I fratelli Franz e Ferdinand Bauer furono forse i più grandi pittori botanici della prima metà dell'Ottocento. Il loro destino fu allo stesso tempo parallelo e divergente. Divisi da appena due anni d'età, furono educati alla pittura e alla botanica dallo stesso maestro e per qualche anno lavorarono fianco a fianco alla stessa opera, poi, dopo un passaggio a Vienna, entrambi si trasferirono in Inghilterra. Ma a questo punto i loro destini avevano già preso una piega diversa. Franz, il sedentario, divenne il primo pittore ufficiale dei Kew Gardens, dove andò anche ad abitare; mutò il suo nome in Francis e non si mosse più dall'Inghilterra; si specializzò nel dipingere i più minuti particolari delle piante osservati al microscopio, fornendo un inestimabile aiuto ai botanici di Kew. Socievole e ben inserito nella società scientifica, ottenne riconoscimenti come l'ammissione alla Royal Society. Ferdinand, il viaggiatore, accompagnò Sibthorp in Grecia e in Asia minore, quindi si unì alla spedizione Flinders; non solo pittore, ma anche appassionato raccoglitore di piante, dopo lo scioglimento della spedizione rimase in Australia, continuando le raccolte sia con Robert Brown, sia da solo. Disegnò moltissimo e perfezionò un codice numerico dei colori per cogliere le mille sfumature della natura australiana. Di ritorno in Inghilterra, quei numeri permettevano di trasformare gli schizzi in acquarelli di stupefacente precisione e verità. Era un lavoro quasi maniacale che lo assorbiva totalmente, ma nel suo perfezionismo destinato al fallimento commerciale. Negli ultimi anni della sua vita, preferì tornare in Austria dove divise il suo tempo tra la pittura e le escursioni alla ricerca di piante alpine. Nonostante con lui l'arte dell'illustrazione botanica abbia raggiunto il vertice, dopo la sua morte fu presto dimenticato. A ricordare i due fratelli, così simili e così diversi, provvede il bel genere australiano Bauera, voluto da Banks che li stimava in egual modo e in un certo senso fu lo sponsor di entrambi. ![]() Diagnosi al microscopio Abbiamo già incontrato il pittore Ferdinand Bauer (1760-1826) come validissimo membro dell'équipe scientifica dell'Investigator. Per conoscerlo meglio dobbiamo fare un passo indietro nel tempo e spostarci nella Bassa Austria, nella cittadina di Feldsberg (oggi Valtice, nella Repubblica ceca), uno dei feudi del principe di Liechtenstein. Ferdinand era il più giovane dei figli del pittore di corte Lucas che morì quando egli non aveva ancora due anni. C'erano altri due fratelli: Joseph Anton, di sei anni, e Franz Andreas (1758-1840), di quattro. La madre Theresia li fece educare alla pittura, quindi li affidò a padre Boccius, il priore del convento dei Fratelli della misericordia, che era anche un medico e un reputato botanico. Mentre il fratello maggiore, raggiunta l'età adulta, divenne a sua volta pittore di corte dei Lichtenstein, i due minori ancora adolescenti sotto la guida di Boccius iniziarono a lavorare al grandioso Codice Liechtenstein; in quattordici volumi, richiese vent'anni di lavoro e comprende oltre 3100 acquarelli botanici, metà dei quali furono dipinti da Franz e Ferdinand Bauer. Padre Boccius insegnò ai due ragazzi che il segreto dell'arte botanica sta nell'osservare i soggetti nei minimi dettagli, per poi ritrarli con precisione, verità e grazia. Grazie a questo apprendistato i due giovani appresero alla perfezione le tecniche del disegno e del colore, tanto da attirare l'attenzione di Nikolaus von Jacquin, il direttore dell'orto botanico dell'Università di Vienna, egli stesso un ottimo disegnatore, che impiegò prima Ferdinand poi anche Franz per i disegni di Icones plantarum rariorum (1781-1793). Da lui i due fratelli appresero la classificazione linneana e l'uso del microscopio. Ferdinand prese anche lezioni dal celebre pittore paesaggista Johann Christian Brand. Ben presto però von Jacquin perse i due migliori illustratori della sua scuderia. Il primo a partire fu Ferdinand nel 1786 (ma su di lui torneremo più avanti). Nel 1788 partì anche Franz, come accompagnatore del neo laureato Joseph Franz von Jacquin nel suo grand tour attraverso l'Europa. A Londra il giovane von Jacquin presentò Bauer a Joseph Banks, che, ammirato dalla sua maestria, riuscì a farlo assumere come primo pittore ufficiale dei Kew Gardens con un salario annuo di 300 sterline. Il pittore austriaco inglesizzò il suo nome in Francis, si stabilì a Kew, mantenendo quell'incarico fino alla morte, per oltre quarant'anni. Assai apprezzato da Giorgio III, fu insignito del titolo di "pittore botanico di sua maestà" e incaricato di impartire lezioni di pittura alla regina Carlotta e alle sue figlie, la più talentuosa delle quali era la principessa Elizabeth. Nel corso della sua lunga attività ai Kew Gardens, il maggiore dei Bauer ebbe modo di disegnare e dipingere centinaia di piante giunte da tutto il mondo; anche se amava dipingerle anche a figura intera, raggiunse una perfezione senza rivali nel ritrarre i particolari più minuti osservati al microscopio, uno strumento diagnostico senza pari per i molti botanici con i quali collaborò. Tra le opere che illustrò, in ordine cronologico, possiamo citare il catalogo del giardino Hortus Kewensis (con testi di Dryander e Aiton, 1789); il florilegio Delineations of Exotick Plants cultivated in the Royal Garden at Kew (1791-1801), con molte delle piante portate dal Sudafrica da Masson; Strelitzia depicta, ordinatogli da Banks (1818); The genus and species of orchidaceous plants di Lindley (1830-1838), forse il suo capolavoro assoluto (le orchidee erano senza dubbio il gruppo di piante preferite sia del botanico sia del pittore); Genera filicum di William Jackson Hooker (1842), al quale impartì anche lezioni di disegno. Socievole e ben inserito nell'ambiente scientifico, Franz Bauer divenne membro della Royal Society e alla sua morte fu sepolto nella cappella di St. Anne a Kew. Di lui possediamo anche un ritratto, che ci restituisce il volto di un uomo aperto e simpatico. ![]() Dipingere con i numeri Neanche uno schizzo ci ha invece tramandato i tratti di Ferdinand, il fratello viaggiatore. Nel 1786 (all'epoca egli aveva ventisei anni ed era un pittore botanico professionista da almeno dieci) incontrò il suo coetaneo John Sibthorp, professore di botanica di Oxford, venuto a Vienna per esaminare uno dei più preziosi manoscritti della biblioteca imperiale, ovvero il celebre codice di De materia medica noto come "Dioscoride di Vienna". Sibthorp ne fu così affascinato da decidere immediatamente di mettersi in viaggio alla volta della Grecia e dell'Asia Minore per cercare di identificare in loco le piante descritte dal medico greco. Su suggerimento