Stéphanie-Felicité de GenlisStéphanie-Félicité du Crest de Saint-Aubin (1746-1837), marchesa di Sillery e contessa di Genlis, più nota come Mme de Genlis, è una figura difficile da trattare. Non perché manchino informazioni: possediamo le sue ampie memorie in molti volumi e molto è stato scritto su di lei, che fu assai nota ai suoi tempi. Ma non si tratta certo di documenti oggettivi: fu circondata da pettegolezzi in cui è difficile distinguere verità e calunnia; fu al centro di polemiche feroci che essa stessa, molto desiderosa di occupare il centro della scena, affrontava con lo stesso accanimento dei suoi avversari; le sue stesse memorie, intrise di un compiaciuto egotismo, sono pochissimo affidabili. Ebbe anche la ventura di vivere in un periodo difficile e ricco di cambiamenti, o meglio una grande svolta storica, che ha influito sulle immagini che i contemporanei e i posteri si sono fatti su di lei.
Stéphanie-Félicité nacque in una famiglia di nobiltà di spada della Borgogna; il padre, il marchese di Saint-Aubin, servì in marina e dovette affrontare diverse vicissitudini, tra cui la cattura e l'imprigionamento da parte degli inglesi. La bimba non ricevette un'educazione regolare; solo tardi fu affidata a una giovane istitutrice che le insegnò a suonare l'arpa e le diede un'istruzione eclettica e capricciosa (già da bambina componeva versi e storie, ma fino a 11 anni non imparò a scrivere); in campagna, e ancor più dopo il trasferimento a Parigi, la sua sete di conoscenza la spinse verso disordinate letture che le fecero acquisire conoscenze tanto enciclopediche quanto superficiali. Alla morte del padre, nel 1763, la famiglia si trovò alquanto impoverita; la madre portò con sé a Parigi Stéphanie e suo fratello, e riuscì a introdursi nei salotti dei grandi finanzieri dell'epoca, sfruttando il talento musicale della fanciulla che a quanto pare fu la prima a lanciare la moda dell'arpa. Quello stesso anno, grazie a Mme de Montesson, sua zia e moglie morganatica del duca d'Orlèans, Félicité conobbe e sposò un giovane gentiluomo, Charles-Alexis Brûlart, conte di Genlis, erede e figlioccio del ex ministro marchese di Puisieulx. Tra il 1765 e il 1768 ebbe tre figli: Caroline, Pulcherie e un maschio morto nell'infanzia. Nel 1772 venne nominata dama di compagnia della duchessa di Chartres, ovvero della moglie dell'erede del duca di Orlèans, che al tempo portava il titolo di duca di Chartres, mentre il marito divenne capitano delle guardie dello stesso duca. Tra Félicité e il giovane duca (che è quello stesso duca di Orlèans passato alla storia con il nome di Filippo Egalité) scoppiò una grande passione, che i due cercarono di mantenere segreta. Nel 1777, quando la duchessa diede alla luce due gemelle, Mme de Genlis si ritirò con loro nel padiglione di Bellechasse, annesso al convento delle dame del Santo Sepolcro nel Fauboug Saint Germain dove sovrintese alla loro educazione. Nel 1782, una delle due gemelle morì; nel 1784, quando il figlio maggiore del duca (il futuro re Luigi Filippo) compì sette anni, secondo la tradizione avrebbe dovuto essere affidato a un governatore che soprintendesse alla sua educazione. Con una decisione che fece scandalo, il duca nominò Mme de Genlis "gouverneur". Da quel momento, Mme de Genlis si occupò dell'educazione anche dei tre figli maschi del duca, che vennero allevati insieme alle sue stesse figlie e a un nipote. I suoi metodi educativi, in parte ispirati a Rousseau, erano basati sull'apprendimento "attraverso gli oggetti" e comprendevano anche esercizi fisici e attività