Oggi il nome del medico e naturalista tedesco Paul Möhring è ricordato soprattutto come dedicatario del linneano Moehringia, ma ai suoi tempi fu uno studioso stimato e riconisciuto, membro della Leopoldina e dell'Accademia di San Pietroburgo, e corrispondente di molti di quelli che contavano, dallo stesso Linneo all'immancanbile Albrecht von Haller. Scriveva di medicina e anche di botanica, ma dedicò la sua opera principale Avium genera agli uccelli, di cui tentò una classificazione in quattro classi. Uscito appena un anno prima di Species plantarum e sei anni prima della decima edizione di Systema naturae (1758, punto di partenza della nomenclatura zoologica) sebbene di poco è un'opera prelinneana la cui nomenclatura non è considerata; più discusso è invce lo status dell'edizione olandese Geslachten der Vogelen, che seguì di poco l'opera di Linneo. In ogni caso, l'influenza dell'opera di Möhring è attestata dalla ripresa di vari generi da lui creati da parte di altri studosi, in particolare lo stesso Linneo e il francese Brisson. Un medico erudito, tra medicina, botanica e ornitologia Oggi la cittadina di Jever in Bassa Sassonia, capitale della Frisia tedesca, è celebre soprattutto per la sua ottima birra. Qui nacque e visse tutta la vita - se si esclude la parentesi degli studi universitari - il medico e naturalista tedesco Paul Möhring (1710-1792). Nonostante il relativo isolamento di questa località di provincia, all'estremo nord della Germania, riuscì a farsi un nome tra gli studiosi e almeno una delle sue opere, Avium genera, ebbe una certa influenza sui contemporanei, inclusolo stesso Linneo. Si tratta infatti di uno dei primi tentativi di stabilire una classificazione sistematica di tutte le specie di uccelli conosciuti. Con il senno di poi, nella sua Histoire des sciences naturelles (1831), Cuvier lo giudica assai severamente: "Brisson e Linneo adottarono diversi dei suoi generi, tuttavia la sua classificazione si basa su caratteristiche irrilevanti". Consideriamo tuttavia che la classificazione degli uccelli è tuttora una questione assai complessa, e quello di Möhring era uno dei primi tentativi moderni, dopo le anticipazioni rinascimentali di Aldrovandi e Gessner e il sistema di Ray e Willughby. Come ho anticipato, Paul Heinrich Gerhard Möhring (questo il suo nome competo) era nato a Jever, all'epoca un territorio del ducato di Anhalt-Zerbst. Il padre, il pastore Gottfried Victor Möhring, un colto teologo e pedagogo, era il rettore della scuola di Jever, dove anche Paul completò gli studi di base e liceali. Nel 1729 si iscrisse al Gymnasium Academicum di Danzica, forse con l'intenzione iniziale di seguire le orme paterne, ma presto passò allo studio della medicina. Nel 1732 si trasferì all'università di Wittenberg e qui l'anno successivo si laureò con una tesi sulla meccanica dell'infiammazione del sangue. Tornò quindi a Jever, vi si stabilì come medico, conquistando rapidamente la fiducia di una vasta clientela; fu successivamente nominato medico della guarnigione, medico cittadino e medico di corte. A questa vita professionale di successo, Möhring affiancò una vasta attività erudita; fin dal 1736 (lo stesso anno di Linneo), con l'appellativo Diocles secundus, fu ammesso all'Accademia leopoldina, ai cui atti avrebbe contribuito con diversi articoli , così come alla rivista di Norimberga Commercium litterarium. Il nome accademico fa riferimento a un medico ellenistico, Diocle di Caristo, cui si attribuisce la più antica spiegazione della differenza tra vene ed arterie, e ben si collega sia all'argomento della tesi di laurea di Möhring, sia alla sua professione, ma i suoi interessi scientifici non si limitavano alla medicina. La botanica dovette essere il primo amore se, sin dal suo ritorno a Jever, il giovane medico creò un giardino privato, oggetto della sua prima pubblicazione a stampa, Primae lineae horti privati in proprium et amicorum usum ("Prime linee di un giardino privato ad uso proprio e degli amici", Oldenburg 1736), un libretto d'un