di Boccius e von Jacquin propose a Bauer di accompagnarlo come "suo disegnatore". Il pittore accettò e a marzo i due partirono per Napoli, dove si imbarcarono per Creta, con uno scalo a Milo. Dopo aver toccato diverse isole egee, visitarono Atene, quindi passarono a Smirne; trascorsero l'inverno a Costantinopoli, dove furono raggiunti dal cognato di Sibthorp, John Hawkins, con il quale nella primavera esplorarono Cipro e altre isole dell'Egeo. La minaccia di una guerra con la Russia e lo scoppio di un'epidemia li dissuase dall'esplorare la Grecia continentale; poterono però visitare una seconda volta Atene, poi l'Eubea, Delfi (con una scalata che mise a dura prova la loro resistenza), il Monte Athos, Tessalonica, Corinto, Patrasso; qui a settembre si imbarcarono per l'Inghilterra, dove giunsero a dicembre. Sia Sibthorp sia Bauer erano lavoratori ossessivi, e impressero alle loro ricerche un ritmo forsennato. Di solito il mattino era dedicato alle raccolte, con il professore che interrogava le persone del posto per cercare di identificare le piante di Dioscoride, il pomeriggio riservato al lavoro sugli esemplari. Dovendo fissare sulla carta una grande quantità di piante (ma anche animali e paesaggi), Bauer perfezionò un sistema che aveva già sperimentato con suo fratello a Feldsberg, quando disegnavano dal vero le piante locali: le forme del soggetto venivano fissate in un rapido schizzo a matita, mentre i colori delle varie pari venivano tradotti in un apposito codice numerico. Il codice che i due fratelli usavano da ragazzi comprendeva circa 140 sfumature; mentre Franz, che poteva lavorare con comodo ai Kew Gardens, lo abbandonò, Ferdinand, che doveva spostarsi in fretta da un luogo all'altro, spesso in condizioni difficili, senza avere a disposizione materiale da pittura adeguato, lo perfezionò, portando i colori usati in Grecia a 273. Va anche aggiunto che doveva occuparsi della preparazione degli esemplari (purtroppo, il professore tendeva a considerarlo più un servitore che un suo pari) e partecipava in prima persona alla raccolta; ad esempio, gli è attribuita la scoperta di Veronica glauca e Salvia candidissima subsp. candidissima. Nel corso dei diciotto mesi del viaggio, il pittore creò oltre mille schizzi di piante, e diverse centinaia di animali e paesaggi. Giunto in Inghilterra, ebbe il piacere di trovarvi il fratello; decise così di rimanere e seguì Sibthorp a Oxford, dove (in parte basandosi sugli esemplari d'erbario, in parte sfruttando la sua incredibile memoria visiva e la sua raffinatissima sensibilità al colore) iniziò a trasformare gli schizzi in spettacolari acquarelli da cui ricavare le incisioni per il grande libro sulla flora greca progettato di Sibthorp, che vi investì tutta la sua fortuna: ognuno gli costava più di un giorno di lavoro, e ne produsse 966. Per completare l'opera con le piante delle zone che non avevano potuto visitare, nel 1794 Sibthorp partì per un secondo viaggio in Grecia. Bauer si rifiutò di accompagnarlo; non si sarebbero più incontrarti: infatti il professore si ammalò di tisi e morì sulla via del ritorno nel 1796, lasciando le sue proprietà all'università di Oxford con il vincolo di pubblicare Flora Graeca. Gli esecutori testamentari e James Edward Smith, cui era stata affidata la redazione dei testi, si trovarono di fronte a materiali così caotici che l'opera richiese decenni per essere completata: il primo volume uscì nel 1806, il decimo e ultimo nel 1840. Ma intanto per Bauer era ormai iniziata un'altra avventura. Dopo la morte di Sibthorp, aveva collaborato con altri botanici, in particolare con Lambert, che gli commissionò il grosso delle illustrazioni di A description of the genus Pinus (il primo volume sarebbe uscito nel 1803, quando Bauer si trovava già in Australia); Ferdinand ne preparò 61, mentre suo fratello Francis 5. Come abbiamo già visto nei precedenti post, nel 1801 su suggerimento di Banks divenne il pittore naturalista della spedizione Flinders, affiancando Brown anche nella raccolta degli esemplari. Con i suoi 41 anni, era il decano della spedizione (sia Flinders sia Brown ne avevano ventisette, l'altro pittore Westall appena diciannove); nutrita dalla medesima passione e competenza, nonché dalla stima reciproca, la collaborazione tra botanico e pittore fu perfetta, e continuò quando nell'agosto 1803 i due decisero di comune accordo di rimanere in Australia per continuare le ricerche. A quella data Bauer aveva già realizzato 1000 disegni di piante e 200 di animali, e ulteriormente perfezionato il suo codice dei colori, che adesso aveva quattro cifre, ovvero comprendeva circa 1000 diverse sfumature. Per qualche mese, i due raccolsero insieme nei dintorni di Port Jackson, finché nel novembre 1803 Brown partì per la Tasmania; qualche tempo dopo, Bauer ebbe l'opportunità di visitare le isole Norfolk, dove rimase otto mesi, creando un erbario di non meno di 152 specie; raccolse anche animali, soprattutto uccelli, e ritrasse 70 specie di piante e 40 di animali. Di questi materiali si servì Endlicher per il suo Prodromus florae norfolkicae, 1831. All'inizio del 1805 gli amici si ricongiunsero a Port Jackson, in tempo per imbarcarsi sul restaurato Investigator, che a maggio salpò alla volta dell'Inghilterra con il prezioso carico delle loro raccolte e disegni. Questi ultimi ormai superavano i 2000. Il viaggio fu tempestoso, ma senza gravi incidenti e li riportò sani e salvi a Liverpool. Forse i due si aspettavano una calorosa accoglienza, ma il loro arrivo coincise con i festeggiamenti per la vittoria di Trafalgar (21 ottobre 1805) e passò quasi inosservato. Da quel momento avrebbero lavorato fianco a fianco per quasi dieci anni, uno a descrivere piante e animali, l'altro a dipingerli. Era diventato ancora più minuzioso e perfezionista: ora, per completare una tavola, poteva servirgli anche una settimana. Tanto più che Brown l'aveva iniziato all'arte della dissezione degli esemplari, e quindi c'erano da dipingere anche i particolari più minuti. Purtroppo il loro principale sponsor, ovvero Joseph Banks, per quanto ricco, non lo era abbastanza da sobbarcarsi l'impresa di pubblicare la loro costosissima opera. Brown si rassegnò a pubblicare il suo Prodromus floræ Novæ Hollandiæ et Insulæ Van-Diemen senza figure, ma l'opera fu un tale fiasco che ne vendette solo venticinque copie. Ancora peggio andò a Bauer: era così perfezionista che, dopo aver cercato inutilmente di trovare un incisore e un pittore per dipingere a mano le tavole stampate, non ne trovò nessuno secondo lui all'altezza, e si rassegnò a fare da sé. Riuscì a produrre solo tre fascicoli di Illustrationes Florae Novae Hollandiae (1806-1813), che vendettero anche meno. Fu