Nell'Inghilterra del Settecento, con la diffusione del giardino all'inglese ricco di essenze esotiche di grande impatto paesaggistico - primi fra tutti gli arbusti da fiore e gli alberi che si rivestono di spettacolari colori autunnali - il giardinaggio, da moda per ricchi aristocratici e eccentrici appassionati, incomincia a trasformarsi in una passione nazionale. In un momento di grande espansione economica, non manca chi, per procurarsi una pianta rara prima di tutti i suoi amici, è disponibile a sborsare somme notevoli. Nasce il vivaismo ornamentale. Così, un giardiniere di talento come James Gordon può mettersi in proprio e diventare ricco grazie alla riproduzione e alla vendita di piante esotiche; celebrato come il miglior giardiniere d'Inghilterra, desta l'ammirazione di botanici e collezionisti, diventa amico di Ellis, Collinson e Solander e corrispondente di Linneo. E conquista la dedica di una pianta "difficile" dalle spettacolari fioriture. Un vivaista di successo Il 30 giugno 1760, il pomeriggio stesso del suo arrivo a Londra, uno stupefatto Daniel Solander, accompagnato dal mercante svedese Abraham Spalding e da John Ellis (il più assiduo corrispondente di Linneo a Londra), visita il vivaio di Mile End, alla periferia orientale della città, creato dal giardiniere James Gordon. Nella sua lettera del giorno successivo a Linneo, descriverà le serre, gli impianti, le magnifiche fioriture. A entusiasmarlo sono i numerosissimi alberi e cespugli esotici, soprattutto americani: in quel momento sono in fioritura Calycanthus, magnolie, Rhododendron maximum, due tipi di Kalmia, Tetragonotheca. Solander è ammirato dai lettorini caldi che permettono di coltivare, nutrire e proteggere le piante più delicate all'aria aperta. Ma a stupirlo più di tutto è che il proprietario del vivaio si sia arricchito vendendo piante, e che gli inglesi siano disposti a pagare cifre incredibili per le piante più rare. James Gordon, che Solander descrive intento a identificare alcune piante insieme al proprio figlio, servendosi delle opere di Linneo, fu probabilmente il più importante vivaista britannico della seconda metà del Settecento. Scozzese (lo erano quasi tutti i giardinieri del tempo, con grande disappunto dei colleghi inglesi), era stato al servizio prima di James Sherard, il cui giardino di Eltham, ricco di piante rare, era considerato tra i più belli del paese, poi di Robert James lord Petre, il celeberrimo collezionista di piante. Come giardiniere capo di Thorndon, aveva aiutato Petre a creare una magnifica collezione di alberi e arbusti esotici, molti dei quali giunti dall'America grazie alla rete di Peter Collinson. Dopo la morte precoce di lord Petre (1742), queste esperienze avevano permesso a Gordon di aprire un proprio vivaio a Mile End. Grazie alla sua stupefacente abilità nel riprodurre le piante da talea e da seme, si creò un'immensa fama. La sua reputazione era tale che Fothergill, benché avesse al suo servizio quindici giardinieri, si rivolse a lui per far germogliare i semi di un raro corbezzolo greco; Collinson invece si appoggiava a lui per la riproduzione delle nuove piante che affluivano dall'America grazie a Bartram: ad esempio, gli affidò i semi dell'appena scoperta e battezzata Dionaea muscipula (anche se in questo caso, a quanto pare, senza molto successo). In una lettera a Linneo, lo stesso Ellis dichiara che Gordon aveva "più conoscenze sulle piante di tutti i giardinieri e gli scrittori di giardinaggio d'Inghilterra messi insieme", in ciò superiore anche a Miller del Chelsea Physic Garden (è vero che tra i due non correva buon sangue); solo la sua modestia gli aveva impedito di pubblicare qualcosa. Invita poi Linneo ad inviargli qualche pianta rara, certo di essere generosamente ricambiato da Gordon che è un suo ammiratore e un seguace del suo sistema. E in effetti negli anni successivi, probabilmente anche grazie all'intermediazione di Solander (il giovane svedese per qualche tempo abitò presso Gordon, in una casa annessa al vivaio), tra il grande scienziato e il vivaista scozzese ci sarà uno scambio di lettere e di piante rare. Giardiniere dall'abilità quasi magica, nel suo vivaio riuscì a far prosperare e a portare a maturità e a fioritura piante esotiche di tutto il mondo. Fu il primo a coltivare in Europa piante orientali come Ailanthus, Gingko, Styphnolobium japonicum, ovvero la sofora del Giappone, e molte specie di arbusti e alberi americani, come Ulmus americana, diversi tipi di magnolia e rododendri, procurati da Collinson. Rese popolare la Camellia japonica: dopo la morte di lord Petre, portò con sé talee delle prime camelie mai fiorite in Inghilterra e le riprodusse per anni nel proprio vivaio. Riuscì a moltiplicare per talea la Gardenia, mentre tutti i suoi colleghi avevano fallito. Stupiva l'amico Collinson per la insuperabile abilità con cui riusciva a riprodurre da seme arbusti difficili come kalmie, rododendri e azalee. Oltre