L'esuberante, a volte indomabile, Macleaya cordata appare il ritratto vegetale perfetto per il funzionario, entomologo, collezionista e naturalista dilettante Alexander Macleay, un uomo che non conosceva le mezze misure. Nei suoi anni inglesi accumulò una collezione di insetti che era considerata la più bella e vasta del paese, forse del mondo; quando si trasferì in Australia come segretario coloniale, divenne una figura di spicco nella vita amministrativa, culturale, mondana e politica del Nuovo Galles del Sud. Sempre all'insegna del gigantismo: la sua casa di Elizabeth Bay, ancora oggi considerata la più bella dimora del periodo coloniale, era circondata da un giardino di 22 ettari, ricco di piante rare venute da tutto il mondo. Purtroppo non esiste più, ma l'impronta di Macleay rimane nelle strade della città, dove fioriscono le jacaranda da lui introdotte, nell'Australian Museum e soprattutto nel Macleay Museum di Sydney. Un burocrate della botanica Nel gennaio 1826, quando Alexander Macleay (1767-1848) sbarcò a Sidney, era alla soglia dei 60 anni; forse un po' tardi per iniziare una nuova vita, ma anche un'occasione da non perdere. In patria era stato in importante funzionario del Transport Board del Ministero della guerra; ma nel 1818, finite le guerre napoleoniche, il dipartimento era stato soppresso, ed egli era stato messo a riposo con una pensione di 750 sterline. Poco per un uomo dai gusti dispendiosi con un'enorme famiglia; così, quando lord Bathurst, che era stato il suo capo, gli propose il posto di segretario coloniale del Nuovo Galles del Sud, con uno stipendio di 2000 sterline e il mantenimento della pensione, dopo qualche esitazione accettò. Tra le diverse considerazioni, certo pensò anche che il Nuovo Galles del Sud era un terreno ideale per coltivare le sue passioni naturalistiche. Oltre che un abile burocrate, Macleay era infatti un naturalista dilettante, noto per la sua grande e raffinata collezione entomologica. Nato in Scozia in un'antica famiglia impoverita dalle guerre giacobite, era stato educato a una carriera commerciale e nel 1786 si era trasferito a Londra, dove avviò un commercio di vini. A un certo punto dovette entrare in contatto con l'ambiente scientifico e nel 1794 venne ammesso alla Linnean Society; il segretario Thomas Marsham e il reverendo William Kirby era due noti entomologhi e forse furono loro ad avviarlo alla raccolta e allo studio degli insetti. Nel 1795, forse grazie alla raccomandazione di Banks, venne assunto come primo capo dell'Ufficio dei prigionieri di guerra; in seguito, l'ufficio confluì nel Transport Board, e Macleay fece carriera, divenendo prima capo del dipartimento della corrispondenza ed infine segretario del Board, rendendosi utile a Banks per lo scambio di prigionieri francesi con scienziati britannici. A partire dal 1798, quando Marsham diede le dimissioni per diventare tesoriere, Macleay mise le sue capacità amministrative al servizio della Linnean Society, ricoprendo a titolo gratuito l'incarico di segretario fino alla vigilia della sua partenza per l'Australia. Manteneva la corrispondenza, curava l'edizione e la stampa delle Transactions, teneva informato il presidente James Edward Smith che viveva nel Surrey e raramente partecipava alle riunioni. Svolgeva tutti questi compiti con grande zelo ed efficienza, esattamente come i suoi doveri d'ufficio, dividendo le sue giornate tra il Ministero e la Linnean Society. Nella sua posizione di burocrate della scienza poté stringere molti contatti che gli permisero di arricchire rapidamente la sua collezione di insetti, cominciata con le escursioni entomologiche e gli scambi con gli amici; poi vennero gli esemplari ottenuti da una rete corrispondenti (come il pittore John William Lewin, che gli spedì insetti proprio dal Nuovo Galles del Sud) e gli acquisti alle aste. Tra il 1804 e il 1818, Macleay riuscì ad