centinaio di pagine che da una parte ne è il catalogo, dall'altra si offre come modello a chi voglia impiantare un analogo giardino. Nel catalogo in ordine alfabetico troviamo sì le tradizionali piante officinali che ci attendiamo nell'hortus di un medico, ma anche piante orticole, ornamentali ed esotiche, nonché oiabte del territorio. Nell'identificazione delle specie, Möhring si rivela un attento conoscitore della letteratura botanica, con uno spiccato interesse per la tassonomia. Dovette essere orgoglioso dell'operina se si affrettò ad inviarne una copia al celebre Albrecht von Haller, che lo approvò ma contestò alcune identificazioni e gli suggerì di rivolgersi a Linneo. All'epoca lo svedese - di appena tre anni maggiore di Möhring - viveva ancora in Olanda, e, anche se aveva già pubblicato la prima edizione di Systema naturae e Bibliotheca botanica, era ancora soprattutto il curatore del giardino del magnate George Clifford. Möhring colse la palla al balzo per cercare di avviare uno scambio sia con lui sia con il suo datore di lavoro: inviò anche a Linneo il libretto e nella lettera di accompagnamento (datata 29 luglio 1737), senza mancare di citare l'approvazione di Haller e di porre alcuni quesiti tassonomici, offrì di inviare a Linneo semi ed esemplari di qualsiasi pianta del suo giardino in cambio di semi di Hartecamp. Finché Linneo visse in Olanda, lo scambio espistolare tra lui e Möhring dovette essere abbastanza fitto (si sono conservate sette lettere del tedesco, tutte scritte tra il 1737 e il 1738, tranne l'ultima, del 1748, ma nessuna delle risposte dello svedese); l'auspicato scambio di semi in effetti si avviò, su richiesta di Möhring Linneo coinvolse anche il direttore dell'orto botanico di Leida Adriaan van Royen e semi e libri provenienti da Hartecamp e Leida presero la via di Jever. Möhring lesse con avidità le opere del nuovo amico e si dichiarò entusiasta del sistema sessuale (se lo avesse conosciuto prima, si sarebbe risparmiato molti dubbi ed errori). Le lettere contengono anche parti squisitamente botaniche, con la minuta descrizione di varie piante, incluso il genere Corrigiola, al quale forse Möhring pensava di dedicare una monografia. Negli anni successivi, tuttavia, forse anche a causa dei gravosi impegni come medico, a prendere il sopravvento negli interessi di Möhring fu dapprima la stessa medicina e la sua storia, poi l'ornitologia. Sono dedicati rispettivamente a questi argomenti i suoi due libri maggiori, Historiae medicinales, pubblicato nel 1739, e Avium genera, pubblicato a Brema nel 1752. Quest'ultimo, al di là del giudizio liquidatorio di Cuvier, ha guadagnato a Möhring qualche riga nelle storie della zoologia come autore di una classificazione che ai suoi tempi ebbe una certa rinomanza e influenzò lo stesso Linneo. Per fare una facile battuta, potremmo definirla "fatta con i piedi". Furono infatti le caratteristiche degli arti il principale criterio adottato da Mohring per dividere gli uccelli in quattro classi. La prima è quella degli imenopodi, gli uccelli con piedi coperti da una sottile membrana; ne fanno parte i due ordini delle Picae (ovvero gazze e corvi) e Passeres (grosso modo, l'attuale Passeriformes). La seconda classe è quella dei dermatopodi, gli uccelli con piedi ricoperti da una membrana più spessa, ugualmente divisa in due ordini, gli Accipitres, gli uccelli da preda, e le Gallinae, i gallinacei. Per la terza classe, più che dei piedi, si tiene conto delle ali: è infatti quella dei brachipteri, ovvero degli uccelli con ali ridotte e inadatte al volo. Infine l'ultima classe è quella degli idrofili, ovvero degli uccelli acquatici, inclusi i palmipedi. Möhring li divide in cinque ordini, sulla base della forma del becco. Insomma, una classificazione poco coerente e di gran lunga imperfetta, come sottolinea l'impietoso Cuvier. Il libro tuttavia suscitò un discreto interesse e nel 1758 venne tradotto in olandese con il titolo Geslachten der Vogelen da Cornelius Nozeman, che nel 1770 avrebbe iniziato a pubblicare