William Dampier è considerato il navigatore britannico più importante tra Francis Drake e James Cook. Vanta una lunga serie di primati: è stato il primo britannico a fare tre volte il giro del mondo, il primo a descrivere un uragano, le tartarughe delle Galapagos e l'albero del pane, il primo a guidare una spedizione scientifica ufficiale per conto della Royal Navy, il primo a raccogliere piante australiane... Le sue avventure hanno ispirato Swift e Defoe, le sue scoperte idrografiche hanno guidato Cook, le sue osservazioni sulle Galapagos sono state preziose per Darwin. Eppure Dampier non era né un ufficiale né un gentiluomo: a dirla tutta, era un pirata, o se preferite un bucaniere, un fratello della costa. Come naturalista, era autodidatta, ma non gli mancavano occhi acuti, attenzione ai particolari e capacità di collegare i fenomeni. A ricordare questo singolare personaggio è molto opportunamente il genere endemico australiano Dampiera. Avventure attraverso i sette mari Dopo tanti naturalisti vessati da un comandante più interessato alla navigazione che alle piante, ecco un capitano che rischia l'ammutinamento della ciurma per la sua passione per la botanica. Non è la maggiore stranezza di questo singolare personaggio. In diversi momenti della sua vita, William Dampier fu marinaio, mercante, piantatore, taglialegna, avventuriero, scrittore di successo, esploratore, navigatore e corsaro. Ovunque, e sotto ogni veste, fu un grande osservatore di ogni aspetto della natura, anche se il suo amore principale andava alle piante. Come scrive la giornalista M.S. Douglas: "Era un uomo con un gran naso, magro, tranquillo, dall'occhio acuto, un eccellente navigatore, uno scienziato attento ed accurato. Ed era anche un pirata". Non in senso metaforico: per almeno dieci anni fu un bucaniere, uno dei famigerati pirati dei Caraibi. Nato in un villaggio del Somerset in una famiglia contadina, alla scuola pubblica aveva acquisito almeno le basi del latino e della matematica, ma era rimasto orfano presto e si era innamorato del mare. A diciotto anni, la sua prima navigazione lo portò a Terranova, la seconda a Giava. Nel 1673 combatté brevemente nella terza guerra anglo-olandese. Nel 1674 arrivò nei Caraibi, come aiutante in una piantagione di zucchero in Giamaica. Dopo qualche mese lo ritroviamo a Port Royal, il principale porto dell'isola, all'epoca conosciuto come "la città più ricca e malfamata del mondo". Era anche una delle basi dei bucanieri, le cui incursioni contro le città e le navi spagnole erano più che tollerate dai britannici. Oltre alla pirateria, questi irregolari praticavano il contrabbando e altre attività più o meno legali, tra cui il taglio e il commercio del legno di campeggio, Haematoxylum campechianum, apprezzato materiale tintorio di cui gli spagnoli cercavano inutilmente di preservare il monopolio. Dampier sperò di fare fortuna con questa attività e si trasferì nella Baia di Campeche, ma, quando il campo dei boscaioli fu spazzato via da un uragano, si trasformò in pirata e probabilmente partecipò a incursioni ai danni degli spagnoli, abbastanza fruttuose da consentirgli nel 1678 di ritornare in Inghilterra, dove acquistò una piccola proprietà e si sposò. Già affascinato dalla esuberante natura tropicale in Giamaica, fu probabilmente in Campeche che Dampier iniziò a mettere per iscritto le sue osservazioni; le scriveva su fogli sparsi, che poi preservava dagli insetti e dall'umidità conservandoli in una canna di bambù chiusa alle due estremità con della cera. La permanenza in patria durò pochi mesi. Nel 1679 Dampier era di ritorno a Port Royal, dove entrò a far parte della ciurma del pirata Bartholomew Sharp. Da questo momento, divenne un pirata in servizio