aggiudicarsi integralmente o in parte le collezioni entomologiche di Dru Drury, Edward Donovan, Thomas Marsham, John Francillon e del generale Thomas Davies, di grande rilevanza storica per la presenza di numerosi esemplari tipo. A questo punto la sua collezione era probabilmente la più ricca del paese; se ne servirono largamente Kirby e Spense per il loro An Introduction to Entomology, pubblicato nel 1815 con una dedica a Macleay. Si moltiplicarono anche i riconoscimenti scientifici: nel 1809 fu ammesso alla Royal Society, nel 1813 alla Reale accademia delle scienze svedese, nel 1818 all'Accademia delle Scienze di Torino. Gli insetti erano l'interesse preminente, ma non il solo: Macleay amava anche le piante e nella casa di campagna che aveva acquistato nel Surrey creò un giardino ricco di specie esotiche, che come segretario della Linnean Society a volte riusciva a procurarsi in anteprima: è il caso di uno dei primi esemplari di Wisteria sinensis, arrivato direttamente dalla Cina nel 1819. Tra le piante preferite le rose; quando partì per l'Australia, ne portò con sé 34 piedi, incluse tre noisette, all'epoca una novità. Collezionare insetti e possedere una elegante villa di campagna erano abitudini dispendiose per un funzionario ministeriale, sebbene di alto livello; anche di più era crescere uno stuolo di figli e figlie. Lui e la moglie Elisa Barclay ne ebbero diciassette; sette morirono prima di raggiungere l'età adulta; rimanevano quattro maschi, cui assicurare un'educazione universitaria in vista di carriere prestigiose, e sei ragazze cui trovare marito, come nel più classico romanzo di Jane Austin. Quando Macleay si trovò a disporre solo di una modesta pensione, arrivarono le difficoltà finanziarie, accresciute dal fallimento della banca privata del fratello di cui era azionista. Lasciare le amicizie e una posizione scientifica pazientemente coltivata per un quarto di secolo era doloroso, ma l'offerta troppo allettante. Così si risolse ad accettare e a partire per gli antipodi; che fosse una destinazione definitiva, lo dimostra il fatto che lo accompagnavano la moglie e le sei figlie (la maggiore, Frances Leonora detta Fanny, aveva 34 anni, la più piccola, Barbara, 12); nella stiva, la preziosa collezione di insetti (all'epoca, contava circa 9000 pezzo), la biblioteca e casse di piante. Uomo molto attivo, capace di lavorare anche 20 ore al giorno, di grandissima esperienza amministrativa, Macleay seppe rendersi indispensabile al governatore Darling. Dopo anni di incertezze finanziarie, ora godeva di un buon stipendio e ottenne anche vaste concessioni fondiarie, tra cui una di circa 22 acri a Elizabeth Bay, a circa due miglia ad est della città. La famiglia si stabilì nella casa assegnata al Segretario coloniale nei pressi dell'ufficio, ma fin dal 1827 Macleay cominciò a trasformare la proprietà di Elizabeth Bay in un giardino paesaggistico, sfruttando la splendida posizione affacciata sulla baia. Fece costruire un muro di sostegno, una strada d'accesso, delle stalle ingentilite da torrette e un cottage per il giardiniere. Affidò il progetto del giardino a Thomas Shepherd, il primo vivaista della colonia; era un seguace del giardino paesaggistico che propagandò nel suo Lectures of Landscape Gardening (1836), dedicato a Macleay "in segno di ammirazione per l'abilità consumata, la conoscenza e lo zelo nelle attività orticole". Mentre gli altri proprietari di giardini facevano tabula rasa della vegetazione spontanea per ricreare agli antipodi i giardini della madrepatria, Macleay chiese a Shepherd di preservarla; costituita da alberi di Eucalyptus tereticornis con il relativo sottobosco, divenne lo sfondo dove inserire sentieri sinuosi, laghetti, un ponte rustico, grotte, edifici romantici e piante esotiche fatte venire dall'Inghilterra, dall'India, dalla Cina e da altri angoli dell'Impero britannico. Così descrive il giardino Mrs Lowe, che lo visitò al momento del suo massimo splendore: "Il cammino che porta alla casa è tagliato attraverso rocce ricoperte dagli splendidi arbusti selvatici e dai fiori di questo paese, e qua e là c'è un immenso albero primordiale [...]