proprio a Mauritius tre mesi prima) era stato accolto a Port Jackson. Si sbagliava: la nave fu sequestrata e Flinders posto agli arresti con l'accusa di spionaggio. Per qualche tempo gli fu di consolazione il gatto Trim, che aveva compiuto con il suo umano anche l'ultimo viaggio; ogni tanto il felino riusciva a sgattaiolare fuori dalla prigione, ma un giorno non fece più ritorno. Probabilmente, pensò Flinders, era finito nella pentola di qualche morto di fame. Il capitano, che lo aveva amato molto, gli dedicò un epitaffio e un tributo biografico, allo stesso tempo tenero e pieno di umorismo. Non gli mancava il tempo per scrivere e rivedere le sue note e le sue carte. Dopo qualche mese di detenzione, poté alloggiare presso amici e riacquistare la libertà personale, ma fu trattenuto nell'isola per ben sei anni e mezzo, fino al giugno 1810 quando gli inglesi occuparono Mauritius. Nell'ottobre 1810, dopo oltre nove anni d'assenza, Flinders rivide finalmente il suolo inglese; nonostante fosse in cattiva salute, si mise immediatamente al lavoro per completare la relazione ufficiale del viaggio, A Voyage to Terra Australis. Il lavoro lo impegnò per più di tre anni e fu pubblicato il 19 giugno 1814. Flinders era morto proprio il giorno prima, a soli quarant'anni. A gennaio aveva però avuto la soddisfazione di vedere la pubblicazione della sua carta dell'Australia, che, sebbene preceduta da quella di Freycinet del 1811, la superava di gran lunga per completezza e precisione. Nel 1804 aveva inviato in patria la carta con le parti del continente mappate nella prima parte del suo viaggio e, invece del consueto nome Terra Australis, aveva usato la forma Australia, la cui "invenzione" gli è dunque generalmente accreditata. Alberi belli e imponenti In appendice a A Voyage to Terra Australis, il naturalista della spedizione Robert Brown pubblicò una nota generale sulla flora australiana (A general Remarks, geographical and systematical, on the Botany of Terra Australis) e la descrizione delle piante disegnate da Bauer e pubblicate nell'Atlante allegato all'opera. Ad aprire la serie è doverosamente Flindersia, il genere che Brown dedicò al suo capitano con queste parole: "Questo albero di dimensioni moderate fu osservato, tanto in fiore quanto in frutto, nel settembre 1802 nelle boscaglie nei pressi del capo del Broad Sound, sulla costa orientale della Nuova Olanda, a circa 23° di latitudine sud. Contemporaneamente l'esplorazione del Broad Sound fu completata dal capitano Flinders, per commemorare i cui meriti ho scelto questo genere tra quelli in numero considerevole scoperti durante la spedizione di cui fu l'abile e attivo comandante". Flindersia R.Br. (famiglia Rutaceae) è un genere di circa diciassette specie di alberi distribuiti tra le Molucche, Papua Nuova Guinea, l'Australia, la Nuova Caledonia e le isole Salomone. Quindici specie, dodici delle quali endemiche, sono presenti in Australia, che è il centro di diversità del genere. La maggior parte cresce nella foresta pluviale, ma quattro specie si sono adattate ad ambienti aridi o semi aridi: ad esempio F. dissosperma cresce nelle macchie aride del Queensland centro-orientale, spesso associata ad Acacia arpophylla e Eucalyptus populnea, mentre F. maculosa si trova in ambienti aridi e sabbiosi dell'interno, dal Queensand centrale al Nuovo Galles del Sud sud-occidentale. Di dimensioni da medie a grandi, sempreverdi o decidui, sono alberi di bell'aspetto che vengono anche utilizzati in giardini, parchi e viali cittadini, apprezzati anche per i fiori, piccoli, a stella, ma raccolti in grandi pannocchie terminali per lo più crema, spesso gradevolmente profumati. Si fanno notare anche i frutti, lunghe capsule legnose, per lo più armate di spinose dalla punta arrotondata; si aprono in cinque valve che ricordano una stella a cinque punte. Tra le specie più note, F. australis, abbastanza adattabile da vivere in natura sia nelle foreste pluviali sia nelle macchie aride del Queensland e del Nuovo Galles del Sud; può crescere fino a 40 metri e negli esemplari più grandi sviluppa un tronco a contrafforte, ma negli ambienti più aridi è decisamente più piccolo. Presenta una densa chioma arrotondata, una copiosa fioritura in bianco-crema e i caratteristici frutti spinosi. Il legname dai colori caldi, noto come teak australiano, forte e durevole, un tempo era tradizionalmente usato nelle costruzioni navali ed è molto apprezzato per mobili, parquet e strumenti musicali. Diversi esemplari di questa specie, come pure di F. schottiana, sono stati piantati lungo i viali di Brisbane. Altre specie sono invece endemiche di piccole aree e in alcuni casi sono a rischio. Tra le prime, citiamo F. oppositifolia, limitata alle foreste di altitudine del Bellenden Ker Range nel Queensland settentrionale; si distingue dalle altre specie per i fiori rosso scuro. Tra le seconde, F. ifflaiana, non solo ristretta a aree limitate di Papua Nuova Guinea e del Queensland, ma anche in pericolo per l'eccessivo sfruttamento; in passato è stata infatti uno dei più importanti alberi da legname. Ulteriori informazioni su altre specie di questo interessante genere nella scheda.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
September 2024
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