manuali. Pur affidando alcune materie a insegnanti particolari, volle essa stessa insegnare molti argomenti, scrivendo una grande quantità di materiale didattico per i suoi allievi, specie sotto forma di opere teatrali e narrative. Nacquero così le sue due prime opere, che sono considerate tra le più interessanti: Théâtre à l'usage des jeunes personnes e Veillés du chateau. Poiché al tempo si sarebbe considerato sconveniente che una dama legata alla corte pubblicasse un'opera per denaro, i proventi della prima (1779-90) vennero destinati alla beneficenza. Mme de Genlis era convinta che la conoscenza delle lingue moderne fosse essenziale nell'educazione e che dovesse essere acquisita non dai libri, ma dall'uso vivo. Al gruppo dei bambini di casa Orlèans si unirono così due bambine inglesi, Pamela e Hermine, che causarono moltissimi pettegolezzi. Mme de Genlis le presentò come due orfane, scelte per la loro bella presenza e la buona padronanza della lingua; ma circolò la voce che fossero figlie sue e del duca. Anche oggi, il mistero della nascita delle due bambine non è stato risolto, e ci sono sostenitori di entrambe le tesi; prevale l'opinione che Hermine, che non mangiava alla tavola con gli altri bambini e non fu mai adottata da Mme de Genlis che non le dimostrò mai particolare affetto, fosse probabilmente davvero una trovatella, usata come "strumento di apprendimento linguistico"; è invece possibile, ma non provato, che Pamela fosse realmente sua figlia. Essa fu adottata dalla contessa e dal marito; ma questo in sé non è una prova, perché nel corso della sua lunga vita la nobildonna, nella sua passione didattica, adottò numerosi bambini. Mme de Genlis, che pur criticando la Chiesa si presentava come una sostenitrice della religione, entrò in polemica con i philosophes, in particolare Voltaire e d'Alembert, tanto da guadagnarsi da André Chenier l'appellativo ironico di "Madre della Chiesa". Per difendere le sue idee pedagogiche nel 1782 scrisse Adèle et Théodore ou Lettres sur l'éducation contenant tous les principes relatifs à l’éducation des Princes, des jeunes personnes et des hommes, un romanzo filosofico che può essere considerato la sua risposta all'Emile di Rousseau e fu molto influente, soprattutto in Inghilterra, proprio perché moderatamente innovatore e fedele ai valori cristiani. Negli anni che precedettero la Rivoluzione francese, Filippo, ormai divenuto duca d'Orlèans dopo la morte del padre, ricchissimo anche grazie all'ingente patrimonio portatogli in dote dalla moglie, divenne uno dei capi dell'opposizione a Luigi XVI. Mentre la moglie era contraria all'attività politica del duca, sembra che Mme de Genlis lo incoraggiasse in questo senso. Allo scoppio della Rivoluzione, tra il 1789 e il 1791 essa tenne un influente salotto, punto di ritrovo della corrente di rivoluzionari favorevoli a una monarchia costituzionale. Nel 1791, la duchessa d'Orlèans scoprì il legame tra Felicité e il marito; ne fu tanto più indignata, in quanto la donna era sua amica intima, Ne seguì una rottura che spinse la principessa prima a ritirarsi nelle terre paterne, poi a separarsi definitivamente dal marito. Nel 1792, mentre la situazione del duca si faceva sempre più precaria, Mme de Genlis lasciò la Francia in compagna della sua allieva Adelaide d'Orlèans. Visse in esilio per otto anni, in Svizzera e in Germania, in una situazione difficile: invisa ai nobili emigrati che la consideravano una traditrice, perché vicina al partito orleanista (soprattutto dopo che Filippo d'Orlèans assunse il nome di Philippe