. In questo giardino ci sono piante di ogni clima: fiori e alberi di Rio, delle Indie Occidentali, delle Indie Orientali, della Cina e persino dell'Inghilterra. I bulbi del Capo sono splendidi, e se non le avessi viste non potrei credere quanto belle siano le rose. Gli aranci, i limoni, gli altri citrus e i guaiavi sono immensi, i melograni sono in piena fioritura. Mr Macleay ha anche un'immensa collezione di piante della Nuova Zelanda". Non abbiamo cataloghi del giardino, ma le semine e i trapianti sono documentati da due quaderni, di mano in parte di Alexander Macleay in parte del figlio William Sharp: Plants Received at Elizabeth Bay, ca 1826-1840, e Seeds Received at Elizabeth Bay, 1836-1857, che elenca semi di 3806 varietà. Era un autentico orto botanico con rarità di ogni tipo; tra i fornitori, oltre a Shepherd, troviamo il famoso vivaio londinese Loddiges, specialista in piante esotiche; qualche pianta arrivò da scambi con altri appassionati, come William Macarthur di Camden. Il giardino doveva già essere completato nel gennaio 1836, quando Macleay vi diede una splendida festa in onore degli ufficiali delle HMS Beagle e Zebra, in viaggio alla volta del Pacifico; c'erano le famiglie più in vista della colonia, per un totale di 200 invitati; ma non c'era il naturalista del Beagle Charles Darwin, che aveva approfittato dello scalo per un'escursione naturalistica sulle Blue Mountains. La festa si svolse sul prato antistante la villa la cui costruzione era iniziata l'anno prima; Macleay ne aveva affidato la progettazione a John Verge, il più rinomato architetto della colonia, che disegnò un edificio a due piani in stile classico, particolarmente notevole per la sala centrale ovale sormontata da una lanterna. Nobiltà e miseria di una casa e di un giardino Un giardino da favola, feste danzanti e una residenza alla moda, oltre a corrispondere al gusto del lusso che Macleay aveva già manifestato in Inghilterra, facevano parte della strategia per inserirsi nell'élite della società della colonia, costituita da emigrati che stavano facendo fortuna con l'allevamento delle pecore nelle terre ottenute in concessione dal governo (una speculazione a cui si dedicò egli stesso). Nonostante la sua figura di goffo arrivista fosse anche oggetto di caricatura, l'operazione riuscì abbastanza da assicurare ottimi matrimoni a cinque figlie su sei. Nel 1838 Macleay fu anche tra i fondatori dell'esclusivo Australian club. Ma c'erano circoli a cui teneva anche di più: quelli dei "gentiluomini naturalisti" di cui in Inghilterra aveva fatto parte nella posizione privilegiata di noto collezionista e segretario della Linnean Society, Tra i doveri d'ufficio del segretario coloniale, c'era la gestione dell'orto botanico. Era stato fondato nel 1816 dal governatore Macquaire, ma, anche se il primo sovrintendente Charles Fraser aveva incominciato a trapiantarvi le specie native raccolte durante le sue spedizioni, era ancora poco più di un orto in cui si coltivavano le verdure per la mensa del governatore. La riuscita del giardino di Elizabeth Bay, che aveva dimostrato le potenzialità di un terreno di per sé arido, sabbioso e poco fertile, sicuramente stimolò la coltivazione di fruttifere ed esotiche anche nell'orto botanico, cui Macleay donò numerose piante; tuttavia, il giardino non decollò fino alla fine degli anni '40, in seguito a una serie di vicende sfortunate tra cui la morte di Richard Cunningham e la rinuncia di suo fratello Allan. Macleay incontrò maggior successo nell'istituzione del Museo australiano. La creazione di un museo della colonia era stato il principale obiettivo della