permanente effettivo e, a bordo di varie navi e sotto il comando di diversi famigerati comandanti, partecipò alla cattura di navi e alla devastazione di insediamenti spagnoli nei Caraibi, nello stretto di Panama, lunga la costa del Perù; durante un'incursione la nave su cui era imbarcato arrivò persino in Africa, per poi doppiare Capo Horn e passare dalle Galapagos, dove il nostro pirata-naturalista fu affascinato dallo strano aspetto ( e dall'ottimo gusto) delle tartarughe giganti. Anche se più tardi proclamerà che a spingerlo non era l'avidità di ricchezza, ma il desiderio di conoscere il mondo, in queste imprese non fu meno violento e sanguinario dei suoi compagni. Tuttavia, ovunque andasse, non mancava mai di esercitare il suo spirito di osservazione, e di prendere nota di ciò che osservava. Visse la sua avventura più lunga e straordinaria a bordo della Cygnet, comandata da Charles Swan. Nel 1684, nella speranza di catturare i galeoni che trasportavano oro e merci preziose dalle Filippine, quest'ultimo, a quanto pare spalleggiato da Dampier, decise di attraversare il Pacifico dal Messico alle Indie orientali, come era chiamato all'epoca l'arcipelago malese. Durante la traversata, la fame si fece sentire, tanto che i marinai erano sul punto di ammutinarsi e di cibarsi dei due colpevoli: il capitano e Dampier. Swan fece notare che, se da lui qualcosa si poteva ricavare, il magro Dampier era poco appetibile. Per fortuna, prima di mettere in atto i loro propositi cannibalici, approdarono a Guam, dove trovarono cibo abbondante, in particolare i frutti dell'albero del pane Atrocarpus spp. (Dampier sarà il primo europeo a descriverlo). Abbandonato Swan al suo destino a Mindanao, sotto il comando di John Reed la navigazione proseguì verso il mar della Cina, toccando il delta del Mekong e Canton. Qui decisero di invertire la rotta e di raggiungere l'India attraverso le Filippine e l'arcipelago malese. Dopo aver raggiunto Timor, deviarono verso sud e il 5 gennaio 1688 gettarono l'ancora a Karakatta Bay, nell'attuale Australia nord-occidentale (all'epoca si chiamava Nuova Olanda). Anche se diversi navigatori olandesi ne avevano variamente esplorato le coste, era un territorio largamente sconosciuto, tanto che si ignorava se fosse un insieme di isole o un continente a parte. La Cygnet doveva essere raddobbata e la sosta dei pirati si protrasse per diverse settimane; Dampier ne approfittò per esplorare l'interno di quella che, in suo onore, oggi si chiama penisola Dampier. Quindi la navigazione riprese attraverso l'Oceano indiano; insieme a due compagni, il pirata naturalista fu abbandonato in una delle isole Nicobare. I tre riuscirono a riadattare una canoa, con la quale realizzarono l'incredibile impresa di attraversare l'oceano indiano in tempesta, raggiungendo l'emporio inglese di Acieh nell'isola di Sumatra. Dopo altre avventure, che lo portarono anche in Vietnam e in Malacca, Dampier poté infine tornare in Inghilterra solo nel 1691. Aveva completato il suo primo giro del mondo. Un best seller e una spedizione scientifica Dampier era senza un soldo, ma aveva due risorse preziose: un schiavo tatuato filippino, che aveva acquistato a Sumatra, e il suo diario di viaggio. Dello sfortunato filippino, dopo averlo esibito come curiosità esotica, si disfece presto, rivendendolo al proprietario di una locanda; il diario si trasformò in uno fortunato bestseller, New Voyage Round the World , uscito nel 1697; nell'arco di due anni raggiunse quattro edizioni e nel 1699 fu seguito da un secondo volume. Se il largo pubblico era affascinato dalle avventure su sfondi esotici, furono invece le precise e oggettive informazioni di Dampier su popoli e risorse, idrografia e meteorologia, flora