Quando il suo nome viene proposto come naturalista della spedizione Bougainville, Philibert Commerson ha già 39 anni; non può più contare sulla forza fisica che, giovane, gli ha permesso di percorrere più volte, erborizzatore solitario, le Alpi e i Pirenei. Accetta solo a condizione di essere accompagnato da un servitore a carico della Corona. Così, all'imbarco dell'Etoile si presentano in due, Commerson e Baret. In definitiva, sarà questa scelta a impedire a Commerson di tornare in Francia, dove pure lo aspetta un bimbo, e a fare di lui il primo esploratore della flora delle isole Mascarene e di Madagascar. Inoltre, farà sì che le circostanze della sua vita privata incuriosiscano i posteri molto di più della pur formidabile attività scientifica: negli ultimi anni, non si contano i romanzi, le biografie, gli articoli dedicati a Baret, mentre di Commerson come naturalista si occupano solo gli specialisti. Nella nomenclatura botanica, le cose vanno all'opposto: il genere Baretia, che avrebbe dovuto ricordare Baret anche nel regno di Flora, non è valido, al contrario di Commersonia, omaggio di una coppia di colleghi altrettanto sfortunati. Giovinezza di un botanico fanatico Il 21 marzo 1773 l'Accademia delle scienze parigine ammette tra i suoi membri due botanici: il giovane Antoine-Laurent de Jussieu, che ha appena presentato una memoria sulla famiglia dei Ranuncoli, e Philibert Commerson, che, per quanto ne sanno gli accademici, è ancora a Mauritius a raccogliere piante. Non si potrebbero immaginare due modi più diversi di essere botanici, anzi di "vivere" la botanica. Jussieu, oltre che l'erede della più illustre famiglia di botanici di Francia, dunque un uomo di potere che sa usare tutti gli agganci per perseguire il successo personale, è un tassonomista, uno che passerà tutta la vita studiare esemplari d'erbario, a confrontare, a scrivere (e con quali grandiosi risultati!). Commerson, oltre ad essere un ousider, un eremita, un uomo isolato e fuori degli schemi, è soprattutto un instancabile raccoglitore, un erculeo creatore di erbari che ammassa esemplari a migliaia. Certo, ha scritto molto anche lui, ma senza mai pubblicare nulla, un po' per perfezionismo, un po' per sfortuna. Infatti, quando arriva quella nomina è già morto da otto giorni. Aveva appena 46 anni. Non solo i suoi manoscritti rimarranno incompleti, ma le sue raccolte andranno in parte disperse o saranno trascurate da chi avrebbe dovuto pubblicarle, non ultimo proprio Antoine-Laurent. L'ultima sventura di una vita difficile. Ma andiamo con ordine. Philibert Commerson è nato nel 1727 in una cittadina della Bresse; è il figlio maggiore di un notaio e maggiorente locale, che vorrebbe seguisse le sue orme. Ma Philibert, già innamorato della natura, vuole diventare medico e naturalista. Dopo uno scontro che non dovette essere facile, il padre cede e gli permette di studiare medicina a Montpellier. Qui le sue doti sono apprezzate da Antoine Gouan, ma il suo fanatismo, che lo spinge a saccheggiare l'orto botanico dell'università per arricchire il proprio erbario, spinge il conservatore, François de Sauvage, a vietargliene l'ingresso. Commerson continuerà a rifornirsi, scalando le mura del giardino nottetempo. Ma sull'esempio di Sauvage creerà uno splendido erbario di sole foglie delle piante che crescono nei dintorni di Montpellier. Dopo esserci laureato, prima di tornare a casa va a erborizzare tra Cevenne, Savoia e Svizzera. Passa da Ferney a fare visita a Voltaire, che vorrebbe assumerlo come segretario; ma Commerson rifiuta: quel filosofo ha una faccia da birbante; meglio tornare nella Bresse, raccogliendo piante lungo la strada. E' medico, ma non esercita la professione. A trent'anni, dipende ancora dai genitori. Nella