Philosophical Society of Australia, fondata nel 1821 da sette gentiluomini; erano stati raccolti o donati minerali, fossili, manufatti indigeni, custoditi proprio nell'ufficio del segretario coloniale, ma la società si era presto arenata. Macleay rilanciò il progetto e già nel 1827 convinse il governatore a stanziare 200 sterline per istituire il Museo coloniale, che nel 1830 fu trasferito in un capannone annesso all'ufficio dell'avvocatura, poi nel 1831 nell'edificio del Vecchio consiglio legislativo. Nel 1836 venne rinominato Australian Museum e, probabilmente su suggerimento di Macleay, posto sotto la giurisdizione del "Comitato di sovrintendenza del Museo Australiano e dell'Orto botanico", di cui facevano parte sia lui, nelle vesti di presidente, sia suo figlio William Sharp e diverse personalità della colonia che ne condividevano gli interessi scientifici, tra cui Phillip Parker King. Intanto Macleay continuava ad accumulare piante, insetti e altri oggetti naturali (i suoi interessi si erano estesi anche all'ornitologia e agli animali marini). Per quanto riguarda le piante, gli si attribuisce l'introduzione in Australia del glicine, che come abbiamo visto già coltivava in Inghilterra, e della jacaranda, oggi comunissima lungo i viali cittadini; nel 1836 è documentato l'arrivo di una Magnolia denudata. Tra gli apporti alla collezione entomologica merita segnalare diversi esemplari avuti da Raffles e le 192 diverse specie di insetti raccolte dal capitano King nel corso della ricognizione della costa australiana tra il 1818 e il 1822. Nel conferirgli l'incarico, l'ufficio coloniale aveva raccomandato a Macleay di non prendere iniziative personali e di non discostarsi dalle disposizioni del governatore; egli si era attenuto strettamente a questa direttiva, con il risultato che la crescente impopolarità di Darling ricadde anche su di lui; membro fin dal 1825 del Consiglio legislativo e del Consiglio esecutivo, per altro condivideva pienamente le scelte conservatrici del governatore, ostile a concedere pieni diritti politici agli ex-deportati. Anche Macleay fu oggetto di una violenta campagna di stampa che lo accusava di essersi fatto strumento del tirannico Darling per puro interesse personale; uno dei capi d'accusa più gravi era proprio la concessione della tenuta di Elizabeth Bay, che includeva una riserva aborigena sotto protezione governativa. A Londra arrivò la duplice richiesta di rimuovere tanto l'odiato governatore quanto il suo tirapiedi, ovvero il segretario coloniale. In effetti nel 1831 Darling, terminato il suo mandato, fu richiamato in Inghilterra ma la sua relazione sull'operato di Macleay fu così positiva che l'ufficio coloniale decise di mantenerlo al suo posto. Tuttavia le sue relazioni con il nuovo governatore Burke si fecero sempre più tese, finche nel 1835 quest'ultimo notificò all'Ufficio coloniale che era necessario nominare un nuovo segretario in vista dell'imminente pensionamento di Macleay, quasi settantenne. Il quale non era stato consultato in proposito e cercò di opporsi in tutti i modi, minacciando anche di adire le vie legali, finché all'inizio del 1837 fu costretto al ritiro. Come in Inghilterra vent'anni prima, si trovò di nuovo immerso nei debiti. Anche se con la sua strenua resistenza si era almeno garantito una buona pensione, la perdita del lauto stipendio diede il colpo di grazia a una situazione già problematica a causa dei debiti accumulati per costruire la casa o investiti in speculazioni avventate, proprio nel momento in cui il prezzo della lana crollava e il Nuovo Galles del Sud era investito da una grave crisi. Molti altri erano indebitati e Alexander Macleay cercò inutilmente di vendere una parte delle terre. A salvarlo dalla bancarotta fu il figlio maggiore William Sharpe Macleay (1792-1865), che era anche il maggiore dei suoi creditori; trasferitosi a Sydney nel 1839, nel 