una delusione tale per Bauer che decise di lasciare l'Inghilterra e di tornare in Austria. Grazie ai buoni emolumenti ottenuti dall'ammiragliato, poté acquistare una piccola casa nel sobborgo viennese di Hitzing e qui visse fino alla morte, a parte un breve viaggio a Londra nel 1819 per salutare il fratello. I suoi "clienti" però rimasero soprattutto inglesi: mentre i volumi dell'immensa Flora Graeca continuavano ad uscire, con le illustrazioni che aveva dipinto negli anni di Oxford, illustrò il secondo volume di A Description of the Genus Pinus (1824) di Lambert, Digitalium Monographia di Lindley (1821) e collaborò anche con Endlicher per Iconographia Generum Plantarum (Vienna, 1833). La maggior parte dei suoi disegni e dei suoi acquarelli rimase però inedita, e oggi è conservata in parte al British Museum of Natural History di Londra, in parte al Naturhistorische Hofmuseum di Vienna, in parte all'università di Göttingen. Negli ultimi anni della sua vita (morì sessantaseienne nel 1826) non dimenticò la passione per la botanica, alternando alla pittura le escursioni sulle Alpi. Purtroppo i suoi disegni sulla flora alpina sono tra quelli rimasti inediti. ![]() Il genere Bauera Su suggerimento di Joseph Banks, nel 1801 Andrews creò il genere Bauera per omaggiare i fratelli Bauer, Franz già celebre e noto al pubblico inglese per le sue immagini di piante sudafricane, Ferdinand quasi sconosciuto visto che nessuna della sue opere era già stata pubblicata. Si tratta di un piccolo genere endemico dell'Australia (famiglia Cunoniaceae) che comprende tre specie di arbusti da prostrati a eretti, con foglie trifogliate disposte in coppie opposte e fiori da bianchi a rosa a coppa che ricordano quelli delle rose canine, da cui il nome comune Dog Rose. La più nota è B. rubioides, endemica dell'Australia orientale, diffusa nelle aree costiere dal Queensland sudorientale alla Tasmania, per lo più in zone umide e ombrose. Forma fitti cespugli tappezzanti ed è molto apprezzata come pianta da giardino. B. capitata è invece diffusa nelle zone costiere dal Queensland sud-orientale a Port Hacking nel Nuovo Galles del Sud, mentre B. sessiliflora è endemica della regione dei Grampiani del Victoria.
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Sir Joseph Banks, grande patron della spedizione Flinders, ebbe cura di raccomandare al capitano di offrire ai "gentiluomini scienziati" molte opportunità di scendere a terra per esplorare le risorse naturali. Come botanico e direttore in pectore dei Kew Gardens, contava anche di arricchire i giardini reali di nuove specie; così, accanto al già affermato pittore botanico Ferdinand Bauer e al promettente botanico Robert Brown, a bordo dell'Investigator c'era anche l'eccellente giardiniere Peter Good, che aveva già dimostrato di sapersi prendere cura delle piante vive in lunghi viaggi oceanici. I tre formarono una formidabile squadra di raccoglitori, con all'attivo circa 2000 esemplari. Purtroppo Good fu una delle vittime della dissenteria che imperversò a bordo dopo lo scalo a Timor e molte delle sue raccolte andarono perdute in seguito al naufragio del Purpoise; tuttavia era riuscito a fare arrivare a Kew tanti semi da permettere a Aiton di elencare più di cento "australiane" nel catalogo dei giardini reali; belle e rare, spinsero Salisbury a rendere un commosso omaggio a Good con la dedica del genere Goodia. ![]() Una piccola squadra di scienziati Rispetto al dispiegamento di ben ventidue tra scienziati ed artisti della spedizione Baudin, lo staff scientifico dell'Investigator appariva modesto: in tutto sei uomini, ovvero l'astronomo John Crosley, il naturalista Robert Brown, il mineralogista John Allen, il giardiniere Peter Good e i pittori Ferdinand Bauer e William Westall. Se consideriamo che Crosley, Brown, Bauer e Westall erano accompagnati da un servitore ciascuno, l'équipe sale a dieci persone in tutto, che però presto si ridussero a otto. Infatti l'astronomo soffrì talmente il mal di mare che a Città del Capo fu lasciato a terra. Assistente all'Osservatorio di Greenwich, assegnato all'Ufficio della longitudine, aveva partecipato come osservatore alla spedizione Vancouver; in Sudafrica fece alcune osservazioni sulle coordinate, quindi, ritornato a Londra, divenne assistente dell'astronomo reale a Greenwich e si segnalò come eminente matematico, divenendo anche presidente della Spitalfields Mathematical Society. Tutti gli altri erano legati in un modo o nell'altro a Banks, che li aveva scelti personalmente. Da tempo il gentiluomo, che come primo investigatore della flora australiana e ideatore del progetto di trasformare il Nuovo Galles del Sud in una colonia penale, se ne considerava il patrono, pensava a una spedizione all'interno del paese. Contava di affidarla a Mungo Park, che alla fine del 1797 era rientrato dall'Africa coronato di gloria per aver scoperto la sorgente del Niger. Due fatti lo costrinsero a ripensarci: il governatore Hunter gli scrisse per sconsigliare una spedizione terrestre, per la quale la giovane colonia non aveva né gli uomini né le strutture; inoltre Park si scontrò con l'ammiragliato circa la sua paga e decise di sposarsi; poco dopo, come abbiamo visto qui, Flinders suggerì il progetto alternativo della circumnavigazione della Terra australis e Banks lo fece proprio con entusiasmo. Insistette però che a bordo dell'Investigator ci fosse uno staff scientifico e che durante la navigazione fossero previste soste sufficienti per esplorare le risorse naturali. A stargli particolarmente a cuore era ovviamente la flora, e non a caso come naturalista scelse un promettente botanico, il medico scozzese Robert Brown (1773-1858); dopo essersi laureato ad Edimburgo, Brown si era arruolato nell'esercito e da cinque anni serviva come medico militare in Irlanda. Meticoloso e interessato a tutte le scienze, era però affascinato soprattutto dalla botanica, in particolare delle crittogame. Aveva iniziato a corrispondere con eminenti botanici tra cui William Withring, James Edward Smith, James Dickson e José Correia da Serra. Nel 1798, quando Park rinunciò, fu proprio quest'ultimo a suggerire Brown come sostituto "In questo cambio, a guadagnarci sarà la scienza; Mr. Brown è un naturalista di professione; inoltre è scozzese, adatto a perseguire uno scopo con costanza e mente fredda". Brown (che nel frattempo era anche entrato a far parte della Linnean Society) era dunque il candidato ideale come naturalista della spedizione Flinders. Nel dicembre 1800 Banks gli scrisse per proporgli il posto; il dottore accettò e venne a Londra, dove trascorse i mesi che precedettero la partenza a leggere tutti i libri sull'argomento, a studiare le piante australiane