Egalité e votò la condanna a morte di Luigi XVI) e ai repubblicani che a loro volta la consideravano una traditrice della repubblica (in particolare dopo il passaggio al nemico di Demouriez e l'esilio di Luigi Filippo). In questo periodo, anche per trovare un cespite d'entrate, intensificò il lavoro letterario, pubblicando molte opere tra cui vari romanzi storici. La sua vita fu funestata da molti lutti; già nel 1786 aveva perso la figlia maggiore, Caroline, morta di parto a solo 21 anni; nel 1793 sia Filippo Egalité sia Il conte di Genlis (entrambi deputati alla Convenzione) caddero vittima del terrore; la seconda figlia, Pulcherie, fu imprigionata ma si salvò. La figlia (adottiva o naturale che fosse) Pamela sposò un nobile irlandese, che nel 1798 fu ucciso dagli inglesi. Più tardi la ragazza ruppe ogni rapporto con lei, delusa dal fatto che la donna non ammettesse neppure con lei la loro parentela. Nel 1800 Napoleone concesse a Mme de Genlis non solo il rientro a Parigi, ma anche un appartamento all'Arsenale e una pensione (in cambio, secondo le male lingue, l'avrebbe informato dei pettegolezzi raccolti negli ambienti letterari; un'altra delle dicerie non provate sulla scrittrice). Riaprì un salotto, frequentato da molti bei nomi dell'epoca, e intensificò l'attività editoriale, visto che le entrate continuavano ad essere molto inferiori alle spese (Mme de Genlis era abituata a un tenore di vita di altissimo livello). Divenne un'aperta sostenitrice del regime napoleonico (in ciò entrando in conflitto con Mme de Stael, che di quel regime era un fiera oppositrice e da cui la dividevano anche rivalità personali e letterarie). Napoleone la nominò anche "dame inspectrice" delle scuole primarie (ancora un ruolo prima di lei occupato solo da maschi). Ma soprattutto era ormai una scrittrice professionista (anzi dichiarò "sono un uomo di lettere"), che si muoveva con disinvoltura nel mercato editoriale, lavorando anche come giornalista per alcuni periodici. Si concentrano soprattutto in questa fase le opere "botaniche" di cui si parla nel post. Nel 1814, alla caduta di Napoleone, si affrettò a rivestire i panni della legittimista, ma non fu ma ricevuta a corte (Luigi XVIII, più ancora della piaggeria verso Napoleone, non le perdonò il legame con il duca di Orlèans, che aveva votato la morte di suo fratello) e poté vivere solo grazie ai diritti d'autore. Dopo il rientro in Francia degli Orlèans, Luigi Filippo, che le era rimasto molto affezionato, le diede una piccola pensione. Benché anziana, Mme de Genlis continuò a scrivere copiosamente fino alla morte, dedicandosi in particolare alla stesura delle sue memorie. Morì nel dicembre 1830, pochi mesi dopo aver visto il suo ex pupillo ascendere al trono di Francia ed ebbe solenni funerali di Stato. Fu autrice di più di 100 opere. |
Fonti
G. Dow, Stéphanie-Félicité de Genlis, French writer, 1746-1830, http://www.womenwriters.nl/index.php/St%C3%A9phanie-F%C3%A9licit%C3%A9_de_Genlis
Sainte-Beuve, Mme de Genlis, http://flaubert.univ-rouen.fr/bovary/bovary_6/notices/genlis.html
F. Buisson, Genlis (Mme de), http://www.inrp.fr/edition-electronique/lodel/dictionnaire-ferdinand-buisson/document.php?id=2791
G. Dow, Stéphanie-Félicité de Genlis, French writer, 1746-1830, http://www.womenwriters.nl/index.php/St%C3%A9phanie-F%C3%A9licit%C3%A9_de_Genlis
Sainte-Beuve, Mme de Genlis, http://flaubert.univ-rouen.fr/bovary/bovary_6/notices/genlis.html
F. Buisson, Genlis (Mme de), http://www.inrp.fr/edition-electronique/lodel/dictionnaire-ferdinand-buisson/document.php?id=2791