João da Silva FeijóTranne la nascita a Rio de Janeiro o nel suo circondario, ignoriamo tutto dell'infanzia e della prima giovinezza di João da Silva Feijó (1760-1824). Il suo nome emerge per la prima volta tra i neodiplomati dell'Università di Coimbra che, scelti da Vandelli per una grande spedizione in Brasile, si perfezionarono al Museo di Ajuda. Poiché nessun studente con questo nome risulta immatricolato in questi anni a Coimbra, si è supposto che il suo vero nome fosse João da Silva Barbosa e Feijó uno pseudonimo, assunto per onorare il filosofo spagnolo Feijoo. Se l'ipotesi è corretta, sarebbe appartenuto a una delle famiglie più in vista della provincia di Rio, che godeva di appoggi politici della capitale.
Per venire ai fatti certi, fu allievo di Vandelli a Coimbra; intorno al 1780, faceva parte degli studenti chiamati a perfezionarsi ad Ajuda sotto la guida dello stesso Vandelli e del suo braccio destro Giulio Mattiazzi; qui fece esperimenti di chimica e partecipò a una ricognizione mineraria insieme al più dotato del gruppo, Alexandre Rodrigues Ferreira. Era certamente un appassionato botanico, ma, a giudicare dal modo in cui fu impiegato dal governo, doveva essersi formato soprattutto come chimico e mineralogista. Nel 1783 fu inviato ad esplorare le isole di Capo Verde, che interessavano la corona portoghese soprattutto per il potenziale sfruttamento del salnitro di Brava e dello zolfo di Fogo (entrambe materie prime di interesse militare per la produzione di polvere da sparo ed esplosivi). Senza alcun assistente - a differenza dei suoi colleghi inviati in altre parti dell'impero portoghese - egli esplorò a fondo tutte le isole nonostante le gravi difficoltà finanziarie e l'ostilità delle autorità locali, inviando molto materiale a Lisbona, anche se finì di perdere l'appoggio del ministro Mello e Castro, che gli rimproverava di non aver proposto alcun metodo pratico per sfruttare il salnitro e lo zolfo, e di Vandelli e Mattiazzi, insoddisfatti del cattivo stato di conservazione dei suoi invii. Nel 1790, ritenendo esaurito il suo compito scientifico, chiese di essere richiamato, ma dovette rimanere a Capo Verde fino al 1796, quando la moglie riuscì a ottenere il suo rientro con una supplica alla regina. In quegli anni per sopravvivere lavorò per l'amministrazione coloniale e entrò nell'esercito come sergente maggiore. Rientrato in Portogallo nel 1797, riordinò il proprio erbario, lesse alcune memorie all'Accademia delle scienze e pubblicò la relazione del suo viaggio sotto il titolo Itinèraire philosophique. Nel 1799, inquadrato nell'esercito sempre come sergente maggiore, fu inviato nel Ceará con l'incarico principale di dirigere l'estrazione di salnitro in una miniera recentemente scoperta, da affiancare all'esplorazione delle risorse naturali della regione; rivelatosi presto antieconomico lo sfruttamento del salnitro, per qualche anno si dedicò soprattutto a quest'ultima, e in particolare alla interessante e poco nota flora di questo stato, caratterizzato da formazioni aride e semiaride. Specialmente tra il 1803 e il 1806, raccolse regolarmente semi per gli orti botanici di Lisbona e Berlino. Poi forse i compiti militari presero il sopravvento. Nel 1811 fu promosso luogotenente colonnello; nel 1818 passò al corpo del genio e si stabilì a Rio de Janeiro come professore di scienze naturali all'Accademia militare. Morì nel 1824, lasciando incompiuta una Flora cearensis. |
Fonti
M. L. Gardère et al., The scientific expedition of João da Silva Feijó to the Cabo Verde Islands (1783-1796) and the tribulations of his herbarium, "Adansonia", 41, 2019, pp. 101-1075
M. E. Guedes, João da Silva Feijó: viagem filosófica a Cabo Verde, "Asclepio", 49 (1), 1997, pp. 131-138
M. R. Pereira, R. Santos, João da Silva Feijó: Um homem de ciência no Antigo Regime português, Ufpr, Curitiba 2012
M. L. Gardère et al., The scientific expedition of João da Silva Feijó to the Cabo Verde Islands (1783-1796) and the tribulations of his herbarium, "Adansonia", 41, 2019, pp. 101-1075
M. E. Guedes, João da Silva Feijó: viagem filosófica a Cabo Verde, "Asclepio", 49 (1), 1997, pp. 131-138
M. R. Pereira, R. Santos, João da Silva Feijó: Um homem de ciência no Antigo Regime português, Ufpr, Curitiba 2012