di Banks e a scegliere con Dryander (il segretario di Banks) i doppioni da riunire in un erbario da portare con sé a bordo dell'Investigator. Anche Bauer, oltre ad essere uno dei più raffinati pittori botanici del suo tempo, poteva essere considerato un naturalista a tutti gli effetti: austriaco, era stato introdotto alla tassonomia linneana e all'uso del microscopio da von Jacquin, quindi tra il 1786 e il 1787 aveva accompagnato in Grecia il professore di Oxford John Sibthorp; il risultato fu la spettacolare Flora Graeca. A confronto, il pittore paesaggista William Westall (1781-1850) era una seconda, anzi una terza scelta. Inizialmente Banks aveva offerto il posto all'affermato paesaggista Ibbeston; al suo rifiuto, si era rivolto William Daniell, che aveva già molto viaggiato ed era specializzato in soggetti marini; questi dapprima aveva accettato, poi si era tirato indietro e forse su suo suggerimento fu rimpiazzato dal giovanissimo Westall, appena diciannovenne al momento della partenza. Allen era invece arrivato all'ultimo momento; Banks non aveva pensato a un mineralogista, finché a sottolineare la necessità di raccogliere campioni di rocce e minerali fu Flinders; sir Joseph allora scrisse a suo zio, William Milnes, che amministrava la sua tenuta di Overton, il quale scelse un giovane minatore, eccezionalmente istruito, appunto John Allen, forse all'epoca venticinquenne. Pagato meno dei suoi compagni e non considerato uno scienziato a tutti gli effetti, era un po' il parente povero del gruppo, tanto più che i minerali non interessavano per nulla a Banks e poco a Brown, nominato capo dell'intera équipe, che in una lettera a sir Joseph ebbe a scrivere sprezzantemente "sinceramente, è di ben poca utilità". Pensava tutto il contrario dell'ultimo membro della squadra, il giardiniere Peter Good (non ne conosciamo né la data di nascita né l'età), voluto da Banks con l'obiettivo dichiarato di arricchire i giardini reali di specie nuove e rare. Good era uno dei caposquadra di Kew ed era stato suggerito a Banks dal giardiniere capo William Aiton per la sua esperienza in viaggi oceanici: aveva infatti portato con successo a Calcutta una selezione di piante coltivate a Kew e nel viaggio di ritorno ne aveva riportato piante indiane preparate dal botanico Christopher Smith. Good e Allen condividevano la stessa cabina e secondo il loro contratto, a differenza degli altri, avrebbero dovuto mangiare con i sottoufficiali tecnici; ma, dato che sull'Investigator non ce n'erano, condividevano anche loro la tavola del comandante con i "gentiluomini scienziati". ![]() Formidabili raccolte L'Investigator salpò da Spithead il 18 luglio 1801. A bordo c'erano anche casse di semi e una serra portatile con piante in vaso da consegnare a Port Jackson. Lungo la rotta per città del Capo l'unico scalo fu quello di Madera: il 2 agosto Flinders, Brown e Bauer scesero a terra sull'isola di Bugio nelle Ilhas Desertas, dove Brown osservò la natura porosa delle rocce e la luminescenza delle meduse; quindi il giorno dopo l'Investigator gettò l'ancora nel porto di Funchal, dove si sarebbe trattenuta fino al 7 agosto. Brown, Bauer, Allen e Good ne approfittarono per esplorare le vicinanze della capitale, erborizzare e scalare la maggiore montagna dell'isola, il Pico Ruivo. Brown era deluso di non aver trovato piante diverse da quelle raccolte da Banks durante lo scalo a Madera del primo viaggio di Cook, ma redasse scrupolosamente una lista della flora locale. Durante il viaggio, che proseguì tranquillo fino a Città del Capo, raggiunta il 16 ottobre, Brown si tenne occupato studiando i libri della biblioteca di bordo sulla Nuova Olanda e insegnando a Good il francese, in previsione di un incontro con gli uomini di Baudin. Fin dal 17 ottobre, Brown, Allen e Good scesero a terra; stupefatti dalla bellezza e varietà della flora del Capo, raccolsero insetti, minerali e una grande quantità di piante. Brown passò diverso tempo nella sua cabina a classificarle, mentre Good continuava le raccolte. I naturalisti trovarono anche modo di esplorare le montagne più vicine alla città, Table Mountain e Devil's Mountain, nonostante la scalata fosse resa difficile dal fango e dalla nebbia. La preparazione e la classificazione delle numerose piante raccolte da lui stesso e da Good fu la principale occupazione di Brown durante la traversata dell'Oceano Indiano. C'erano anche due nuove specie di Proteaceae, Serruria fascicularis e S. foeniculacea. Lasciata False Bay il 4 novembre, l'Investigator avvistò la costa della Nuova Olanda all'altezza del Capo Leeuwin il 6 dicembre. Flinders iniziò immediatamente la ricognizione idrografica, concentrando la sua attenzione sul King George Sound, dove la nave rimase all'ancora presso la Seal Island dall'8 dicembre al 5 gennaio 1802. La lunga sosta e la stagione non troppo avanzata permisero a Brown e Good di raccogliere il più cospicuo bottino dell'intera spedizione: circa 500 esemplari di piante, 175 di semi, mentre Bauer poté completare una cinquantina di disegni. Tra gli altri, Brown scoprì otto nove specie di Banksia. Botanico e giardiniere lavoravano in piena armonia; quando il primo si tratteneva a bordo per classificare gli esemplari, il secondo continuava le ricerche e andava a caccia di semi, dimostrando un ammirevole senso del dovere; anche Bauer (e talvolta Allen e Westall) contribuiva alle raccolte. Il 6 gennaio il viaggio riprese in direzione est; le frequenti soste per esplorare baie, isole e isolotti offrirono altre opportunità di raccolta ai naturalisti. La prima si presentò il 10 gennaio, quando essi poterono scendere a terra nei pressi dell'attuale Cape le Grand, dove trovarono una nuova specie di Cycadacea (Macrozamia riedlei), la raccolta dei cui semi diede parecchio filo da torcere a Good. L'11 gennaio l'Investigator gettò l'ancora a Lucky Bay, dove rimase per quattro giorni. Brown, Bauer e Good ne approfittarono per penetrare nell'interno fino a scalare il Frenchman Peak, una cupola granitica posta a circa 6 km dalla baia, che ospita anche una grotta, e ne ritornarono con circa 150 esemplari di piante diverse, tra cui Verticordia brownii. Il resto del mese di gennaio fu trascorso ad esplorare le isole dell'Arcipelago della Recherche, con ancoraggi a Middle e Goose Island. Ora la stagione era più avanzata, le temperature diurne potevano superare i 35° e spesso soffiavano forti venti; la vegetazione era inaridita e le raccolte botaniche si fecero molto più sporadiche. Il 17 gennaio entrarono nella Grande Baia australiana, caratterizzata da alte falesie, dove fu impossibile trovare un ancoraggio fino a Fowlers Bay (19 gennaio); Brown scese a terra, ma poté osservare ben poche