Per circa centocinquanta anni, l'orto botanico parigino, prima Jardin du Roy poi Jardin des Plantes, fu dominato da esponenti della famiglia Jussieu, nelle vesti di professori di botanica e dimostratori. Abbiamo già incontrato uno dei membri della prima generazione, Joseph de Jussieu, nel ruolo di botanico della spedizione geodetica nel Vicereame del Perù. E' ora di conoscere più da vicino i suoi celebri fratelli, gli accademici Antoine e Bernard, soprattutto quest'ultimo, cui si deve un decisivo passo avanti nell'elaborazione di un metodo di classificazione naturale delle piante, poi perfezionato da un altro Jussieu, suo nipote Antoine-Laurent. L'ultima generazione è poi rappresentato dal figlio di questi, Adrien. Non più validi i generi che furono dedicati all'intera famiglia, a celebrare almeno Bernard e Adrien rimangono due generi di Euphorbiaceae, Bernardia e Adriana. I Jussieu, linneani riluttanti Nel maggio del 1738, prima di tornare definitivamente in Svezia, Linneo passò da Parigi per visitare il Jardin du roy e le sue collezioni. Per preparare il soggiorno, aveva scritto ai padroni di casa, i due Jussieu: Antoine, il titolare della cattedra di botanica, e Bernard, il dimostratore delle piante. Si racconta che arrivasse al Jardin senza annunciarsi, unendosi a un gruppo di studenti che seguiva una dimostrazione di Bernard. A un certo punto, questi chiese di identificare una pianta sconosciuta. Dal gruppo si levò una voce dall'accento straniero: "Haec planta facem americanam habet" (Questa pianta ha le caratteristiche di una pianta americana). Bastò perché Bernard capisse con chi aveva a che fare, replicando "Tu es diabolus aut Linnaeus" (O sei il diavolo o sei Linneo"). Fu l'inizio di una duratura amicizia. Bernard condusse Linneo a visitare il giardino, gli aprì le porte dell'erbario e della biblioteca, erborizzò con lui nelle campagne parigine, lo introdusse nei circoli scientifici della capitale. Più tardi, ne fece il suo corrispondente all'Accademia delle Scienze e fu determinante per la sua ammissione all'istituzione come membro estero. Linneo ricambiava con una profonda stima per Bernard, con cui continuò a scambiare lettere per quasi un trentennio; nel 1747 così scrisse a un corrispondente: "E' l'astro del nostro secolo; lo metto al di sopra di tutti, perché è ricchissimo di osservazioni solide e ben fondate". Nella sua famosa lista degli "ufficiali del Regno di Flora", assegnò a Bernard il ruolo di generale maggiore, secondo solo a lui, il generale in capo. Candolle riferisce che lo ammirava tanto da dire ai suoi allievi: "Non c'è nessuno in grado di spiegare così bene le piante. Aut Deus aut magister noster Jussiaeus, o Dio o il nostro maestro Jussieu". Al contrario di Buffon, il sovrintendente del Jardin, che espresse critiche feroci al sistema linneano, i Jussieu ne vedevano con equilibrio pregi e limiti. Nel 1744 Bernard curò la pubblicazione francese della quarta edizione di Systema naturae, integrando le denominazioni linneane con quelle di Tournefort e i nomi volgari francesi. Nel 1774, per volontà di Bernard e suo nipote Antoine-Laurent, la denominazione binomiale fu adottata nel Jardin des Plantes. I Jussieu riconoscevano anche i vantaggi pratici del sistema sessuale linneano, tanto che Antoine-Laurent scrisse: "La botanica gli deve una parte dei suoi progressi. Il suo sistema occuperà sempre uno dei primi ranghi tra i metodi artificiali, e faciliterà lo studio delle piante". Tuttavia, si trattava appunto di un metodo artificiale, comodo e facile da usare per identificare e nominare le piante, ma incapace di dare conto delle affinità reali e di cogliere l'ordine naturale del mondo. Naturalmente, Linneo