casa paterna di Châtillon-les-Dombes crea un orto botanico privato, visita i giardini e gli orti botanici della regione, e intesse una rete di corrispondenti con cui scambia semi ed esemplari. Il suo nome incomincia ad essere conosciuto tanto che Linneo, anche grazie al suo buon amico Gouan, gli chiede di raccogliere e descrivere le piante marine, le conchiglie e i pesci del Mediterraneo per il gabinetto di curiosità della regina di Svezia; non sappiamo in che modo Commerson assolse l'incarico, ma al Museo di Stoccolma è ancora conservata la sua bella collezione di pesci. Un editore gli propone di pubblicare uno studio di ittiologia, ma Commerson declina. Tutto il tempo che può lo dedica alle raccolte sul campo, e lo fa nel suo solito modo eccessivo. Lasciamo la parola al suo futuro cognato, il curato François Beau: "Per otto o nove anni consecutivi, ha trascorso le estati alternativamente nelle Alpi e nei Pirenei per cercare piante e insetti in queste montagne che ha percorso almeno tre o quattro volte; viveva di pane e di latticini che acquistava dai pastori e dormiva sulla paglia nelle loro capanne". Al ritorno, alle fatiche della raccolta seguono, altrettanto forsennate, quello dello studio. A raccontarcelo è l'amico Lalande: "Passava settimane intere, giorni e notte, senza interruzione, senza sonno e senza riposo, concentrato nelle ricerche di botanico, nell'esame e nella sistemazione delle ricchezze che aveva raccolto erborizzando o che aveva ottenuto dai suoi corrispondenti. Spesso all'alba era ancora lì, con la sua lampada accesa, senza essersi accorto che era rinato il giorno". La famiglia pensa che è ora che metta la testa a posto e gli combina un matrimonio. La prescelta è Antoinette Vivante Beau, la figlia di un altro notaio. La coppia va a vivere nel villaggio di Toulon-sur-Arroux, nel Charolais, dove François Beau è curato. Il matrimonio è straordinariamente felice e Commerson sembra trovare un equilibrio tra la vita del medico di villaggio e la passione botanica. Ma dopo due anni, Antoinette muore dando alla luce il piccolo Archambault. Philibert cade nella depressione più nera, che alterna a fiammate di furore botanico. Intermezzo: lo svelamento di Baret A strapparlo al suo malinconico ritiro pensa un conterraneo e amico d'infanzia, l'astronomo Jêrome de Lalande, che sta facendo una brillante carriera scientifica nella capitale. Così nel 1764 Commerson si trasferisce a Parigi e va ad abitare non distante dal Jardin des Plantes, mentre il piccolo Archambaud, che adesso ha due anni, rimane al paese, affidato allo zio materno. Meno orso di quanto potremmo pensare, il botanico si inserisce abbastanza bene negli ambienti scientifici parigini: frequenta i naturalisti del Jardin des Plantes e Lalande lo introduce nei circoli dei matematici e degli astronomi. Gli fa conoscere l'accademico e medico Pierre-Isaac Poissonnier, ispettore della marina e delle colonie; probabilmente grazie a lui Commerson è scelto come naturalista della spedizione Bougainville. Per quest'ultima egli redige un programma di ricerche così articolato da apparire troppo ambizioso persino a lui, e si dimostra molto abile a negoziare le sue condizioni: la nomina a botanico del re, uno stipendio di tutto rispetto, un servitore a carico della corona. Durante una delle sue escursioni solitarie, è stato ferocemente morso da un cane e la ferita non è mai guarita del tutto; è claudicante e ha bisogno di assistenza per la raccolta e il trattamento degli esemplari. Riprendiamo dunque il filo del racconto dove lo avevamo lasciato nel post dedicato alla spedizione Bougainville. Commerson e Baret si imbarcano tra gli ultimi. Il botanico ostenta di non conoscere il giovane servitore: Jean Baret gli si è presentato a