piante, soprattutto specie alofile come Zotera muelleri. Mentre il caldo si faceva sempre più torrido, toccando 52°, l'Investigator continuò l'esplorazione attraverso le isole Nuyts, con ancoraggi in diverse isole che fruttarono a Brown poche nuove specie. Poté invece rifarsi durante gli scali a Memory Cove (22-24 febbraio 1802) e Port Lincoln (26 febbraio-6 marzo) dove lui e Good raccolsero 35 e 85 specie (incluso il nuovo genere Ixodia). Tra il 10 e l'11 marzo, mentre l'Investigator era ancorato all'estremità settentrionale dello Spencer Gulf, l'intero gruppo degli artisti e degli scienziati scalò una montagna situata a una ventina di km all'interno, prontamente battezzata da Flinders Mount Brown. Fu un'impresa faticosa e pericolosa: rimasti senza viveri e acqua, dovettero trascorrere la notte sulla montagna. I due pittori però poterono dipingere splendide vedute. Secondo il racconto di Good, dal punto di vista botanico la gita fu un po' deludente: non solo trovarono una varietà di vegetali inferiore alle aspettative, ma molte delle piante raccolte giunsero a bordo ormai appassite. Si trattava comunque di una sessantina di specie, cui se ne aggiunsero altrettante al successivo ancoraggio dell'isola dei Canguri (21-22 marzo e 1-7 aprile). Qui Brown poté anche tornare al suo primo amore, raccogliendo diversi interessanti licheni. Dopo il fatidico incontro con il capitano Baudin, la navigazione proseguì lungo la costa del Victoria con un breve ancoraggio all'isola King e uno più lungo a Port Phillip. Insieme al capitano e a Westall, Brown scalò la collinetta che domina la baia nota come Arthur's Seat; al termine della piacevole escursione, oltre a uno splendido panorama, godettero anche un picnic a base di ostriche fresche. In questo distretto, Brown e Good aggiunsero alle collezione un altro centinaio di specie. La prima fase dell'esplorazione era conclusa e il 2 maggio l'Investigator lasciava Port Phillip per Port Jackson. La lunga sosta necessaria per raddobbare la nave fu utilizzata da pittori e naturalisti per completare i disegni e organizzare le raccolte; Good fu anche impegnato nella preparazione dei semi da inviare a Londra. Non mancò però il tempo per qualche escursione nei dintorni e a Parramatta, ad alcune delle quali partecipò anche il francese Leschenault de La Tour, divenuto buon amico di Brown, Il 22 luglio 1802 l'Investigator salpava per la seconda, meno fortunata, parte della spedizione. Le raccolte di Brown e del suo team lungo la costa orientale e settentrionale sono state studiate meno in dettaglio rispetto a quelle della costa meridionale; grazie al diario dello stesso Brown e al suo General remarks on the botany of Terra Australis sappiamo che in entrambe le aree vennero raccolte circa 500 specie, moltissime delle quali nuove per la scienza, trattandosi di regioni scarsamente o per nulla esplorate in precedenza. Per la costa nord-orientale al di sopra del 21° grado sud, Brown cita come luoghi di raccolta Port Curtis, Keppel Bay, Port Bowen, Stronge-tide Passage e soprattutto Broad Sound, dove egli raccolse la pianta che dedicò al capitano Flinders, Flindersia australis. Ricorda anche gli scali in due delle isole Northumberland e in una delle isole Cumberland. Anche la costa settentrionale, almeno prima che il deprecabile stato dello scafo dell'Investigator costringesse Flinders a ripiegare su Timor e poi a rientrare in tutta fretta a Port Jackson, offrì ai naturalisti diverse opportunità di raccolta sia lungo la costa (tra le zone citate, Melville Bay e Caledon Bay) sia in varie isole, una delle quali venne battezzata Good's Island in onore dell'ottimo giardiniere. In effetti, anche se le raccolte sono in genere ascritte a Brown, sappiamo che si trattò di un'impresa collettiva cui molto contribuì Peter Good, ma probabilmente anche Bauer, egli stesso un appassionato raccoglitore. Oltre alle piante, che occupavano il centro d'interesse di Briwn, vennero raccolti anche insetti, uccelli e altri animali, e sicuramente Allen si occupò delle rocce, anche se non sappiamo nulla delle sue raccolte (andate perdute nel naufragio del Purpoise). ![]() Un omaggio meritato Come agli sfortunati membri della spedizione Baudin, la sosta a Timor fu fatale a diversi uomini di Flinders. Tra di essi proprio Good, che poco dopo la partenza dall'isola si ammalò di dissenteria; non si riprese e morì nella baia di Sydney il 12 giugno 1803 pochi giorni dopo il rientro dell'Investigator. Brown lo rimpianse molto e gli dedicò Banksia goodii. Gran parte delle sue raccolte di piante vive, che egli aveva amorosamente curato finché aveva potuto, sistemate nella serra mobile dell'Investigator, furono caricate sulla Purpoise e andarono perdute nel naufragio della nave, insieme a una cassa di semi. Con i semi inviati in precedenza, Good aveva però fatto in tempo ad arricchire i giardini di Kew (e quindi indirettamente d'Inghilterra) di molte specie australiane, soprattutto provenienti dalla costa meridionale. Nella seconda edizione di Hortus kewnesis, Aiton elenca ben 103 piante da lui introdotte nei giardini reali. Molte prosperavano ancora nella Australian House ai tempi di Hooker. Si salvò invece l'erbario, che Brown aveva incorporato nel proprio. Infatti, mentre Westall e Allen si imbarcarono con Flinders sulla sfortunata Purpoise, Brown e Bauer decisero di rimanere in Australia, un po' perché convinti che il capitano sarebbe tornato presto, un po' per rintegrare le collezioni perdute, ma soprattutto perché ritenevano che ci fosse ancora molto da scoprire. Non si sbagliavano: nei due anni che seguirono, aggiunsero alle loro raccolte altre 2000 specie e centinaia di disegni. Ne riparleremo in un altro post. E' ora di conoscere il genere che, presumibilmente su suggerimento di Brown, Salisbury dedicò all'attivissimo giardiniere con queste parole: "Secondo la mia opinione, nessuno ha maggior diritto che la sua memoria sia perpetuata da una pianta che porta il suo nome di un industrioso giardiniere botanico, specialmente quando la sua vita è caduta in sacrificio per le sue fatiche in lontani climi. Non so nulla di Peter Good tranne che, avendo raccolto semi per sua maestà nel Nuovo Galles del Sud, dove morì, Kew gli deve un ricchissimo lascito delle migliori e più rare piante di quel paese, ciascuna delle quali porta l'etichetta con il suo nome". Goodia è un piccolo genere della famiglia Fabaceae che comprende sei specie di arbusti endemici dell'Australia, da medi a grandi. Sono caratterizzati da foglie composte trifogliate, spesso di colore glauco; un'altra caratteristica distintiva è la presenza di stipole effimere o persistenti alla base del picciolo. I fiori papilionacei, con il vessillo più o meno circolare