Una lettera d'amore nel carteggio di Linneo ha destato qualche pettegolezzo tra i posteri. Un amore indubbiamente fu, ma totalmente botanico e metaforico: grazie ad esso fu generata una figlia che ha perpetuato il nome di una delle prime donne a studiare seriamente le scienze naturali, legandola per sempre a un genere dalle bellissime fioriture, campione di adattamento all'aridità. Una lady al Capo di Buona Speranza Come lamentava l'allievo di Linneo Anders Sparman, la provincia del Capo negli anni '70 del Settecento era ormai diventata "un campo giochi per botanici". Tra i tanti che capitarono in Sud Africa in quegli anni, anche una lady inglese molto nota nella società scientifica britannica, Anne Monson. In viaggio per Calcutta per raggiungere il marito, un militare di stanza in India, si fermò a Cape Town nell'inverno (australe, corrispondente ai nostri mesi estivi) del 1774. Amica di Joseph Banks, non stupisce che a fare gli onori di casa fossero Francis Masson e Carl Peter Thunberg. Quest'ultimo, nel suo resoconto dei viaggi sudafricani, ricorda con ammirazione la colta lady, che se la cavava anche con il latino, che egli accompagnò a visitare diverse fattorie dei dintorni e che aiutò ad arricchire le sue collezione di piante ed insetti. La facoltosa dama aveva anche assunto un disegnatore che la aiutava a disegnare gli esemplari rari. Prima di partire, ricompensò lo svedese donandogli un prezioso anello. A loro volta, i due amici le dedicarono una specie di erica particolarmente bella, Erica monsoniana. Tra gli obiettivi del viaggio dell'intraprendente dama c'era anche vedere dal vivo la pianta che gli era stata dedicata dal grande Linneo in persona, Monsonia speciosa; sicuramente l'avrà vista, dato che Masson proprio quell'anno ne inviò esemplari a Kew, ma è improbabile che ne abbia goduto la fioritura: questa specie, effettivamente endemica del Capo, fiorisce all'inizio della primavera, quando lady Monson era già ripartita per l'India. La storia della dedica della Monsonia è molto curiosa e, si potrebbe dire, romantica. Lady Monson apparteneva alla migliore società britannica (sua madre era addirittura discendente del re Carlo II), ma da giovane era stata protagonista di uno scandalo - un figlio illegittimo seguito da un divorzio - che l'aveva relegata ai margini del bel mondo. Forse come reazione, si era dedicata con passione allo studio della botanica e più in generale delle scienze naturali, entrando in contatto con un importante vivaista, James Lee della Vineyard Nursery. Grande ammiratrice del sistema linneano, secondo la testimonianza di Edward Smith, futuro presidente della Linnean Society, non solo avrebbe incoraggiato Lee a tradurre in inglese la Philosophia botanica di Linneo, ma l'avrebbe aiutato nella traduzione (all'epoca era considerato sconveniente che il nome di una nobildonna comparisse sul frontespizio di un libro a stampa). Il libro, rivolto a un pubblico ampio e uscito nel 1760 con il titolo Introduction of Botany, a firma di Lee, fu determinante per la diffusione delle idee di Linneo in Gran Bretagna. Lady Anne divenne un personaggio influente nell'ambiente dei naturalisti britannici. Non era soltanto una mecenate che sosteneva finanziariamente giardinieri e botanici (ebbe sicuramente questo ruolo nei confronti di Lee, che chiamò sua figlia Anne in onore di lei; la ragazza divenne una celebrata illustratrice botanica e lady Monson le lasciò in eredità la collezione di insetti); fu anche una studiosa, con una preparazione profonda soprattutto in botanica, e una notevole collezionista. Il suo salotto era frequentato da molti bei nomi della Royal Society; fu proprio a un pranzo a casa sua che Solander sentì Banks raccontare dei preparativi del primo viaggio di Cook e si gettò ai suoi piedi, chiedendogli di portarlo con lui. Una lettera d'amore? Grazie a diversi corrispondenti, la fama della gentildonna botanica raggiunse ben presto Linneo. Lo sponsor più convinto fu Clas Alströmer, suo allievo che in quegli anni si trovava a Londra. La sua lettera del 10 luglio 1764 è un vero panegirico: "Lady Monson si è spinta nella conoscenza della botanica molto al di là di ogni altra donna, non in modo superficiale, come è comune nel suo sesso, ma in profondità. Ha belle collezioni dei tre regni della natura. Studia le vostre opere e le conosce bene. La stessa duchessa di Portland non ha un centesimo della sua sapienza. Sarebbe felice se un'erba venisse battezzata Monsonia. Il primo brindisi della sua tavola è sempre in onore di Linneo!". Circostanza confermata da un altro allievo e ospite della dama, Adam Kuhn, che a settembre dello stesso anno scrive: "Mentre gli altri sudditi britannici concludono ogni pranzo con un brindisi al re, lady Monson brinda a Linneo, Re del Regno di Flora". Sensibile