1844 si fece carico di parte dei debiti e provvide a saldarli vendendo la mobilia, la biblioteca, che contava circa 4000 volumi, diversi terreni. Per costringere il padre a un regime di stretta economia, lo convinse a trasferirsi con la moglie presso una delle sorelle sposate e si trasferì nella casa di Elizabeth Bay, dove visse fino alla morte. In queste tristi vicende, l'anziano Alexander era ancora impegnato in politica: nel 1843 fu eletto all'assemblea legislativa, di cui fu speaker fino al 1846. Morì nel 1848 in seguito alle ferite riportate in un incidente stradale. Al funerale assistette una gran folla, a dimostrare che nonostante tutto era stato una personalità di primo piano nella vita della colonia. A ereditare la collezione entomologica fu William Sharp che la unì alla propria. Dopo essersi laureato a Cambridge, aveva intrapreso la carriera diplomatica, con primo incarico a Parigi, dove aveva frequentato tra gli altri Cuvier; quindi aveva approfittato di una missione a Cuba e di un viaggio negli Stati Uniti per incrementare la sua collezione di insetti, in parte raccolta di persona, in parte ottenuta attraverso scambi e acquisti. A differenza del padre, che non pubblicò nulla eccetto una monografia sul genere Passus, fu uno scienziato con ambizioni teoriche, creatore del sistema di classificazione quinario che godette di qualche successo tra i naturalisti britannici, un ambiente in cui era ben inserito (tra i suoi contatti, anche il giovane Darwin, che incoraggiò a pubblicare i risultati naturalistici del viaggio del Beagle). Continuò ad incrementare la collezione anche in Australia; al momento della sua morte nel 1865, unita a quella del padre, occupava 480 cassetti e contava tra 100.000 e 150.000 esemplari. William Sharp diede un grande contributo anche al giardino. Al suo arrivo nel 1839 portò con sé molti bulbi che si era procurato durante lo scalo a Città del Capo; altre 88 varietà gli furono invite l'anno dopo da Nathaniel Wallich, suo corrispondente e sovrintendente dell'orto botanico di Calcutta. Nel 1841 ricevette una visita speciale: quella di Joseph Dalton Hooker, figlio del direttore di Kew, di passaggio in Australia come naturalista dell'Erebus; Hooker fu entusiasta del giardino e lo descrisse come il paradiso dei botanici: "La mia sorpresa fu sconfinata per le bellezze naturali del luogo, il gusto inimitabile con cui i giardini erano disposti e il numero e la rarità delle piante che vi erano raccolte". Macleay gli restituì la visita sull'Erebus e passò un'intera giornata ad ammirare gli esemplari raccolti da Hooker nei mari antartici. Alla sua morte lasciò la collezione al cugino William John Macleay e la casa al fratello minore George (un altro personaggio sopra le righe, noto come esploratore, viaggiatore e bon vivant) che suddivise la proprietà in lotti, ne vendette gran parte e affittò la casa al cugino. William John Macleay (1820-1891) era arrivato in Australia insieme al cugino William Sharp che lo aveva iniziato all'entomologia. Anche lui era un appassionato collezionista; nel 1862 fondò e presiedette l'Entomological Society. Dopo aver ereditato la collezione di Alexander e William Sharp, decise di ampliarne la portata, trasformandola in una raccolta zoologica a 360°. Nel 1874 fu tra i soci fondatori e primo presidente della Linnean Society del Nuovo Galles del Sud. Finanziò diverse spedizioni; nel 1875 guidò quella del Chevert in Nuova Guinea, la prima spedizione scientifica australiana in un altro paese. Ormai le collezioni erano così grandi che dovette far costruire un nuovo edificio per ospitarle ed assumere un curatore nella persona di George Master. Nel 1889 ne fece dono all'Università di Sydney; nacque così il Macleay Museum, uno dei più importanti musei naturalistici dell'Australia. Alla morte di George la casa passò agli Onslow, discendenti di Rosa Roberta, una delle