Garcia de OrtaGarcia de Orta (ricorrono anche le grafie da Orta e d'Orta) nacque a Castelo de Vide intorno all'inizio del '500 (forse nel 1501). I genitori erano ebrei spagnoli che si erano trasferiti in Portogallo nel 1492 in seguito al decreto di espulsione dei re cattolici e nel 1497 erano stati costretti alla conversione. Erano dunque conversos, o marrani, sempre sospettati di praticare in segreto la religione dei padri. Il padre, mercante, trovò la protezione del signore del luogo, Lopo de Sousa; era un mercante di condizione agiata, tanto che Garcia poté studiare e (forse a partire dal 1515) frequentare le università spagnole di Salamanca e Alcalá, dove studiò grammatica, artes, filosofia naturale e si laureò in medicina nel 1523. Ad Alcalá (unica università spagnola a prevedere questo corso) seguì anche lezioni di botanica applicata (materia medica).
Tornato a Castelo de Vide, vi esercitò per qualche tempo la medicina, quindi si trasferì a Lisbona per sostenere l'esame di licenza alla professione; rimasto nella capitale, frequentò gli ambienti umanistici e partire dal 1531 tenne corsi di filosofia naturale all'Università di Lisbona; nel 1533 fu ammesso al consiglio di facoltà. L'anno successivo Martim Afonso de Sousa, figlio del protettore della sua famiglia e amico personale di Garcia, nominato ammiraglio dei mari delle Indie, gli chiese di accompagnarlo come medico personale e medico capo della flotta. Garcia da Orta fu al suo seguito nelle sue varie imprese indiane tra il 1534 e 1538, quindi si stabilì a Goa. Medico di notevole preparazione accademica e professionale, aveva iniziato fin da subito a studiare sia le piante indiane sia le tradizioni mediche indo-islamica e ayurvedica, anche grazie alle sue ottime conoscenze linguistiche, che includevano l'arabo ma non il sancrito. A Goa divenne un medico molto stimato da clienti sia portoghesi sia indiani, ma ebbe anche incarichi ufficiale presso l'ospedale e il carcere cittadino, affiancando alla professione medica anche il commercio di spezie e pietre preziose. Grazie a una rete di informatori e agenti, poté raccogliere semi, piante, spezie e informazioni anche da altre regioni indiane. Godeva anche della protezione e della stima dei vari viceré che si succedettero nel governo della colonia, a partire da Martim Afonso de Sousa che vi tornò in tale veste nel 1542. Un di essi gli concesse in enfiteusi l'isola di Bombaim, a condizione che ne migliorasse il suolo. Orta vi fece costruire una casa e una quinta con un curatissimo giardino di acclimatazione dove coltivava piante provenienti da molti paesi, inclusa l'Europa. Nel 1541 si sposò con una cugina e ricca ereditiera, Brianda de Solis, da cui ebbe due figlie. La sua condizione di converso poteva destare i sospetti dell'Inquisizione, istituita in Portogallo nel 1536, quindi anche a Goa nel 1560. IL dottore badava a non destare sospetti con una condotta ultra ortodossa, ma nel marzo 1547 due delle sue sorelle, Isabel e Catarina, rimaste in Portogallo furono arrestate come giudaizzanti. Se la cavarono con una penitenza e poterono raggiungere Garcia a Goa insieme alla madre e ai rispettivi mariti e figli. Nel 1561, Francisco de Orta, figlio di un fratellastro di Garcia nato prima del matrimonio da una relazione di Isaac con una spagnola, fu arrestato come giudaizzante e processato a Evora nel 1563; ritratto e fu rilasciato, ma dovette fare il nome dello zio. Tuttavia a Goa il dottore godeva di grande prestigio e di protezioni, tanto da essere chiamato come testimone in alcuni processi contro conversos. Nello stesso 1563, prima che le notizie portoghesi raggiungessero l'inquisizione di Goa, questa aveva già autorizzato la pubblicazione di Colóquios dos simples e drogas he cousas medicinais da Índia e assi dalgũas frutas achadas nella onde se tratam algũas cousas tocantes a medicina, pratica, e outras cousas boas pera saber (Dialoghi sui semplici, le droghe e la materia medica dell'India, nonché su alcuni frutti che vi si possoni trovare, nei quali si trattano argomenti attinenti la medicina, la pratica e altre cose buone da sapere), frutto di trent'anni di osservazioni dirette sulla piante, le spezie, le droghe indiane. Fosse per le protezioni di cui godeva, fosse per l'imbarazzo di questa autorizzazione intempestiva, finché visse il dottore non fu disturbato dall'Inquisizione. Dopo qualche mese di malattia, morì nel primo trimestre del 1468. Poco dopo sua sorella Caterina fu nuovamente arrestata; nel processo confessò di essere rimasta fedele alla religione dei padri e accusò vari familiari, incluso il fratello scomparso. Condannata, fu bruciata viva nell'autodafé del 25 ottobre. Non conosciamo la sorte del resto della famiglia; quanto a Garcia de Orta, subì due processi postumi, nel secondo del quale condannato. Le sue ossa furono dissotterrate e arse nell'autodafé del 4 dicembre 1580, nel corso del quale probabilmente furono gettate alle fiamme tutte le copie dei Colóquios. Qualcuna aveva fatto in tempo ad arrivare in Portogallo (gli studiosi ne hanno trovate meno di venti) e una fu acquistata all'inizio del 1564 (doveva essere appena arrivata da Goa, fresca di stampa) da Clusius, in viaggio nella penisola iberica. Il botanico fiammingo ne capì l'importanza, lo tradusse e ne trasse un'epitome, che nel 1567 pubblicò ad Anversa per i titoli di Plantin, Avrebbe continuato a rivederla e ad arricchirla con notizie attinte da altri informatori, pubblicandole altre quattro edizioni. Fu dunque la versione di Clusius ad assicurare la fama postuma di Garcia de Orta; per vedere pubblicata l'edizione originale in portoghese, fu necessario attendere il 1872. |
Fonti
C.R. Boxer, C. R., Two pioneers of tropical medicine: Garcia d'Orta and Nicolás Monardes, London, Wellcome Historical Medical Library, 1963
T. Nobre de Carvalho, "Estrategias, patronos e favores in Colóquios dos simples de Garcia de Orta", in A.M. Lopes de Andrade, C. de Miguel Mora, J.M. Nunes Corrao (a cura di), Humanismo e ciencia. Antinguidade e Renascimento, UA Editoria, Coimbra - Sao Paulo, 2015, pp. 63-94
J. Pimentel, I. Soler, Isabel, "Painting naked truth: the Colóquios of Garcia da Orta (1563)", Journal of Early Modern History, 18 (1–2), 2014, pp. 101–120
C.R. Boxer, C. R., Two pioneers of tropical medicine: Garcia d'Orta and Nicolás Monardes, London, Wellcome Historical Medical Library, 1963
T. Nobre de Carvalho, "Estrategias, patronos e favores in Colóquios dos simples de Garcia de Orta", in A.M. Lopes de Andrade, C. de Miguel Mora, J.M. Nunes Corrao (a cura di), Humanismo e ciencia. Antinguidade e Renascimento, UA Editoria, Coimbra - Sao Paulo, 2015, pp. 63-94
J. Pimentel, I. Soler, Isabel, "Painting naked truth: the Colóquios of Garcia da Orta (1563)", Journal of Early Modern History, 18 (1–2), 2014, pp. 101–120