e fauna ad attirare l'attenzione di mercanti, politici e naturalisti. Dampier dedicò accortamente il libro a Charles Montague, presidente della Royal Society, che lo introdusse presso altri studiosi, in particolare Hans Sloane e John Woodward; inoltre lo presentò al primo lord dell'Ammiragliato, lord Oxford. Grazie a questi potenti sostegni, Dampier riuscì a far approvare quella che a tutti gli effetti possiamo considerare la prima spedizione scientifica finanziata dalla Royal Navy. Fu così che il 14 gennaio 1699 partì per il suo secondo giro del mondo, non più come marinaio semplice di una nave pirata, ma come capitano della nave di sua maestà Roebuck; il suo compito era raggiungere la Nuova Olanda, se possibile circumnavigarla ed esplorarne le potenzialità economiche e scientifiche. Era il comandante, ma anche il naturalista di bordo (un'accoppiata rara nella storia della scienza); l'amico Woodward, che nel 1796 aveva pubblicato per la Royal Society un opuscolo sull'argomento, lo aveva istruito sul corretto modo per raccogliere e conservare gli esemplari. Inoltre l'ammiragliato gli aveva messo a disposizione un abile artista (non tanto abile, a giudicare dai risultati) per disegnare piante e animali. Vista la stagione avanzata, la Roebuck avrebbe dovuto seguire la rotta del Capo di Buona Speranza, ma giunto all'arcipelago di Capo Verde, Dampier decise altrimenti. Si era reso conto che i marinai non avevano alcuna esperienza di navigazione oceanica e era ormai in aperto contrasto con il suo secondo George Fisher; lo fece vergare e mettere ai ferri, quindi puntò verso la costa brasiliana. Il 23 marzo raggiunse Bahia; Fisher fu sbarcato e incarcerato, in attesa di essere rimpatriato e processato. Mentre la nave veniva rifornita di viveri ed acqua, il comandante ne approfittò per andare ad erborizzare quasi ogni giorno in quella natura esuberante. Meno contenti erano i marinai, confinati a bordo; temendo un ammutinamento o una denuncia all'Inquisizione, il 23 aprile Dampier fece levare l'ancora. Ripresa la rotta iniziale, doppiò il Capo di Buona Speranza e raggiunse la costa australiana all'inizio di agosto, gettando l'ancora in una baia così ricca di squali che la battezzò Shark Bay (si chiama ancora così); prosegui poi verso nord visitando un'isola di quello che oggi si chiama Arcipelago Dampier, che chiamò Rosemary Island per l'abbondanza di una pianta dai fiori azzurri che gli ricordava il rosmarino (in realtà Olearia axillaris); in mezzo a piante di tanti colori, tra cui prevaleva l'azzurro, spiccava il rosso di una specie di fagiolo rampicante. Questa pianta davvero magnifica, dopo aver portato per qualche tempo il nome Clianthus dampieri, oggi si chiama Swainsonia formosa. Infine visitò per poche ore la Lagrange Bay dove raccolse esemplari di piante e conchiglie, mentre l'anonimo disegnatore ritraeva uccelli ed altri animali. Quel paese arido e privo di risorse, abitato da quella che Dampier giudicò "la popolazione più miserabile del mondo" era però deludente; le provviste scarseggiavano, la ciurma era sempre più incontrollabile e lo scafo in pessime condizioni. Anziché proseguire la navigazione verso est lungo la costa australiana, Dampier decise di tornare indietro e di dirigersi a Batavia, passando da Timor e dalla Nuova Guinea; a Batavia vennero effettuate alcune riparazioni che consentirono di riprendere il viaggio, doppiando il Capo di Buona Speranza alla fine di dicembre. Alla fine di febbraio la Roebuck naufragò al largo dell'isola di Ascension per una falla nella chiglia; l'equipaggio riuscì a salvarsi, recuperando pochi oggetti, tra cui il diario di Dampier e gli esemplari botanici raccolti in Brasile, Nuova Olanda e Nuova Guinea. Dopo un mese di