stesso ne era perfettamente consapevole e, a parole, ammetteva la superiorità del metodo naturale, che definì "il compito ultimo della botanica", un compito, però, a suo parere non ancora accessibile ai botanici della sua generazione. Alla ricerca di un metodo naturale Pur nella sua infinita modestia, Bernard la pensava diversamente. Probabilmente poco dopo il fatidico incontro con Linneo, intorno al 1740, incominciò a elaborare un proprio metodo, basato non su un singolo criterio, ma sul maggior numero di criteri possibili, riprendendo la strada percorsa da Ray, Tournefort e Magnol. Gli erano di stimolo le acquisizioni dei suoi colleghi zoologi del Jardin du Roi, primo fra tutti Buffon, che molto prima dei botanici stavano individuando con successo validi criteri di classificazione degli animali. Nella sua ricerca Bernard si basò sull'osservazione continua e diretta delle piante, acquisendone una conoscenza profonda, direi intima. Era un osservatore, non un teorico, con un approccio olistico in cui molto contava l'istinto; il sistema dovette emergere poco a poco, per tentativi, "par tatonnement", con scriverà Candolle. Purtroppo egli era un grande studioso e un grande didatta che trasmetteva generosamente le sue acquisizioni agli allievi, ma non ha lasciato nulla di scritto sul suo lavoro. Come per ricostruire il pensiero di Socrate dobbiamo affidarci a (e fidarci di) Platone, per ricostruire il metodo di questo Socrate della botanica dobbiamo basarci su quanto ce ne racconta il nipote e allievo, Antoine-Laurent (un testimone tutt'altro che disinteressato). Nel 1759, il re chiese a Bernard di creare un orto botanico nel giardino del Trianon; il botanico accettò, e sistemò le piante nelle parcelle suddivise sulla base di ordini naturali (equivalenti grosso modo alle nostre famiglie). Non scrisse una riga per spiegare i criteri seguiti nei raggruppamenti, che però possiamo almeno in parte dedurre dalla lista manoscritta dei generi suddivisi in ordini, che fu pubblicata trent'anni dopo da Antoine-Laurent, nel 1789. Nel raggruppare le piante, Bernard prese in considerazione elementi come le caratteristiche dell'embrione, la posizione dell'ovario, la presenza o l'assenza di petali, la fusione o la libertà dei petali. La classificazione venne strutturata gerarchicamente in tre gruppi principali, 14 classi e 65 ordini. Cominciando dalle crittogame, proseguiva con le monocotiledoni, quindi le dicotiledoni, per finire con le conifere. Dal 1763, Bernard fu affiancato dal nipote Antoine-Laurent, che l'avrebbe poi sostituito come dimostratore e avrebbe concluso la carriera come direttore post rivoluzionario del Museo nazionale di scienze naturali. Nel fatidico 1789, oltre al manoscritto sulla disposizione del giardino del Trianon, egli diede alle stampe Genera Plantarum, secundum ordines naturales disposita. In questo testo importantissimo, oggi considerato il vero inizio della classificazione naturale come noi la concepiamo, egli presenta il proprio metodo come la continuazione, o meglio l'attualizzazione e il perfezionamento, delle acquisizioni dello zio. Non sappiamo se dobbiamo credergli fino in fondo; in questa affermazione c'è infatti l'intento polemico di assicurare la primogenitura alla propria famiglia, sminuendo il contributo di Adanson, che di Bernard era stato allievo, e aveva pubblicato la sua Familles de plantes a partire dal 1763. Non sappiamo dunque se davvero risalisse già a Bernard, o si debba interamente a Antoine-Laurent, l'introduzione di quella che Cuvier (che fu profondamente influenzato da quest'ultimo) avrebbe chiamato "legge di subordinazione degli organi". Per ritrovare l'ordine che presiede alla natura è necessario, è