all'adulazione, lo scienziato svedese fu lusingato dall'ammirazione di una donna così sapiente, oltre tutto bella e aristocratica; inoltre vedeva di buon occhio lo studio della botanica da parte delle donne, e aveva incoraggiato in tal senso le sue figlie (sia chiaro, al di fuori di ogni studio ufficiale e tanto più accademico). Non solo accolse dunque l'invito di dedicare un genere alla dotta signora, ma lo fece con una lettera sorprendente, una dichiarazione amorosa in piena regola (30 giugno 1765); dopo aver detto che pur non avendola mai incontrata, la vede nei suoi sogni, scrive: "Non è la prima volta che sono infiammato d'amore per un'esponente del bel sesso, ma vostro marito potrà dimenticarsi di me finché non attento al suo onore. Ma chi può ammirare un così bel fiore senza innamorarsene, benché in perfetta innocenza? Infelice il marito la cui moglie piace solo a lui. Vorrei essere felice di vedere il mio amore ricambiato, perciò vi chiederò un solo favore: che mi sia permesso di unirmi a voi nel procreare una piccola figlia che testimoni il nostro amore, una piccola Monsonia attraverso la quale la vostra fama si perpetui per sempre nel Reame di Flora". Per quanto qualcuno abbia favoleggiato di un vero innamoramento di Linneo, non si tratta che di una metafora, conforme a un certo stile galante dell'epoca (e forse la lettera, di cui ci è rimasta solo la bozza, non fu mai spedita). In ogni caso la "piccola Monsonia" nacque. Lady Monson, anche se non corrispose mai direttamente con Linneo, ebbe cura di inviargli esemplari naturalistici, tramite James Lee; anche in Bengala continuò le sue collezioni e fece ritrarre alcune piante da artisti locali, anche se morì pochi anni dopo il suo passaggio in Sudafrica (nel 1776). A ricordarla anche una pianta indiana, l'amaranthacea Trichuriella monsoniae. Nella sezione biografie qualche approfondimento della vita di questa gentildonna, sicuramente eccezionale per i suoi tempi, in cui anche le donne più colte erano relegate al ruolo di dilettanti, non potevano né pubblicare né accedere alle Università o alle società scientifiche. Monsonia, un genere... infiammabile Il genere Monsonia fu creato da Linneo nel 1767 nella dodicesima edizione di Sistema naturae. Inizialmente includeva la sola Monsonia speciosa, un endemismo del Capo di Buona Speranza, ma ben presto, grazie alla solerzia di Masson, si aggiunsero altre specie. Una fu addirittura battezzata M. filia dal figlio di Linneo, Carl jr.: infatti "nasceva" da M. speciosa. Una ben curiosa denominazione, sicuramente dovuta alla suggestione dell'infatuamento paterno, che non mancò di suscitare gli strali di Cavanilles, che gli rimproverò "la leggerezza di confondere somiglianza con filiazione" (per la cronaca, si tratta di un semplice sinonimo di S. speciosa, una specie dalle foglie molto variabili cui in passato furono attribuiti nomi diversi). Monsonia appartiene alla famiglia Geraniaceae, all'interno della quale si distingue per i fiori attinomorfi (ovvero a simmetria radiale), anziché zigomorfi (a simmetria bilaterale) e per il numero di stami (15 anziché 10). Comprende una trentina di specie, buona parte delle quali sono endemismi sudafricani, mentre poche specie sono presenti nell'Africa orientale, nel Sahara, nella penisola arabica e nell'Asia sudoccidentale, fino al Pakistan e all'India. Da quando nel 1826 de Candolle creò la sezione Sarcocaulon, presto elevata a genere, i botanici si sono divertiti ad allargarne e a restringerne i confini. Oggi, gli studi filogenetici hanno definitivamente confermato che Monsonia include Sarcocaulon, dividendo il genere in due gruppi: da una parte il gruppo Monsonia in senso stretto con erbacee annuali e perenni, dall'altra il gruppo Sarcocaulon con arbustive legnose. Proprio a quest'ultimo appartengono le specie più note e ambite dai collezionisti; tutte provenienti da zone semidesertiche (Sud Africa, Namibia, Angola), esse si sono mirabilmente adattate alle condizioni proibitive in cui vivono. Il fusto legnoso, talvolta semisucculento, spesso con forme contorte e affascinanti, funge da riserva; per quasi tutto l'anno, è privo di foglie, che spuntano dopo la prima pioggia o in caso di dense nebbie, seguite da splendide fioriture con fiori a cinque petali dai colori delicati che contrastano con il fusto tozzo, irregolare e spesso spinoso. Se la siccità si protrae, possono benissimo vegetare alcuni anni senza fiorire e senza emettere foglie. In alcune specie, i rami sono ricoperti di una sostanza cerosa, altamente infiammabile, che li protegge dall'eccessiva evaporazione. Un tempo erano usate come esca per accendere il fuoco (da cui i nomi afrikaans boesmankers e inglese bushman's candle). Altri approfondimenti nella scheda.
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