Rochefort e ha chiesto di assumerlo, spinto dal desiderio di avventura. I due si sistemano nella cabina ceduta dal capitano e durante la traversata ne escono raramente: Commerson soffre atrocemente di mal di mare, l'ulcera alla gamba si è aggravata e deve essere continuamente assistito. Sulle vicende successive, possediamo diverse versioni. Cominciamo da quella di Bouganville, non necessariamente la più vera, ma quella ufficiale. Come già sappiamo, durante gli scali in America Baret assiste instancabile Commerson, trasporta cibo, armi e munizioni, raccoglie e sistema gli esemplari. Si arrampica agile e audace sulle montagne dello Stretto di Magellano. Alla fine, le raccolte americane di padrone e servitore ammonteranno a 1800 esemplari. Il colpo di scena avviene a Tahiti. Non appena i due mettono piede a terra, sono circondati da una folla che grida: "Vahinè! Una donna!" e cerca di aggredire Baret; reimbarcato in tutta fretta, da quel momento non lascia più la nave. Turbato dagli eventi, Commerson fa poche raccolte; nei suoi taccuini, di Tahiti rimangono soprattutto alcuni disegni etnografici. Bougainville sembra prenderla con calma, ordina un'inchiesta discreta, e solo molti giorni dopo, mentre le navi sono ancorate di fronte a Espiritu Santu, va sull'Etoile a interrogare Baret, che, in lacrime ammette di essere una donna e gli propina una storia degna di un romanzo larmoyant. Nata in Borgogna, rimasta orfana, era stata ridotta in miseria da un processo; per sottrarsi ai suoi persecutori si era travestita da uomo e si era trasferita a Parigi dove aveva servito come lacchè un Ginevrino. Quando ha saputo della spedizione intorno al mondo, per desiderio di avventura e curiosità femminile si è presentata a Commerson poco prima della partenza; il suo padrone non sa nulla, lo ha ingannato nel desiderio di essere la prima donna a fare il giro del mondo. Bougainville la prende con filosofia, accontentandosi di separarla da Commerson facendola trasferire sulla Boudeuse. Secondo il chirurgo dell'Etoile, François Vivès (che detestava cordialmente Commerson), voci sulla vera natura di Baret circolavano già durante la traversata dell'Atlantico e in Sud America, ma lo smascheramento sarebbe avvenuto solo nella Nuova Irlanda, dove la ragazza sarebbe stata rapita e spogliata da un gruppo di marinai. Anche Nassau-Siegen e Duclos-Gouyot collocano lo svelamento in Nuova Irlanda, ma senza riferirne i particolari. D'altra parte, alcuni tahitiani riferirono a Cook, che visitò l'isola due anni dopo Bougainville, che tra i francesi c'era una donna, il che prova che il sesso di Baret era noto almeno a loro, e forse anche ai marinai. Alcuni commentatori hanno sostenuto che Bougainville scoprì chi era Baret già a Rio e per questo fece mettere agli arresti Commerson; è altamente improbabile: in tal caso avrebbe fatto sbarcare la ragazza, rispedendola in Francia con la prima nave disponibile. E' però verosimile che la sua versione sia stata concordata con Commerson o confezionata dallo stesso Bougainville per scagionare il più possibile il naturalista, che rischiava la carriera e anche un processo, visto che la legge proibiva a qualsiasi donna di trattenersi su una nave militare. Il racconto di Jean / Jeanne Baret in effetti è del tutto falso. Nata in un villaggio non troppo lontano da Toulon-sur-Arroux, era entrata al servizio di Commerson come domestica probabilmente dopo la morte della moglie di lui; intelligente e curiosa, ben presto imparò a preparare, organizzare e classificare gli esemplari, divenendo il braccio destro del suo padrone. E' assai probabile che ne sia divenuta anche l'amante, visto che quando Commerson si trasferì a Parigi e la portò con sé, era incinta di padre ignoto. Alla nascita, il bambino