Gli epiteti di molte piante ci ricordano l'importanza dell'Università di Montpellier, culla della botanica francese. E gran parte del merito va a un grande medico, scienziato e didatta, Guillaume Rondelet, che seppe attirare nella città della Linguadoca tante giovani menti, soprattutto dal mondo protestante, diventando il vero "maestro di color che sanno" della botanica francese (e non solo) di fine Cinquecento. A ricordarlo la bella, e non abbastanza nota, Rondeletia. La botanica francese nasce a Montpellier Acer monspessulanum, Cytisus monspessulanus, Dianthus monspessulanus, Cistus monspeliensis, Chrisanthemum monspeliense, Ranunculus monspeliacus (e via elencando)... Avete notato quante piante ricordano nel nome specifico la città francese di Montpellier (in latino Monspessulanus)? E' dunque un paradiso botanico questa città della Linguadoca? In realtà, molte di queste piante non sono affatto esclusive di quella località, anzi alcune non vi crescono neppure spontaneamente. Se il nome di Montpellier è legato a tante specie, si deve al ruolo che ebbe la sua Università nella storia della botanica. Già durante il Medioevo, la scuola di medicina di Montpellier, fondata nel 1180, contendeva a Salerno, Bologna e Padova il primato negli studi medici. Con questa lunga storia alle spalle, proprio qui, nel Rinascimento, era destinata a sorgere la botanica scientifica francese. Il merito va in gran parte a un grande professore, Guillaume Rondelet, che fu per la Francia quello che Ghini fu per l'Italia e Fuchs per la Germania; un ricercatore, ma soprattutto un insegnante carismatico, capace di creare una scuola e di richiamare attorno a sé le più belle menti del tempo. Proprio a Montpellier Rondelet era nato nel 1507, figlio di un aromatarius (un po' speziale, un po' droghiere, un po' farmacista) e aveva studiato medicina, per poi perfezionarsi in anatomia a Parigi. Come anatomista dà anzi scandalo, quando - nell'intento di individuare la causa della morte -disseziona il cadavere del suo stesso figlio. All'inizio degli anni '40, entra al servizio del cardinale François de Tournon, che accompagna nei suoi viaggi in Italia e nei Paesi Bassi. Rondelet ha così modo di incontrare Ghini - da cui pare abbia appreso le tecniche per predisporre un erbario - e Aldrovandi. Durante i suoi viaggi incomincia anche a raccogliere e studiare sistematicamente la fauna acquatica che, insieme all'anatomia e alla botanica, sarà il principale campo di studio di questo scienziato dottissimo e polivalente. Tornato a Montpellier, nel 1545 diventa professore di medicina dell'università; nel 1550 (cinque anni dopo l'analogo provvedimento padovano) inserisce nel corso di studio dei futuri medici l'obbligo di raccogliere piante e organizza il primo corso ufficiale di botanica in Francia. Anziché sui libri di Dioscoride - come si farà a Parigi ancora un secolo dopo - gli allievi di Rondelet si formano sul grande libro della natura: i giovani aspiranti medici che accorrono da tutta l'Europa vengono inviati dal maestro a erborizzare nelle garrigues della Linguadoca, nelle Cevenne e nei Pirenei e a raccogliere esemplari che, preparati secondo le tecniche apprese da Ghini, saranno "dimostrati" nel corso delle lezioni. La botanica incomincia anche a emanciparsi dalla medicina: oggetto delle erborizzazioni non sono solo i semplici, ma ogni tipo di pianta, che viene ora studiata e descritta nelle sue caratteristiche; incomincia a delinearsi quell'interesse per la classificazione, la sistematica, la tassonomia che sarà il grande contributo della scuola francese alla botanica (da Tournefort a de Candolle, passando per i Jussieu). Con la sua formazione di anatomista, Rondelet abitua i suoi allievi ad osservare le parti e gli organi delle piante, a paragonarli tra di loro, a interrogarsi sulla loro funzione. Botanica e Riforma Intanto, l'Europa in generale e la Francia in particolare, si dividono tra Cattolici e Protestanti e l'Università di Montpellier diventa uno dei centri di diffusione del calvinismo nella Francia meridionale, mentre la città è teatro di scontri tra le due fazioni. E' discusso se Rondelet stesso abbia aderito o no alla fede riformata; certo a quegli ambienti fu vicino ed espresse la sua simpatia anche con gesti clamorosi, come nel 1551, quando il vescovo della città, l'umanista Guillaume Pellicier, suo buon amico, fu arrestato dal Parlamento di Tolosa con l'accusa di eresia (cioè di posizioni filoprotestanti): per protesta, Rondelet bruciò pubblicamente tutti i suoi libri di teologia. In ogni caso, mentre le università cattoliche si chiudevano ai protestanti, Montpellier diventava l'unica università francese che continuò ad accoglierli. Questa circostanza, insieme al carisma di Rondelet, che nel 1556 