figlie di Alexander; nel Novecento fu semiabbandonata, ristrutturata, smembrata in appartamenti finché nel 1963 fu acquistata dal Consiglio della Contea. Restaurata e riportata allo splendore originale, oggi è un museo inserito dall'Unesco nella lista del patrimonio dell'umanità. Il giardino aveva cessato da tempo di esistere. Macleaya, splendide e invadenti Robert Brown era stato ammesso alla Linnean Society nel novembre 1798, pochi mesi dopo l'elezione a segretario di Alexander Macleay. Dopo il suo ritorno dall'Australia, la società lo assunse come impiegato e bibliotecario; si trovò così a lavorare quasi quotidianamente con Macleay. Tra i due dovette svilupparsi una stretta amicizia. Nell'autunno nel 1814, Brown soffrì una brutta infreddatura e il suo capo lo invitò a trascorrere le vacanze natalizie con la sua famiglia nella villa del Surrey. Fu un momento molto piacevole per il botanico, trascorso in dotte conversazioni con il padrone di casa e con William Sharp, all'epoca studente a Cambridge, ma anche con la ventunenne Fanny, la più grande delle ragazze di casa. Come le sorelle, aveva ricevuto un'eccellente educazione scientifica, aiutava il padre a tenere in ordine le collezioni, era una brillante conversatrice (lo dimostrano le belle lettere che scrisse da Sydney al fratello quando questi si trovava all'Avana) e una dotatissima pittrice botanica. Per farla corta, Brown (che aveva il doppio dei suoi anni) credette di aver trovato l'anima gemella. Non sappiamo se si limitò a un corteggiamento, o ci fu una richiesta ufficiale; sappiamo invece che a opporsi fu la madre (in Australia aveva fama di essere una vera arpia), che sentenziò che Fanny si sarebbe sposata prima o poi, ma ora doveva aiutarla ad allevare i fratellini e le sorelline. Del resto, Brown come innamorato le pareva decisamente freddo (e con pochi soldi, aggiungo io). Così l'idillio finì, senza intaccare l'amicizia tra i Macleay e Brown. Anche quando Fanny viveva in Australia, lei e il vecchio innamorato continuarono a corrispondere, scambiando disegni ed esemplari, ma senza alcuna nota romantica. Fanny fu l'ultima delle sorelle Macleay a sposarsi addirittura nel 1836, ma morì sei settimane dopo il matrimonio. Quando il vedovo partì per Londra, Alexander Macleay (che forse era all'oscuro di tutto) ebbe la brillante idea di munirlo di una lettera di raccomandazione... proprio per Robert Brown. Al quale doveva, se non altro, la dedica del genere botanico Macleaya istituito da Brown nel 1826, poco dopo la partenza dell'amico per l'Australia, con queste parole: "Al mio molto stimato amico Alexander Macleay, Segretario della colonia del Nuovo Galles del Sud, i cui meriti come naturalista generale, profondo entomologo e botanico pratico sono ben noti". Brown separò il nuovo genere da Bocconia contro il parere di altri autorevoli botanici; la separazione, oggi confermata dalle analisi molecolari, ha prevalso solo nel 1920. Macleaya R.Br. è un piccolo genere della famiglia Papaveraceae cui appartengono due sole specie, M. cordata e M. microcarpa. La prima, originaria di Cina e Giappone, è abbastanza diffusa nei nostri giardini. E' una vigorosissima erbacea perenne capace di superare i due metri d'altezza, con grandi foglie lobate, molto decorative, tra grigio verdi e verde azzurro. I piccoli fiori sono riuniti in grandi pannocchie piumose bianco-camoscio. Dove trova le condizioni ideali, tende a formare molti polloni e può essere piuttosto invadente. M. microcarpa, endemica della Cina centro-orientale, è simile, ma con fiori più piccoli, rosati all'esterno e bronzei all'interno. Sono disponibili anche cultivar con fiori più rosati o rossastri, nonché un ibrido tra queste due specie, M. x kewensis, con pannocchie da camoscio-crema a rosate.
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November 2024
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