vero, osservare ogni parte delle piante, tenere conto dell'insieme delle caratteristiche, ma non tutte hanno la stessa importanza gerarchia. Per prime vengono le caratteristiche costanti, comuni a tutte le piante dell'ordine, ricavate dagli organi essenziali (prime fra tutte il numero dei cotiledoni o la loro mancanza); quindi le caratteristiche quasi costanti, ricavate da organi non essenziali, in particolare la corolla e gli stami, che nel loro insieme contribuiscono a individuare le caratteristiche di una famiglia, ma singolarmente servono unicamente a determinare un genere; infine le caratteristiche variabili, ricavate da qualsiasi organo, distintive di ciascuna specie. E' questa la maggiore novità del sistema di Jussieu, che lo distingue dai precedenti metodi naturali e apre la strada ai rapidi progressi della classificazione naturale, portata avanti nell'Ottocento tra gli altri dal maggiore discepolo di Antoine-Laurent, Augustin Pyrame de Candolle. Una famiglia di botanici per le famiglie di piante Prima di lasciare questa importantissima famiglia di botanici, che dominò il Jardin du Roy, poi Jardin des plantes per tre generazioni e quasi un secolo e mezzo, dal 1709, quando vi approdò Antoine, al 1853, quando morì Adrien, il suo ultimo esponente, è ora di conoscerne meglio i membri. I Jussieu erano originari di Lione, dove esercitavano da generazioni la professione di farmacista. Antoine (1686-1758) andò a studiare medicina a Montpellier, dove si appassionò di botanica; le sue spedizioni botaniche in Normandia e Bretagna attirarono l'attenzione di Fagon, che nel 1709, alla morte di Tournefort, lo chiamò al Jardin du Roy a insegnare botanica. Già due anni dopo fu ammesso all'Accademia delle Scienze. Nel 1716 fu inviato in missione in Spagna e prese con sé il fratello minore Bernard (1699-1777), all'epoca ancora adolescente. Nel 1722 anche Bernard arrivò al Jardin du Roy, come sottodimostratore, e nel 1725 anch'egli fu ammesso all'Accademia delle Scienze. Tra i due fratelli, legatissimi, ci fu subito una netta divisione di ruoli: Antoine era il professore titolare, ricopriva ruoli ufficiali anche amministrativi e inoltre era un medico reputato, con una vasta clientela. Bernard, sempre modesto, poco propenso ad apparire, era l'appartato studioso e il prestigioso didatta che svelava i segreti delle piante a uno stuolo di allievi riverenti. Si occupava anche dell'erbario e delle collezioni del Jardin, che incrementò (sembra di tasca propria) anche con due viaggi in Inghilterra, da uno dei quali riportò due plantule di Cedrus, che secondo un aneddoto forse apocrifo fecero il viaggio nel suo cappello. Da questa posizione defilata non volle discostarsi neppure dopo la morte di Antoine, rifiutando di succedergli nella cattedra di botanica per rimanere sottodimostatore come era sempre stato. Ai vecchi, diceva, non piacciono i cambiamenti. Ma ci sono ancora due fratelli; Christophe, rimasto a Lione a gestire la farmacia di famiglia, e Joseph (1704-1779) che abbiamo già incontrato parlando della Spedizione geodetica nel Vicereame del Perù. Rimasto in America 35 anni a raccogliere piante e ad assistere i poveri, ritornò in Francia solo nel 1771, ormai privo di senno, e fu amorevolmente assistito da Bernard, ormai divenuto capo famiglia dopo la scomparsa di Antoine. Come ho già anticipato, dal 1763 era arrivato a Parigi anche Antoine-Laurent (1748-1836), figlio di Christophe. Divenuto l'assistente e il migliore allievo di Bernard, nel 1770 succedette a Le Monnier come professore al Jardin du Roy. Per almeno un quindicennio fu impegnato nella stesura di Genera Plantarum, che, come ho anticipato, uscì proprio nell'anno d'inizio della