che capace giardiniere, del resto era un abile uomo d'affari: nel 1759, le talee di Gardenia gli frutteranno mille sterline; l'anno prima, ne aveva guadagnate 500 vendendo 100 esemplari di Magnolia grandiflora, ottenuti a partire da quattro talee; dopo trent'anni, negli anni settanta, le piante di camelia gli fruttavano ancora quattro scellini l'una. Per propagandare le sue piante, intorno al 1770 fu anche tra i primi a stampare un catalogo. Grazie alle sue abili cure, molte piante prosperavano e fruttificavano, producendo grandi quantità di sementi. Gordon decise quindi di diversificare l'attività, aprendo un negozio di semi a Fenchurch Street. Una sintesi della sua vita nella sezione biografie. In un'epoca in cui la passione per le piante esotiche dilagava in Inghilterra, Gordon fu tra i primi a coglierne la portata economica, trasformandola da aristocratica moda per pochi in una vera e propria produzione industriale, in ciò aprendo la strada ai grandi vivaisti dell'Ottocento, come i Veitch. Gordonia, una colonna di fiori d'argento Per una volta, è molto facile individuare il legame tra Gordon e il genere che lo celebra, Gordonia. La sola specie nota all'epoca era un endemismo dei boschi umidi americani che Linneo, nel 1753, in Species plantarum, aveva battezzato Hypericum lasianthus. Nel 1771 John Ellis, riconoscendo che non aveva nulla a che fare con gli iperici (in effetti, si tratta di una Theacea, la famiglia della Camellia), la spostò nel nuovo genere Gordonia. Il motivo della dedica è semplice: nel 1763, dopo un ventennio di tentativi, Gordon era stato il primo a coltivare con successo la pianta partendo dai semi. Gordonia è un genere di alberi sempreverdi a colonna con grandi e vistosi fiori bianchi, il cui status tassonomico è assai discusso. Fino a qualche anno fa gli veniva assegnata una quarantina di specie, tutte native del sudest asiatico, a parte G. lasianthus, nordamericana, e almeno un'altra specie. Una recente revisione, basata su indagini filogenetiche, propone tuttavia di riservare la denominazione Gordonia alle specie americane, trasferendo le specie asiatiche in Polyspora o Laplacea (cui sono attribuite anche alcune delle specie del Nuovo mondo). Una situazione complicata; è molto semplice invece innamorarsi della specie tipo, G. lasianthus , quella che Gordon riuscì con tenacia a riprodurre. E' un albero di grande bellezza, purtroppo noto per la sua difficoltà di coltivazione: nativo di zone umide (come ricorda il nome comune americano, loblolly bay, ovvero "alloro delle paludi"), con suolo acido, amante degli inverni miti e delle estati fresche con alto tasso di umidità, difficilmente si adatta ad altre condizioni. Il suo splendore in piena fioritura è decritto in una pagina dei Travels di William Bartram, che erborizzando in Florida, nei pressi di Lake George si imbatté in una pineta mista con G. lasianthus e magnolie: "L'alta, svettante, Gordonia lasianthus, che ora mi stava davanti in tutto il suo splendore, è degna di ammirazione da ogni punto di vista. Il suo denso fogliame, di colore verde scuro, è punteggiato di grandi fiori bianco latte profumati, portati su steli lunghi, snelli ed elastici all'estremità dei suoi numerosi rami; ogni mattina la fioritura si rinnova e in questa incredibile profusione l'albero pare d'argento, mentre il suolo è un tappeto di fiori caduti". Le foglie, che si rinnovano nel corso dell'anno, aggiungono un tocco di rosso allo splendore cromatico di questa bella schizzinosa. Qualche approfondimento nella scheda.
3 Comments
Eraldo Antonini dott. agr.
31/7/2017 02:09:28 pm
A me risulta che il genere Gordonia non fu dedicato in onore di James Gordon, bensì di Alexander Gordon.
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cimbalaria
31/7/2017 04:23:43 pm
Non so su quale fonte si basi questo rilievo. La fonte primaria, ovvero J. Ellis, Philosophical transaction, 1770, indica chiaramente che il dedicatario è James Gordon; questa indicazione è confermata dai repertori recenti, ad esempio R. Desmond, Dictionary of British and Irish botanist and horticulturalist. L'attribuzione a Alexander Gordon (ovvero al figlio minore di James, ben meno celebre del padre) è un errore di alcuni autori ottocenteschi, e presumibilmente risale a George Don, per essere poi ripresa da D.J. Brown.
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cimbalaria
31/7/2017 05:09:05 pm
Vorrei aggiungere un interessante documento che leva ogni dubbio. Linneo avrebbe voluto battezzare questo genere Lisianthus, ma J. Ellis così gli scrisse, con cortesia ma fermezza: "Non posso cambiare il nome di Gordonia in Lisianthus; è stato già presentato alla Royal Society, e il mio degno amico, JAMES GORDON, ha accettato da me questo omaggio". Errori se ne possono sempre fare, ma nello scrivere questo blog controllo accuratamente le fonti e, se possibile, risalgo a quelle primarie. Saluti.
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