fu affidato all'assistenza pubblica e morì poco dopo. Una conferma inequivocabile del legame è nel testamento che Commerson dettò prima di partire per il giro del mondo, con cui lasciò a "Jeanne Baret, conosciuta con il nome di Bonnefoi, mia governante" la somma forfettaria di 600 lire. Resta da chiarire se l'idea di far travestire Jeanne da uomo in modo che potesse continuare ad assistere il suo padrone fu di lui, di lei o di entrambi. Lucile Allorge, che tende a presentare Commerson come un timido che gioca al cinico per nascondere la sua debolezza, ritiene che una scelta tanto audace vada ascritta totalmente a Jeanne, una donna coraggiosa, decisa, devota al suo Philibert fino all'abnegazione. In una lettera al cognato, Commerson sostiene di aver cercato di dissuaderla, sottolineando tutti i pericoli del viaggio. Certo, Jeanne era una donna ammirevole, come scrive apertamente lo stesso Bougainville: "Sarà la sola del suo sesso e io ammiro la sua risolutezza, tanto più che si è sempre comportata con la saggezza più scrupolosa. La Corte, credo, le perdonerà di aver infranto le ordinanze". Ma anche Commerson, lo abbiamo visto, non era tipo da farsi spaventare dalle convenzioni. Una destinazione non prevista: le Mascarene e Madagascar Come abbiamo visto, dopo Tahiti gli scali furono pochissimi e le raccolte di Commerson si limitano a una ottantina di esemplari della Nuova Irlanda, cui sia aggiungono poche piante raccolte a Giava. L'8 novembre 1768 la Boudeuse e l'Etoile gettano l'ancora all'Ile de France, oggi Mauritius. Qui, a togliere dall'imbarazzo Bougainville, Commerson e Baret, interviene una vecchia conoscenza parigina del naturalista: Pierre Poivre, che da poco più di un anno si è trasferito a Mauritius come Intendente delle isole di Francia e Borbon. Accanto alla sua residenza, sta creando il primo orto botanico dei tropici, il Jardin de Pamplemousses, un giardino di acclimatazione dove fa affluire piante provenienti dal maggior numero possibile di paesi tropicali, nella speranza di lanciare l'economia delle isole e di spezzare il dominio olandese delle spezie. Invita Commerson a rimanere per collaborare con lui; gli offre una casa e emolumenti maggiorati del 30 per cento. A sedurre il botanico, più dei vantaggi materiali, sono le collezioni di quel favoloso giardino e ancor più la prospettiva di riprendere l'esplorazione: oltre alle Mascarene, il Madagascar, dove Poire progetta una spedizione. Dunque, non può che accettare, tanto più che a Parigi potrebbe attenderlo un'inchiesta, forse addirittura un processo. Così, quando Bougainville riparte, a bordo non ci sono più Philibert e Jeanne. La piccola équipe scientifica della spedizione si è sciolta: sono rimasti a Mauritius anche l'astronomo Pierre-Antoine Véron, e l'ingegnere Charles Routier de Romainville, che presto ripartirà per colonizzare le Seychelles. Véron, che è figlio di un giardiniere, è divenuto l'amico più caro di Commerson, che nel 1770 apprenderà con grande dolore la notizia della sua morte a Timor, dove si è recato nella speranza di assistere al transito di Venere. Commerson riprende le raccolte con l'entusiasmo della giovinezza, anche se la forza fisica e la salute non sono più quelle; al suo fianco, assistente non più clandestina, c'è sicuramente Jeanne. Si interessa a tutto, e sostiene l'intraprendente Poivre in tutti i suoi progetti. L'Ile de France è di per sé un campo di ricerca appassionante, con la sua ricchezza di endemismi; ma è anche il punto di arrivo di piante esotiche portate da viaggiatori vecchi e nuovi, come l'Hortensia (oggi Hydrangea macrophilla), forse portata qui dal Giappone da marinai olandesi; o il seducente coco de mer, arrivato dalle Seychelle, che Commerson battezza audacemente