il grande catalogo degli uccelli olandesi Nederlandsche Vogelen. Mentre l'edizione di Brema precede la decima edizione di Systema naturae ed è quindi non rilevante per la nomenclatura zoologica, la traduzione di Amsterdam lo segue di qualche mese. Poiché non si tratta di una mera traduzione, ma contiene aggiunte di varia natura, nel secolo scorso si aprì la questione se considerare valide le denominazioni di Möhring che in vari casi precedono quelle in uso. Come sottolineò il gruppo di lavoro sulla nomenclatura ornitologica in occasione del congresso internazionale di ornitologia del 1964, ciò avrebbe comportato "una confusione senza fine e il cambio del nome anche di uccelli tra i più comuni e universalmente diffusi". La conclusione fu dunque di rigettare Geslachten der Vogelen ai fini nomenclatori. Tuttavia, molte denominazioni create da Möhring erano state fatte proprie da altri autori, e sono quindi entrate nelle nomenclatura zoologica in modo indiretto. Tra gli esempi più significativi, due nomi di Möhring ripresi dallo zoologo francese Brisson: Spheniscus, il genere cui appartengono i cosiddetti pinguini fasciati, e Rhea, il nandù (in inglese rhea è anche il loro nome comune). Möhring visse una lunga vita, ed oltre ad essere onorato dai concittadini, era stimato dagli studiosi. Tra i suoi corrispondenti, oltre a von Haller e Linneo, troviamo il celebre medico erudito di Hannover Paul Gootlieb Werlhof, il rettore dell'Università di Leida Gualtherus van Doeveren, e Hans Sloane. Quando aveva già compiuto ottant'anni, accettò con gioia l'elezione all'Accademia delle Scienze di San Pietroburgo. Aveva ormai perso quasi completamente la vista, ma continuò ad esercitare la professione fino alla morte nel 1792, a 82 anni. Minuscole piante rupicole Si deve certamente all'amicizia giovanile con Linneo la dedica del generre linneano Moehringia. Già il Philosophia botanica, Linneo annovera Moehering tra i principali botanici del suo tempo e anticipa questo genere, poi ufficializzato in Species plantarum. Abbiamo visto che Möhring aveva studiato Corrigiola, un genere della famiglia Cariophyllaceae. A questa famiglia appartiene anche Moehringia, separato da Linneo dall'affine Alsine. Ne fanno parte poco meno di trenta specie di erbacee annuali o perenni, diffuse esclusivamente nelle aree temperate dell'emisfero boreale, prevalentemente in Europa; poche specie si estendono al nord Africa e all'Asia sudoccidentale; una (M. lateriflora) è circumboreale; tre sono esclusive del nord America. Sono piccole piante dai fusti esili, che formano cuscinetti o piccoli cespugli; le foglie, di forma variabile, ma per lo più da filiformi a lineari, sono opposte. I fiori, solitari o riuniti in piccole cime, possono essere tetrameri o pentameri; i petali bianchi sono liberi, ben separati tra loro, ovoidali e con apici interi. La vera caretteristica distintiva è tuttavia data dai semi, muniti di un'escrescenza più o meno accentuata (strofiolo) che è anche un elemento decisivo per distinguere una specie dall'altra. Le poche specie di ampia diffusione sono prevalentemente piante boschive, mentre il grosso del genere è rappresentato da specie calcofile che vivono nelle fessure delle pareti rocciose e hanno una diffusione endemica a livello locale o regionale. Questa particolare distribuzione è evidente anche nella flora italiana nella quale, con sedici specie, è rappresentato oltre il 50% dell'intero genere: tre sono specie mediterranee ed europee di ampia diffusione, due sono presenti nell'intero arco alpino, cinque sono endemismi di particolari settori delle Alpi condivisi con le nazioni confinanti (alcuni dei quali rari, come M. argenteria, esclusiva del massiccio dell'Argentera a cavallo tra Francia e Italia, o M. tommasini, esclusivo della penisola istriana), sei sono esclusivi dell'Italia. Per un elenco completo delle specie italiane e la loro distribuzione si rimanda alla scheda.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
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