Odoardo BeccariDedicatario di Beccarianthus, Beccariella, Beccarinda, Beccariophoenix Se ne parla nel post Salgariana ovvero Beccari e l'Amorphophallus titanum Odoardo Beccari (1843-1920) nacque a Firenze; rimasto presto orfano sia di padre sia di madre, fu educato da uno zio materno. A 13 anni fu ammesso al collegio di Lucca, dove l'incontrò con l'abate Mezzetti segnò l'inizio della sua vocazione di naturalista; ancora studente incontrò poi Cesare Bicchi, direttore dell'orto botanico di Lucca, iniziò a studiare le crittogame, divenendo uno dei primi collaboratori dell'Erbario Crittogamico italiano. Iniziò a studiare Scienze naturali all'Università di Pisa, dove ancora studente fu nominato assistente di Pietro Savi, ma entrato presto in contrasto con il professore, si trasferì a Bologna, dove si laureò nel 1863. Ancora a Bologna, strinse amicizia con il marchese Doria, con il quale progettò la sua prima spedizione (per un resoconto più ampio delle spedizioni, si rimanda al post), che ebbe per terreno il regno di Sarawak in Borneo (1865-68) e fu ricca di scoperte naturalistiche.
Rientrato in Italia, nel 1869 fondò il Nuovo giornale italiano. Nel 1870 prese parte alla spedizione organizzata dalla Società geografica italiana nella baia di Assab. Nel 1871 era la volta della seconda spedizione nel sudest asiatico, insieme al marchese d'Albertis; prima con l'amico, poi da solo esplorò per quattro anni e mezzo la Nuova Guinea e varie isole delle Molucche. Ritornato a Firenze nel 1876, ricevette molti riconoscimenti, tra cui l'ammissione a diverse società scientifiche. I suoi viaggi in Nuova Guinea lo spinsero a farsi propugnatore di una penetrazione coloniale dell'Italia nell'area; anche a questo fine, tra il 1877 e il 1878, compì un terzo viaggio in Oriente, raggiungendo anche l'Australia, questa volta in compagnia di Enrico d'Albertis, cugino del suo secondo accompagnatore. Sulla via del ritorno, separatosi da d'Albertis, condusse importanti ricerche botaniche a Sumatra, nel corso delle quali scoprì Amorphophallus titanum. Nel 1878, morto Parlatore, fu nominato direttore dell'Istituto botanico e del Giardino dei semplici, ma ben presto entrò in conflitto con l'amministrazione e rassegnò le dimissioni. Nel 1879 fu coinvolto in una seconda spedizione nella baia di Assab, che lo portò anche a Aden e Moka. Questo viaggio mise fine alle sue attività di viaggiatore-esploratore. A partire dal 1880, si concentrò nello studio delle sue collezioni, custodite nel Museo di storia naturale di Firenze, pubblicando i risultati sulla rivista Malesia, da lui stesso fondata. Quando nel 1887 l'Istituto di Studi Superiori sospese il finanziamento della rivista, Beccari si trovò ancora più isolato; si sposò ed ebbe quattro figli, dedicandosi alla gestione degli affari di famiglia (tra cui una efficientissima e per allora supermoderna cantina di produzione del Chianti, che ancora esiste, gestita dei suoi discendenti). Negli ultimi anni della sua vita si specializzò nello studio delle palme (che coltivava anche nel giardino della sua villa alla periferia di Firenze) e si dedicò alla stesura delle sue memorie di viaggio, con il notevole Nelle foreste del Borneo (1902). Nel 1904 fu ammesso all'Accademia dei Lincei. Morì a Firenze nel 1920. Oltre che uno scienziato completo, versato non solo nei campi della botanica e della zoologia, ma anche in topografia, geologia, meteorologia, fu anche un pioniere della fotografia etnografica. |
Fonti
M. Alippi Cappelletti, Beccari, Odoardo, http://www.treccani.it/enciclopedia/odoardo-beccari_%28Dizionario-Biografico%29/
R.E.G. Pichi Sermolli, C.G.G.J. van Steenis, Dedication to memory of Odoardo Beccari, "Flora malesiana", http://portal.cybertaxonomy.org/flora-malesiana/node/235
M. Alippi Cappelletti, Beccari, Odoardo, http://www.treccani.it/enciclopedia/odoardo-beccari_%28Dizionario-Biografico%29/
R.E.G. Pichi Sermolli, C.G.G.J. van Steenis, Dedication to memory of Odoardo Beccari, "Flora malesiana", http://portal.cybertaxonomy.org/flora-malesiana/node/235