stenti, i naufraghi furono raccolti da una nave della Compagnia delle Indie e rientrarono in Inghilterra ad agosto. Anche questa avventura divenne un libro, A Voyage to New Holland (1703). Dampier dovette affrontare la corte marziale, che lo assolse per il naufragio del Roebuck, ma lo condannò per abuso di potere e crudeltà nei confronti di Fisher, che fu invece totalmente scagionato. Nonostante ciò, Dampier rimaneva un personaggio così popolare da essere ricevuto dalla regina Anna e da ricevere il comando di una spedizione corsara ai danni del vicereame del Perù, con magri risultati. Di grande successo, ma non per merito suo, fu invece la spedizione corsara comandata da Woodes Rogers, durante la quale, nelle vesti di timoniere, Dampier fece il suo terzo giro del mondo. Alla scoperta della flora australiana Non basterebbe un romanzo per raccontare una vita tanto avventurosa (una sintesi nella sezione biografie); e infatti alle sue vicende si ispirarono tanto Swift, che nei Viaggi di Gulliver lo fa definire dal suo protagonista "mio cugino Dampier", quanto Defoe, che ha in parte modellato su di lui il giovane Robinson e il Capitano Singleton. Soffermiamoci qui sui suoi meriti scientifici. Dampier era un naturalista autodidatta, ma era dotato di una grande capacità di osservare e di confrontare i fenomeni, che descriveva con rara precisione e oggettività. Dalla brutta avventura in Campeche trasse la prima descrizione di un uragano tropicale, di cui poi rilevò le affinità con i tifoni del mar della Cina. Di estrema importanza il suo studio sugli alisei, le brezze, i venti stagionali, le maree e le correnti dei mari tropicali, pubblicato in appendice al secondo volume di New Voyage e divenuto un classico dell'idrografia e della meteorologia, apprezzatissimo tra gli altri da Cook e da Nelson. I suoi libri contengono osservazioni di prima mano e solitamente prive di pregiudizi sui popoli visitati (con la parziale eccezione degli aborigeni australiani, tratteggiati brevemente con poche frasi liquidatorie); di particolare interesse le pagine dedicate ai Chamorro, la popolazione indigena di Guam che ancora resisteva agli spagnoli che avevano occupato l'isola appena due anni prima. Dell'isola Dampier descrive anche con precisione le risorse naturali e i metodi di coltivazione, manifestando apprezzamento per i frutti dell'albero del pane. Osservò anche gli infiniti usi della palma da cocco presso i popoli del Pacifico, che a suo parere avrebbero dovuto essere imitati nelle Antille, dove la pianta era presente ma poco sfruttata. I due volumi di New Voyage Round the World contengono molte informazioni sulla flora e sulla fauna dell'America e del Pacifico. Contrariamente ai suoi contemporanei, che ritenevano la cocciniglia il seme di qualche pianta, la descrisse correttamente come un tipo di insetto, vari anni prima che Leewenhoek la identificasse come tale osservandola al microscopio. Le sue osservazioni sulle tartarughe e sulle iguana della Galapagos sono così attente e penetranti da fare da guida a Darwin, che aveva una copia di New Voyage nella sua biblioteca di bordo sul Beagle. Ovviamente, per i botanici le pagine più importanti sono quelle dedicate alla flora australiana. Durante il primo viaggio, Dampier ebbe modo di esplorare abbastanza a fondo la penisola che oggi porta il suo nome; anche se all'epoca non aveva ancora appreso le tecniche di raccolta e conservazione, le sue descrizioni sono così accurate da permettere quasi sempre di identificare piante ed animali. Le soste australiane del secondo viaggio, come abbiamo visto, furono molto brevi, ma Dampier questa volta raccolse un certo numero di esemplari botanici e poté giovarsi di un disegnatore, che ritrasse soprattutto