TeofrastoDedicatario di Teofrasta Se ne parla nel post Teofrasto, il padre (dimenticato) della botanica Della fortuna di Teofrasto nell'Umanesimo si parla nel post Teodoro Gaza, la rinascita di Teofrasto e la Gazania Della principale edizione in età moderna nel post Stapelius, il commento a Teofrasto e la Stapelia Teofrasto (371 - 287 a. C) nacque a Ereso, nella isola di Lesbo (è infatti conosciuto anche Teofrasto di Ereso). Il suo vero nome era Tirtamo; Teofrasto ("parlatore divino") è un soprannome che gli fu attribuito da Aristotele. Apparteneva a una famiglia benestante (il padre possedeva un'azienda per la filatura di tessuti). Secondo il biografo Diogene Laerzio, sarebbe stato allievo di Platone, e in tal caso avrebbe conosciuto Aristotele ad Atene e poi l'avrebbe accompagnato nei suoi viaggi quando questi lasciò la città dopo la morte di Platone. E' invece più probabile che sia rimasto nell'isola natale, dove avrebbe anche contribuito alla cacciata del tiranno Ereso. In tal caso, conobbe Aristotele intorno al 347 a.C., quando il filosofo si era stabilito a Asso; qui divenne anche amico di Callistene, nipote di Aristotele. Fu probabilmente su invito di Teofrasto che Aristotele si trasferì a Mitilene, nell'isola di Lesbo.
A Asso e a Lesbo (un'isola prospiciente la costa turca, particolarmente ricca di biodiversità) i due amici iniziarono le loro ricerche naturalistiche, specializzandosi Aristotele sugli animali (in particolare marini) e Teofrasto sui vegetali. E' possibile che egli abbia accompagnato Aristotele in Macedonia quando questi divenne precettore del principe Alessandro. Dopo la battaglia di Cheronea (338 a.C.) sicuramente lo raggiunse ad Atene, dove aveva incominciato a insegnare al Liceo, e ne divenne allievo. Quando nel 322 Aristotele lasciò di nuovo la città, gli succedette come caposcuola, una posizione che mantenne dopo la morte del maestro (321) che lo nominò esecutore testamentario e tutore dei propri figli e gli lasciò la sua biblioteca. Grazie al suo ex allievo Demetrio di Falero, che governava Atene per conto della Macedonia, benché fosse straniero (meteco) gli viene concesso il diritto di possedere beni immobili; egli acquistò un giardino in cui creò fisicamente la scuola peripatetica (il Liceo comprendeva un santuario delle Muse, un portico con carte geografiche di pietra ovvero il peripatos che dà il nome alla scuola, diverse sale per le lezioni). Nel 307, Atene venne conquistata da Demetrio Poliorcete; per reazione contro il filosofo Demetrio di Falero, fu approvata una legge che proibiva ai filosofi di insegnare senza l'autorizzazione della città. Teofrasto, come gli altri filosofi, per protesta andò in esilio. La legge fu presto abrogata e già l'anno successivo rientrò in città. Teofrasto riprese l'insegnamento e divenne un insegnante seguitissimo; secondo la tradizione i suoi allievi superano i duemila. Diresse la scuola peripatetica per 35 anni e continuò ad insegnare fino alla morte (avvenuta nel 287 a.C.). La sua popolarità, nonostante la diffidenza degli ateniesi verso gli stranieri, è dimostrata dal fatto che, quando fu accusato di empietà, la città si schierò dalla sua parte; alla sua morte gli vennero tributati funerali pubblici, in cui tutta la popolazione ateniese seguì il feretro. Teofrasto lasciò in eredità la biblioteca del Liceo (con i propri scritti e quelli del maestro) a Neleo, che la portò via da Atene, circostanza che contribuì alla dispersione e alla perdita di buona parte delle opere della scuola aristotelica. Le opere attribuite a Teofrasto sono numerosissime (circa 240) e riguardano tutti i campi dello scibile. Ben poche però ci sono pervenute: oltre alle due opere di botanica, ci sono giunti alcuni frammenti di un trattato di mineralogia (Sulle pietre) e di una ricostruzione delle dottrine dei filosofi naturalisti del passato (Opinioni dei fisici); in campo più strettamente filosofico, possediamo ampi frammenti della sua Metafisica e un'opera sulla pietà. Ma sicuramente l'opera per cui è più noto, che ha esercitato un importante influsso sulla letteratura successiva, sono I caratteri, una rassegna su una serie di tipi umani caratterizzati da un determinato difetto morale (che influenzeranno il teatro di Menandro, forse suo allievo, e fonderanno un intero filone letterario, che ha il suo apice nel secentesco Caractères di La Bruyère). |
Fonti
Theophrastus, https://en.wikipedia.org/wiki/Theophrastus
http://www.treccani.it/enciclopedia/teofrasto-di-ereso/
Theophrastus, https://en.wikipedia.org/wiki/Theophrastus
http://www.treccani.it/enciclopedia/teofrasto-di-ereso/