Ardono gli ultimi fuochi delle guerre di religione quando un giovane medico, Pierre Richer de Belleval, propone a Enrico IV di dotare l'Università di Montpellier di un orto dei semplici degno della sua fama. E' così che nasce, tra gelosie di colleghi e cronica mancanza di fondi, il primo Orto botanico di Francia, creato da un cattolico in una cittadella del protestantesimo, destinato ad essere distrutto dal fuoco amico del cardinale di Richelieu e a risorgere dal nulla, sempre per merito del pertinace Belleval. Che si guadagnerà ben due generi: Richeria e Bellevalia. La modesta proposta di Richer de Belleval Dicembre 1593. Il governatore della Linguadoca, duca di Montmorency, presenta un giovane medico a un Enrico IV ancora in assetto di guerra (da quattro è nominalmente re di Francia, si è già convertito al cattolicesimo, ma ancora Parigi rifiuta di aprirgli le porte). Il dottore si chiama Pierre Richer de Belleval e espone al sovrano il suo sogno: dotare l'Università di Montpellier di un giardino dei semplici che rivaleggi con quello di Padova. Il re, già proiettato verso la pace e la ricostruzione del paese, è entusiasta. Ed è così, che con decreto reale nasce il Jardin du Roy, il giardino del re, ovvero l'Orto botanico di Montpellier; poiché nessuna delle cattedre di medicina dell'Università di Montpellier è vacante, con un secondo provvedimento ad hoc viene istituita per Belleval una quinta cattedra (il primo insegnamento di botanica in terra francese): d'inverno dovrà insegnare anatomia, in primavera e d'estate raccogliere e "dimostrare" i semplici. Nonostante le "lettere patenti" reali, c'è ancora qualche ostacolo: manca la ratifica del Parlamento di Linguadoca (arriverà solo nel 1596) e Belleval deve completare gli studi: ha conseguito il titolo medico a Avignone, gli manca il dottorato che solo Montpellier, appunto, gli può conferire. Ottenuto il titolo e giunta l'approvazione del Parlamento e i primi finanziamenti, Belleval si mette all'opera: acquista una serie di appezzamenti al di fuori delle mure cittadine, nel quartiere di Saint Jacques, altri ne requisisce. Si getta anima e corpo nell'impresa, anticipando anche di tasca sua il denaro necessario per gli uomini, i cavalli, i materiali, le piante (si è da poco sposato con una ricca ereditiera, di cui sta rapidamente esaurendo la dote). Estraneo all'ambiente di Montpellier (la sua famiglia è originaria della Champagne), "papista" in una città protestante (ha compiuto gli studi nella cattolicissima Avignone, che fa parte del territorio pontificio), con la sua fortunata carriera Belleval non può che suscitare invidie e rancori nella città che, nel frattempo, con l'editto di Nantes, è diventata anche ufficialmente una roccaforte ugonotta. I più zelanti fanno arrivare a André Dulaurens, primo medico del re, denunce e proteste: la più grave è che Richer de Belleval ha lasciato all'abbandono l'insegnamento dell'anatomia. Accusa fondata: sempre in giro ad erborizzare nelle campagne della Linguadoca, quando non all'estero, per fare visita ai colleghi di Padova, Bologna, Vienna, Londra, Leida (entrando il quella rete di relazioni e scambi che abbiamo già incontrato parlando dell'Orto padovano), in effetti Belleval ha occhi e tempo solo per il Giardino. E alla fine, trovata una soluzione di compromesso (l'insegnamento di anatomia sarà affidato a un sostituto), l'appassionato botanico può finalmente concentrarsi nell'opera della sua vita. Un giardino per i semplici e per le piante La concezione del Jardin royal di Montpellier è per molti aspetti innovativa: non sarà solo un giardino dei semplici, destinato alle piante medicinali la cui conoscenza è richiesta nel curriculum dei futuri medici, ma un giardino botanico dove le piante esotiche e le piante del territorio potranno essere coltivate rispettando le loro esigenze di suolo e esposizione. L'idea più innovativa è il monticulus, il "monticello", un rialzo artificiale alto circa due metri, con orientamento est-ovest, formato da cinque terrazze sovrapposte; lo scopo è duplice: riparare dal vento le piante medicinali coltivate nelle parcelle destinate ai semplici; offrire alle piante "selvagge" l'esposizione più adeguata. Nelle cinque terrazze esposte a sud vengono trapiantate le piante della garrigue, amanti del sole; nelle cinque terrazze esposte a nord le piante amanti dell'ombra. Di concezione ugualmente innovativa il labirinto, uno spazio protetto da muri con una struttura a spirale che trattiene l'umidità e fornisce ombra alle piante. Per le esotiche c'è un giardino recintato e sono previste aree specifiche per le piante acquatiche, quelle delle sabbie e quelle delle rocce. E' la prima volta che in un giardino si cerca di ricreare le condizioni naturali adatte a ciascuna pianta. Più tradizionale la parte propriamente didattica, il giardino dei semplici vero e proprio, destinato alla formazione degli studenti di medicina dell'Università, collocato a sud del monticulus; comprendeva due gruppi di tre aiuole rialzate parallele, dotate di canaletti di irrigazione, dove le piante erano sistemate in ordine alfabetico (esattamente come negli erbari del tempo) e contraddistinte da numeri incisi sulla pietra che permettevano l'identificazione (lo stesso Richer de Belleval provvide a scrivere il catalogo, in cui le piante erano contrassegnate con quegli stessi numeri). All'ingresso, un'iscrizione latina ammoniva i visitatori: Hic Argus sit et non Briareus, "Qui bisogna comportarsi come Argo dai cento occhi, non come Briareo dalle cento mani" (insomma, "guardare e non toccare"). Nel 1622, il Giardino aveva ormai raggiunto la maturità, conteneva almeno 1300 specie, era il fiore all'occhiello dell'Università di Montpellier e attirava studenti e visitatori da tutta Europa; Parigi, che ancora non aveva un suo orto botanico, guardava a quel modello per dotarsi di un'istituzione di pari livello. Quell'anno il Cardinale di Richelieu, nella sua controffensiva contro gli ugonotti, inviò le sue truppe ad assediare la città, che, come si è visto, era una delle piazzeforti protestanti previste dall'editto di Nantes. Il cavaliere d'Argencourt, ingegnere della città, per rafforzare le difese in vista dell'assedio, cacciò i giardinieri e trasformò il giardino in un bastione; Richer de Belleval riuscì solo a salvare le piante più preziose, trasferendole in quello che era stato il piccolo orto di Rondelet. Due anni dopo, quando venne firmata la pace, del giardino non era rimasto nulla. Bisognò ricominciare tutto da capo; nel 1629 Richelieu visitò la città e promise aiuti finanziari che tardavano ad arrivare (forse perché, nel frattempo, stava per sorgere il Jardin des plantes di Parigi, che stava molto più a cuore al re e al cardinale). Belleval, negli otto anni che gli sarebbero rimasti da vivere, ricostruì e ingrandì la sua creatura, lasciando in eredità il difficile compito a un nipote (come molte cariche della Francia dell'Ancien Régime, anche quella di curatore del Jardin royal di Montpellier era ereditaria). Fondatore del più antico orto botanico francese, titolare della prima cattedra di botanica, pioniere dell'ecologia botanica, Belleval fu anche uno botanico sul campo che esplorò a fondo la flora della Linguadoca, ma anche dei Pirenei e delle Alpi. Fu anche un antesignano della nomenclatura binomiale, anche se la sua idea oggi appare francamente bizzarra: denominare le piante con un nome più generale (il genere) in caratteri latini, un nome più specifico (la specie) in caratteri greci. Qualche notizia in più nella biografia. Tra alti e bassi, nei secoli successi il Jardin des Plantes de Montpellier, il più antico orto botanico francese, secondo in ordine di importanza solo a quello parigino (fondato nel 1626), manterrà il suo prestigio e sarà diretto da importantissimi botanici, come Augustin Pyramus de Candolle; oggi è uno dei pochi a trovarsi ancora nella collocazione voluta dal suo fondatore, e al centro è ancora visibile il monticulus, la "Montaigne di Richer", all'estremità della quale da quasi quattro secoli continua a fiorire l'albero di Giuda (Cercis siliquastrum) da lui piantato. Due nomi, due generi: Richeria e Bellevalia Diversi botanici onorarono Richer de Belleval con la dedica di un genere. Oggi due sono quelli considerati validi: Richeria Vahl e Bellevalia Lapeyr. Forse è giusto, considerando che il nostro aveva due nomi e due volte ha creato il giardino. Richeria Vahl. è un piccolo genere della famiglia Phyllantaceae (un tempo sottofamiglia delle Euphorbiaceae) che comprende alcune specie di alberi originari del centro e sud America e delle Antille. E' stato dedicato a Richer de Belleval nel 1797 dal botanico danese Martin Vahl. La specie più nota è Richeria grandis, un grande albero sempreverde comune nelle foreste dei Caraibi e del Sud America. Alla sua scorza, nota con il nome di bois bandé, sono attribuite proprietà afrodisiache. Torniamo nel vecchio mondo con Bellevalia Lapeyr., un genere della famiglia Asparagaceae (una delle diverse famiglie staccate dalle Liliaceae), abbastanza affine a Muscari o Hyacinthus. E' stato stabilito nel 1808 da un naturalista francese dal nome chilometrico: Philippe-Isidore Picot de Lapeyrouse, grande studioso della fauna, della flora e dei minerali dei Pirenei. Comprende una sessantina di specie, diffuse dal Mediterraneo all'Asia centrale. Sono bulbose con infiorescenze a spiga molto simili a quelle dei giacinti (e infatti al genere Hyacinthus in passato sono state assegnate diverse specie). Sei specie e due sottospecie sono presenti anche in Italia; la più diffusa è B. romana, nota come giacinto romano, una bulbosa con fiori bianco-verdastri con stami viola, raccolti in racemi laschi portati su caratteristici fusti violacei. Per altre informazioni sui generi Richeria e Bellevalia si rimanda alle rispettive schede.
0 Comments
Leave a Reply. |
Se cerchi una persona o una pianta, digita il nome nella casella di ricerca. E se ancora non ci sono, richiedili in Contatti.
Dal 1 dicembre, si può sfogliare il Calendario dell'Avvento 2024 "Spezie di Natale"
https://app.myadvent.net/calendar?id=zb2znvc47zonxfrxy05oao48mf7pymqv CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2024
Categorie
All
|