KingiaKingia R.Br. R. Brown, Annales des Sciences Naturelles (Paris) 8: 211. 1826 In onore di Philip Gidley King e Phillip Parker King Se ne parla nel post Raccoglitori del re, seconda parte: Cunningham e le spedizioni del capitano King Kingia è genere monotipico della famiglia Dasypogonaceae, rappresentata dalla sola specie K. australis R.Br., un endemismo delle brughiere e delle boscaglie costiere dell'Australia sud-occidentale. E' caratterizzata da uno pseudotronco tozzo, di colore nerastro, formato dall'accumulo delle basi fogliari, segnato da anelli di radici aeree e coronato da un ciuffo di foglie lunghe, sottili e rigide. In genere il tronco è unico, ma può ramificarsi se danneggiato. Di crescita lentissima (circa 1,5 cm all'anno), ma molto longeva (400 anni circa), può raggiungere i sei metri di altezza. I fiori, raccolti in infiorescenze globose, sono portati su lunghi steli che si sviluppano tra il fogliame; la fioritura però avviene solo in anni favorevoli e, anche più, in seguito ad incendi.
La kingia vive in habitat estremamente aridi, con suolo pesante e carente di elementi nutrivi; le radici aeree e quelle sotterranee che irradiano direttamente sotto il tronco le permettono di beneficiare rapidamente delle piogge e degli elementi nutritivi. Sono gli stessi ambienti in cui vivono diverse specie di Xanthorrhoea, che presentano gli stessi adattamenti e un aspetto molto simile, sebbene abbiano fiori e infiorescenze molte differenti. Questa somiglianza superficiale - un evidente esempio di convergenza evolutiva - ha determinato una certa confusione. In passato, alcune specie di Xanthorrhoea erano designate con il nome molto poco politically correct blackboy, per la pretesa somiglianza con un ragazzo aborigeno che impugna una lancia; per analogia, Kingia australis, erroneamanete ritenuta una forma femminile di Xanthorrhoea, veniva detta blackgin "ragazza aborigena". La confusione ha toccato anche i botanici, che a lungo hanno classificato questa specie nella famiglia Xanthoerrhoeaceae. Solo di recente è stata assegnata alle Dasypogonaceae, una piccola famiglia endemica dell'Australia, che comprende solo 4 generi e 16 specie, la cui posizione tassonomica è per altro ancora assai discussa. In passato i tronchi, brutalmente sezionati in dischi, venivano usati per farne spazzole, in particolare quelle delle macchine lava-strade in città come Perth e Melbourne. Oggi finalmente questa specie, così iconica e rappresentativa del paesaggio australiano, è protetta, anche se è minacciata dal restringimento del suo fragile habitat. |