e le due ali più strette, sono gialli con marcature rosse, verdi o porpora. La specie più diffusa è Goodia lotifolia, un alto e folto arbusto eretto che in fioritura può ricordare le ginestre; endemico dell'Australia sud-orientale, è largamente presente in Tasmania e lungo la costa del Victoria e del Nuovo Galles del Sud meridionale. Recentemente un secondo genere si è aggiunto a celebrare indirettamente l'ottimo giardiniere: Paragoodia ("simile a Goodia"), separato nel 2011 da Muelleranthus; è un genere monotipico, rappresentato unicamente da P. crenulata, un'erbacea prostrata con foglie composte trifogliate e fiori con marcature che possono ricordare quelli di Goodia; endemica dell'Australia occidentale, è nota in un unico sito a sud del Mt Holland. Nel luglio 1801, nove mesi dopo la spedizione Baudin, salpava dall'Europa alla volta dell'Australia una seconda spedizione: a organizzarne gli aspetti scientifici era stato Banks in persona e a guidarla era un marinaio già esperto dell'esplorazione delle terre australi, il giovane capitano Matthiew Flinders. Simili negli scopi, le due spedizioni non potevano essere più diverse nella concezione: elefantiaca, costosissima ma inefficace, caotica e litigiosa quella francese, piccola, essenziale, compatta ed efficiente quella britannica: una sola nave di piccole dimensioni che poteva essere sottratta senza troppi problemi ai compiti militari, perfettamente adatta all'esplorazione di una costa ignota e prevedibilmente frastagliata; un comandante esperto assistito da pochi e affiatati ufficiali e sottoufficiali; una ciurma di volontari ugualmente scelti da lui; un'équipe scientifica ridotta ma selezionata e funzionale. Il risultato fu la prima circumnavigazione dell'Australia e la mappatura delle coste di gran parte dell'isola-continente, che proprio su proposta di Flinders acquisì il suo nome attuale. Ovviamente non mancarono le difficoltà e gli incidenti di percorso, ma la prova più dura arrivò alla fine, quando Flinders dovette attraccare a Mauritius e, invece dell'amichevole accoglienza che Baudin e i suoi avevano trovato a Sidney, gli toccarono l'accusa di spionaggio e una detenzione di quasi sette anni. Poté tornare in Inghilterra solo nel 1810 e solo nel 1814 uscirono il resoconto ufficiale della spedizione e le carte che lo consacrarono come uno dei maggiori navigatori di tutti i tempi. Tra le tante piante scoperte durante il viaggio dal naturalista Robert Brown, anche il genere che egli volle dedicare al "suo" capitano: Flindersia della famiglia Rutaceae. ![]() Una vocazione insopprimibile di esploratore All'inizio dell'Ottocento, la Terra Australis - che tra poco si chiamerà Australia - era ancora tutta da scoprire: non solo non si conosceva quasi nulla dell'interno, ma rimaneva da esplorare e mappare anche gran parte della linea di costa. Faceva eccezione solo la costa est, cartografata da Cook nel 1771, durante il suo primo viaggio; delle altre coste si conoscevano solo i tratti discontinui toccati tra il Seicento e il Settecento da navigatori olandesi, spagnoli, inglesi e francesi; quella meridionale era addirittura chiamata "Costa sconosciuta". Non era certo neppure che si trattasse di un'unica massa continentale; si ipotizzava anzi che potesse trattarsi di due grandi isole separate da uno stretto. Nel 1785 la Gran Bretagna, in forza delle scoperte di Cook, proclamò la propria sovranità sulle terre a oriente del 135° meridiano est e nel 1786 stabilì un primo insediamento a Port Jackson, nucleo iniziale della colonia del Nuovo Galles del Sud, che divenne anche la base di partenza per una serie di spedizioni di scoperta, in alcune delle quali si mise in luce un giovane ufficiale di marina, Matthew Flinders (1774-1814). Egli arrivò in Australia nel settembre 1795 come guardiamarina (midshipman) della nave che trasportava in Australia il secondo governatore, John Hunter. Durante il viaggio strinse amicizia con il chirurgo di bordo, George Bass, che aveva portato con sé una piccolissima barca lunga poco più di due metri e mezzo, spiritosamente battezzata Tom Thumb, ovvero 'Pollicino'. Fu su questa barca minima che nell'ottobre 1795 i due nuovi amici, accompagnati dal giovane servitore William Martin, salparono per Botany Bay per poi risalire il Georges River per una trentina di km. Nel marzo dell'anno successivo, con un'imbarcazione un poco più grande, Tom Thumb II, esplorarono la costa a sud di Port Jacskon fino al lago Illawarra, incappando in una serie di disavventure che finirono bene solo grazie all'aiuto di alcuni indigeni. Nel 1797 Matthew Flinders venne promosso luogotenente e gli fu affidato il comando dello schooner Francis con il quale esplorò le isole Fourneaux, un arcipelago a nord della Tasmania, avvistato nel 1773 dal comandante della Adventure, la nave appoggio della seconda spedizione Cook. L'anno successivo (con lui c'era di nuovo Bass) salpò al comando dello sloop Norfolk con l'ordine di scoprire se ci fosse uno stretto tra le Fourneaux e la Tasmania (che allora si chiamava ancora Terra di van Diemen, dal nome del suo scopritore olandese) e, in caso affermativo, di circumnavigare l'isola, mappando le ancora sconosciute coste nord e ovest. Il passaggio c'era, e Flinders lo chiamò stretto di Bass, in onore del suo amico e compagno d'avventure. Al suo ritorno, come secondo della Reliance, andò al Capo di Buona Speranza a ritirare un carico di bestiame per il Nuovo Galles del Sud; durante il viaggio di ritorno, in pieno Oceano indiano, una delle gatte di bordo partorì. Tra i piccoli, c'era anche un vivacissimo gattino nero con i piedi candidi e una stella bianca sul petto. Un giorno, giocando con i suoi fratellini, cadde fuori bordo; per nulla spaventato, nuotò fino allo scafo e risalì a bordo arrampicandosi su una cima. Flinders, colpito dalla sua bellezza, intelligenza e coraggio, decise di adottarlo e lo battezzò Trim, come il fedele attendente dello zio Toby del romanzo Tristam Shandy. Trim era dunque con lui (da quel momento non si sarebbero più separati) quando, ancora nel 1799 e sempre al comando del Norfolk, Flinders esplorò la costa a nord di Port Jacskon fino Hervey Bay. Non c'era Bass, partito per l'Inghilterra; lo accompagnavano invece suo fratello Samuel Flinders (all'epoca sedicenne), l'aborigeno Bungaree e un equipaggio di otto uomini. Nel marzo del 1800 Flinders rientrò in Inghilterra (Trim era con lui) e incontrò Joseph Banks, che ammirava molto, per chiedergli il suo sostegno per un nuovo progetto: la circumnavigazione dell'Australia, con la mappatura dei tratti di costa ancora inesplorati. Banks aderì con entusiasmo e usò tutta la sua influenza per convincere il re e l'ammiragliato, al momento molto