rivoluzione francese. Con la quale il nostro riuscì a destreggiarsi a sufficienza da essere nominato nel 1804 direttore del Museo Nazionale di Scienze naturali, sorto dalle ceneri del Jardin du Roy, ormai Jardin des Plantes. Fu una delle principali figure della botanica europea della prima metà dell'Ottocento. Nel 1826, divenuto quasi cieco (un destino che toccò a molti botanici, affaticati dall'eccessivo uso del microscopio, compreso suo zio Bernard), lasciò la cattedra al figlio Adrien. Siamo così arrivati all'ultima generazione: Adrien (1797-1853) fu a sua volta professore sia al Jardin des Plantes sia alla facoltà di scienze. Il suo contributo più importante è Cours élémentaire de botanique, un'opera didattica di grande diffusione. Gli si devono anche alcuni saggi su varie famiglie di piante, che andavano ad aggiungere un mattoncino all'edifico della botanica sistematica di cui Bernard aveva gettato le fondamenta. Due Euphorbiaceae esotiche per due Jussieu A questa famiglia così illustre non potevano mancare le dediche di generi botanici. Nel 1753 Linneo cercò di pagare il suo debito di riconoscenza verso i fratelli Jussieu dedicando loro Jussaea, oggi confluito in Ludwigia insieme a Isnardia. Nel 1781, in Reliquiae Houstonianae, lo scritto di Houstoun edito postumo da Banks, seguì Jussieuia, oggi sinonimo di Cnidoscolus. E così anche Antoine, Joseph e Antoine-Laurent si aggiungono alla lunga lista di grandi botanici non ricordati da alcun genere valido. Non è così né per Bernard né per Adrien. Si dove ancora a Houstoun (in questo caso la proposta fu accolta e fatta propria da Philip Miller, che il botanico lionese aveva conosciuto durante il viaggio a Londra) la dedica a Bernard de Jussieu del genere Bernardia della famiglia Euphorbiaceae. Bernardia è un vasto genere che comprende almeno una settantina di specie di arbusti ed erbacee perenni originari dell'America tropicale e subtropicale, tipiche soprattutto degli ambienti semiaridi, dalla California al Brasile. Morfologicamente molto vario, nonostante il grande numero di specie, è relativamente poco studiato. Sono piante monoiche o dioiche, con foglie per lo più dentate, usualmente con ghiandole basali e piccole stipole solitamente persistenti. I fiori unisessuali, privi di petali, sono raccolti in infiorescenze in forma di spiga o di racemo all'ascella dei rami. Quelli staminati (maschili) presentano solitamente tre brattee simili a foglie, mentre quelli pistillati sono globosi e ricoperti di peli. I frutti sono delle capsule con tre lobi o tre angoli. Tra le specie più note, B. incana, originaria dei deserti tra California e Messico settentrionale, con stipole persistenti che essudano una resina scura e foglie biancastre per la presenza di una densa peluria; B. myricifolia, che fa parte delle comunità di macchie di arbusti su roccia calcarea di Texas e Messico, è simile alla precedente, ma con stipole caduche e prive di essudato. Un riconoscimento, infine, è toccato anche all'epigono Adrien, che nel 1825 ricevette da Gaudichaud-Beaupré la dedica di un altro genere di Euphorbiaceae, il piccolissimo Adriana, con solo due specie originarie dell'Australia, A. quadripartita e A. urticoides, il primo endemico dell'Australia meridionale, il secondo presente in tutta l'isola, ad eccezione della Tasmania. Sono fitti arbusti eretti, dioici, anch'essi adattati ad habitat aridi. Di A. quadripartita, nota come bitter-bush, esistono due forme: una con foglie glabre, l'altra con foglie pubescenti. Quest'ultima viene anche utilizzata per formare siepi costiere antivento.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
September 2024
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