Nicandro di ColofonePoche e contraddittorie sono le notizie sul poeta ellenistico Nicandro di Colofone. Già gli antichi, presumibilmente a causa della confusione con un omonimo, avevano difficoltà a collocarlo esattamente nel tempo: alcuni lo ritennero contemporaneo di Teocrito (III sec. a.C.), altri lo attribuirono alla generazione successivo, altri ancora lo considerarono contemporaneo di Attalo III di Pergamo (138-133 a.C.). E' questa la tesi prevalente oggi, poiché ad Attalo egli dedicò una delle sue opere perdute. Dunque si ritiene vivesse nel II sec. a.C.
Nicandro nacque a Colofone, una località della Ionia non lontana da Efeso, celebre per un santuario di Apollo Clario di cui i suoi antenati, il padre Damneo e egli stesso furono sacerdoti ereditari. Gli antichi lo ritennero medico, informazione messa in dubbio dagli studiosi ottocenteschi, ma oggi generalmente accettata. Fu prolificissimo autore di poemi didascalici di vario argomento; è probabile che operasse alla corte di Attalo II e Attalo III, che potrebbe aver stimolato il suo interesse per la tossicologia; sappiamo infatti che il sovrano coltivava egli stesso un giardino nelle cui aiuole si affiancavano piante tossiche e curative. Ci sono rimasti i titoli di almeno una ventina di opere, di argomento vario (dalla grammatica alla mitologia, dall'agricoltura alla medicina). Le sole superstiti, a parte qualche passo, sono i due poemetti di tossicologia Theriaca e Alexipharmaca. L'interesse di Nicandro per gli argomenti medici è anche testimoniato da un poema tratto dai Pronostici di Ippocrate. Le sue Georgika potrebbero aver influenzato Virgilio, così come le sue Eteroeumena ("Metamorfosi") sono un antecedente di Ovidio. La sua poesia è estremamente elaborata e ricca di vocaboli rari (arcaismi e tecnicismi). |