più preoccupato per la guerra con la Francia. Probabilmente a vincere le ultime riluttanze fu anche la spedizione francese nelle Terre australi al comando di Baudin: sia Banks sia l'ammiragliato temevano che, dietro la facciata scientifica, ci fosse il progetto di insediare una colonia nell'Australia occidentale. Dunque, era proprio ora di saperne di più sul continente australe, prima che lo facesse qualcun altro. Per l'impresa fu scelta un'imbarcazione proveniente dalla marina mercantile, prontamente ribattezzata Investigator. Lunga appena una trentina di metri, aveva poco pescaggio, il che la rendeva adatta ad addentrarsi anche in tratti di costa accidentati; in compenso c'era ampio spazio per le provviste, senza dimenticare che poco si prestava all'impiego in battaglia. Sotto la supervisione di Banks, venne raddobbata eliminando i cannoni superflui e aggiungendo cabine in più per gli scienziati e una vera e propria serra viaggiante sistemata sul ponte. Flinders, nominato comandante dell'Investigator nel gennaio 1801, un mese dopo fu promosso luogotenente comandante e poté scegliere personalmente il suo equipaggio (in tutto 88 uomini), formato esclusivamente da volontari, e i suoi ufficiali; il secondo era suo fratello Samuel e il guardiamarina era suo cugino John Franklin (più tardi celebre per le sue esplorazioni dell'Artico). Lo staff scientifico e artistico fu invece scelto da Banks: era formato dall'astronomo John Crosley, che aveva già partecipato alla spedizione Vancouver ed era un esperto nella determinazione della longitudine; dal naturalista Robert Brow; dal giardiniere di Kew Peter Good; dall'illustratore botanico Ferdinand Bauer; dal pittore paesaggista William Westall; e (arrivato all'ultimo momento su raccomandazione di uno zio di Banks) dal giovane mineralogista John Allen. Il capo-gatto di bordo era naturalmente Trim. Un viaggio epico, un naufragio e una prigionia Seguiamo dunque le tappe dell'epico viaggio, sui cui risvolti naturalistici tornerò in un prossimo post. L'Investigator salpò da Portsmouth il 18 luglio 1801 e il 6 dicembre, via Capo di Buona Speranza, raggiunse Capo Leeuwin, l'estrema punta meridionale della costa occidentale della Nuova Olanda. Quindi proseguì in direzione est mappando la Grande Baia Australiana che, con le sue scogliere alte fino a 60 metri, faceva sembrare la piccola nave un guscio di noce. Il 20 gennaio 1802 gettò l'ancora in un grande golfo che Flinders battezzò Golfo Spencer; al tramonto del giorno successivo, una lancia inviata a terra si capovolse mentre tentava di raggiungere la nave in acque agitate. Nel fatale incidente perirono sei marinai, il quartiermastro John Thistle e il guardiamarina William Taylor. In loro ricordo, Flinders battezzò il promontorio Cape Catastrophe e l'ancoraggio Memory Cove. Dopo aver esplorato il golfo, il 21 marzo 1821 i britannici raggiunsero una grande isola dove videro molti canguri; ne uccisero una trentina: la loro carne fornì un gradito supplemento alla dieta. Grato per quella leccornia, Flinders battezzò l'isola Kangoroo Island. Proseguendo ancora lungo la costa in direzione est, l'8 aprile si videro venire incontro un veliero: Flinders capì subito che poteva trattarsi di una delle navi della spedizione Baudin. Era infatti il Géographe. Che cosa accadde in quel celebre incontro l'ho già raccontato in questo post. Dopo aver salutato i francesi, l'Investigator continuò la rotta lungo la costa, esplorando l'isola King e Port Philip (dove poi sorgerà la città di Melbourne); il 9 maggio entrava a Port Jackson. Flinders incontrò il governatore King che gli raccomandò di concentrare la sua attenzione sullo stretto di Torres, la costa nord occidentale e il golfo di Carpentaria; dispose anche che in funzione di vascello d'appoggio lo accompagnasse la Lady Nelson, comandata da John Murray. Sia la nave sia l'equipaggio erano provati dal viaggio, e le riparazioni, l'approvvigionamento e il reclutamento di nuovi uomini imposero una sosta di dodici settimane. Le due navi così poterono salpare in direzione nord solo il 22 luglio. A bordo dell'Investigator c'erano anche due indigeni, Bungaree e Nanbaree, con il delicato compito di mediare con le tribù locali durante gli scali; non ne conoscevano le lingue, ma aveva almeno un'idea dei protocolli da rispettare e si rivelarono molto utili. Benché i due velieri fossero abbastanza diversi per velocità e pescaggio, riuscirono a coordinarsi a sufficienza; la Lady Nelson, con il suo scafo piatto, fu fondamentale per esplorare Keppel Bay, Shoalwater Bay e Broad Sound; tuttavia, in più di un'occasione si arenò sui banchi di sabbia, riportando gravi danni alla chiglia. Le due navi erano ancora insieme quando furono scoperti Port Curtis e Port Bowen (poi ribattezzato Port Clinton) e il 29 settembre gettarono l'ancora nelle isole Percy, da cui ripartirono il 4 ottobre alla ricerca di un passaggio attraverso la barriera corallina; l'Investigator perse un'ancora, mentre la Lady Nelson ne perse una e danneggiò l'altra. Flinders decise di rinviarla a Port Jackson, mentre, lui rinunciando a cercare un altro passaggio, proseguiva direttamente per lo stretto di Torres e il golfo di Carpentaria, in cui entrò il 4 novembre. La costa fu attentamente cartografata fino alla Terra d'Arnheim, ma la nave teneva sempre peggio il mare. I carpentieri, esaminando lo scafo, dovettero constatare che il fasciame era marcio e non avrebbe retto per più di sei mesi; inoltre tra i membri dell'equipaggio incominciava ad imperversare lo scorbuto. Flinders dovette rinunciare a malincuore a proseguire l'esplorazione della costa settentrionale, facendo vela per Timor. Sperava di potervi acquistare una nave di ricambio, ma dovette accontentarsi di riempire la stiva dell'Investigator di acqua e provviste per il viaggio di ritorno; inoltre, in quello scalo malsano molti si ammalarono di dissenteria; tra di loro il giardiniere Peter Good, che ne sarebbe morto pochi giorni dopo l'arrivo nella baia di Sidney. Il viaggio, limitando al minimo gli scali e le misure idrografiche, proseguì lungo le coste ovest e sud dell'Australia. Il 9 giugno 1803, quasi un anno dopo la partenza, l'Investigator rientrava nel porto di Sidney; era la prima nave a compiere la circumnavigazione dell'Australia, ma era ormai condannata: il suo scafo era in condizioni tali da risultare inservibile e non riparabile. Flinders decise di imbarcarsi per l'Inghilterra per chiedere un'altra nave con cui riprendere l'esplorazione. Con il suo amato gatto e l'artista William Westall, il 10 agosto si imbarcò come passeggero sulla Purpoise diretta a Canton insieme ad altre due navi, la Cato e la Bridgewater. Il 17 agosto i tre vascelli si imbatterono