Ladoicea callypige, per quel seme che evoca le natiche femminili. Quando la gotta non lo costringe a rimanere a letto, batte palmo palmo l'isola e erborizzando per monti e per valli raccoglie almeno mille esemplari. Ora lo affiancano ben due disegnatori, Paul Philippe Sanguin de Jossigny, un militare giunto nell'isola come aiutante del governatore, e Pierre Sonnerat, il nipote di Poivre. Il giovane è qui come segretario dello zio, ma si appassiona di scienze naturali e diventa di fatto l'allievo di Commerson cui mette a disposizione il suo talento di disegnatore. Dopo vari rinvii, dovuti soprattutto alla sua cattiva salute, nell'ottobre 1770 Commerson, insieme a Joissigny, si imbarca per il Madagascar, dove nello stesso periodo si trova anche Sonnerat, come scrivano di una nave militare. E' stupefatto della ricchezza e della varietà della flora dell'isola, che da sola gli sembra riunire più specie di quante ne abbiano descritte tutti i botanici, Linneo compreso. Jeanne è rimasta a Mauritius, ma come assistente Commerson si è procurato un giovanissimo schiavo nero, un bambino non più grande di suo figlio Archambaud. Anche se il soggiorno nell'isola è di soli due mesi e il botanico deve limitarsi ad esplorare il dintorni di Fort Dauphin, raccoglie quasi 500 esemplari. Una ferita lo costringere a rientrare, ma la nave su cui viaggia incappa in una burrasca ed è costretta a rifugiarsi a Bourbon (oggi La Réunion). E' un nuovo territorio da esplorare e ben accolto dai locali, Commerson prolunga il soggiorno per undici mesi, aggiungendo 600 esemplari alla sue collezioni. E' così instancabile che Jossigny scrive inutilmente a Poivre per essere esonerato; il bottino sarà di circa 600 esemplari. Il momento più memorabile è la grande spedizione al "Vulcano di Bourbon", oggi Piton de la Fournaise, insieme a Jossigny e al sedicenne Jean-Baptiste Lislet Geoffroy, un ragazzo nato a Bourbon che in seguito diventerà uno scienziato e il primo membro dell'Accademia delle scienze nato nelle colonie. Ritornato all'Ile de France all'inizio del 1772, Commerson ha il dispiacere di assistere alla partenza di Poivre, che è stato richiamato in Francia. E' ormai molto malato e non può unirsi a lui, tanto più che a bordo non c'è posto per le sue casse. Il nuovo sovrintendente, Maillard de Melle, che lo detesta, lo priva dell'alloggio e sopprime il suo stipendio e quello di Jossigny. Assistito da Jeanne, che è sempre rimasta al suo fianco, muore il 13 marzo 1773, all'età di 46 anni. Jeanne è rimasta senza mezzi; per qualche tempo lavora in una taverna, poi si sposa con un soldato. Forse nel 1774 o nel 1775 può ritornare con il marito in Francia, completando il suo giro del mondo. Porta con sé le 34 casse dei materiali di Commerson, che consegna al Jardin des Plantes. Quindi rivendica la sua parte di eredità e va a stabilirsi con il marito in Dordogna. Nel 1785, il re le concede una pensione con questa motivazione: "Jeanne Barré, grazie ad un travestimento, circumnavigò il globo su uno dei vascelli comandati da Bougainville. Si dedicò in particolare ad assistere Commerson, dottore e botanico, e condivise con grande coraggio il lavoro ed i pericoli di costui. Il suo comportamento fu esemplare e Bougainville le riconobbe numerosi meriti". Alla morte, nel 1807, lascia tutto ciò che possiede a Archambaud, il figlio di Commerson. Candida Commersonia di Natale Chi dovrebbe occuparsi di pubblicare i materiali di Commerson è proprio Antoine-Laurent de Jussieu, che ne ha per così dire ereditato la cura dallo zio Bernard. In altre faccende affaccendato, non lo farà mai, utilizzandone solo una piccola parte, molti anni dopo, in Genera plantarum (1789). In compenso, botanici e zoologi non si fanno troppi scrupoli a saccheggiare