uccelli e forse piante (quest'ultime potrebbero essere state disegnate più tardi sulla base degli exsiccata). Le piante raccolte e descritte sono circa una quarantina (cui vanno aggiunti esemplari raccolti in Brasile e Nuova Guinea); come gli aveva insegnato Woodwart, Dampier le pressò accuratamente tra le pagine di pesanti volumi e riuscì a salvarle dal naufragio. Al suo ritorno in Inghilterra, probabilmente le affidò a Woodward che a sua volta le passò all'amico John Ray; fu così che in appendice al terzo volume di Historia plantarum compare la descrizione di diciassette piante raccolte da Dampier (undici in Australia, quattro in Brasile, due in Nuova Guinea e una a Timor); probabilmente a scriverla fu Woodward. Altri esemplari furono prestati a Plukenet, che ne descrisse sette in Amaltheum botanicum. Più tardi Woodward cedette il piccolo erbario a Sherard; in tal modo entrò a fare parte dell'erbario dell'Università di Oxford, dove ancora si conservano 26 esemplari. Inoltre, in A Voyage to New Holland compaiono la descrizione e i disegni al tratto di 18 piante, nove delle quali australiane. Piante azzurre dal nuovissimo mondo Oltre alle già citate Olearia axillaris e Swainsonia formosa, tra le piante australiane raccolte o descritte da Dampier figurano Solanum orbiculatum, Beaufortia sprengeliodes (precedentemente B. dampieri), Paractaenum novaehollandiae, Crotalaria cunninghamii, Canavalia rosea, Abrus precatorius. Una delle piante conservate nell'erbario di Oxford, un arbusto dai fiori azzurri presumibilmente raccolto a Rosemary Island, rimase inedito e fu pubblicata nel 1810 da Robert Brown in Prodromus florae Novae Hollandiae come Dampiera incana. La dedica testimonia della fama che Dampier conservava ancora a inizio Ottocento: "L'ho chiamata Dampiera in memoria di William Dampier, capitano di marina ed esploratore celeberrimo, in tutti i suoi vari viaggi sempre assiduo osservatore della natura senza trascurare la botanica; visitò due volte la costa occidentale della Nuova Olanda e ha lasciato la descrizione di alcune piante di questa regione nella sua relazione di viaggio". Dampiera, della famiglia Goodeniaceae, è un genere endemico dell'Australia dove è presente in tutti gli stati, con centro di diversità negli stati occidentali, dove vive circa la metà delle 66 specie riconosciute. Sono erbacee perenni o piccoli arbusti con fiori asimmetrici azzurri o viola con gola gialla. In alcune zone dell'Australia occidentale, insieme alle loro parenti Scaevola, sono piante dominanti delle brughiere costiere; altre specie vivono invece in montagna. Poiché, come molte piante australiane, le diverse specie si sono evolute adattandosi a specifiche caratteristiche di suolo, esposizione, drenaggio ed è difficile farle prosperare in condizioni differenti, solo alcune sono entrate in coltivazione, in particolare quelle a portamento tappezzante. Tra di esse, D. linearis, una coprisuolo pollonante che cresce abbastanza rapidamente in qualsiasi suolo ben drenato e produce meravigliosi fiori blu elettrico; D. diversifolia, una perenne prostrata tappezzante che tollera condizioni diverse e in estate produce fiori blu scuro; D. purpurea, originaria del sottobosco delle foreste di eucalipti dell'Australia orientale, con foglie tomentose e fiori da lavanda a viola scuro. Altre informazioni nella scheda.
0 Comments
Leave a Reply. |
Se cerchi una persona o una pianta, digita il nome nella casella di ricerca. E se ancora non ci sono, richiedili in Contatti.
Dal 1 dicembre, si può sfogliare il Calendario dell'Avvento 2024 "Spezie di Natale"
https://app.myadvent.net/calendar?id=zb2znvc47zonxfrxy05oao48mf7pymqv CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2024
Categorie
All
|