in banco di sabbia e nello stretto spazio di manovra, i primi due finirono sulla barriera corallina, affondando rapidamente. Il capitano della Bridgewater, pensando non ci fossero sopravvissuti, si allontanò (cosa che gli fu duramente rimproverata da Flinders). Invece quasi tutti si erano salvati, compreso il gatto Trim, raggiungendo a nuoto il banco di sabbia. Dopo una settimana di inutile attesa, non vedendo arrivare soccorsi, Flinders e il comandante della Cato, John Park, riuscirono a recuperare una lancia, che battezzarono Hope, 'Speranza', a bordo della quale l'8 settembre raggiunsero Port Jackson con un memorabile viaggio di 800 miglia, percorse in dodici giorni. Due navi furono inviate a recuperare i 94 sopravvissuti. Flinders non rinunciava al suo proposito di rientrare al più presto in patria. L'unica nave disponibile era però del tutto inadatta allo scopo: si trattava del minuscolo schooner Cumberland, una nave con un equipaggio di soli cinque uomini, fino ad allora adibita al trasporto di granaglie; nella sua fretta, egli ne accettò il comando e salpò alla volta dell'Inghilterra; tuttavia la nave era in pessime condizioni e imbarcava tanta acqua che il 17 dicembre Flinders fu costretto a approdare a Mauritius in cerca di soccorso. Gli era noto che tra Francia e Inghilterra erano riprese le ostilità, ma contava di essere trattato con la medesima magnanimità con la quale Baudin (morto proprio a Mauritius tre mesi prima) era stato accolto a Port Jackson. Si sbagliava: la nave fu sequestrata e Flinders posto agli arresti con l'accusa di spionaggio. Per qualche tempo gli fu di consolazione il gatto Trim, che aveva compiuto con il suo umano anche l'ultimo viaggio; ogni tanto il felino riusciva a sgattaiolare fuori dalla prigione, ma un giorno non fece più ritorno. Probabilmente, pensò Flinders, era finito nella pentola di qualche morto di fame. Il capitano, che lo aveva amato molto, gli dedicò un epitaffio e un tributo biografico, allo stesso tempo tenero e pieno di umorismo. Non gli mancava il tempo per scrivere e rivedere le sue note e le sue carte. Dopo qualche mese di detenzione, poté alloggiare presso amici e riacquistare la libertà personale, ma fu trattenuto nell'isola per ben sei anni e mezzo, fino al giugno 1810 quando gli inglesi occuparono Mauritius. Nell'ottobre 1810, dopo oltre nove anni d'assenza, Flinders rivide finalmente il suolo inglese; nonostante fosse in cattiva salute, si mise immediatamente al lavoro per completare la relazione ufficiale del viaggio, A Voyage to Terra Australis. Il lavoro lo impegnò per più di tre anni e fu pubblicato il 19 giugno 1814. Flinders era morto proprio il giorno prima, a soli quarant'anni. A gennaio aveva però avuto la soddisfazione di vedere la pubblicazione della sua carta dell'Australia, che, sebbene preceduta da quella di Freycinet del 1811, la superava di gran lunga per completezza e precisione. Nel 1804 aveva inviato in patria la carta con le parti del continente mappate nella prima parte del suo viaggio e, invece del consueto nome Terra Australis, aveva usato la forma Australia, la cui "invenzione" gli è dunque generalmente accreditata. ![]() Alberi belli e imponenti In appendice a A Voyage to Terra Australis, il naturalista della spedizione Robert Brown pubblicò una nota generale sulla flora australiana (A general Remarks, geographical and systematical, on the Botany of Terra Australis) e la descrizione delle piante disegnate da Bauer e pubblicate nell'Atlante allegato all'opera. Ad aprire la serie è doverosamente Flindersia, il genere che Brown dedicò al suo capitano con queste parole: "Questo albero di dimensioni moderate fu osservato, tanto in fiore quanto in frutto, nel settembre 1802 nelle boscaglie nei pressi del capo del Broad Sound, sulla costa orientale della Nuova Olanda, a circa 23° di latitudine sud. Contemporaneamente l'esplorazione del Broad Sound fu completata dal capitano Flinders, per commemorare i cui meriti ho scelto questo genere tra quelli in numero considerevole scoperti durante la spedizione di cui fu l'abile e attivo comandante". Flindersia R.Br. (famiglia Rutaceae) è un genere di circa diciassette specie di alberi distribuiti tra le Molucche, Papua Nuova Guinea, l'Australia, la Nuova Caledonia e le isole Salomone. Quindici specie, dodici delle quali endemiche, sono presenti in Australia, che è il centro di diversità del genere. La maggior parte cresce nella foresta pluviale, ma quattro specie si sono adattate ad ambienti aridi o semi aridi: ad esempio F. dissosperma cresce nelle macchie aride del Queensland centro-orientale, spesso associata ad Acacia arpophylla e Eucalyptus populnea, mentre F. maculosa si trova in ambienti aridi e sabbiosi dell'interno, dal Queensand centrale al Nuovo Galles del Sud sud-occidentale. Di dimensioni da medie a grandi, sempreverdi o decidui, sono alberi di bell'aspetto che vengono anche utilizzati in giardini, parchi e viali cittadini, apprezzati anche per i fiori, piccoli, a stella, ma raccolti in grandi pannocchie terminali per lo più crema, spesso gradevolmente profumati. Si fanno notare anche i frutti, lunghe capsule legnose, per lo più armate di spinose dalla punta arrotondata; si aprono in cinque valve che ricordano una stella a cinque punte. Tra le specie più note, F. australis, abbastanza adattabile da vivere in natura sia nelle foreste pluviali sia nelle macchie aride del Queensland e del Nuovo Galles del Sud; può crescere fino a 40 metri e negli esemplari più grandi sviluppa un tronco a contrafforte, ma negli ambienti più aridi è decisamente più piccolo. Presenta una densa chioma arrotondata, una copiosa fioritura in bianco-crema e i caratteristici frutti spinosi. Il legname dai colori caldi, noto come teak australiano, forte e durevole, un tempo era tradizionalmente usato nelle costruzioni navali ed è molto apprezzato per mobili, parquet e strumenti musicali. Diversi esemplari di questa specie, come pure di F. schottiana, sono stati piantati lungo i viali di Brisbane. Altre specie sono invece endemiche di piccole aree e in alcuni casi sono a rischio. Tra le prime, citiamo F. oppositifolia, limitata alle foreste di altitudine del Bellenden Ker Range nel Queensland settentrionale; si distingue dalle altre specie per i fiori rosso scuro. Tra le seconde, F. ifflaiana, non solo ristretta a aree limitate di Papua Nuova Guinea e del Queensland, ma anche in pericolo per l'eccessivo sfruttamento; in passato è stata infatti uno dei più importanti alberi da legname. Ulteriori informazioni su altre specie di questo interessante genere nella scheda. |
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February 2025
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