i materiali del botanico scomparso e a pubblicarli come propri. L'enorme erbario (più di seimila esemplari e 3000 specie) andò in parte disperso, in parte fu riordinato e pubblicato da Lamarck, in parte rimase inedito. Il giudizio di Cuvier sulla questione è una condanna inappellabile: "Commerson era un uomo infaticabile e della scienza più profonda. Se avesse potuto pubblicare le sue osservazioni, occuperebbe uno dei primi posti tra i naturalisti. Sfortunatamente, è morto senza poter completare la redazione dei suoi scritti e coloro a cui sono stati affidati i suoi manoscritti e i suoi erbari li hanno trascurati in modo colpevole". Commerson creò moltissimi generi botanici, molti dei quali dedicati a amici o studiosi che stimava; solo una piccola parte fu pubblicata, anche se ne rimangono validi circa quaranta. Tra quelli mai pubblicati e quindi non riconosciuti, anche i due generi che volle dedicare alle due donne della sua vita. Per ricordare la moglie, scelse un bellissimo albero del Madagascar con più fiori che foglie e frutti che racchiudono due noccioli uniti in forma di cuore e lo battezzò Pulcheria commersonia; il nome non è stato mantenuto nella nomenclatura botanica e la specie che designa non è stata identificata con certezza. A Jeanne, salutata come "Amazzone dei botanici", "fanciulla armata di arco e frecce come Diana, ma di condotta delicata e rigorosa come Atena", dedicò invece Baretia bonafidia, oggi Turraea casimiriana, un endemismo delle Mascarene. Anche questo nome dunque non è riconosciuto; solo di recente, nel 2012, un'équipe di ricercatori ha voluto rimediare con la dedica di Solanum baretiae, una specie scoperta in Ecuador caratterizzata da un numero variabile di foglie che allude alla scelta di Jeanne di infrangere le regole della sua epoca, facendosi uomo per amore dell'uomo amato e della scienza. A ricordare Commerson, oltre a un centinaio di specie con l'epiteto commersonii, ha pensato una coppia di botanici sfortunata quanto lui: Johann Reinhold e Georg Forster, i due botanici padre e figlio della seconda spedizione di Cook. Anche le collezioni di Forster padre andarono disperse, e la sua opera più importante fu pubblicata postuma molti anni dopo la sua morte. Quanto a Georg, morì giovane in modo tragico. I due pubblicarono insieme la specie tipo, Commersonia echinata (il nome attuale è C. bartramia), raccolta a Tahiti, ma secondo una lettera di Forster figlio a Voss, il padre non vi ebbe parte; fu Georg a completarne la descrizione insieme a Sparrman. Commersonia, della famiglia Malvaceae, è un genere di circa venticinque specie di alberi e arbusti la cui area di distribuzione coincide con almeno una parte del teatro delle ricerche di Commerson: è presente soprattutto in Australia, il centro di diversità con una ventina di specie, ma anche nelle isole del Pacifico, comprese Tahiti e le Vanuatu, nel sud-est asiatico e in Madagascar. La specie più diffusa è C. bartramia, presente in Australia, nelle isole del Pacifico, in Indocina e nella Cina meridionale; è un arbusto o un piccolo albero con chioma espansa, molto attraente per le foglie cordate simili a quelle del tiglio e i densi corimbi di piccoli fiori bianchi a stella. In Australia è chiamato kurrajong di Natale (questo nome di solito indica alberi del genere Brachychiton, un'altra Malvacea) sia per la stagione della fioritura sia per il colore candido. Come omaggio ai viaggi di Commerson, aggiungo C. obliqua, un endemismo delle Vanuatu (l'arcipelago dove Bougainville ebbe il colloquio rivelatore con Baret), e C. madagascariensis, l'unica specie malgascia. Altre notizie nella scheda.
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November 2024
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