Grandi, succose, belle, benché meno saporite e profumate di quelle selvatiche, le fragole coltivate rallegrano le nostre tavole e si trasformano in dolci golosi. Così come le conosciamo, sono un'acquisizione recente, il frutto di un'ibridazione casuale di specie che in natura vivono ai due capi del continente americano. E per farle incontrare sono stati necessari un esploratore, Jacques Cartier, una spia, Amédée-François Frézier, un botanico-coltivatore, Antoine-Nicolas Duchesne. E in questa storia c'è anche una parente povera e indesiderata, la Duchesnea indica (che oggi, più propriamente, dovremmo chiamare Potentilla indica). ![]() Fragole bianche, fragole rosse e fragoloni Alla corte del Re Sole avviene una rivoluzione del gusto: banditi i piatti rinascimentali sovraccarichi di spezie, la parola d'ordine è ora semplicità. Diventano di moda i legumi, non più camuffati in complicati pasticci, ma serviti al dente, restituiti al loro gusto naturale. Il Potager du roi, gestito da un genio dell'orticultura, il direttore degli orti e dei frutteti reali Jean-Baptiste de la Quintinie, rifornisce la tavola di Versailles con le più deliziose primizie. Furoreggiano i piselli (oggetto di una mania su cui ironizza Mme de Sevigné) e le fragole, servite fuori stagione grazie ai metodi rivoluzionari messi a punto dal maestro giardiniere. Il re adorava questi piccoli frutti profumati, con disapprovazione del suo medico Fagon che li riteneva nocivi allo stomaco. Le fragole coltivate nelle aiuole di Versailles erano le nostre fragoline di bosco Fragaria vesca, probabilmente anche Fragaria moschata; forse già un secolo prima era arrivata in Europa anche Fragaria virginiana, che forse fu portata dal navigatore Cartier, specie molto amata per il fine profumo. Nel 1712 l'ingegnere militare Amédée-François Frézier viene inviato in Sud America per una missione di spionaggio; mentre si trova in Cile nota che in quel paese viene venduta e coltivata una fragola bianca, molto più grande di quelle europee, anche se meno gustosa e profumata. Conoscendo la passione del re, prima di partire se ne procura alcune piante e riesce a farne sopravvivere cinque, lesinando a se stesso l'acqua dolce tanto preziosa per le piantine durante il lungo viaggio oceanico. Rientrato in Francia nell'agosto del 1714, fa giusto in tempo a presentare il suo omaggio al re che morirà un anno dopo. Anche se a questo punto le leggende incominciano a moltiplicarsi, sappiamo di certo che "la bianca del Cile" - come viene chiamata, per noi Fragaria chiloensis - oltre che al Potager du Roi approderà al Jardin de Plantes e in Bretagna, a Plougastel. Qui trova condizioni ideali e incomincia fruttificare, mentre le "parigine" si riveleranno sterili. Ma a questo punto entra in scena in nostro eroe, Antoine-Nicolas Duchesne. Figlio del Prevosto agli edifici reali, fin da bambino ha potuto frequentare i giardini del re e ha sviluppato una grande passione per la botanica e l'orticultura. Egli nota che le piantine di Fragaria chiloensis coltivate vicino a F. virginiana fruttificano: infatti si tratta di esemplari femminili privi di stami che hanno bisogno di essere fecondati dal polline di altre piante. L'incrocio tra le due varietà - nota Duchesne - dà vita a un ibrido che battezza Fragaria x ananassa (per il profumo che ricorda vagamente l'ananas): ha il gusto e il profumo da F. virginiana e la grandezza da F. chiloensis. Insomma, è nato il fragolone coltivato, da cui deriveranno in seguito tutte le attuali cultivar orticole. Duchesne - egli stesso si definirà botanico-coltivatore - differentemente dai suoi contemporanei univa una solida preparazione teorica (era allievo di Bernard de Jussieu, uno degli esponenti di questa importante famiglia di botanici del Jardin des Plantes) alla propensione alla sperimentazione; tenta dunque diversi esperimenti di ibridazione e di semina; tra l'altro nota che nelle fragolaie del Jardin des Plantes c'è una fragola strana: anziché tre foglioline, ne ha una sola. Prova a seminarla, e nota che la caratteristica è mantenuta dalla discendenza. Invia un esemplare a Linneo che la battezza F. monyphylla e la considera una nuova specie. Duchesne invece è il primo a capire che la pianta è il frutto di una mutazione e rompe quello che era ancora un tabù della scienza: che le specie fossero immutabili. E' anche il primo a distinguere (pur con qualche imprecisione) tra specie e varietà. A soli 19 anni, il geniale giovanotto scrive Histoire naturelle des fraisiers, in cui descrive con accuratezza le diverse specie e varietà di fragole e arriva a disegnarne l'albero genealogico. Si capisce così perché il libro di Duchesne abbia intercettato l'attenzione di Darwin. Per altre informazioni su Duchesne e sul suo contributo alla botanica e all'orticoltura, leggetene la biografia. ![]() Da Duchesne alla Duchesnea All'inizio dell'Ottocento, in Asia vengono individuate delle Rosacaee affini alle fragole, che alcuni botanici assegnano al genere Fragaria, altri al genere Potentilla. James Edward Smith, presidente della Linnean Society di Londra nel 1810 le attribuisce a un nuovo genere, che denomina Duchesnea in onore di Antoine Nicolas, con la seguente motivazione: “Dando il nome a questo nuovo genere voglio commemorare i meriti di Mr. Duchesne autore della Histoire naturelle des Fraisiers in cui le varietà di fragole sono così accuratamente descritte e i sinonimi così ben illustrati che non riesco a immaginare perché non abbia suscitato maggiore attenzione in Linneo”. Così, con una certa ironia, quel grandissimo esperto di fragole è onorato dal nome di una pianta che, a causa dei frutti belli e invitanti ma totalmente insapori, è chiamata volgarmente con nomi come "fragola dei cani" "fragola matta" "finta fragola". E, colmo dei colmi, ultimamente ha perso anche questo piccolo omaggio, visto che le ricerche più recenti, basate sul DNA, declassano la Duchesnea a sottogenere della Potentilla. Originaria dell'Asia, Duchesnea indica (che dovremo rassegnarci a chiamare Potentilla indica) è stata introdotta come pianta ornamentale in Europa e America, ma se n'è ben presto fuggita dai giardini per diventare un'infestante di cui - in alcuni paesi, come il Belgio - è addirittura vietata la coltivazione. Per quanto riguarda l'Italia - la notizia è riportata da Wikipedia ma non ho potuto riscontrarla - sarebbe stata introdotta come curiosità nell'Orto botanico di Torino e da lì avrebbe colonizzato la penisola. Nel mio giardino cresce rigogliosa, abbiamo un patto di non belligeranza e - vi assicuro - con qualche accorgimento la si può far stare al suo posto. Qualche approfondimento nella scheda. |
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February 2025
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