era diventato anche cancelliere dell'Università, attirò a Montpellier molti studenti sia dalla Francia sia dai vicini paesi protestanti. E di fede riformata erano molti di loro (anche se non tutti). Tra i più celebri nella storia della botanica ricordiamo almeno i francesi Charles de l'Écluse (ovvero Carolus Clusius, che di Rondelet per qualche tempo fu anche segretario), Matthias de l'Obel (Lobelius) e il suo amico Pierre Pena, Jacques Daleschamps; gli svizzeri Jean e Gaspard Bauhin e Felix Platter. A parte il provenzale Pena, arrivavano dai quattro angoli della Francia e anche da più lontano, e non conoscevano la flora mediterranea; furono proprio loro, nelle loro descrizioni delle piante che andavano raccogliendo nelle loro spedizioni botaniche, ad assegnare con tanta generosità l'etichetta monspessulanus, monspeliacus ecc. anche a specie non strettamente legate ai dintorni di Montpellier. Grazie alle lettere che Felix Platter (1536-1614) - studente svizzero destinato a diventare un celebre anatomista - scambiò durante l'intero corso degli studi con il padre, che viveva a Basilea, conosciamo la vita quotidiana degli studenti di Montpellier, che non era fatta solo di studi severi e di discussioni teologiche, ma anche di danze, serenate con il liuto e bevute in compagnia (anche, se sullo sfondo, incombevano le perquisizioni, gli arresti, i processi e i roghi per eresia). Scopriamo che Rondelet - proprio come Linneo dopo di lui - sapeva interessare gli studenti con piccole storie e aneddoti divertenti; era una personalità aperta, amante degli scherzi e delle battute, un padre affettuoso e bonario per i suoi studenti, che spesso accompagnava ad erborizzare. Al tempo degli studi, fu anche buon amico di un altro studente di Montpellier, il grande scrittore François Rabelais, che a lui si ispirò per la figura del dottor Rondibilis nel terzo libro del Pantagruel. Entrambi pronti alla battuta e amanti della buona tavola, a quanto pare, da giovani studenti avevano recitato insieme in ruoli farseschi. Così importante per la storia della botanica grazie al sapere trasmesso ai suoi allievi, Rondelet non ha pubblicato nulla in questo campo. La sua opera più importante è Histoire des poisson, "La storia dei pesci", pubblicato dapprima in latino (1554), quindi in francese (1558); nonostante il titolo, il trattato, l'opera fondatrice dell'ittiologia, non parla solo di pesci, ma anche di altri animali acquatici; anzi Rondelet fu forse il primo scienziato, dissezionando un delfino, a capire che non di un pesce si trattava, ma di un mammifero. Oltre ad aver dotato l'università di un piccolo hortulus, nel 1556 promosse la costruzione di un teatro anatomico. Negli ultimi anni della sua vita, funestati dallo scoppio delle guerre di religione (1562) e da problemi di salute, si ritirò nella cittadina di Réalmont dove morì nel 1566. Qualche notizia in più nella biografia. Una profumata (?) Rondeletia E' ancora una volta Charles Plumier (1703) a dedicare a Rondelet uno dei suoi nuovi generi americani; del resto l'omaggio al fondatore della botanica francese era atto dovuto per un botanico provenzale, amico di tanti naturalisti formati all'Università di Montpellier. La dedica, come sempre ricca di superlativi, suona: "Guillaume Rondelet, eccellentissimo nell'arte della medicina, scrisse una celeberrima opera sui pesci e sulla natura dei pesci, ma anche realizzò un'opera somma nella raccolta e nel riconoscimento delle piante, e in ciò eccelse assai; fu il primo a esporre Dioscoride (= cioè la materia medica, la botanica) a Montpellier". Il genere Rondeletia (Rubiaceae) sarà convalidato da Linneo nel 1753. Rondeletia è uno dei più ampi generi della sua famiglia nell'area dei Tropici che va dal Messico al nord del Sud America, con massimo centro di diversità nelle Grandi Antille, in particolare a Cuba. Sottoposto di recente a una parziale revisione tassonomica, che ne ha separato alcune specie - per ironia della sorte, proprio alcune di quelle più coltivate nei giardini e normalmente conosciute con il nome Rondeletia - comprende circa 120 specie di arbusti e piccoli alberi, con foglie sempreverdi lucide, tondeggianti, e infiorescenze di fiori spesso profumati, che attirano le farfalle. La specie più nota, la sola relativamente diffusa in coltivazione, è R. odorata, originaria di Cuba e Panama, un arbusto con brillanti corimbi di fiori rosso aranciato con gola gialla; nonostante il nome, i fiori non sono molto profumati, anche se in passato hanno trovato impiego in profumeria. Molto decorativa, è stata introdotta nei giardini della fascia tropicale. Qualche informazione in più nella scheda.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2024
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